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Autore: Aimee    06/07/2003    0 recensioni
Un insolito triangolo amoroso ... Usagi, Mamoru e ... Tuxedo Kamen!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The Coldest December

Autore: Aimee

Tradotto in italiano dall'inglese da Bunny83 per Erika's Fanfiction Page

Ciao, minna-chan! Ecco il primo capitolo di TCD. Questa volta non ci sono molte modifiche, appena un pochino.

Vorrei mandare un grande abbraccio alla mia amica Andree-Anne, che non si sente molto bene questa settimana. Spero ti rimetta presto, hon! *altri abbracci*

Vorrei anche mandare un grande grazie ad Angela, senza la quale la mia grammatica sarebbe sembrata quella di un diario scritto a cinque anni. *tanti abbracci Angela*

Ho scritto una nuova fic che uscirà presto…probabilmente tra una settimana più o meno. Si intitola "Crash and Burn" e sto provando a scrivere una trama completamente diversa dalle classiche fanfiction. Riguarda il mio personaggio preferito, Mamoru… ma il resto è un segreto! ^^

Buona lettura!

~Aimee-chan >^..^<


*indica pensieri*

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"Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il Principio e la Fine"
Gesù Cristo, Apocalisse 22,12

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Capitolo 1

"Echi di risate,
danzare in corridoi lontani,
con le lacrime di cuori spezzati.
Noi inseguiamo spesso i nostri sogni,
ci danno la chiave per aprire ogni porta,
noi siamo ciò che diventiamo"
~Michael W. Smith

Mi piace sognare ad occhi aperti. Cosa c'è di sbagliato il questo?
Sognare romantici incontri a mezzanotte con Tuxedo Kamen è molto meglio di … bè della geometria, ad esempio. Ma come il destino vuole, Tuxedo Kamen non era presente, e io ero seduta nella mia vecchia classe di geometria, e il compito che mi si profilava innanzi non era per niente più facile. Sospirai, persa nei miei pensieri, come sempre.
"Signorina Tsukino?" chiamò una voce in lontananza "Signorina Tsukino, sto parlando con lei."
"Hmmm?" domandai sognante, mettendo a fuoco la vista. Davanti a me c'era la mia professoressa di geometria, che sfoggiava uno di quei suoi odiosi sorrisi. Lo giuro, quella donna è convinta di essere una qualche forza onnipotente dell'universo. Mi schiarii la gola, strappando la mia mente alla piega che stavano prendendo i miei pensieri, sforzandomi di lavorare al quarto problema. "Um…si, Mrs. Tutty? C'è qualche problema?"
"Certo che c'è, signorina" disse indicando l'orologio con aria accusatoria "Non sei neanche a metà del compito, quando la classe ha quasi finito. Cosa hai fasso esattamente per l'intera ora? Sognavi ancora ad occhi aperti?"
Deglutii a fatica, facendo del mio meglio per ignorare i risolini dei miei compagni. Sentii le mie guance bruciare dall'imbarazzo. "Gomen, Mrs. Tutty" dissi con una vocina sottile, gli occhi bassi "Mi metterò al lavoro ora"
La mia odiosa professoressa increspò le labbra, in una posa che la faceva somigliare a un topo soffocato "Per punizione dovrai restare due ore dopo la scuola. Io e lei faremo una lunga chiacchierata, signorina Tsukino"
Risatine riempirono l'aria, mescolandosi pochi attimi dopo al suono della campanella. La lezione era finita, come lo era il mio compito di geometria che non avevo completato. Ricacciai indietro le lacrime mentre mi alzai in piedi per tornare al mio lavoro.
Ami era in piedi fuori dalla porta della mia classe, aspettando che io mi unissi a lei per il pranzo. "Hey, Usagi-chan!" disse con la sua dolce voce tranquilla "Come è andato il test?"
Mi morsi il labbro, distogliendo lo sguardo dal libro Advanced Multivarient Calculus che Ami teneva protettivamente tra le braccia "Non mi va di parlarne"
Lei corrugò la fronte, spostando una ciocca di capelli scuri dai suoi occhi "La ripetizione non ti ha aiutato per niente?"
"Ami, per favore…"dissi fermamente, ma non c'era asprezza nella mia voce. Lei distolse lo sguardo da me in modo preoccupante per un momento, ma con mio sollievo, sorrise, mi prese sottobraccio e iniziammo ad avviarci lungo la strada per la mensa della scuola.
"Andiamo," sorrise "Makoto porterà sushi e riso per noi per pranzo. Non è magnifico?"
Sorrisi al tentatico della mia amica di tirarmi su con la prospettiva del cibo. Non c'è bisogno di dirlo…funzionò. "Andiamo!"
Sfoggiai un apatico sorriso durante tutto il pranzo, guardando Ami e Makoto mentre scherzavano e ridevano. Davvero, ho le migliori amiche del mondo. Loro sono sempre attente a me e sono sempre pronte a porgermi una spalla su cui piangere.
Ma…c'era qualcosa che ancora mancava. Qualcosa dentro di me, che non mi faceva sentire completa. Profondamente dentro di me, c'era un dolore…un desiderio ardente di qualcosa di più…qualcosa che le mie amiche, per quanto volessi loro bene, non potevano darmi. Neanche i miei sogni ad occhi aperti mi davano sollievo. Ma che cosa mi mancava?

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"Angoli retti… piramidi…dimostrazioni… sono tutte parti della geometria, Usagi. E quindi sono tutte parti della nostra vita"

"Lo sai, quando avevo la tua età, mi domandavo 'Perché devo imparare queste cose? Non mi serviranno nel mondo reale!' Non avevo idea che sarei arrivata nella splendida posizione dove mi trovo ora. Se sarai perseverante, Usagi, migliorerai i tuoi voti. Potresti diventare un'insegnante come me un giorno."

"E inoltre… la geometria ti renderà capace di apprezzare la piena bellezza delle forme. Non posso far finta di capire perché non ti piacciono…"
"Ehm, Mrs. Tutty?" la interruppi con riconoscenza "Le due ore sono finite…"
Si accigliò, irritata che io avessi disturbato la sua glorificazione delle sfere e dei cubi. Non solo odiavo quella donna, ma ora ero convinta che da qualche parte, tra l'università e il presente, lei avesse completamente perso la testa. "Puoi andare…ma voglio vedere dell'impegno, signorina"
"Sì, signora"
Corsi via.

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Libera da quella schifosa prigione che la mia cara mamma chiama 'scuola', scappai grata lungo le frenetiche strade di Tokyo.
Amo questa città. Tutto di essa è pieno di vita e attività; non c'è da meravigliarsi che il NegaVerse se ne sia interessato tanto. Girovagando senza meta, osservai le innumerevoli persone e il loro correre velocemente qua e là. Mi domandavo che genere di vite conducessero e perché fossero così di fretta. La mia attenzione si spostò alla splendida scena offerta dai preparativi per la stagione di Tokyo. Le decorazioni per la celebrazione dell'ultimo giorno dell'anno che si avvicinava, davano varie costruzioni e luci, rendendo ogni cosa splendente ed eccitante. Luci di ogni colore splendevano nel cielo, che andava velocemente oscurandosi con il tramonto del sole. Era l'inizio di dicembre, e il freddo pungente mi fece rabbrividire nella mia leggera uniforme scolastica. Cominciò anche nevicare, sebbene il meteo aveva predetto parecchi centimetri verso la fine della settimana. Continuai a rabbrividire saltellando per le strade della mia bella città, felice per l'anticipazione di questi piccoli preziosi fiocchi di delicato ghiaccio candido. Il mio viso si sollevò verso le nubi e sorrisi.
Qualcosa è nell'aria oggi. Cambiamento. Non potrei spiegarlo…
Persa nei miei pensieri, andai a sbattere accidentalmente contro qualcosa di largo e caldo e prontamente mi inchinai a terra "Gomen! Gomen!" gridai in tono di scusa alla persona davanti a me, terribilmente imbarazzata.
"Dobbiamo smetterla di incontrarci così, Odango Atama" disse una voce familiare

Guardai su e gemetti.

"Mi stai ignorando Odango?"chiese il mio arcinemico
<È svelto…forse se gli urlo contro se ne va>
"No di certo, non ti sto ignorando," scattai, accettando apaticamente la mano che mi offriva per aiutarmi ad alzarmi "E smettila di chiamarmi in quel modo. Non sai qual è il mio vero nome?"
Lui sorrise-quell'irritante sorrisetto offensivo e che peggiorava la situazione. Oooo, quell'uomo mi fa ribollire di rabbia…
"Ti chiamerò come mi pare, ragazzina" disse, insistendo sul fatto che ero verticalmente svantaggiata. Maledetto!
Altamente insultata, mi alzai in punta di piedi, eludendo la differenza d'altezza tra noi (non poi molto, penserete voi, ma abbastanza per farmi sentire meglio con me stessa). Conficcai pericolosamente un dito dritto nel suo occhio sinistro e gli urlai tutti gli insulti a cui potevo pensare " Tu sei senza alcun dubbio il più presuntuoso, altezzoso, arrogante, irriguardoso, borioso, egoista, verme!!!"
"Dillo un po' più forte, Odango. Non credo che ti abbiano sentito a Londra"
"Oooooo!" Sbuffai, totalmente esasperata dal, ora ridente, Chiba Mamoru.
Voi non conoscete Mamoru, cari lettori, vero?
Prendiamoci un momento per ovviare alla vostra ignoranza. Il suo passatempo preferito include organizzare la sua giornata e pensare a nuovi termini per prendere in giro i miei capelli. Avevate capito il riferimento al commento Odango Atama? Hey, smettetela di ridere! Non è divertente!
Devo ammettere, comunque, che Mamoru (sebbene totalmente privo di charme) è estremamente attraente-capelli neri, occhi blu, corpo eccezionale (non che io lo guardassi). Voi dovete capire quanto sia deprimente sapere che l'*unico* uomo di bell'aspetto a Tokyo, che al momento perde tempo a parlare con me, lo fa solo per mettere alla prova le sue nuove prese in giro. Ho già detto quanto io odi l'ironia?

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"Rei, se tu continui a fare quella faccia terrificante, andrà a finire male" dissi a disagio, distogliendo lo sguardo dalla rossa faccia da incubo che mi si stava avvicinando minacciosamente.
"Sei in ritardo di due ore… due ore, Usagi!" ripetè Rei infuriata "Dove sei stata? L'incontro delle senshi è terminato mezz'ora fa."
"Sono stata in punizione" spiegai, stringendomi nelle spalle innocentemente.
"Perché non l'hai detto a una delle ragazze?" domandò, il vapore che usciva dalle sue orecchie creando adorabili disegni di condensa sulle finestre del Tempio della Collina dei Ciliegi. "Neanche Ami e Makoto sapevano niente della tua punizione"
"Gomen, Rei" sospirai, seccata e stanca di scusarmi con chiunque incontrassi. Il mio sguardo si abbassò e silenziosamente mi inchinai a terra.
"Tutto ciò che ti chiedo è di avvertire la prossima volta" disse Rei, la sua voce più calma "Eravamo preoccupate per te" Annuii, sentendomi a disagio non appena avvertii i suoi occhi su di me. "Sei sicura che sia tutto ok, Usagi? Qualcosa ti preoccupa?"
< No, non sto bene--sono sola. Anche fra le gente, anche con i miei amici, anche con la mia famiglia--la solitudine persiste. Ho bisogno di qualcosa di più.>
"Sto bene, Rei" la mia voce era piccola, i miei pensieri da un'altra parte.
Lei continuò a guardarmi con occhi preoccupati "Tu sai che io sono qui, se mai avrai bisogno di parlare, giusto?"
"Lo so"

Prima che Rei potesse rispondere, la nostra conversazione venne interrotta dal suono acuto di entrambi i nostri comunicatori senshi che squillarono simultaneamente. Rei rispose per prima al suo "Qui Mars… che succede?"
"Credo che abbiamo un problema. C'è una crestura ripugnante alta due metri con fin troppe braccia che sta vagando per gli Shinjuku Goen Gardens" disse una voce familiare. Armeggiai con il mio comunicatore e lo aprii. Il mio sguardo cadde sui limpidi occhi azzurri di Minako, la nostra nuova senshi
"Il mostro ha già attaccato?" domandai mentre toccavo la mia spilla per la trasformazione anticipando la battaglia che di lì a poco sarebbe seguita.
"Non ancora, ma -" fu interrotta da un urlo in lontananza "Sbrigatevi ragazze! Cercherò di tenerlo a bada mentre voi arrivate!"
La comunicazione cadde e io e Rei ci scambiammo una muta occhiata d'apprensione prima di correre dal Tempio della Collina dei Ciliegi fino agli Shinjuku Gyoen National Gardens.

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"Ew ew ew ew ew!" strillai, tentando freneticamente di liberarmi dalla melma giallo-verde che stava ora avvolgendo il mio guanto destro. Il mostro stava impiegando molto tempo lanciando la melma nauseabonda con le sue sei braccia. Quell'affare era enorme, e torreggiava facilmente sulla mia misera altezza. La sua pelle era lucida ed estremamente unta, rendendolo capace di spostarsi con incredibile rapidità. Non c'è bisogno di dire che avevo a malapena il tempo per cercare di colpirlo col mio diadema. Inoltre la silhouette di Zoycite in lontananza non era esattamente un aiuto per la mia concentrazione. Lui guardava la battaglia in rabbioso silenzio.
"Proverò a distrarre il mostro!" esclamò una voce alla mia destra. "Shabon Spray!"
La densa nebbia era un impedimento…non riscivo più a vedere quel maledetto coso.
"Crescent Beam!"
L'attacco di Venus consisteva in un fascio di energia luminosa e bruciante. Eppure, nonostante il fascio si muovesse alla velocità della luce, il mostro riuscì ad evitarlo.
"È così veloce," mi stupii, guardando con soggezione il viscido mostro che eludeva con facilità attacco dopo attacco.
"Questo lo rallenterà…Surprem Thunder!"
Un altro attacco partì fendendo l'aria in un immensa scia di luce.
L'elettricità crepitò nell'aria, dissolvendo la nebbia e facendomi rabbrividire di paura. Io *odio* assolutamente quando Jupiter fa così. Dovrebbe sapere ormai che i fulmini mi spaventano a morte.
Guardando attorno freneticamente attraverso la nebbia dissoltasi, riuscii a scorgere il mostro dietro alcuni alberi alla mia sinistra. Sebbene quello avesse provato ad evitare l'attacco di Jupiter, lei aveva saggiamente diretto il suo colpo verso un'area deserta, convinta che il mostro sarebbe stato colpito. Il fulmine attaversò il suo corpo, shockandolo violentemente e facendolo cadere a terra. La sua pelle iniziò a fumare, e sembrava che la sostanza oleosa che ricopriva il suo corpo stesse per andare a fuoco. Mars decise di finire il lavoro
"Fire Soul!"
"No, Mars!" urlò Mercury, consultando rapidamente il suo computer portatile. "È ricoperto di un materiale estremamente infiam-"
Troppo tardi, cara Mercury. Davvero troppo tardi. Il povero mostro prese fuoco praticamente spontaneamente-mi sentivo quasi dispiaciuta per lui. Le fiamme che lambivano il cielo avrebbero impressionato qualunque squadra di effetti speciali di Hollywood. La sostanza infiammabile che ricopriva il mostro spiaccicato a terra e gli alberi che facevano da sfondo alla massa informe, come me e le altre senshi. Guardai con orrore come il ramo di un albero in fiamme cadde proprio in una pozzanghera vicino ai miei piedi.
"Oh merd…"
Non ebbi il tempo di finire la mia colorita espressione, che la pozzanghera bruciò tra le fiamme. Temevo che sarei stata la prossima. Fu proprio in quel momento che iniziai a volare. Sì, avete capito bene-a volare. Colpii duramente il suolo e qualcuno iniziò a battere il mio sailor-fuku furiosamente. Costrinsi i miei occhi ad aprirsi
"Tuxedo Kamen…" presi fiato, le mie parole strozzate dal fumo soffocante. Una volta che si fu convinto che il mio sailor-fuku non stava più andando a fuoco, il suo sguardo incontrò il mio. Il suo respiro era affannato, e i suoi occhi esprimevano una grande paura. Io sentii il suono delle sirene dei pompieri in lontananza. "Minna…"iniziai, le mie parole uscivano con difficoltà "Loro…loro stanno bene?"
Lui ignorò la mia domanda e mi mostrò dove mi trovavo. Strillai e avvolsi le mie braccia consciamente attorno a lui mentre vedevo le fiamme che ci circondavano. Lui saltò e passò con facilità attraverso i cespugli e gli alberi in fiamme portandomi in salvo. Scivolai via dalle sue braccia e corsi dalle mie amiche, che erano riuscite a mettersi in salvo. Le abbracciai tutte strette, sollevata che stessero bene. Guardammo i pompieri spegnere le fiamme.
"Ottimo lavoro, piromane" la sgridò Jupiter "Stavi quasi per ucciderci!"
"Guarda, ragazza," controbattè Mars "che anche la tua piccola scossa elettrica potrebbe averlo incendiato! Ci avevi pensato?"
Ignorai il battibecco delle ragazze e mi girai verso Tuxedo Kamen, per realizzare che era scomparso. Non ero sorpresa che se ne fosse andato in silenzio. Faceva sempre così. Sentii Mercury mettermi un braccio intorno alle spalle "Stai bene Sailor Moon?"
"Starò bene" dissi in tono vacuo "Zoycite se n'è andato?"
Mercury lanciò un'occhiata attorno nel cielo pieno di fumo. "Credo che se ne sia andato quando il mostro è stato annientato--proprio come Tuxedo Kamen."
"Non mi ha detto neanche una parola, Mercury," dissi, pressochè in lacrime "Come può essere così freddo?" fissai malinconicamente dove era scomparso per alcuni minuti, rifacendomi la domanda nel mio cuore.
"Sailor Moon" iniziò lentamente "Hai mai preso in considerazione la possibilità che Tuxedo Kamen potrebbe non essere dalla nostra parte?"
Shockata mi voltai verso la mia amica "Ma…ma questo è assurdo! Voglio dire, perché avrebbe dovuto salvarmi la vita se fosse un nostro nemico?"
"Non lo so" rispose con calma "Ma dobbiamo essere prudenti. Non possiamo fidarci di chiunque. Abbiamo troppi nemici."
Annuii sovrappensiero, mentre le sue parole sfievolivano. Non importava la logica che avevano le sue argomentazioni, io ero completamente sconvolta a quella possibilità.
Tuxedo Kamen, un nemico?
Fu circa in quel momento che iniziò a piovere.

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Di tutte le notti per un attacco del NegaVerse. Era buio, tetro è il nome giusto. A peggiorare le cose, stava piovendo a dirotto come un monsone con nient'altro di meglio da fare.
Non c'è bisogno di dire che dopo che il mostro era bruciato (povero piccolo mostro), ero ansiosa di tornare a casa e togliermi il mio fuku bagnato. Ho desiderato più di una volta che il mio costume da Sailor Moon fosse un po' più confortevole…tipo traspirante e con ciabatte a forma di coniglietto. Già, potrei procurare qualche danno maggiore al NegaVerse con questo abbigliamento-questo è certo. Ma tutti i miei desideri e le mie speranze sono vane; ogni volta che pronuncio le parole per la trasformazione-*BAM*--indosso il mio fuku. Scommetterei qualunque cosa che è stato un uomo a progettatare questo equipaggiamento…
Sciolsi la trasformazione velocemente come iniziai a correre, cercando di evitare il più possibile le goccie di pioggia-forse non avrei dovuto prendere quella seconda ciambella a colazione perché il mio tentativo di non bagnarmi non stava andando troppo bene.
Mentre correvo, i miei pensieri tornarono all'uomo che solo venti minuti prima mi aveva tratto in salvo. Tuxedo Kamen non poteva essere un mio nemico… o sì? Sicuramente Mercury era paranoica. Non importa che sia un genio o che i suoi ragionamenti siano fuori dagli schemi. Doveva essersi sbagliata…
Deglutii a fatica, ricacciando indietro le lacrime, mentre riconsideravo ancora una volta l'ipotesi di Mercury. Perché Tuxedo Kamen non mi aveva mai parlato? Perché non aveva mai reso manifeste le sue intenzioni? Avrebbe mai preso un momento per me--Sailor Moon? Non avevo davvero importanza per lui?
Smisi di correre all'improvviso e rallentai fino a una tranquilla camminata. Stavo prendendo tempo, diversamente da Tuxedo Kamen. La pioggia mi inzuppava, ma io ero già fradicia, perciò perché preoccuparsi? Alzai il mio viso verso il cielo e sorrisi mentre la pioggia cadeva su di me.
Lasciai vagare la mia immaginazione…
Cominciai a pensare al mio misterioso uomo mascherato, chiedendomi che cosa lui avrebbe pensato della sua Sailor Moon che danzava sotto la pioggia. Lo immaginai che rideva divertito, qualcosa che il vero Tuxedo Kamen non aveva mai fatto. Forse allora, lui mi avrebbe offerto il suo mantello per tenermi al caldo e asciugarmi dalla pioggia, e allora io avrei--
Scoppiai a piangere sonoramente. Dolore e sorpresa colpirono il mio corpo così in fretta che facilmente sarei caduta al suolo. Forse caddi davvero, ma non me ne accorsi. Sentii mani su di me… rozze mani. Strinsero in una ferrea morsa i miei polsi, procurando dei lividi sulla pelle delicata. Ero stata spinta contro un muro e lì trattenuta con forza. Costrinsi i miei occhi a mettere a fuoco il mio aggressore e vidi un uomo vestito di stracci, la sua faccia che umiliava, schernendola, la mia. Una mano si chiuse sulla mia bocca, impedendo ai miei urli di essere uditi.
Era alto e il suo viso era sottile come uno scheletro. Una cicatrice frastagliata marcava la sua guancia sinistra, mentre c'era uno scuro livido sotto il suo occhio. Un lampo brillò in lontananza, un lampo nei suoi occhi smorti. Era chiaro che l'uomo era altamente intossicato.
"Guarda un po', cosa ci fa una ragazza carina come te qua fuori? Potresti farti male…" Il suo alito ripugnante sulla mia faccia, puzzava di fumo e alcool "Hai dei soldi, dolcezza?" rantolò
Negai con la testa furiosamente, e l'uomo aggrottò le ciglia "Davvero, angelo? Bene, suppongo che mi offrirai un po' di intrattenimento allora" E quindi, con mio eterno disgusto, iniziò a palparmi. Una sporca mano scivolò sulla mia camicetta, e le mie ginocchia quasi cedettero per la paura. La sua mano libera era pressata contro la mia bocca, attenuando il grido d'orrore che ne era uscito. Ero completamente e assolutamente terrificata.
< Questo non può accadere! È un incubo-deve esserlo!>
Ma l'incubo non terminava e presto pregai freneticamente.

Da qualche parte l'Onnipotente deve avere udito la mia preghiera, perché mandò un miracolo. Tuttavia non credo proprio che l'Onnipotente avrebbe approvato la scelta colorita delle sue parole…
"Togli quelle fottute mani da lei…"
Il mio aggressore spostò la sua attenzione da me per guardare nell'oscurità del vicolo nel quale mi aveva trascinata. Colsi l'opportunità e morsi la mano che era sulle mie labbra con tutta la forza che avevo. L'uomo imprecò, tirandola via, e mi assestò un violento schiaffo in viso.
Atterrai il suolo non per mia volontà, sapendo che era la prima volta che venivo colpita da un uomo. La mia testa era stordita e la mia guancia dolorante. Avvertii le mie pulsazioni battere furiosamente nel mio labbro inferiore, che ora stava sanguinando. Del tutto disorientata, iniziai a piangere.
Sentii i suoni di una battaglia vicino a me, ma ero veramente troppo scossa e spaventata per guardare. Comunque qualcuno cadde al suolo…e vi rimase.
"Stai bene?" disse una voce. Una voce molto familiare.
Là, davanti a me, stava Tuxedo Kamen. Sbattei le palpebre alcune volte, non convinta che fosse reale. Vicino ai suoi piedi c'era il mio aggressore, privo di sensi.
"Stai bene?" ripetè inginocchiandosi accanto a me. Mi tirai indietro come un animale braccato. Non so perchè lo feci. Tuttavia, non conoscendo le sue intenzioni riguardo le senshi, anche se sapevo dalla mia esperienza di Sailor Moon, che non mi avrebbe fatto del male, iniziai a temere che ciò che pensavo non era corretto. Lui notò la mia reazione spaventata al suo avvicinamento e tornò indietro. "È tutto a posto, non voglio farti del male. Sai chi sono?" Annuii, il tremolio del mio corpo provocò un barcollante cenno col capo. Non potevo ancora controllare il mio corpo-tremava come se avesse volontà propria. Il fatto poi che ero bagnata dalla pioggia che continuava a cadere non aiutava certo le cose.
Tuxedo Kamen mi si avvicinò cautamente, e questa volta non protestai. Lentamente si portò davanti a me. desiderai più volte di poter smettere di tremare.
Ero lì--sola con l'uomo dei miei sogni.
Strano, ma i miei sogni ad occhi aperti mi piacevano più di questo. Rivolsi il mio sguardo al suolo, incapace di sostenere il suo intenso sguardo, e piansi. Non potevo fermarmi, e il fatto che sentii asciugare le mie lacrime, le fece sgorgare ancora più numerose.
Avvertii un peso sulle mie spalle e capii che lui aveva posato il suo mantello su di me. Era caldo e confortevole, e mi riparava dalla pioggia. Mi rannicchiai dentro, cercando una fuga dalla realtà. "G-grazie" tentai di dire, ma i miei denti stavano battendo troppo, dubitavo che mi avesse capito.
La sua risposta mi garantì che comunque aveva capito "Di niente. Mi dispiace di essere arrivato tardi" disse, premendo un fazzoletto sul mio labbro sanguinante "Ti prego, perdonami"

"Non eri in ritardo" sussurrai
Lui scosse la testa ma non rispose. Parlò ancora solo dopo alcuni momenti di silenzio. "Andiamo--voglio vederti arrivare a casa sana e salva"
Mi alzai barcollando e lanciai una stanca occhiata al mio aggressore. Guardando la forma accartocciata al suolo, iniziai a sentirmi nuovamente impaurita. "Andiamo" mi invitò Tuxedo Kamen ancora una volta. Praticamente piagnucolando, mi spostai dalla forma senza sensi e seguii l'uomo alto, dicendogli con flebile voce dove abitavo.
Come mi sentivo strana mentre camminavo accanto all'uomo che tanto spesso onorava i miei sogni. Le mie corte gambe stavano a stento al tempo con quelle lunghe di lui, specialmente con il suo pesante mantello drappeggiato attorno a me. Lui sembrò notare il mio struggimento e rallentò un poco la sua andatura.
Si voltò verso di me mentre camminavamo "Se non ti dispiace rispondermi, che cosa ci facevi fuori così tardi da sola?"
Incespicai. Non sapevo cosa rispondere. Non potevo certo rivelargli che ero Sailor Moon.

"Io…um…stavo cercando la mia gatta"
"La tua gatta?"

"Hai," affermai "Lei è corsa fuori, e io…um…la stavo cercando"
"Capisco" rispose, senza particolare emozione nel suo tono "Bene, Usagi, ho un favore da chiederti"

"Un favore?" ripetei, completamente intimorita
"Il favore è che non devi *mai più* uscire ancora di casa così tardi di notte senza essere accompagnata"
Si girò verso di me, i suoi occhi blu come l'oceano bruciavano dentro i miei…c'era qualcosa di nascosto nelle loro profondità…un mistero. Mi sentii come se lui potesse vedere attraverso di me. "Sei d'accordo?"
"Va bene…" risposi in un soffio, ancora in soggezione dall'uomo dinnanzi a me.
"Ma giusto per essere sicuro" disse "veglierò"
Sbattei le ciglia e se n'era andato.

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Non proprio pieno di sunspence, ma direi che è venuto bene, che ne dite? ^_~ Angela mi ha mandato un disegno per andare avanti con questo capitolo. Grazie tesoro! Lo adoro!
*saluti* Lo potete vedere qui:

http://www.geocities.com/moonlit_eclipse/pictures/tcd.jpg

Sì, come molti di voi probabilmente sospetteranno, ricordo con amarezza la mia insegnante di geometria del Liceo. ^^;; Quella materia era il male! Il *MALE*, ho detto! Mrs. Tutty è stata designata dopo la mia vecchia insegnante. Quindi Mrs. Luke, dovunque lei sia…questo è per lei: *tira fuori la lingua* Nah nah nah nah!

Oh, e per i pochi di voi che me l'hanno chiesto l'altra volta, gli Shinjuku Gyoen National Gardens sono un luogo reale in Giappone. Ho realmente fatto alcune ricerche per questa storia! Siete fieri di me? Bene, e anche se non lo siete, fingete, ok?^^;;

http://www.geocities.com/moonlit_eclipse/

~Aimee-chan

  
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