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Autore: Martina3    29/11/2012    5 recensioni
Jade è una ragazza diciassettenne che, in seguito a una cattiva esperienza, non crede più nell'amore. Sarà, però, un ragazzo con riccioli scuri e occhi turchesi a cambiarle la vita...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jade Pov

«Potresti evitare di lasciare i tuoi boxer sul mio cuscino, cortesemente?», strillai a mio fratello Niall. Mi chiamo Jade Horan. Al tempo avevo diciassette anni, il che mi rendeva alquanto nervosa, data la mia estrema nonché ossessiva superstizione. Avevo lunghi capelli castani, occhi turchesi e naso alla francese. Non ero il tipo da serate in discoteca, rossetto rosso e tacchi dodici, ma preferivo magari passare la sera a casa in camera mia. Avevo una migliore amica, Ellen. Lei era il genere “topolini e passerotti, carrozza, principe azzurro e cavallo bianco” (?); pensava perennemente al suo fiabesco futuro, all'amore e a tutte quelle fantasie in cui io non credevo. Non ero fredda e insensibile, solo non credevo che si potesse essere davvero felici, e di certo un uomo non poteva cambiare le cose. Non ero sempre stata così, ma non credevo più nell'amore da quando Tom, il mio ex ragazzo mi aveva piantata per la bionda tinta del sabato sera.

Io e il mio biondo avevamo preso da poco un grazioso appartamento a pochi chilometri da Londra, dato che avevamo deciso di frequentare la stessa università. Lui era più grande di un solo anno, ma un bel giorno era caduto dalle scale, si era rotto una gamba e le presenze a scuola non erano state sufficienti per promuoverlo.

«Non li ho messi io lì!», mi disse Niall.

«Ah giusto, perdonami per averti accusato. Prima li ho visti che si arrampicavano sul letto.»

«Credi sia il caso di mettergli un guinzaglio?»

«Direi che sarebbe più che utile. Sì.»

Nonostante fossi più piccola di lui, spesso e volentieri il compito di stargli dietro spettava a me. Ma non mi dispiaceva affatto. Niall non era mai stato sgarbato con me ed era assolutamente l'uomo della mia vita, l'unico uomo che amavo. Già, nostro padre se ne era andato quando noi eravamo molto piccoli e nostra madre... bhe, nostra madre aveva perso la vita pochi anni dopo in un incidente d'auto. Dall'Irlanda ci eravamo trasferiti nell'Inghilterra settentrionale dagli zii, che ci avevano cresciuti come loro figli.

«Io esco stasera. Vado nel locale qui sotto con Liam, Louis e Zayn. Non credi che uscire un po' ti farebbe bene?», Niall aveva due amici con cui passava due o tre sere alla settimana. Liam era un ragazzo serio e molto gentile, Zayn era un po' più vanitoso ma era anche lui una brava persona. Entrambi erano piuttosto timidi e, da quanto ne sapevo, non avevano una ragazza.

«No, non stasera. Domani ho compito di diritto.»

«Come vuoi... Ciao!», mi salutò con la mano e scese dalle scale.

Niall non era solo un fratello, era il mio migliore amico, e quando andava via, magari, per un paio di giorni mi mancava.

 

Erano le otto di sera e lo stomaco mi brontolava. Andai in cucina e aprii il frigo. Presi un paio d'uova e misi a scaldare la padella. Proprio in quel momento il telefono fisso squillò: «Pronto?»

«Jade, ho uno scoop.», Ellen aveva letteralmente il chiodo fisso per farsi gli affari degli altri. Ogni ragione era buona per ficcare il naso in qualche situazione. La cosa mi divertiva. Lei, e di conseguenza io, sapeva ogni cosa di ogni abitante di ogni quartiere di Londra.

«Spara.»

«Hai presente il cugino della vicina di casa della barista di quel locale dove va sempre il figlio dell'edicolante vicino a casa della suocera del fratello della madre di Margaret?»

«Certo, come no.»

«Eddai, Jade... Vabè, comunque. Sai cos'ha fatto?»

«Cosa?», mi finsi interessata, sebbene non me ne importasse niente del cugino della vicina... eccetera eccetera...

«E' uscito con la ragazza del fiorista di fiducia della zia della compagna di classe di mia sorella!»

«Ma è incredibile! Che notizia...! Quasi non dormo stanotte.»

«Ma il bello è che li ha visti anche il fidanzato della...», continuai ad ascoltarla e nel mentre ruppi le uova sulla padella. Non ero una di quelle ragazze maschiaccio senza sentimenti e del tutto disinteressate alla vita sociale, mi piaceva stare tranquilla e sola, tutto qui.

«Capisco.»

«Non è grandioso? Vorrei tanto scriverlo sulla mia pagina web...»

«Ellen, sai che non sarebbe corretto... violeresti la privacy delle persone.»

«Sì, lo so...», sospirò, «Che ne dici se stasera andiamo a fare un giretto dopo cena?»

«Io non...», non feci a tempo a finire: «Alle nove sotto casa tua. A dopo, un bacio!». Sebbene avessi cercato di ribattere mi trovai a conversare con il bu-bup del telefono. Perciò la mia tranquilla serata era andata a farsi benedire. Non sapevo né cosa mettermi, né dove saremmo andate. Non che mi importasse molto, ma uscire con pigiama con le pecorelle e le ciabatte a forma di coniglio non mi pareva il caso.

 

Iniziai a prepararmi alle nove e cinque, dato che sapevo che Ellen come sempre sarebbe arrivata come minimo mezz'ora dopo. Aprii l'armadio e rimasi a fissare i vestiti con un sorrisetto da ebete. Iniziai a realizzare l'idea che forse sarei potuta andare fuori in pigiama e ciabatte.

 

Il campanello suonò e purtroppo era arrivato il momento da cui io non potevo sfuggire. Alla fine avevo indossato un paio di jeans e una felpa, senza tanti scrupoli. Scesi le scale e dissi al citofono: «Arrivo.»

Presi la borsa, spensi le luci e mi chiusi la porta alle spalle.

«Ehi!», mi abbracciò, «Ammettilo, morivi dalla voglia di uscire...», disse entusiasta.

«Diciamo che ne avrei fatto volentieri a meno...?»

«Dove andiamo?»

«B-»

Come al solito, ogni opinione degli altri a Ellen era assolutamente superflua: «Perfetto. Andiamo nel bar qui di fronte, non ho voglia di camminare.»

«Ehi, un attimo. Lì c'è mio fratello con i suoi amici veramente...»

«E allora?»

«E allora non mi va.»

«Non m'interessa. Manda al rogo tutti quei libri e quelle penne e divertiti, ragazza mia.», mi prese per mano e mi trascinò nel locale.

«Chi si vede!», Liam si alzò e mi diede un grande abbraccio.

«Ciao, Liam! Tutto a posto?», sorrisi.

«Tutto a posto. Tu come stai?»

«Non c'è male, grazie.»

Lasciammo spazio ai saluti e i ragazzi ci invitarono a sederci con loro, come previsto.

Fu davvero una bella serata e accadde proprio quello che non avrei voluto che accadesse: quando andavo in palla per qualche bicchierino di più cambiavo completamente personalità.

«Eeeeh! Sexy lady! Op op op, oppa Gangnam style.», cantavo con la bottiglia di birra in mano.

«Quando ti sbronzi sei spettacolare.», disse divertito Louis, ma Niall, nonostante anche lui ci provasse gusto, si sentiva in dovere di fare il fratello maggiore: «Jade, non è divertente. Metti subito giù quella bottiglia.»

«Signorssìssignore.»

 

Tornammo a casa alle due, stanchi morti: «Louis ha ragione, devo ammetterlo.», disse Niall

«Domani mattina tornerò in me, non prenderci la mano.», sorrisi mettendomi il pigiama.

«E' meglio così...», ammise divertito.

Sbadigliai: «'Notte.», lo salutai scuotendo la mano.

«Buonanotte, Jade.»

 

 

Mi svegliai. Era sabato, grazie a Dio. Guardai fuori dall'enorme vetrata di camera mia. L'appartamento difronte alla nostra palazzina distava non più di sei o sette metri. Da qualche mese era in vendita e a quanto pareva dagli scatoloni e dalle tende tirate qualcuno presto sarebbe venuto ad abitarci. Guardai meglio e vidi un ragazzo all'incirca della mia età. Aveva capelli scuri e riccioli, ma non coglievo il colore dei suoi occhi. Era impegnato a trafficare con mobili e scatole e a parlare con una ragazza. Doveva essere la sua ragazza. Andai in bagno, senza farci troppo caso.

 

 

 

Ecco qui il primo capitolo della nuova storia! Non è molto lungo, ma credo sia meglio così. :)

Ora è solo un assaggio, ma presto diventerà tutto più meglio (?). :)

 

Recensite, mi raccomando, mi farebbe molto piacere! :)

 

PS: Oppa Gangnam Style! (?) :D

 

Un bacio grande tanto quanto sono belli gli occhi di Harry, Marti :)

  
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