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Autore: Clodie Swan    30/11/2012    5 recensioni
"Da molto tempo non affrontavamo un giorno doloroso come questo. Sapevamo che presto sarebbe arrivato. La parentesi felice di questi pochi anni non poteva durare per sempre. Non per noi. Siamo destinati a lottare, a compiere sacrifici, a soffrire pur di proteggere i nostri cari da ogni pericolo. Perfino da noi stessi. Perché noi non siamo persone normali. Siamo creature oscure e letali. Siamo dei vampiri."
Sono passati diversi anni dagli eventi di Breaking Dawn. I Cullen devono difendere il figlio di Renesmee e di Jacob Black dalle mire dei Volturi. La loro strada finirà per incrociarsi con quella di un giovane quanto affascinante cacciatore di vampiri.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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CAPITOLO 39

 

Dillon è scomparso.” esclamò Edward sconvolto affacciandosi dalla rampa delle scale. In una frazione di secondo tutta la famiglia si era riunita sul pianerottolo di fronte alla porta della camera del ragazzo. Apparentemente sembrava che lì dentro ci fosse qualcuno rannicchiato sotto le coperte a dormire. Lo testimoniava anche il regolare susseguirsi di battiti cardiaci.

Come scomparso?” chiese Renesmee indicando il letto con la sagoma raggomitolata. “Sento il suo cuore.”

Per tutta risposta Edward buttò all'aria la trapunta scoprendo due cuscini disposti in modo da creare l'illusione che ci fosse una persona dentro il letto.

Sotto il piumone Dillon aveva lasciato il suo computer portatile acceso che mandava in circolo la registrazione di un battito cardiaco. Aveva perfino regolato il volume delle casse per farlo sembrare più naturale possibile.

Non posso crederci!” disse Renesmee angosciata.

Jacob si mise al suo fianco guardando la camera incredulo. Edward percepì i pensieri stupiti di tutti. Nessuno aveva previsto quell'improvvisa fuga da parte di Dillon.

Perchè l'ha fatto?

Non era nostro prigioniero, poteva andarsene quando voleva.

Dove può essere andato?

Deve essere uscito da lì” notò Jasper esaminando la finestra. Le imposte non erano chiuse dell'interno ma erano accostate.

Furbo, il ragazzino”commentò Emmett divertito rivolgendosi a Jacob e a Renesmee. “Scappa dalla finestra, mette il pupazzo nel letto. Ha deciso di farvi recuperare le ansie da genitori in un pomeriggio?”

Edward gli lanciò un'occhiataccia e tirò fuori di tasca il cellulare.

Emmett, piantala” lo rimproverò Rosalie. “Proviamo a chiamarlo piuttosto.”

Edward stava già componendo il numero sotto lo sguardo preoccupato di tutti. “Avanti rispondi” ripeté fra sé. “Niente da fare. Squilla a vuoto. O non può o non vuole rispondere.”

Renesmee si lasciò cadere seduta sul letto con la testa tra le mani.

Aveva già deciso di andarsene dopo il test del Dna, ricordate?” fece notare Bella tristemente “Credevo avesse cambiato idea.”

Infatti” intervenne Jacob “Avevo parlato con lui ed ero riuscito a convincerlo a restare.”

Hai fatto un ottimo lavoro di persuasione, complimenti lupo.”commentò Emmett indicando il letto vuoto.”Dovresti provare a vendere enciclopedie.”

Secondo voi dove voleva andare?” chiese ad un tratto Renesmee.

Edward guardò Jacob allarmato facendogli segno di non dire niente.

Ma Renesmee non ci mise molto a capire. “No...non può essere andato lì!”

Non ne siamo sicuri” si affrettò a risponderle Edward “Era solo un'idea.”

Esatto, un'idea campata per aria.”confermò Jacob. “Gli ho spiegato che se voleva affrontare i Volturi, avrebbe dovuto informarsi, parlarne con noi, pensare una strategia.”

Ti ha proprio dato retta.”osservò sarcastico Emmett.”Tipico dei figli.”

Hai incoraggiato nostro figlio ad andare incontro a morte certa?” gridò Renesmee contro suo marito. Jacob sussultò. Non gli aveva mai parlato in quel modo.

Edward cominciò a spazientirsi. “Cerchiamo di calmarci tutti quanti! Alice, potresti provare a vedere se Dillon sta andando in Italia?”

La vampira si concentrò per qualche minuto e poi scosse la testa. “Niente da fare. Il futuro di Dillon è una fitta nebbia. Non vedo nulla. Proverò a concentrarmi su Aro o su quel Louis che gli dava la caccia.”

Edward annuì giudicandola un'ottima idea e rimase ad osservare le visioni che apparivano nella mente di sua sorella. “Aro ha chiesto di vedere la ragazza.” esclamò. Edward vide la figura esile di una ragazza pallida dai capelli scuri, con un abitino rosso, che veniva trascinata da una vampira in una vasta sala dove le Guardie erano disposte in un semicerchio nero intorno a tre sedie dove i Volturi sedevano nella loro posa consueta.

Quale ragazza?” chiese Bella sorpresa.

Sembrerebbe una loro prigioniera...aveva un aspetto molto fragile.”disse Edward “Concentrati su di lei, Alice.”

Alice richiuse gli occhi. “Si chiama Laura. Le hanno offerto di trasformarla, ma lei ha rifiutato. Ha detto il fatto suo ad Aro!”

Edward vide la scena nella visione di Alice e rimase stupito di fronte alla determinazione con cui una ragazza indifesa affrontava faccia a faccia il temibile Aro.

Ma cosa centra questa ragazza con Dillon?”chiese Renesmee spaventata. “Si conoscono?”

Edward ricordò di quando nei pensieri di Dillon era comparso un nome di donna: Laura.

Potrebbe darsi.” rispose calmo “Dillon aveva in mente quel nome quando provava a testare con me i suoi poteri telepatici. Era piuttosto riservato sull'argomento, come se gli fosse cara. Se è stata rapita, forse Dillon è accorso in suo aiuto.” A quelle parole udì un sussulto di terrore pervadere i suoi familiari. “Tutto torna, se ci pensate: cosa avrebbe potuto attirarlo fuori di qui all'improvviso e indurlo a non farne parola con altri?”

E' vero!” esclamò Bella “Come quando James mi fece credere di aver rapito mia madre! Anche io sono scappata di nascosto.”

Edward rabbrividì: il paragone con quella vicenda non era affatto rassicurante.

Dobbiamo andare a cercarlo, Edward” intervenne Jacob “Se i Volturi lo hanno davvero attirato in una trappola usando una sua amica, avrà bisogno del nostro aiuto. Non può farcela da solo.”

Credi che stia andando in Italia?” chiese Bella.

Edward guardò Alice in cerca di una conferma. “Non ne ho idea, sinceramente” ammise la vampira. “Il luogo della visione non sembrava il Palazzo dei Priori. C'erano alcune statue, un quadro...ma non mi ricorda nulla.”

Forse era un'altra sala del loro Palazzo.”ipotizzò Edward “Se Alice te la descrivesse nei dettagli, Carlisle, sapresti riconoscerla?”

Carlisle annuì e cominciò ad ascoltare attentamente la descrizione di Alice confrontandola con i suoi ricordi del periodo trascorso a Volterra. Le immagini delle stanze in cui aveva vissuto in quegli anni erano impresse nitide nella sua memoria di vampiro come delle fotografie ma nessuna corrispondeva alla sala con i busti di marmo ed il soffitto di legno.

No, sono certo di non averla mai vista. Non di persona, perlomeno. La visione probabilmente non si svolgeva a Volterra, ma da qualche altra parte in Italia.”

Non penso che i Volturi porterebbero Dillon in un luogo che anche noi conosciamo.”osservò Jasper “Vorranno evitare ogni possibile sorpresa.”

Credo dovremmo concentrarci altrove.” propose Carlisle “Se Dillon è in qualche modo legato a questa ragazza, allora dovremmo iniziare a cercare lei.”

E come facciamo?” chiese Emmett perplesso “Chiamiamo la polizia'”

Edward ebbe un'illuminazione “Questa sì che una buona idea.”

Tutti lo guardarono meravigliati “Guarda che scherzavo...” disse Emmett.

So dove dobbiamo andare.” decise Edward “Dobbiamo trovare il detective Samuel Freeman.”

 




Il volo in partenza per Roma era puntuale. Dillon trovò un posto in prima classe e riuscì a passare i controlli della sicurezza con lo zaino pieno di armi.

Mesi prima aveva considerato il problema di un viaggio all'estero ed aveva ideato un congegno che nascondesse ai raggi x la presenza di pistole e proiettili nel suo bagaglio. Addosso si era lasciato soltanto un paio di armi che sarebbero passate inosservate...forse era giunto il momento di usarle.

L'attesa del decollo fu straziante. Dillon tenne il fiato sospeso per tutto il tempo, quasi aspettandosi che i Cullen lo raggiungessero per impedirgli di partire. Ma non sarebbe stato possibile, logisticamente. Secondo i suoi calcoli, avrebbero scoperto la sua fuga, nel momento in cui lui lasciava la ducati nel parcheggio dell'aeroporto. Ciò nonostante Dillon riuscì a rilassarsi solo quando le ruote dell'aereo si staccarono da terra. Trascorse il viaggio cercando di raccogliere nuovamente tutte le informazioni in suo possesso e di mettere a punto un piano. Quello che più gli dispiaceva era non sapere il luogo prescelto dai Volturi e di non poter trovare un modo per anticipare le loro mosse. Ripassò le varie tattiche di combattimento, le strategie di inseguimento e fuga che aveva imparato negli ultimi diciotto mesi chiedendosi se gli sarebbero serviti in quella circostanza. Dillon strinse nervosamente i braccioli della poltrona rifiutando ogni cibo o bevanda che le hostess andavano ad offrirgli premurosamente. Alla fine infilò una mano nella tasca del giubbotto e ne estrasse la bibbia di Laura. Per la prima volta da tanto tempo, forse per la prima volta in vita sua, innalzò una preghiera.

Ti prego...permettimi di salvarla. Fa che non le accada niente. Lei non merita di morire...non così. Non me ne importa niente di me, voglio solo torni a casa sana e salva.” Dopo aver pregato si sentì meglio. Se si fosse trattato di sé stesso non avrebbe sperato in nulla, ma era certo che Dio non avrebbe permesso che facessero del male alla sua amica. “Sto arrivando, Laura” mormorò.

Ad attenderlo all'aeroporto di Fiumicino, c'erano due brutti ceffi, vestiti con eleganti completi scuri. Forse brutti, non era l'aggettivo giusto, visto che le donne si giravano ammirate a guardarli, attratte dai loro lineamenti perfetti e dai loro fisici prestanti, ma Dillon poteva percepire la loro reale natura, anche se i loro occhi erano nascosti da occhiali scuri. Erano due vampiri.

E il più basso teneva in mano un cartello con sopra scritto il suo nome: DILLON BAXTER. Ciò nonostante il ragazzo era pronto a scommettere che lo avrebbero riconosciuto comunque, in qualche modo...

Benvenuto in Italia, signor Baxter.” esordì quello che portava il cartello.

Che accoglienza!” commentò sarcastico Dillon “Vi manca solo una cesta di frutta.”

I due vampiri ignorarono la battuta e porsero a un telefono cellulare che Dillon prese con riluttanza. Subito dopo cominciò a suonare. Dillon rispose immaginando già chi potesse essere.

Benvenuto, Dillon. Hai fatto buon viaggio?” disse l'odiosa voce di Louis dall'altro capo del telefono.

Dov'è Laura?”chiese furente Dillon cercando di non stritolare tra le dita quel dannato cellulare.

Rilassati. E' qui con me e sta bene.” assicurò Louis con voce suadente “Vuoi una prova? Eccoti servito.” Dillon udì la suoneria di un messaggio e lo aprì. Dentro vi era allegata una breve clip che mostrava Laura, più pallida di quanto l'avesse mai vista, addormentata in un letto con una testiera di legno massiccio. Era ancora viva.

Come vedi non le abbiamo torto un capello.” disse Louis quando Dillon si portò di nuovo il telefono all'orecchio. “Adesso voglio che tu prenda il tuo cellulare, lo spenga e lo lasci qui in un armadietto insieme al tuo portafogli. Uno dei ragazzi qui, ti darà la chiave. Poi ti farai condurre a destinazione senza alcuna resistenza, intesi?”

Dillon non gli rispose e preferì passare il telefonino ad uno dei due emissari.

E' tutto apposto. Partiremo subito.”disse il vampiro con i capelli neri per rassicurare Louis.

Il secondo vampiro porse a Dillon una piccola chiave. “Gli armadietti sono da questa parte.” gli disse accennando ad un corridoio.

In pochi minuti Dillon eseguì le istruzioni di Louis e a malincuore consegnò la sacca ai suoi tirapiedi. Sperava sinceramente di poterla recuperare presto.

I due vampiri però, con sua grande sorpresa non accennarono ad uscire dall'aeroporto ma si diressero ad un hangar poco distante.

Dove stiamo andando?” chiese Dillon senza ottenere alcuna risposta.

In compenso si accorse che in quell'area si trovavano degli elicotteri.

Di solito non li fanno atterrare qui.” disse il vampiro con i capelli castano chiaro. “Ma noi abbiamo delle conoscenze influenti.”

Che onore.”commentò Dillon asciutto.

I vampiri mostrarono dei documenti al personale e poterono procedere verso uno degli elicotteri. Era completamente nero ed aveva una V gialla dipinta sui fianchi. La cosa non sorprese affatto Dillon che si preparò a salire a bordo. I vampiri presero posto alla guida del velivolo e dopo aver ottenuto l'autorizzazione decollarono. Dillon in silenzio pensò che non era mai salito a bordo di un elicottero prima d'ora, nonostante l'aviazione gli fosse sempre piaciuta. Suo padre da ragazzino lo aveva portato a vedere un museo dell'aeronautica e gli aveva detto che da grande avrebbe potuto prendere il brevetto da pilota se avesse voluto. Niente invece era andato come programmato nella sua vita.

Guardò il paesaggio sotto di sé e si chiese se avessero scelto l'elicottero per arrivare prima in Toscana, ammesso che fossero diretti lì. “Si può sapere dove stiamo andando?” chiese alla fine spazientito.

Il vampiro bruno lo guardò con la cosa dell'occhio senza voltarsi “Non siamo autorizzati darti informazioni.” disse bruscamente. “Possiamo solo dirti che questo mezzo di trasporto è stato scelto per evitare imprevisti da parte tua. Possono accadere molte cose durante un viaggio in macchina, essere costretti a soste improvvise e sappiamo che tu sei molto forte e veloce, cacciatore. Ma scommetto che non sai volare.”

Dillon continuò a guardare fuori dal finestrino, senza scomporsi. “Non ancora.”

  
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