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Autore: appleschoice    30/11/2012    8 recensioni
Dal primo capitolo:
Mi infilo i tacchi, mi alzo in piedi e impongo a me stessa di fare ciò per cui sono uscita questa notte. Inizio a camminare, slacciandomi il cappotto e lasciando il vestitino di pelle in bella vista.
Dopo dieci minuti una macchina accosta.
Il mio cuore balza in gola e le mie mani prendono a tremare, non per il freddo.
Mi giro lentamente verso il finestrino e una macchina nera e grossa mi appare davanti.
Il finestrino scende lentamente e scorgo al suo interno un uomo riccio e moro, con occhi verdi e stanchi, con un viso magro, ma è dannatamente bello e... familiare.
No, non può essere lui.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera.» dice in francese.
Le sue parole sono come una coperta che mi avvolge e ripara dal freddo.
'No, non può essere lui' è l'unica cosa che riesco a pensare e pensare e pensare.
Anzi, penso anche a quanto sia strana la vita: dieci minuti fa pensavo a loro e ora lui è davanti a me.
Deglutisco rumorosamente e lui non smette di fissarmi da testa a piedi, perché probabilmente gli piace ciò che vede.
Istintivamente penso al tatuaggio e con le dita tiro la manica del cappotto affinché lo copra.
Penso a ciò che ha fatto Debbi e non posso credere di fare la prima esperienza con il mio idolo, e non posso credere che lui sia venuto da una che fa questo… mestiere? Lavoro?
Non so esattamente come chiamarlo.
Forse 'schifo' è la parola migliore.
Mi avvicino di un passo e i suoi occhi sono a 40 centimetri dai miei.
Il cappotto aperto, la scollatura del vestito di pelle che indosso è in bella mostra.
Lui lo nota, ma torna a fissarmi negli occhi.
«Sali?» Mi chiede senza tanti giri di parole.
Il mio cuore batte sempre veloce e sembra che mi stia per scoppiare.
Le mie gambe tremano e ora, cazzo, non è il freddo.
Le mie mani stringono le maniche del cappotto.
Annuisco senza proferire parola.
Faccio il giro della macchina e lui mi apre la portiera dall'interno.
Mi accomodo accanto a lui e un piacevole calore mi riscalda.
Mi accorgo che dietro c'è qualcuno e incontro due occhi, anch'essi familiari.
Zayn...
«Ciao babe.» dice con tono assonnato.
Mi volto a guardare Harry, sorpresa e preoccupata.
Avrei dovuto soddisfare entrambi?
Forse lo capisce dal mio sguardo, ma non risponde e parte.
Usciamo da questo schifo di quartiere e mi porta nel cuore della città, e vedo la vera bellezza di Parigi, che ormai da tre mesi non vedevo più.
Arriviamo sotto l'entrata di un hotel lussuoso a quattro stelle: Hotel Le Tourville.
Accanto a noi c'è la Torre Eiffel.
«Parli inglese?» mi chiede Harry quando spegne l'auto.
Annuisco solo.
Lui esce dalla macchina, ma io non mi muovo. Fa cenno a Zayn di scendere, e così rimango da sola nell'abitacolo.
Sento che parlano di qualcosa e dopo un paio di minuti il moro bussa al finestrino e mi saluta con un dolcissimo sorriso.
Se non li avessi incontrati così, chissà se li avrei mai incontrati.
Io accenno un sorriso.
Vedo che entra nell'hotel lasciando Harry solo fuori.
A quel punto lui apre la portiera dalla mia parte e io aspetto che dica qualcosa.
«Vieni.» dice frettolosamente.
Io appoggio i piedi sull'asfalto e chiudo la portiera.
Si avvicina all'entrata dell'albergo, ma prima di entrare si volta verso di me.
Mi guarda da testa a piedi e io non mi sono mai tanto vergognata in vita mia, ma resto impassibile cercando di non far trapelare nessuna emozione sul mio viso.
Avvicina le sue mani verso di me, io sobbalzo facendo un piccolo passo indietro.
Lui si avvicina ulteriormente e con le sue lunga dita mi abbottona il cappotto, poi mi prende per mano indicandomi la strada.
Arriviamo nella hall e si fa dare le chiavi dalla segretaria che mi fissa con un strano sguardo, posso capire perché.
Prendiamo l'ascensore.
Io ancora non dico nulla, lui nemmeno.
Quando si apre la porta siamo già dentro la stanza.
Sì, è la suite.
«Prego.» dice facendomi cenno che posso entrare.
Mi guardo intorno e mi chiedo come posso essere arrivata fin qui.
«Vuoi qualcosa da bere o mangiare?» chiede avvicinandosi ad un frigorifero.
Scuoto il capo, avvicinandomi all'enorme vetrata.
Sento dei passi dietro di me.
«Parleresti?» chiede una volta accanto a me con in mano un bicchiere d'acqua.
Prendo coraggio, finalmente, senza naturalmente guardarlo.
«Quando dovrò dire qualcosa, parlerò.» dico sorridendo leggermente, guardando la città illuminata.
Sento che ride, e a questo punto cedo voltandomi verso di lui.
I suoi occhi sono... l'insieme di tutti gli aggettivi positivi che posso dargli.
Si accomoda sul divano.
Mi propone di sedermi accanto a lui picchiettando la mano sul cuscino.
Mi avvicino e mi siedo, cercando di tranquillizzarmi.
Oltre che star parlando con il mio idolo che non sa che sono una directioner, sto facendo la prima notte come prostituta.
Anche se come prima notte non mi è andata male.
Debbi mi racconta sempre che le tocca andare spesso con uomini sudici, brutti e ubriachi, e violenti alcune volte.
«Come ti chiami?» chiede distruggendo i miei pensieri.
«Non dovrei dirlo.» rispondo schietta fissando a terra.
Lui scoppia a ridere.
«E' una delle vostre regole?»
Il cuore perde un battito.
Mi ha appena dato della puttana e io non posso controbattere perché... è così.
Sorrido cercando di trattenere il nervoso.
«Beh, io sono Harry.» allunga la sua mano verso la mia, io lo fisso nelle pupille degli occhi e gli stringo la mano delicatamente.
Rimango così per una decina di secondi, poi svincolo lo sguardo e penso a ciò che mi ha detto Debbi prima di uscire di casa: «Fatti dare in soldi prima di farti portare a letto e obbligalo ad usare i preservativi e se non vuole vattene. Non baciarlo mai, neanche se è il più figo sulla terra e soprattutto quando hai finito vattene, a meno che non ti paga per stare di più.»
Mi alzo in piedi e lo fisso intensamente negli occhi.
«Prima di farmi fare ciò che vuoi devi pagarmi. Questa è un'altra regola.» chiarisco con la voce che trema leggermente.
Lui si alza dal divano e si ferma davanti a me. Il nostro viso è a pochi centimetri di distanza.
Il mio cuore torna a battere velocemente.
Lui si sposta da davanti a me e prende dalla tasca del suo giubbotto il portafoglio.
Tira fuori cinquecento euro e si riavvicina.
Me li porge.
Io li fisso e dopo pochi secondi glieli sfilo dalla mano.
«Grazie.» sussurro, infilandoli nel cappotto.
Lui sorride e torna a sdraiarsi sul divano.
Ormai il mio cuore è andato e finché starò con lui probabilmente resterà così.
Ora devo mettermi… al lavoro.
Mi avvicino lentamente e con addosso ancora il cappotto mi siedo a terra appoggiando la testa sul bordo del divano.
Lui è sdraiato di fianco che picchietta sul suo cellulare.
Nota che non smetto di fissarlo, così appoggia l'affare sul tavolino e inizia a fissarmi anche lui.
«Cosa vuoi?» chiedo prendendo l'iniziativa e soprattutto coraggio.
«Sei tu qui la professionista.» risponde prendendo ad accarezzarmi la guancia.
Le mie guance si colorano un po' di rosso.
Faccio un lungo respiro e dopo una trentina di secondi appoggio la mia mano sul suo petto, scendendo lentamente sempre più in basso e arrivando lì.
Lui rimane fermo, impassibile e non smette di fissarmi.
Slaccio il bottone dei pantaloni, delicatamente, e faccio scendere la sua cerniera.
Ora chiude gli occhi e un'espressione sollevata si fa spazio sul suo viso d'angelo.
Quando la mia mano è dentro le sue mutande mi ferma improvvisamente.
Toglie la mia mano da dove è e mi prende per il braccio.
Arriviamo in quella che è la camera e la luce della luna illumina la stanza.
Mi appoggia contro lo stipite della porta e prende a baciarmi il collo.
‘Non baciarlo mai, neanche se è il più figo sulla terra.’ le parole di Debbi mi ritornando in mente.
Quando le sue labbra si avvicinano alle mie, lo fermo.
«Non puoi baciarmi.» dico seria.
«Un'altra regola?» chiede sorpreso.
Annuisco e lui prende a baciarmi il collo facendo viaggiare le sue mani sul mio corpo.
Slaccia il cappotto, buttandolo da qualche parte nella stanza. Poi mi spinge sul letto e quando incontro la coperta soffice gli tolgo la maglia di dosso.
'IL TATUAGGIO!' penso improvvisamente.
«Aspetta!» esclamo togliendomelo da sopra a cercando il cappotto.
Quando lo trovo sfilo dalla tasca un bracciale.
Lo indosso per coprirlo.
Prendo anche un preservativo e torno velocemente da lui nel letto.
Glielo sventolo davanti agli occhi.
Lui annuisce, ma dopo avermelo rubato dalle mani torna sopra di me, facendomi capire chiaro e tondo cosa vuole ora senza più interruzioni.
Lo soddisfo, per praticamente un'ora. Mi faccio usare e faccio ciò che vuole senza dire nè 'ma' nè 'però'. Proprio come mi ha detto di fare Debbi.
Alle 4:01 lo osservo dormire tra le coperte baciato dalla luce della luna.
Mi infilo le mutandine, il vestito, infine le scarpe e il cappotto.
Controllo se i soldi ci sono ancora, alla fine torno in salotto e chiamo l'ascensore.
Dopo un minuto è già arrivato e cinque minuti più tardi sono già fuori dall'albergo con il freddo che mi gela l'anima.
Mi sento una merda, mi sento usata... Mi sento una puttana.
E mi accorgo che quei cinquecento euro mi pesano nella tasca, perché ciò che ho fatto per averli è stato uno schifo.
Mi accorgo che ho scopato con il mio idolo e che lui sa solo che sono una puttana, nulla di più.
Chiamo un taxi e finalmente per le 5:07 sono sotto 'casa'.
Apro la porta dell'appartamento e trovo Debbi con un'espressione preoccupata in piedi davanti alla porta.
Mi abbraccia e mi stringe forte e io inizio a piangere.
Resoconto della prima notte da puttana:
- ho scopato il mio idolo;
- e vorrei morire.






•••

Buon pomeriggio a tutte!
Scusatemi se non ho postato prima, ma sono piena fino al collo di verifiche, mortacci.
Comunque, spero vi piaccia il capitolo!
Se volete lasciate qualche recensione, poi io cercherò di postare al più presto possibile.
Inoltre grazie a tutte quelle che la volta scorsa hanno recensito o messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate: meeeeow ❤
Bacioni


  
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