The Coldest December
Autore: Aimee
Tradotto in italiano dall'inglese da Bunny83 per Erika's Fanfiction Page
Ciao, minna-chan! Ecco il primo capitolo di TCD. Questa volta non ci sono molte modifiche, appena un pochino.
Vorrei mandare un grande abbraccio alla mia amica Andree-Anne, che non si sente molto bene questa settimana. Spero ti rimetta presto, hon! *altri abbracci*
Vorrei anche mandare un grande grazie ad Angela, senza la quale la mia grammatica sarebbe sembrata quella di un diario scritto a cinque anni. *tanti abbracci Angela*
Ho scritto una nuova fic che uscirà presto…probabilmente tra una settimana più o meno. Si intitola "Crash and Burn" e sto provando a scrivere una trama completamente diversa dalle classiche fanfiction. Riguarda il mio personaggio preferito, Mamoru… ma il resto è un segreto! ^^
Buona lettura!
~Aimee-chan >^..^<
*indica pensieri*
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"Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario,
per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo
e l'Ultimo, il Principio e la Fine"
Gesù Cristo, Apocalisse 22,12
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Capitolo 1
"Echi di risate,
danzare in corridoi lontani,
con le lacrime di cuori spezzati.
Noi inseguiamo spesso i nostri sogni,
ci danno la chiave per aprire ogni porta,
noi siamo ciò che diventiamo"
~Michael W. Smith
Mi piace sognare ad occhi aperti. Cosa c'è di sbagliato il questo?
Sognare romantici incontri a mezzanotte con Tuxedo Kamen è molto meglio
di … bè della geometria, ad esempio. Ma come il destino vuole, Tuxedo
Kamen non era presente, e io ero seduta nella mia vecchia classe di geometria,
e il compito che mi si profilava innanzi non era per niente più facile.
Sospirai, persa nei miei pensieri, come sempre.
"Signorina Tsukino?" chiamò una voce in lontananza "Signorina
Tsukino, sto parlando con lei."
"Hmmm?" domandai sognante, mettendo a fuoco la vista. Davanti a me
c'era la mia professoressa di geometria, che sfoggiava uno di quei suoi odiosi
sorrisi. Lo giuro, quella donna è convinta di essere una qualche forza
onnipotente dell'universo. Mi schiarii la gola, strappando la mia mente alla
piega che stavano prendendo i miei pensieri, sforzandomi di lavorare al quarto
problema. "Um…si, Mrs. Tutty? C'è qualche problema?"
"Certo che c'è, signorina" disse indicando l'orologio con aria
accusatoria "Non sei neanche a metà del compito, quando la classe
ha quasi finito. Cosa hai fasso esattamente per l'intera ora? Sognavi ancora
ad occhi aperti?"
Deglutii a fatica, facendo del mio meglio per ignorare i risolini dei miei compagni.
Sentii le mie guance bruciare dall'imbarazzo. "Gomen, Mrs. Tutty"
dissi con una vocina sottile, gli occhi bassi "Mi metterò al lavoro
ora"
La mia odiosa professoressa increspò le labbra, in una posa che la faceva
somigliare a un topo soffocato "Per punizione dovrai restare due ore dopo
la scuola. Io e lei faremo una lunga chiacchierata, signorina Tsukino"
Risatine riempirono l'aria, mescolandosi pochi attimi dopo al suono della campanella.
La lezione era finita, come lo era il mio compito di geometria che non avevo
completato. Ricacciai indietro le lacrime mentre mi alzai in piedi per tornare
al mio lavoro.
Ami era in piedi fuori dalla porta della mia classe, aspettando che io mi unissi
a lei per il pranzo. "Hey, Usagi-chan!" disse con la sua dolce voce
tranquilla "Come è andato il test?"
Mi morsi il labbro, distogliendo lo sguardo dal libro Advanced Multivarient
Calculus che Ami teneva protettivamente tra le braccia "Non mi va di parlarne"
Lei corrugò la fronte, spostando una ciocca di capelli scuri dai suoi
occhi "La ripetizione non ti ha aiutato per niente?"
"Ami, per favore…"dissi fermamente, ma non c'era asprezza nella
mia voce. Lei distolse lo sguardo da me in modo preoccupante per un momento,
ma con mio sollievo, sorrise, mi prese sottobraccio e iniziammo ad avviarci
lungo la strada per la mensa della scuola.
"Andiamo," sorrise "Makoto porterà sushi e riso per noi
per pranzo. Non è magnifico?"
Sorrisi al tentatico della mia amica di tirarmi su con la prospettiva del cibo.
Non c'è bisogno di dirlo…funzionò. "Andiamo!"
Sfoggiai un apatico sorriso durante tutto il pranzo, guardando Ami e Makoto
mentre scherzavano e ridevano. Davvero, ho le migliori amiche del mondo. Loro
sono sempre attente a me e sono sempre pronte a porgermi una spalla su cui piangere.
Ma…c'era qualcosa che ancora mancava. Qualcosa dentro di me, che non mi
faceva sentire completa. Profondamente dentro di me, c'era un dolore…un
desiderio ardente di qualcosa di più…qualcosa che le mie amiche,
per quanto volessi loro bene, non potevano darmi. Neanche i miei sogni ad occhi
aperti mi davano sollievo. Ma che cosa mi mancava?
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"Angoli retti… piramidi…dimostrazioni… sono tutte parti
della geometria, Usagi. E quindi sono tutte parti della nostra vita"
"Lo sai, quando avevo la tua età, mi domandavo 'Perché devo
imparare queste cose? Non mi serviranno nel mondo reale!' Non avevo idea che
sarei arrivata nella splendida posizione dove mi trovo ora. Se sarai perseverante,
Usagi, migliorerai i tuoi voti. Potresti diventare un'insegnante come me un
giorno."
"E inoltre… la geometria ti renderà capace di apprezzare la
piena bellezza delle forme. Non posso far finta di capire perché non
ti piacciono…"
"Ehm, Mrs. Tutty?" la interruppi con riconoscenza "Le due ore
sono finite…"
Si accigliò, irritata che io avessi disturbato la sua glorificazione
delle sfere e dei cubi. Non solo odiavo quella donna, ma ora ero convinta che
da qualche parte, tra l'università e il presente, lei avesse completamente
perso la testa. "Puoi andare…ma voglio vedere dell'impegno, signorina"
"Sì, signora"
Corsi via.
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Libera da quella schifosa prigione che la mia cara mamma chiama 'scuola', scappai
grata lungo le frenetiche strade di Tokyo.
Amo questa città. Tutto di essa è pieno di vita e attività;
non c'è da meravigliarsi che il NegaVerse se ne sia interessato tanto.
Girovagando senza meta, osservai le innumerevoli persone e il loro correre velocemente
qua e là. Mi domandavo che genere di vite conducessero e perché
fossero così di fretta. La mia attenzione si spostò alla splendida
scena offerta dai preparativi per la stagione di Tokyo. Le decorazioni per la
celebrazione dell'ultimo giorno dell'anno che si avvicinava, davano varie costruzioni
e luci, rendendo ogni cosa splendente ed eccitante. Luci di ogni colore splendevano
nel cielo, che andava velocemente oscurandosi con il tramonto del sole. Era
l'inizio di dicembre, e il freddo pungente mi fece rabbrividire nella mia leggera
uniforme scolastica. Cominciò anche nevicare, sebbene il meteo aveva
predetto parecchi centimetri verso la fine della settimana. Continuai a rabbrividire
saltellando per le strade della mia bella città, felice per l'anticipazione
di questi piccoli preziosi fiocchi di delicato ghiaccio candido. Il mio viso
si sollevò verso le nubi e sorrisi.
Qualcosa è nell'aria oggi. Cambiamento. Non potrei spiegarlo…
Persa nei miei pensieri, andai a sbattere accidentalmente contro qualcosa di
largo e caldo e prontamente mi inchinai a terra "Gomen! Gomen!" gridai
in tono di scusa alla persona davanti a me, terribilmente imbarazzata.
"Dobbiamo smetterla di incontrarci così, Odango Atama" disse
una voce familiare
Guardai su e gemetti.
"Mi stai ignorando Odango?"chiese il mio arcinemico
<È svelto…forse se gli urlo contro se ne va>
"No di certo, non ti sto ignorando," scattai, accettando apaticamente
la mano che mi offriva per aiutarmi ad alzarmi "E smettila di chiamarmi
in quel modo. Non sai qual è il mio vero nome?"
Lui sorrise-quell'irritante sorrisetto offensivo e che peggiorava la situazione.
Oooo, quell'uomo mi fa ribollire di rabbia…
"Ti chiamerò come mi pare, ragazzina" disse, insistendo sul
fatto che ero verticalmente svantaggiata. Maledetto!
Altamente insultata, mi alzai in punta di piedi, eludendo la differenza d'altezza
tra noi (non poi molto, penserete voi, ma abbastanza per farmi sentire meglio
con me stessa). Conficcai pericolosamente un dito dritto nel suo occhio sinistro
e gli urlai tutti gli insulti a cui potevo pensare " Tu sei senza alcun
dubbio il più presuntuoso, altezzoso, arrogante, irriguardoso, borioso,
egoista, verme!!!"
"Dillo un po' più forte, Odango. Non credo che ti abbiano sentito
a Londra"
"Oooooo!" Sbuffai, totalmente esasperata dal, ora ridente, Chiba Mamoru.
Voi non conoscete Mamoru, cari lettori, vero?
Prendiamoci un momento per ovviare alla vostra ignoranza. Il suo passatempo
preferito include organizzare la sua giornata e pensare a nuovi termini per
prendere in giro i miei capelli. Avevate capito il riferimento al commento Odango
Atama? Hey, smettetela di ridere! Non è divertente!
Devo ammettere, comunque, che Mamoru (sebbene totalmente privo di charme) è
estremamente attraente-capelli neri, occhi blu, corpo eccezionale (non che io
lo guardassi). Voi dovete capire quanto sia deprimente sapere che l'*unico*
uomo di bell'aspetto a Tokyo, che al momento perde tempo a parlare con me, lo
fa solo per mettere alla prova le sue nuove prese in giro. Ho già detto
quanto io odi l'ironia?
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"Rei, se tu continui a fare quella faccia terrificante, andrà a
finire male" dissi a disagio, distogliendo lo sguardo dalla rossa faccia
da incubo che mi si stava avvicinando minacciosamente.
"Sei in ritardo di due ore… due ore, Usagi!" ripetè Rei
infuriata "Dove sei stata? L'incontro delle senshi è terminato mezz'ora
fa."
"Sono stata in punizione" spiegai, stringendomi nelle spalle innocentemente.
"Perché non l'hai detto a una delle ragazze?" domandò,
il vapore che usciva dalle sue orecchie creando adorabili disegni di condensa
sulle finestre del Tempio della Collina dei Ciliegi. "Neanche Ami e Makoto
sapevano niente della tua punizione"
"Gomen, Rei" sospirai, seccata e stanca di scusarmi con chiunque incontrassi.
Il mio sguardo si abbassò e silenziosamente mi inchinai a terra.
"Tutto ciò che ti chiedo è di avvertire la prossima volta"
disse Rei, la sua voce più calma "Eravamo preoccupate per te"
Annuii, sentendomi a disagio non appena avvertii i suoi occhi su di me. "Sei
sicura che sia tutto ok, Usagi? Qualcosa ti preoccupa?"
< No, non sto bene--sono sola. Anche fra le gente, anche con i miei amici,
anche con la mia famiglia--la solitudine persiste. Ho bisogno di qualcosa di
più.>
"Sto bene, Rei" la mia voce era piccola, i miei pensieri da un'altra
parte.
Lei continuò a guardarmi con occhi preoccupati "Tu sai che io sono
qui, se mai avrai bisogno di parlare, giusto?"
"Lo so"
Prima che Rei potesse rispondere, la nostra conversazione venne interrotta dal
suono acuto di entrambi i nostri comunicatori senshi che squillarono simultaneamente.
Rei rispose per prima al suo "Qui Mars… che succede?"
"Credo che abbiamo un problema. C'è una crestura ripugnante alta
due metri con fin troppe braccia che sta vagando per gli Shinjuku Goen Gardens"
disse una voce familiare. Armeggiai con il mio comunicatore e lo aprii. Il mio
sguardo cadde sui limpidi occhi azzurri di Minako, la nostra nuova senshi
"Il mostro ha già attaccato?" domandai mentre toccavo la mia
spilla per la trasformazione anticipando la battaglia che di lì a poco
sarebbe seguita.
"Non ancora, ma -" fu interrotta da un urlo in lontananza "Sbrigatevi
ragazze! Cercherò di tenerlo a bada mentre voi arrivate!"
La comunicazione cadde e io e Rei ci scambiammo una muta occhiata d'apprensione
prima di correre dal Tempio della Collina dei Ciliegi fino agli Shinjuku Gyoen
National Gardens.
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"Ew ew ew ew ew!" strillai, tentando freneticamente di liberarmi
dalla melma giallo-verde che stava ora avvolgendo il mio guanto destro. Il mostro
stava impiegando molto tempo lanciando la melma nauseabonda con le sue sei braccia.
Quell'affare era enorme, e torreggiava facilmente sulla mia misera altezza.
La sua pelle era lucida ed estremamente unta, rendendolo capace di spostarsi
con incredibile rapidità. Non c'è bisogno di dire che avevo a
malapena il tempo per cercare di colpirlo col mio diadema. Inoltre la silhouette
di Zoycite in lontananza non era esattamente un aiuto per la mia concentrazione.
Lui guardava la battaglia in rabbioso silenzio.
"Proverò a distrarre il mostro!" esclamò una voce alla
mia destra. "Shabon Spray!"
La densa nebbia era un impedimento…non riscivo più a vedere quel
maledetto coso.
"Crescent Beam!"
L'attacco di Venus consisteva in un fascio di energia luminosa e bruciante.
Eppure, nonostante il fascio si muovesse alla velocità della luce, il
mostro riuscì ad evitarlo.
"È così veloce," mi stupii, guardando con soggezione
il viscido mostro che eludeva con facilità attacco dopo attacco.
"Questo lo rallenterà…Surprem Thunder!"
Un altro attacco partì fendendo l'aria in un immensa scia di luce.
L'elettricità crepitò nell'aria, dissolvendo la nebbia e facendomi
rabbrividire di paura. Io *odio* assolutamente quando Jupiter fa così.
Dovrebbe sapere ormai che i fulmini mi spaventano a morte.
Guardando attorno freneticamente attraverso la nebbia dissoltasi, riuscii a
scorgere il mostro dietro alcuni alberi alla mia sinistra. Sebbene quello avesse
provato ad evitare l'attacco di Jupiter, lei aveva saggiamente diretto il suo
colpo verso un'area deserta, convinta che il mostro sarebbe stato colpito. Il
fulmine attaversò il suo corpo, shockandolo violentemente e facendolo
cadere a terra. La sua pelle iniziò a fumare, e sembrava che la sostanza
oleosa che ricopriva il suo corpo stesse per andare a fuoco. Mars decise di
finire il lavoro
"Fire Soul!"
"No, Mars!" urlò Mercury, consultando rapidamente il suo computer
portatile. "È ricoperto di un materiale estremamente infiam-"
Troppo tardi, cara Mercury. Davvero troppo tardi. Il povero mostro prese fuoco
praticamente spontaneamente-mi sentivo quasi dispiaciuta per lui. Le fiamme
che lambivano il cielo avrebbero impressionato qualunque squadra di effetti
speciali di Hollywood. La sostanza infiammabile che ricopriva il mostro spiaccicato
a terra e gli alberi che facevano da sfondo alla massa informe, come me e le
altre senshi. Guardai con orrore come il ramo di un albero in fiamme cadde proprio
in una pozzanghera vicino ai miei piedi.
"Oh merd…"
Non ebbi il tempo di finire la mia colorita espressione, che la pozzanghera
bruciò tra le fiamme. Temevo che sarei stata la prossima. Fu proprio
in quel momento che iniziai a volare. Sì, avete capito bene-a volare.
Colpii duramente il suolo e qualcuno iniziò a battere il mio sailor-fuku
furiosamente. Costrinsi i miei occhi ad aprirsi
"Tuxedo Kamen…" presi fiato, le mie parole strozzate dal fumo
soffocante. Una volta che si fu convinto che il mio sailor-fuku non stava più
andando a fuoco, il suo sguardo incontrò il mio. Il suo respiro era affannato,
e i suoi occhi esprimevano una grande paura. Io sentii il suono delle sirene
dei pompieri in lontananza. "Minna…"iniziai, le mie parole uscivano
con difficoltà "Loro…loro stanno bene?"
Lui ignorò la mia domanda e mi mostrò dove mi trovavo. Strillai
e avvolsi le mie braccia consciamente attorno a lui mentre vedevo le fiamme
che ci circondavano. Lui saltò e passò con facilità attraverso
i cespugli e gli alberi in fiamme portandomi in salvo. Scivolai via dalle sue
braccia e corsi dalle mie amiche, che erano riuscite a mettersi in salvo. Le
abbracciai tutte strette, sollevata che stessero bene. Guardammo i pompieri
spegnere le fiamme.
"Ottimo lavoro, piromane" la sgridò Jupiter "Stavi quasi
per ucciderci!"
"Guarda, ragazza," controbattè Mars "che anche la tua
piccola scossa elettrica potrebbe averlo incendiato! Ci avevi pensato?"
Ignorai il battibecco delle ragazze e mi girai verso Tuxedo Kamen, per realizzare
che era scomparso. Non ero sorpresa che se ne fosse andato in silenzio. Faceva
sempre così. Sentii Mercury mettermi un braccio intorno alle spalle "Stai
bene Sailor Moon?"
"Starò bene" dissi in tono vacuo "Zoycite se n'è
andato?"
Mercury lanciò un'occhiata attorno nel cielo pieno di fumo. "Credo
che se ne sia andato quando il mostro è stato annientato--proprio come
Tuxedo Kamen."
"Non mi ha detto neanche una parola, Mercury," dissi, pressochè
in lacrime "Come può essere così freddo?" fissai malinconicamente
dove era scomparso per alcuni minuti, rifacendomi la domanda nel mio cuore.
"Sailor Moon" iniziò lentamente "Hai mai preso in considerazione
la possibilità che Tuxedo Kamen potrebbe non essere dalla nostra parte?"
Shockata mi voltai verso la mia amica "Ma…ma questo è assurdo!
Voglio dire, perché avrebbe dovuto salvarmi la vita se fosse un nostro
nemico?"
"Non lo so" rispose con calma "Ma dobbiamo essere prudenti. Non
possiamo fidarci di chiunque. Abbiamo troppi nemici."
Annuii sovrappensiero, mentre le sue parole sfievolivano. Non importava la logica
che avevano le sue argomentazioni, io ero completamente sconvolta a quella possibilità.
Tuxedo Kamen, un nemico?
Fu circa in quel momento che iniziò a piovere.
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Di tutte le notti per un attacco del NegaVerse. Era buio, tetro è il
nome giusto. A peggiorare le cose, stava piovendo a dirotto come un monsone
con nient'altro di meglio da fare.
Non c'è bisogno di dire che dopo che il mostro era bruciato (povero piccolo
mostro), ero ansiosa di tornare a casa e togliermi il mio fuku bagnato. Ho desiderato
più di una volta che il mio costume da Sailor Moon fosse un po' più
confortevole…tipo traspirante e con ciabatte a forma di coniglietto. Già,
potrei procurare qualche danno maggiore al NegaVerse con questo abbigliamento-questo
è certo. Ma tutti i miei desideri e le mie speranze sono vane; ogni volta
che pronuncio le parole per la trasformazione-*BAM*--indosso il mio fuku. Scommetterei
qualunque cosa che è stato un uomo a progettatare questo equipaggiamento…
Sciolsi la trasformazione velocemente come iniziai a correre, cercando di evitare
il più possibile le goccie di pioggia-forse non avrei dovuto prendere
quella seconda ciambella a colazione perché il mio tentativo di non bagnarmi
non stava andando troppo bene.
Mentre correvo, i miei pensieri tornarono all'uomo che solo venti minuti prima
mi aveva tratto in salvo. Tuxedo Kamen non poteva essere un mio nemico…
o sì? Sicuramente Mercury era paranoica. Non importa che sia un genio
o che i suoi ragionamenti siano fuori dagli schemi. Doveva essersi sbagliata…
Deglutii a fatica, ricacciando indietro le lacrime, mentre riconsideravo ancora
una volta l'ipotesi di Mercury. Perché Tuxedo Kamen non mi aveva mai
parlato? Perché non aveva mai reso manifeste le sue intenzioni? Avrebbe
mai preso un momento per me--Sailor Moon? Non avevo davvero importanza per lui?
Smisi di correre all'improvviso e rallentai fino a una tranquilla camminata.
Stavo prendendo tempo, diversamente da Tuxedo Kamen. La pioggia mi inzuppava,
ma io ero già fradicia, perciò perché preoccuparsi? Alzai
il mio viso verso il cielo e sorrisi mentre la pioggia cadeva su di me.
Lasciai vagare la mia immaginazione…
Cominciai a pensare al mio misterioso uomo mascherato, chiedendomi che cosa
lui avrebbe pensato della sua Sailor Moon che danzava sotto la pioggia. Lo immaginai
che rideva divertito, qualcosa che il vero Tuxedo Kamen non aveva mai fatto.
Forse allora, lui mi avrebbe offerto il suo mantello per tenermi al caldo e
asciugarmi dalla pioggia, e allora io avrei--
Scoppiai a piangere sonoramente. Dolore e sorpresa colpirono il mio corpo così
in fretta che facilmente sarei caduta al suolo. Forse caddi davvero, ma non
me ne accorsi. Sentii mani su di me… rozze mani. Strinsero in una ferrea
morsa i miei polsi, procurando dei lividi sulla pelle delicata. Ero stata spinta
contro un muro e lì trattenuta con forza. Costrinsi i miei occhi a mettere
a fuoco il mio aggressore e vidi un uomo vestito di stracci, la sua faccia che
umiliava, schernendola, la mia. Una mano si chiuse sulla mia bocca, impedendo
ai miei urli di essere uditi.
Era alto e il suo viso era sottile come uno scheletro. Una cicatrice frastagliata
marcava la sua guancia sinistra, mentre c'era uno scuro livido sotto il suo
occhio. Un lampo brillò in lontananza, un lampo nei suoi occhi smorti.
Era chiaro che l'uomo era altamente intossicato.
"Guarda un po', cosa ci fa una ragazza carina come te qua fuori? Potresti
farti male…" Il suo alito ripugnante sulla mia faccia, puzzava di
fumo e alcool "Hai dei soldi, dolcezza?" rantolò
Negai con la testa furiosamente, e l'uomo aggrottò le ciglia "Davvero,
angelo? Bene, suppongo che mi offrirai un po' di intrattenimento allora"
E quindi, con mio eterno disgusto, iniziò a palparmi. Una sporca mano
scivolò sulla mia camicetta, e le mie ginocchia quasi cedettero per la
paura. La sua mano libera era pressata contro la mia bocca, attenuando il grido
d'orrore che ne era uscito. Ero completamente e assolutamente terrificata.
< Questo non può accadere! È un incubo-deve esserlo!>
Ma l'incubo non terminava e presto pregai freneticamente.
Da qualche parte l'Onnipotente deve avere udito la mia preghiera, perché
mandò un miracolo. Tuttavia non credo proprio che l'Onnipotente avrebbe
approvato la scelta colorita delle sue parole…
"Togli quelle fottute mani da lei…"
Il mio aggressore spostò la sua attenzione da me per guardare nell'oscurità
del vicolo nel quale mi aveva trascinata. Colsi l'opportunità e morsi
la mano che era sulle mie labbra con tutta la forza che avevo. L'uomo imprecò,
tirandola via, e mi assestò un violento schiaffo in viso.
Atterrai il suolo non per mia volontà, sapendo che era la prima volta
che venivo colpita da un uomo. La mia testa era stordita e la mia guancia dolorante.
Avvertii le mie pulsazioni battere furiosamente nel mio labbro inferiore, che
ora stava sanguinando. Del tutto disorientata, iniziai a piangere.
Sentii i suoni di una battaglia vicino a me, ma ero veramente troppo scossa
e spaventata per guardare. Comunque qualcuno cadde al suolo…e vi rimase.
"Stai bene?" disse una voce. Una voce molto familiare.
Là, davanti a me, stava Tuxedo Kamen. Sbattei le palpebre alcune volte,
non convinta che fosse reale. Vicino ai suoi piedi c'era il mio aggressore,
privo di sensi.
"Stai bene?" ripetè inginocchiandosi accanto a me. Mi tirai
indietro come un animale braccato. Non so perchè lo feci. Tuttavia, non
conoscendo le sue intenzioni riguardo le senshi, anche se sapevo dalla mia esperienza
di Sailor Moon, che non mi avrebbe fatto del male, iniziai a temere che ciò
che pensavo non era corretto. Lui notò la mia reazione spaventata al
suo avvicinamento e tornò indietro. "È tutto a posto, non
voglio farti del male. Sai chi sono?" Annuii, il tremolio del mio corpo
provocò un barcollante cenno col capo. Non potevo ancora controllare
il mio corpo-tremava come se avesse volontà propria. Il fatto poi che
ero bagnata dalla pioggia che continuava a cadere non aiutava certo le cose.
Tuxedo Kamen mi si avvicinò cautamente, e questa volta non protestai.
Lentamente si portò davanti a me. desiderai più volte di poter
smettere di tremare.
Ero lì--sola con l'uomo dei miei sogni.
Strano, ma i miei sogni ad occhi aperti mi piacevano più di questo. Rivolsi
il mio sguardo al suolo, incapace di sostenere il suo intenso sguardo, e piansi.
Non potevo fermarmi, e il fatto che sentii asciugare le mie lacrime, le fece
sgorgare ancora più numerose.
Avvertii un peso sulle mie spalle e capii che lui aveva posato il suo mantello
su di me. Era caldo e confortevole, e mi riparava dalla pioggia. Mi rannicchiai
dentro, cercando una fuga dalla realtà. "G-grazie" tentai di
dire, ma i miei denti stavano battendo troppo, dubitavo che mi avesse capito.
La sua risposta mi garantì che comunque aveva capito "Di niente.
Mi dispiace di essere arrivato tardi" disse, premendo un fazzoletto sul
mio labbro sanguinante "Ti prego, perdonami"
"Non eri in ritardo" sussurrai
Lui scosse la testa ma non rispose. Parlò ancora solo dopo alcuni momenti
di silenzio. "Andiamo--voglio vederti arrivare a casa sana e salva"
Mi alzai barcollando e lanciai una stanca occhiata al mio aggressore. Guardando
la forma accartocciata al suolo, iniziai a sentirmi nuovamente impaurita. "Andiamo"
mi invitò Tuxedo Kamen ancora una volta. Praticamente piagnucolando,
mi spostai dalla forma senza sensi e seguii l'uomo alto, dicendogli con flebile
voce dove abitavo.
Come mi sentivo strana mentre camminavo accanto all'uomo che tanto spesso onorava
i miei sogni. Le mie corte gambe stavano a stento al tempo con quelle lunghe
di lui, specialmente con il suo pesante mantello drappeggiato attorno a me.
Lui sembrò notare il mio struggimento e rallentò un poco la sua
andatura.
Si voltò verso di me mentre camminavamo "Se non ti dispiace rispondermi,
che cosa ci facevi fuori così tardi da sola?"
Incespicai. Non sapevo cosa rispondere. Non potevo certo rivelargli che ero
Sailor Moon.
"Io…um…stavo cercando la mia gatta"
"La tua gatta?"
"Hai," affermai "Lei è corsa fuori, e io…um…la
stavo cercando"
"Capisco" rispose, senza particolare emozione nel suo tono "Bene,
Usagi, ho un favore da chiederti"
"Un favore?" ripetei, completamente intimorita
"Il favore è che non devi *mai più* uscire ancora di casa
così tardi di notte senza essere accompagnata"
Si girò verso di me, i suoi occhi blu come l'oceano bruciavano dentro
i miei…c'era qualcosa di nascosto nelle loro profondità…un
mistero. Mi sentii come se lui potesse vedere attraverso di me. "Sei d'accordo?"
"Va bene…" risposi in un soffio, ancora in soggezione dall'uomo
dinnanzi a me.
"Ma giusto per essere sicuro" disse "veglierò"
Sbattei le ciglia e se n'era andato.
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Non proprio pieno di sunspence, ma direi che è venuto bene, che ne dite?
^_~ Angela mi ha mandato un disegno per andare avanti con questo capitolo. Grazie
tesoro! Lo adoro!
*saluti* Lo potete vedere qui:
http://www.geocities.com/moonlit_eclipse/pictures/tcd.jpg
Sì, come molti di voi probabilmente sospetteranno, ricordo con amarezza la mia insegnante di geometria del Liceo. ^^;; Quella materia era il male! Il *MALE*, ho detto! Mrs. Tutty è stata designata dopo la mia vecchia insegnante. Quindi Mrs. Luke, dovunque lei sia…questo è per lei: *tira fuori la lingua* Nah nah nah nah!
Oh, e per i pochi di voi che me l'hanno chiesto l'altra volta, gli Shinjuku Gyoen National Gardens sono un luogo reale in Giappone. Ho realmente fatto alcune ricerche per questa storia! Siete fieri di me? Bene, e anche se non lo siete, fingete, ok?^^;;
http://www.geocities.com/moonlit_eclipse/
~Aimee-chan