Videogiochi > Mass Effect
Segui la storia  |       
Autore: Johnee    30/11/2012    5 recensioni
L'ultimo anno è stato ricco di avvenimenti per il Comandante Shepard. Non è stato semplice abbandonare l'idea di continuare la relazione con Liara ed è stato altrettanto difficile permettere a Garrus di prendere il suo posto.
Ora, i Razziatori sono giunti e la Galassia è impreparata a una minaccia di questo genere. Con la scoperta che esiste un'arma capace di distruggerli e che Shepard è l'unica in grado di recuperare le risorse necessarie per permettere alle varie razze di cooperare, come potrà la nostra eroina pensare di poter affrontare la sua situazione personale in maniera serena?
[IN REVISIONE]
Genere: Malinconico, Science-fiction, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Garrus Vakarian, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Lenore'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

8.2.

 

 

L'immagine olografica di Hackett vibrò intensamente, avvolgendo la stanza nella consueta luce azzurrina.
Shepard gli aveva già spedito un rapporto a proposito della missione nella stazione detentiva Mercurius, ma Hackett aveva insistito per poterle parlare di persona, qualche ora dopo; di conseguenza, il Comandante era uscito di corsa dalla sua cabina, ancora arruffato, e si era precipitato nella sala delle comunicazioni.
-Shepard, ho letto il tuo rapporto.- Hackett la guardò dritta negli occhi -Volevo complimentarmi con te-
-Temo di non capire- il Comandante corrugò la fronte -La missione è stata un fallimento-
-Sarebbe andata peggio se non avessi preso l'iniziativa.- rispose l'Ammiraglio, intrecciando le braccia dietro la schiena -Anche se il Tenente Hawthorne continua a sostenere che hai agito in maniera discutibile...-
-Tutto ciò che è successo è nel rapporto, Ammiraglio- Shepard si appoggiò sulla ringhiera divisoria, chinando lo sguardo, poi trasse un sospiro nervoso e riprese a parlare -Quando sono arrivata la situazione era catastrofica, notizie della Kuwait?-
-Siamo riusciti a recuperarla e a spostare gli ultimi prigionieri in una struttura dell'Alleanza.- replicò brevemente l'Ammiraglio con voce calma, poi avanzò di un passo -Comandante, hai fatto l'impossibile anche questa volta, non lasciarti turbare dai fantasmi del passato. C'ero anch'io su Torfan, ricordalo.-
Shepard sospirò sommessamente, passandosi una mano sul viso -Sì, signore...-
-Shepard, rimani concentrata!- Hackett attirò la sua attenzione con un cenno del braccio -Abbiamo vinto su Tuchanka ma siamo ancora all'inizio, fatti coraggio.- le rivolse un sorriso tirato, adatto a quella situazione d'incertezza -Hackett, chiudo.-
Shepard osservò la proiezione sparire, poi annuì lievemente, pronunciando un leggero -Grazie...-
Controllò l'orologio digitale sulla parete: a Vancouver erano le sette del mattino e, secondo la tabella di marcia, la giornata del Comandante Shepard avrebbe dovuto iniziare almeno due ore prima. Passandosi una mano tra i capelli, Lenore si diede come priorità quella di recuperare un caffè dalla mensa, poi avrebbe pensato al resto... era ancora turbata da quella chiacchierata con l'Ammiraglio e voleva schiarirsi le idee prima di buttarsi di nuovo al lavoro.

 

Meno di mezzora dopo, la sua tazza preferita tra le mani, Shepard stava già consultando la Mappa Galattica, discutendo assieme a Joker il percorso più breve per la Cittadella, loro prossima meta.
Uno dei navigatori le porse un datapad, recante un messaggio importante: Cole, ancora a bordo, desiderava parlarle.
Shepard appoggiò la tazza di caffè sul piano di lavoro di Samantha Traynor e le rivolse un'occhiata supplichevole -Dimmi che qualche altra Accademia è in pericolo e io devo accorrere in aiuto di qualche povero studente indifeso...-
-Mi dispiace, Comandante- la specialista le rivolse un sorriso triste mentre Shepard si trascinava a fatica verso l'ascensore.

 

Cole era in mensa, seduto a uno dei tavoli assieme a due soldati.
Shepard intuì stessero parlando di lei perché non appena fu a pochi passi da loro, smisero di parlare e assunsero un'espressione accigliata. Cole le fece cenno di sedersi mentre i soldati si mettevano sull'attenti gridando “ufficiale sul ponte”.
-Tu non saluti, Tenente?- domandò Shepard, facendo cenno ai soldati di levare le tende.
-Non sono più un tuo sottoposto, Lee- replicò Cole, distogliendo lo sguardo -E poi, quelle cicatrici fluorescenti mi fanno venire i brividi...-
-Soprassiederò per questa volta, ma non ti ci abituare, Cole...- Shepard si sedette al suo fianco, abbandonandosi a sedere -Allora... di cosa volevi parlarmi?-
-Niente d'importante, Lee...- ammise il tenente, incrociando le braccia sul tavolo -Volevo sapere come te la passavi... abbiamo intrapreso vie diverse, nonostante il nostro passato comune... una volta eravamo amici, se non sbaglio.-
-A quanto pare, le scelte pesano sull'amicizia, per te...- lo provocò lei, l'espressione severa.
Si guardarono a lungo, una lotta a chi resisteva maggiormente senza aggredire l'altro, poi Shepard trasse un lungo respiro -Non li ho uccisi io...-
-La decisione di uccidere a sangue freddo anche chi si arrendeva però l'hai data-
-Torturare, violentare e rivendere delle ragazzine rapite dalle nostre colonie meritava una giusta punizione, Cole- disse lei con voce ferma -Ho fatto quello che dovevo. Loro non ci hanno mostrato pietà, non ci hanno mostrato rispetto... e io li ho ripagati per tutte le loro stronzate-
-Ti sei messa al loro livello, così, e la situazione non si è ancora risolta. I Batarian continueranno a... oh, no, aspetta: corre voce che tu abbia distrutto un Portale Galattico e isolato un loro sistema! Ora sì che hai debellato la minaccia!- eruppe Cole, battendo una mano sul tavolo -Ti rendi conto che il tuo ragionamento ti si ritorce contro ma continui a fare sempre le stesse scelte? È preoccupante questa tua cocciutaggine!-
-Non ti devo delle spiegazioni, ho agito per il meglio- replicò Shepard, irrigidendosi.
-Certo!- il Tenente allargò le braccia -Difatti hai la nave migliore dell'Alleanza, i tecnici più esperti e un equipaggio che si fida di te, ma a che prezzo?-
-Tenente, non permetterti di riprendermi davanti ai miei uomini-
Cole si alzò di scatto, facendo cadere indietro la sedia -Sto dicendo la verità! Non eri tu quella che ascoltava i pareri dei suoi sottoposti? Eccolo il mio parere: li farai uccidere tutti!-
-Tenente, questo è l'ultimo avviso. Poi dovrò prendere provvedimenti- Shepard si sollevò lentamente in piedi, fronteggiandolo.
-Mi ucciderai tu stessa? Od ordinerai a qualcuno di farlo al posto tuo?- il Tenente si portò a pochi centimetri da lei, gli occhi sgranati -Devi fermarti, Lee...-
-Non metterti sulla mia strada, Cole, non lo fare...- Shepard ricambiò, lanciandogli uno sguardo feroce -Ritieniti fortunato che sono di buon umore e togliti dai piedi. Ora.-
-Li hai uccisi tutti, Lee... tutti quei nomi su quel muro- indicò l'ascensore con un gesto d'enfasi -Li hai uccisi tu-
-Ora basta, sei in arresto- Shepard, con una mossa fulminea, afferrò il braccio di Cole e glielo torse, sbattendogli la testa sul tavolo con violenza -Fin quando sarai nella mia nave, rimarrai sotto scorta-
-Non puoi farlo, Shepard!- berciò il Tenente, cercando di liberarsi, ma la stretta del Comandante restava ferrea -È ingiusto!-
-Non siamo in democrazia, Tenente Hawthorne, qui comando io- e gli mise entrambe le mani dietro la schiena, permettendo a uno dei soldati accorsi di arrestarlo.
-Spero che tu abbia delle altre pareti, Butcher, perché quel muro è troppo piccolo per contenerli tutti!- gridò Cole, sporgendosi verso di lei.
Purtroppo per Lenore, in quell'ora, la sala mensa era abbastanza caotica... molti soldati si erano girati a guardare la scena, allibiti.
Liara, uscita dalla propria cabina di corsa per via delle urla, era rimasta a bocca aperta. Lanciò uno sguardo preoccupato a Lenore che rimaneva rigida come una lastra di marmo, poi si decise a raggiungerla e a metterle una mano sulla spalla -Shepard, stai bene? Perché ti ha urlato contro?-
-Pensavo lo sapessi, Ombra- mormorò Shepard, osservando mentre Cole veniva portato via.
-Non scherzare, sono preoccupata per te...- Liara corrugò la fronte -A cosa si riferiva?-
-Non ci arrivi, Liara?- Shepard le rivolse un'occhiata raggelante -Vi ammazzerò uno per uno e vi appenderò come trofei di cui vantarmi quando i Razziatori verranno distrutti, verrò onorata per le mie gesta con stupide...- con un gesto rabbioso, si strappò dal cuore il medagliere e lo osservò a denti stretti. Poi sollevò lo sguardo, deglutendo.
-Avresti dovuto lasciare il mio corpo ai Collettori, Liara...- mormorò, stringendo forte la sua fonte di vanto, di sacrifici e di dolore.
-Non dire idiozie, Len, sei turbata- le posò una mano sul braccio -Andiamo nella mia cabina, ti prego-
-Non voglio essere consolata, Liara, non perché faccio bene il mio dovere- Lenore si portò il medagliere alle labbra, un rigagnolo di sangue che le scendeva lungo il polso -Sono come Saren.-
Liara sgranò gli occhi, attonita. Afferrò Shepard per le spalle e la scosse -Len, se lo ripeterai un'altra volta, sarò costretta a picchiarti a sangue...-
-Vedi?- Lenore la indicò, ridendo -Ti ho indottrinata, cazzo!-
-Per la Dea, Shepard, non scherzare- e la trascinò fino in infermeria, sigillandosi la porta alle spalle.
La Chakwas sollevò lo sguardo dalla sua rivista scientifica e lanciò loro uno sguardo di sottecchi, gli occhiali a metà naso -Posso esservi utile?-
-Si crede Saren!- sbottò Liara, agitando un braccio -Dalle un sedativo e falla dormire per almeno qualche ora-
La dottoressa inclinò la testa, perplessa -È l'influenza di Garrus... Shepard si crede un Turian e l'unico Turian che abbia mai conosciuto a fondo è stato Saren! Ma diamine, Shepard, ci sono gli interventi di chirurgia estetica anche per quello... i soldi ce li hai e io posso darti un paio di numeri di telefono. Basta chiedere...- tutto ciò, lo disse naturalmente, come se fosse la norma vomitare una sequela di parole per creare un discorso.
Liara era a bocca aperta. L'unica cosa che aveva in mente in quel momento era: “perchè?”.
Shepard scosse la testa -Ecco, ho indottrinato pure lei- e se ne uscì, camminando velocemente verso la sua cabina.
L'unica cosa che realmente voleva in quel momento era che quella Guerra avesse fine, che tutto avesse fine al più presto... così da non avere più responsabilità verso il Consiglio, verso l'Alleanza e non avrebbe più dovuto lottare.
Ancora una volta in quel mese infernale, si sarebbe chiusa in sé stessa, avrebbe ascoltato i rapporti del suo equipaggio dall'interfono, poi avrebbe finalmente aperto quella bottiglia di Laphroaig che l'attendeva da settimane...
Con un sospiro di sollievo, spalancò la porta della sua cabina e si diresse verso il letto, ancora sfatto dalla nottata precedente. Senza pensarci, ci si buttò pesantemente a volo d'angelo, affondando il viso sul materasso.
Stette così per qualche secondo, poi si mise a sedere, perplessa. Era un rumore di acqua che scorreva quello che sentiva?
Oh...
Qualche ora prima quel buzzurro si sentiva in colpa per aver lasciato a metà le sue fottute calibrature e ora si permetteva di indugiare nella doccia del Comandante?!
Shepard ebbe un momento di smarrimento. Se la stava prendendo con Garrus?
Si lasciò cadere di nuovo sul letto, stravolta, mentre il terminale lampeggiava ininterrottamente. Si pentì di non aver designato un ufficiale esecutivo a bordo... quella sì che era merce rara, ultimamente.
Il potere assoluto dentro una nave militare era ciò che tutti sognavano, ma Lenore ne avrebbe volentieri fatto a meno in quel momento.
Si ritrovò a stringere il medagliere al petto, pentita per averlo bistrattato. Ebbe un flash di quando, dopo la morte di Mordin, si era ritrovata a gettare i suoi modellini contro il vetro dell'acquario... in seguito, i pesci erano stati tratti in salvo da Liara e spostati nell'Osservatorio, come abbellimento. Ora, al posto dell'acquario c'era un enorme buco color fuliggine.
Sperò di passare inosservata, mentre Garrus usciva dal bagno, a doccia finita. Chiuse gli occhi e cercò di rilassare i muscoli, affondando la testa sul cuscino, fingendo di dormire.
Sentì un rumore leggero di passi, poi una risata sommessa -Non mi freghi-
Lenore sbuffò, voltando la testa verso di lui -Fanculo, Vakarian...-
-Buongiorno!- esclamò lui, allargando le braccia -Sono quasi le dieci e io sono in ritardo...- si chinò per raccogliere i suoi vestiti gettati alla rinfusa ai piedi del letto -Se il Comandante lo venisse a sapere mi toccherebbero i lavori forzati-
Shepard si portò a sedere, aspettò che si fosse infilato i pantaloni, poi gli rivolse un mezzo sorriso -Possiamo pranzare insieme, per una volta, che dici?-
Il Turian sollevò leggermente la testa verso di lei, guardandola con aria curiosa -Come?-
-É una brutta giornata, volevo stare un po' con... aaah, lascia perdere!- Lenore lo liquidò con un gesto del braccio, scendendo poi dal letto.
Garrus batté le palpebre -Di solito non mangio finché non ho finito i calcoli ma... uhm... sì, possiamo pranzare insieme-
Shepard lo sorpassò, dirigendosi alla sua postazione, poi si sedette, accendendo il terminale dei messaggi -Fa come se non ti avessi detto nulla, sono sommersa dal lavoro, ti darei buca...-
Il Generale buttò un occhio attraverso il vetro divisorio e scorse una nuova cicatrice sul viso di Lenore, tra la Destiny Ascension e un Caccia Geth. Si chiese cosa le fosse successo... di solito non gli chiedeva aiuto così palesemente.
Finì velocemente di vestirsi, poi la raggiunse, accucciandosi al suo fianco -Lavori da qui, oggi?-
Shepard annuì mentre apriva la schermata dei rapporti di manutenzione della nave.
Senza dire nient'altro, Garrus le circondò i fianchi con un braccio e la strinse a sé, poggiando la testa sulla sua spalla. Lenore, intenerita, appoggiò la testa sulla sua e sospirò sommessamente, formulando mentalmente un “grazie”.
Rimasero così per un paio di minuti, in silenzio. Poi lei si distanziò, battendogli una mano sulla schiena -Torniamo al lavoro... i vettori non si allineano da soli-
-Ricevuto- Garrus si sollevò in piedi, carezzandole amorevolmente i capelli -Se c'è qualcosa che non va, chiamami immediatamente...-
Lenore si morse un labbro. Le costava tanto chiedergli di restare?
No, sarebbe stato crudele e irrazionale. Aveva da fare e lei l'aveva trattenuto fin troppo... la Normandy era una nave militare e i cannoni avevano la necessità di una manutenzione costante; in più, Garrus era un consigliere fondamentale per la Gerarchia Turian.
-Garrus, voglio un rapporto dettagliato sul cannone primario, quando avrai terminato le tue valutazioni...- disse, mettendosi a sedere composta. Era evidente che cercasse una scusa per poterlo vedere di nuovo, prima di sera.
-E a me piacerebbe ricordarti che tutti i rapporti che ti invio, poi li passi a IDA perché non ci capisci un'acca- replicò lui, ridacchiando -Tornerò più tardi, promesso... intanto ti faccio salire del caffè-
Shepard gli rivolse un sorriso, poi distolse lo sguardo per rimettersi al lavoro. Aspettò che fosse uscito per battere la fronte sulla tastiera.
Per un momento, aveva dimenticato che l'unica persona che riusciva veramente a capire cosa le passasse per la testa era proprio lì, a pochi passi da lei.
La paura le attanagliò le viscere quando l'immagine di lei, davanti al muro dei caduti, che appendeva la targhetta di Garrus, si proiettò nella sua testa. Vide quell'immagine distintamente e il suo cuore prese a galoppare. Se gli fosse successo qualcosa...
Se solo i Razziatori...
Si prese il viso tra le mani, disperata -Ucciderò anche lui...- bisbigliò, spalancando gli occhi -Ucciderò Garrus...-
E maledisse il giorno in cui aveva permesso alle loro vite di incrociarsi.

 

Liara carezzò la porta che divideva il corridoio del Ponte Macchine alle celle detentive. Dopo che Lenore l'aveva lasciata sola a discutere con la Chakwas, l'Asari aveva immediatamente deciso di raccogliere quante più informazioni possibili su quel Cole Hawthorne. Aveva scaricato dei file e alcuni rapporti “confidenziali” tra i suoi superiori.
Su Torfan, era riuscita a downloadare una serie di file ricchi di descrizioni dettagliate... in passato, non aveva mai approfondito la cosa, pensando che Shepard le avrebbe prima o poi parlato dell'accaduto.
Nonostante Liara fosse abituata a certe realtà piuttosto crude, quando lesse per la prima volta il rapporto che Shepard aveva stilato personalmente sull'accaduto, le venne il voltastomaco e fu costretta a chiudere la schermata del terminale molto prima della fine, allibita per quelle descrizioni così fredde e accurate.
Si chiese se quel... quel mostro era veramente la Lenore che conosceva e non si fece problemi nel dare ragione al comportamento “eccessivo” del tenente Hawthorne.
Si passò istintivamente una mano sulla bocca dello stomaco, mentre il Guardiamarina Edge le consentiva il transito alla stanza adibita a prigione. Era un luogo parecchio illuminato, le celle erano divise da vetrate piuttosto solide e correvano lungo le tre pareti della stanza.
Cole occupava la cella più grande, sedeva in terra in maniera composta, la schiena appoggiata alla parete metallica della Normandy.
Liara si avvicinò e chiese di poter stare da sola con il prigioniero. La guardiamarina Edge scosse la testa -Gli ordini sono di tenerlo d'occhio, Shepard teme che possa gettare cattiva luce sul suo operato-
Allora l'Asari, dopo aver ringraziato il soldato, si sedette a gambe incrociate davanti al vetro della cella e attivò il comunicatore sul lato dello stipite, schiarendosi la voce -Non ci hanno ancora presentati, signor Hawthorne...-
Il prigioniero le rivolse un sorriso tirato -Meglio tardi che mai, signora...-
-Liara, Dottoressa Liara T'Soni-
-Piacere mio...- Cole si sollevò in piedi, poi andò a sedersi proprio davanti a lei, nella stessa posizione -A cosa devo questa visita, dottoressa?-
Liara si morse un labbro -Ecco... devo sapere.-
Il Tenente ritrasse leggermente la testa -Venga al punto. Cosa desidera che le dica?-
-Cos'è successo realmente su Torfan, Tenente?-
Il Tenente si passò una mano tra i capelli, cercando di mantenere la calma -Nella mitologia Asari non so se esista un posto simile all'inferno...- sbuffò -Ebbene, quello era Torfan: un inferno. Abbiamo combattuto per giorni, eravamo stanchi, affamati, al limite delle forze, io facevo parte di una squadra scelta di incursori, capitanata da Shepard stessa, presidiavamo un vecchio deposito d'armi, il nemico ci aveva accerchiato e le stavamo prendendo di santa ragione... al terzo giorno d'assedio, avevamo finito le provviste e i fucili non collaboravano... Shepard decise di uscire allo scoperto con me e un altro marine, mentre gli altri ci coprivano le spalle, in un ultimo tentativo prima di cadere definitivamente. Uccise i nemici uno per uno e ordinò a noi di fare lo stesso: nessuna pietà, senza esitare. Gli andammo incontro, li travolgemmo senza pensarci due volte, come se fossimo macchine... “o noi o loro” era ciò che lei continuava a ripeterci. Shepard ci chiese molto, quel giorno, ma noi la seguimmo, perché era la nostra unica speranza di sopravvivenza. Riuscimmo a scalfire le difese del nemico e conquistammo una roccaforte nemica: un impianto di stoccaggio...- prese un respiro, le mani fra i capelli.
Liara lo ascoltava con attenzione, le braccia intrecciate e la schiena leggermente ricurva.
Poi il Tenente proseguì -Un impianto di stoccaggio adibito a deposito di schiavi, dottoressa... fu lì che Shepard diede il famoso ordine di uccidere ogni fottuto schiavista con un colpo in mezzo agli occhi, a sangue freddo... erano disarmati... mi ricordo le loro suppliche, i loro visi imploranti... “Stiamo solo eseguendo gli ordini, come voi, non abbiamo colpa” dicevano... ma Shepard era sorda. E passavamo di stanza in stanza a freddare quelle persone... segretari, tecnici, semplici impiegati...- si passò una mano sul viso -Eravamo partiti in dieci, dieci unità tra le migliori del programma N7. A causa dell'avventato attacco suicida di Shepard siamo rimasti in tre... e in tre siamo diventati cacciatori di teste e abbiamo eliminato ogni singolo Batarian di quella zona, sacrificando la nostra umanità per un ordine.- lanciò uno sguardo infuriato a Liara -Shepard era in testa, affamata di sangue e di vendetta... ha lasciato che i suoi uomini morissero e li ha abbandonati sul campo di battaglia per una dannata ripicca.-

-Cazzate-

Liara si voltò di scatto mentre Cole sollevava la testa, accorgendosi solo ora che il guardiamarina Edge era affiancato da Garrus. Il Generale, le braccia lungo i fianchi e l'aria severa, restava addossato alla porta, i gradi sulla spalla seppure vestito in modo informale.
-Attacco suicida? Tu non sai nemmeno cosa significhi...- proseguì, fermo.
Cole gli lanciò un'occhiata raggelante -Shepard ha sacrificato la sua umanità, la nostra umanità per la vendetta, pur di dare un significato alla missione!-
-Ho letto attentamente i rapporti, Tenente, so com'è andata- Garrus si mosse lentamente, rizzandosi in piedi -Vorrei sapere tu cos'avresti fatto al suo posto, dato che ti permetti di giudicare l'operato di un tuo superiore...-
Il Tenente vibrò un colpo sul divisorio, facendo scattare in piedi Liara -Non ti permettere di minimizzare, skullface!-
-E tu non permetterti assolutamente di diffamare il Comandante-
Liara non aveva mai visto Garrus perdere la pazienza con qualcuno e, a dirla tutta, avrebbe preferito evitare quella scena.
-Passino le offese, Tenente, ma se vuoi davvero accanirti contro il passato, allora accanisciti contro le interferenze ai sistemi di comunicazione che vi hanno bloccato in quel deposito, contro i Batarian che vi hanno ucciso uno alla volta, contro il conflitto stesso o contro l'Alleanza, se più ti torna comodo...- Garrus restava fermo immobile, gli occhi fissi sul suo avversario, le braccia ancora rigide sui fianchi e la bocca leggermente aperta -Ma non prendertela con chi ha avuto fiducia nelle tue capacità sin dall'inizio e ha salvato il culo al restante della tua squadra per finire una missione che era già fallita sul nascere!-
Liara deglutì. Si era appena resa conto di aver guardato alla situazione sotto un solo punto di vista, mentre la realtà dei fatti era ben più articolata.
-Ti ha dato la possibilità di uscirne vivo e di raccontarlo. Non è abbastanza, Tenente? Vuoi forse farle pesare le sue decisioni all'infinito? No, questo non te lo permetterò, non finché sarai a bordo della Sua nave!-
-Abbiamo sparato a degli innocenti...- il Tenente aprì le mani e le appoggiò al vetro, il viso contratto dal dolore.
-A degli innocenti che hanno rapito i vostri coloni e violentato e rivenduto le vostre figlie come schiave!- eruppe Garrus, facendo sobbalzare Liara, di nuovo -Se fossi stato al suo posto, non solo gli avrei sparato ma avrei anche fatto in modo che soffrissero nel modo più brutale possibile! Un giusto processo è per chi lo merita, non per chi si pente per convenienza!-
Liara scambiò uno sguardo con Edge, preoccupata per i toni di quella discussione.
Aveva letto metà del rapporto di Shepard ed era rimasta sconvolta dalla minuzia con la quale lei aveva impostato ogni paragrafo e descritto razionalmente quel susseguirsi di fatti, in una sinfonia di raccapricciante lucidità. Poteva scommettere la sua mano destra che Garrus avesse letto fino alla fine quell'insieme inquietante di coerenza tattica... e poteva scommettere anche il suo cuore che lui ci si rispecchiava dal più profondo. Su Omega, lui aveva lottato per un mondo migliore, aveva dato l'anima per i suoi obiettivi e aveva perso la sua squadra intera per il tradimento di un suo compagno... si era ritrovato da solo a fronteggiare un esercito di mercenari e se ne era uscito per il rotto della cuffia, dedicando anima e corpo in una missione che non aveva speranze a prescindere solo perché pensava che Shepard fosse nel giusto.
La missione era andata bene, i Collettori erano stati distrutti... e lui e Lenore ne erano usciti inevitabilmente legati l'uno all'altra.
Liara si sentì come svuotata da quella certezza, mentre i singhiozzi di Cole riempivano la stanza... sentiva che quel pianto rispecchiava il suo stato d'animo attuale. Lei non si era mai arresa all'evidenza e avrebbe continuato a lottare per la sua storia d'amore se solo non si fosse decisa a visitare quel prigioniero, a cercare di estrapolare informazioni che le fossero utili per riconquistare Lenore...
-Tenente- Garrus sospirò sommessamente -È tempo di chiudere questa storia e di concentrarsi sul futuro della Galassia... Shepard è l'unica in grado di farlo perché sa qual'è la posta in gioco e non si darà pace finché i Razziatori non saranno completamente distrutti. Abbiamo bisogno di uomini di fiducia, coesione e solidarietà reciproca; non sapremmo che farcene di dubbi e incertezze... alla fine di tutto, dovremo tutti fare i conti con i fantasmi del passato, io per primo. Ma ora bisogna combattere e dare il massimo per completare la missione e portare il culo a casa per festeggiare la vittoria... sei d'accordo?-
Cole sbuffò una risata, passandosi una mano sul viso, poi lanciò a Garrus un'occhiata umida -Mi sembri il mio sergente istruttore, skullface... non vedo l'ora di uscire da questa dannata nave-
-Dovrei sentirmi offeso solo per il fatto che mi hai degradato a sergente- scherzò Garrus, perdendo definitivamente la maschera d'ira che aveva fino a pochi secondi prima. Quell'uomo era una causa persa...
-T'Soni, se vuoi delle delucidazioni...- proseguì, voltandosi verso la porta -...parlane con lei. Evita di spillare informazioni ai detenuti.-
Liara strinse la mascella, infastidita per quell'affermazione. Gli lanciò uno sguardo severo mentre lui usciva dalla porta per tornare alle consuete occupazioni.
E si chiese se Lenore avesse preferito sfogarsi con lui, piuttosto di confidare a lei quello che le passava per la testa. Lo sfogo di Garrus era stato una perdita di tempo, lui ne era ben consapevole. E allora? Cosa l'aveva spinto a reagire in quel modo? E perché l'aveva rimproverata in quel modo se anche lui stava agendo nell'interesse di Shepard?
Bah... Liara si portò le mani sul viso, tormentata da quelle domande. Perché ogni volta che si aveva a che fare con Len l'unica conseguenza delle sue azioni erano domande?
Eccone un'altra.
Liara ruggì d'impazienza, lasciando definitivamente quella stanza.

 

 

Lenore aveva resistito due ore in cabina, poi, in preda ai sensi di colpa, era tornata in Sala Tattica a terminare le sue disposizioni per la giornata, chiedendo rapporti dettagliati e visitando ogni ala della Normandy per ottenere informazioni. Lavorare intensamente l'aiutava a pensare e quel giorno era arrivata alla triste conclusione che stava arrivando al limite della sopportazione...
Dopo una giornata intera passata a progettare il prossimo attracco alla Cittadella, decise che era venuto il momento di fare una cosa che andava assolutamente fatta il prima possibile per prevenire la sua stanchezza mentale e il suo opprimente senso di colpa.
Si recò nella sua cabina e si sedette sul letto, in attesa. Controllò l'orologio sulla sveglia. Erano le dieci di sera passate... di solito, a quell'ora era in palestra ad allenarsi assieme a James e ai soldati, ma quel giorno era decisivo. E avrebbe cambiato molte cose nell'armonia generale della Normandy.
La porta della cabina si aprì, facendo accelerare il battito del suo cuore nel petto. Non lo aspettava così presto...
Quando incrociò lo sguardo di Garrus, perse definitivamente il coraggio e gli rivolse un sorriso triste.
-Ciao...- disse solo, intrecciando le mani nervosamente.
-Oggi mi sento potente!- principiò lui, aprendo le braccia -Ho ampliato il raggio d'azione del Thanix dello 0,73% e sto lavorando a delle modifiche per installare un giunto... Len?-
Shepard continuava a fissarlo con quel sorriso triste, le cicatrici che brillavano intensamente -Devo dirti una cosa...-
Garrus inclinò leggermente la testa, perplesso. Poi si avvicinò a lei, sedendosi al suo fianco -C'è qualcosa che ti turba?-
-Sì- lei si voltò verso di lui, le labbra tremanti -Ho... ho preso una decisione...-
Lui aspettò in silenzio, osservando i movimenti nervosi che compiva il suo volto martoriato, le labbra semiaperte. Si prospettava un discorso interessante...
-Shepard?-
-Sono... stanca.- replicò lei, alzando le mani e battendole lievemente sulle cosce, il sorriso che andava pian piano scemando -Ho davanti a me il destino della Galassia, molte persone si fidano di me, altre mi disprezzano... e non sono attualmente capace di ragionare in maniera lucida per andare nuovamente in missione.- distolse definitivamente lo sguardo, gli occhi stretti a fessura dal dolore che quelle parole le stavano causando -Mi siete cari e io non voglio perdervi... ma è ora di darci un taglio davvero e pensare unicamente alla missione.-
Garrus spalancò gli occhi, rizzandosi a sedere -Lenore, vieni al punto- gemette, prospettandosi una soluzione drastica al problema -Ti prego-
Shepard lo guardò dritto negli occhi, pronta a sostenere il suo sguardo. Rimase a bocca aperta, cercando di sillabare la frase in modo che fosse chiara, che non gli facesse male... ma venne tradita dal tremolio della sua voce e fu costretta a respirare profondamente per sciogliere quel dannato nodo alla gola.
Il Turian le passò una mano sul viso, cercando di calmarla, ma lei si ritrasse, confermando ogni sospetto.
-Non voglio continuare questa relazione, Garrus...- disse lei, cercando di mantenere una voce neutra -Non me la sento-
Garrus serrò le palpebre e respirò profondamente, cercando di assimilare quella notizia nel modo migliore possibile. Si alzò in piedi lentamente, cercando di mantenere la calma, poi lanciò uno sguardo triste a Lenore e sorrise, a modo suo -Va bene...-
-Mi... mi dispiace...-
-È normale- replicò lui, passandosi una mano sulla testa -Ma è necessario, no?- ridacchiò nervosamente -E sì, puoi stare tranquilla, questo non comprometterà la missione in nessun modo...-
-Ne sono lieta- fece lei, corrugando la fronte, poco convinta. Dal suo piedistallo di ghiaccio, poteva sentire il cuore dell'uomo che amava incrinarsi, lo sentiva lottare contro il buonsenso di quella decisione... e poteva sentirlo arrabbiarsi per non averla contraddetta.
Mosse nervosamente gli angoli della bocca, cercando nuovamente il suo sguardo -Una volta finita questa storia potremmo...-
-No, Shepard.- la interruppe lui, portando le mani davanti a sé -No.- e uscì velocemente dalla stanza, lasciando Lenore da sola, ad affrontare una notte di incubi e rimorsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nottola (ore 01:19)

Una cosa: plot twist! Era da un po' che desideravo dare uno scossone sul finale e finalmente (perdonate la cacofonia) ho avuto modo di inserirlo!

Un'altra cosa: sono parecchio scossa dal nuovo DLC per ME3 e devo ancora riprendermi per l'ennesima delusione immane <___<' tra le cose, odio profondamente il buonismo stereotipatissimo di Nyreen (non me ne vogliate).

Ultima cosa (la più importante): un ringraziamento ad andromedahawke e a MrMurkrow per il sostegno e per i consigli preziosi :3 e a Queen95 per i complimentoni. Spero di non aver deluso nessuno o.o'

 

J.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mass Effect / Vai alla pagina dell'autore: Johnee