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Autore: bianfre    17/06/2007    7 recensioni
ne succedono di cose in un anno...e la stessa cosa fu x quella sera..(royxed)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8
 
 
 
Panico.
 
Era nel panico.
Il colonnello era riuscito a prenderlo e ora lo stava portando nel suo ufficio.
Doveva scappare, maledizione!
Non voleva stare da solo con lui, non adesso almeno.
Che stupido.
Da un anno aveva sempre sognato di poter stare ancora col suo taisa, ma la cosa stava prendendo una brutta piega.
Lui lo amava, si sarebbe concesso comunque a lui ma quello che non voleva era che Roy scoprisse che ne era innamorato.
Lo avrebbe preso in giro e magari non avrebbe più voluto vederlo…e lui non voleva questo.
“buon giorno tenente Hawkeye.”salutò il moro vedendo la sua vecchia collega di lavoro.
“buon giorno a lei Comandante Suprem…”
“TENENTE HAWKEYE!!!LA PREGO MI AIUTI A LIBERARMI!!!”la supplicò l’alchimista d’acciaio, dimenandosi più di prima.
“Edward-kun ma cosa…”
“non si preoccupi tenente, è tutto sotto controllo…”la tranquillizzò Mustang con un sorriso, proseguendo per la sua strada.
“NON E’ VERO TENENTE!LA SCONGIURO MI SALVI!!!SONO TROPPO GIOVANE PER TUTTO QUESTO!!!!TENEN—“
SBAM!
Con un tonfo l’ex colonnello chiuse la porta dietro di sé.
Ecco fatto, era finita.
In un qualche modo, il flame alchemist riuscì a sistemare il fullmetal sulla poltrona per poi sedersi nell’altra di fronte a lui.
“GLIELO DICO CHIARO E TONDO: SE LEI MI FARA’ QUALCOSA LA DENUNCERO’ ALLA POLIZIA!”
“dimentichi fullmetal che ‘la polizia ’adesso sono io…”disse con tanto di sorriso il militare.
“e non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di farti qualche violenza intesi?”disse con tono freddo e pacato.
Mentiva
Dio, se mentiva.
Vederlo li, sulla poltrona, nel suo studio, legato con le manette e il viso rosso per la rabbia…quale persona sana di mente avrebbe mai resistito!?
Ma doveva contenersi.
In fondo aveva ancora…un attimo…Edward è maggiorenne!
“ah no!?e l’altra sera allora!?ha approffitato del fatto che fossi ubriaco e mi ha portato a casa sua sul suo let—“
“FULLMETAL!!quante volte devo dirti che io non ti ho fatto nulla!?”gli urlò contro il moro.
“NON HA FATTO NULLA!?!?e i miei vestiti!?cos’è si sono tolti da soli!?ma mi faccia il piacere!”
“è colpa mia se te li sei tolti da solo!?”
“io non mi sono tolto niente!”
“e io non ho fatto niente!”
“mi ha portato al bar!ecco cosa ha fatto!”
“e chi è stato a volermi baciare per primo!?”
“que-quello è successo perché ero ubriaco e non sapevo che cosa stavo facendo!”
“o si, certo adesso non venire fuori con delle scuse!”
“non sono scuse!e lei allora, che mi ha perfino chiesto di sposarla!”
“ero ubriaco e poi sei stato tu ad acconsentire!”
“anch’io ero ubriaco!”

Ci fu un silenzio imbarazzante per alcuni minuti finche Mustang non parlò.
“senti, la colpa non è di nessuno dei due visto che entrambi non ci capivamo…se ti ha dato tanto fastidio,tranquillo, possiamo anche non uscire mai più”
Perché?
Perché lo aveva detto?
Non era vero che non voleva più uscire con lui…
“per me non c’è problema!meno la vedo e meglio sto!”
bugia bugia bugia bugia…non facevano che mentire a sé stessi, sviando il vero motivo che li aveva portati uno di fronte all’altro.
“e ora se non le dispiace vorrei che mi togliesse queste manette…”il tono della sua voce si era a dir poco calmato, diventando atono e indifferente.
Avrebbe voluto piangere in quel momento.
Avrebbe preferito che il colonnello lo avesse portato a letto.
Avrebbe preferito non spiegare nulla.
Avrebbe, avrebbe…ma alla fine nulla di ciò non era stato possibile.
Lentamente il moro si alzò dal morbido cuscino nero che prima occupava, sedendosi affianco al ragazzo.
“girati”disse solamente mentre l’altro ubbidiva.
E lentamente gli sfilava le manette di dosso, finendo col tenere le mani stesse del biondo.
“che bambino…”sussurrò.
Non seppe il perché lo disse, non aveva intenzione di peggiorare la situazione eppure quella parola gli era uscita dalle labbra, silenziosa.
“CHI SAREBBE IL..ahi!-le manette si strinsero involontariamente-..taisa non le conviene scherzare con me!”
questa frase…l’aveva gia sentita…
“io non sto scherzando…sono serissimo…”
Sussurrò il flame alchemist all’orecchio destro del più giovane, facendogli andare le guance in fiamme.
Stavano ripetendo con le stesse battute, il dialogo dell’altra sera.
E intanto il colonnello stava riagganciando le manette sui polsi del fullmetal alchemist, sfilandogli cautamente i guanti dalle mani.
“ma che…brutto bastardo! anch’io sono serissimo!“
“lo so…e infatti…?”
Ecco, era fatta!
Si ricordava benissimo il seguito e sapeva anche che il colonnello questa volta non lo avrebbe fermato.
Doveva farlo, altrimenti non se lo sarebbe mai perdonato.
Ma si vergognava, maledizione!
“…”
Esitò ancora un po’ finché l’altro con la mano libera non andò a scioglierli i capelli e lo voltò verso di lui.
“…e infatti te lo dimostro…”
e questa volta riuscì finalmente a raggiungere le labbra del suo taisa.
Era totalmente diverso dal contato avuto l’altra sera.
Ora c’era più amore.
Ma la passione non tardò ad arrivare.
Lentamente le loro lingue cominciarono a cercarsi l’una bramosa dell’altra e lo steso principio valeva per tutto il corpo.
Roy si stese completamente sopra il biondo, ancora immobilizzato dalle manette.
Vederlo così indifeso sotto di lui…
-cristo…-
Ricominciò a baciarlo con più foga, lasciando quest’ultimo senza respiro.
Staccatosi per lasciarlo respirare, comincio a torturargli il collo, baciandolo e leccandolo in ogni dove, drogandosi dei gemiti dell’altro.
Con le mani libere, gli sfilò la maglia nera per poi riservare lo stesso trattamento al suo petto.
Edward era immobile sotto le mani esperte del suo superiore.
Non che non gli piacesse, ma avrebbe voluto fare anche lui la sua parte.
Si sentiva in trappola.
E non era una bella sensazione.
Continuarono a baciarsi finché il maggiore non decise di fare un passo avanti.
Lentamente levò i pantaloni al più giovane, mettendolo a pancia in giù.
“taisa aspetti..le preg..ah!la prego mi liberi dalle manette…prima..”
Niente, sembrava non ascoltarlo.
Si abbassò anchegli i pantaloni per poi entrare in lui, all’inizio piano in modo da abituarlo e poi…
Le urla di piacere di entrambi riempirono la stanza, finché avuto entrambi l’orgasmo, non si staccarono e lentamente si addormentarono.
Dopo una decina di minuti, Edward si svegliò, ancora sotto il corpo del suo superiore.
Erano quasi le otto, doveva tornare a casa.
“Roy, ehi..io dovrei andare…ehi Roy!”
Nulla, dormiva.
Ma una cosa la udì benissimo, facendolo svegliare all’improvviso.
 
TOC TOC
 
“Comandante Supremo! Ce una visita per lei.”
Era il tenente Hawkeye.
“merda…”disse irritato Mustang alzandosi di scatto.
“aspetti taisa!...le manette…”lo richiamò il giovane,mostrandogli le mani legate dietro la schiena.
“ah gia..scusa..”e toltegliele, l’alchimista d’acciaio si rimise a posto la maglia nera e i pantaloni, mentre con il colletto della felpa cercava di nascondere i succhiotti del colonnello.
“avanti..”disse Roy,rimettendosi a posto, sedendosi sulla poltrona.
Era incredibile.
Dopo quello che era appena successo Mustang sembrava essersi ripreso subito, come se nulla fosse successo.
E questo non gli lasciò dubbi.
Lui non lo amava.
“scusi Comandante ma è arrivato un agente di polizia del quartiere Yoshimizu che chiede di lei.”
“lo faccia entrare…quanto a te fullmetal ora puoi and…?”
Si voltò verso la poltrona dove prima era seduto c’era Edward.
Vuota.
“Ed-kun è appena uscito. Ha lasciato detto che sarebbe tornato a casa…”lo avvisò la donna bionda.
“ah, ok…”la ringraziò l’uomo.
 
…Non avremmo dovuto…
 
 
 
Piangeva.
Per la prima volta nella sua vita aveva trovato il coraggio di piangere.
Lo sapeva perfettamente che il suo non era che un amore impossibile eppure non ci voleva credere.
Ma alla fine era questa la verità.
Non era che un giocattolo.
Aprì di stizza la porta di casa, entrandovi dentro per poi scoppiare a piangere.
“sei tornato ne…..nee-san!?ma che succede!?”
Alphonse vide il fratello appoggiato alla porta con gli occhi coperti con la mani destra.
Lacrime.
Andò immediatamente da lui e lo abbraciò forte.
Non gli chiese il motivo del suo stato d’animo.
Lo strinse a sé in silenzio, mentre la stanza si riempiva dei singhiozzi dell’altro.
-non fare così nee-san…ci sono io con te…-
 
 
 
 
ed eccolo qua!alleluia!mamma che fatica!pensate gente che mentre scrivevo la scena tra Roy e Ed c’era mio fratello che continuava a girare per la stanza e avevo una paura che leggesse quello che stavo scrivendo!!!grazie per i commenti e ci vediamo nel prossimo capitolo!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

   
 
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