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Autore: Itstwobananas    30/11/2012    2 recensioni
E quindi? Tu sei qui per riparare il mio cuore? Tu sei qui per rendermi felice?
"Da oggi il mio compito è quello di farti sorridere",mi hai detto. Ma il mio sorriso è così spento.
Bramo le tue labbra, come fossero l'ultima goccia d'acqua nella siccità. Pretendo il tuo tocco, come se fosse un tocco divino, capace di guarire addirittura i lebbrosi.
Ti voglio, ti desidero. Ma il mio cuore è infranto.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Niall Horan, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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E se prima pensavo che senza di te fosse finita,
ho colto l'occasione e ho iniziato una nuova vita.
Di certo qua non sono io che c'ho rimesso, 
e sono molto più contento a sapere di averti perso.
-GionnyScandal.



Dislocazione temporanea del dolore. 
E' così che l'ha chiamata, lui. 
Dislocazione:  l'atto di dislocare| spostamento | trasferimento. 
Temporanea: che dura per un tempo determinato o indeterminato, ma non oltre | provvisorio.
Del: Preposizione articolata.
Dolore: sentimento di pena e di tormento, dovuta ad un male di una parte del corpo | dolore fisco | sentimento di profonda sofferenza dell'animo: dolore morale.
Spostamento provvisorio del dolore morale.
Eppure, ancor prima di informarmi, avevo capito il significato. 
Perché io Matts lo capivo sempre.. O forse era lui che capiva sempre me. Ero un libro aperto per lui, e ciò mi spaventava. 
Lui mi studiava; e addirittura mi conosceva più di quanto io conoscessi me stesso.
"Come stai?"
"Bene."
Eppure, me lo chiedeva sempre quando davvero c'era qualcosa che non andava.
Lui lo capiva, forse perché son sempre stato un tipo espansivo, mentre quando sono con il morale a terra mi limito a risposte decise, soprattutto monosillabi; e divento anche parecchio acido. 
Matts la chiamava 'dislocazione temporanea del dolore', io semplicemente masochismo. Perché forse se continuavo a farmi del male, un motivo doveva esserci; Perché forse quel dolore non mi faceva poi così schifo. 
I jeans appallottolati sul letto e magliette sparse un po' dovunque, ormai facevano parte della mia camera. Mamma tornava sempre di meno a casa: 'straordinari', li chiamava lei. Ma io sapevo che sotto c'era un altro uomo. 
Uomo.
Ragazzo.
Niall. 
Mi leccai le labbra, riuscii a sentire il suo sapore anche se ormai era passata un'intera notte.  
Mi strinsi i lacci della Converse, lavai i denti con una certa allegria che non faceva parte del mio io, e uscì con un sorriso che faceva luce nella nebbia dei primi di novembre. 
Appena superai la soglia della porta uno strano freddo mi entrò nella ossa. Possibile che il tempo fosse cambiato così velocemente? Sentii il vento pungermi sul viso e mi alzai la sciarpa fino al naso, salii sul mio motorino blu notte metallizzato e partii in tutta fretta. 
La scuola era sempre la stessa, ma la guardavo con nuovi occhi.
Dentro c'era lui. Lui che lentamente stava spazzando il nero pece dal mio cuore. 
Entrai, e i corridoi tutti uguali e pieni di gente ammassata, per un attimo, mi demoralizzarono. 
Volevo i suoi capelli biondi, volevo il suo oceano blu, volevo il suo sorriso timido. Quello? Quello lo amavo. 
Non avevo fatto altro che pensare a lui, tutta la notte ma la paura mi invadeva ogni fibra del corpo: lui non era lucido. Per lui era un gioco dovuto ad una sbronza. 
Ma se 'il vino veritas' forse non c'era tanta bugia nella sua lingua che premeva contro le mie labbra, ma che io non avevo lasciato entrare.
Lo vidi, era lì: lui, il suo sorriso, i suoi capelli morbidi che desideravo toccare più di qualsiasi altra cosa.
Diana si avvicinò a me prima che potessi andare da lui. 
"Harry, ho letto il tuo oroscopo per oggi!" 
"Sono tutte puttanate, Dià. Lasciami passare, ci vediamo all'uscita."
Era stato sgarbato? Forse. Ma non mi importava. Non volevo vederlo scomparire, come quella mattina. Come nel mio sogno di quella notte, tutto così reale e poi? Un driiiin prolungato, aprii di fretta gli occhi e lui era scomparso. 
Un ciao appena accennato e i suoi diamanti erano puntati nei miei smeraldi.
"Buongiorno, Harry."
"P-potresti venire con me?"
Avevo perso tutta la spavalderia che mi era solita.
 Lo portai in bagno, per tutto il tragitto mi sentii i suoi occhi puntati addosso, ma non mi azzardai a guardarlo. 
Stavo pensando, stavo progettando. Mi ripetevo nel cervello quali erano i movimenti secchi e decisi che avrei dovuto compiere. 
Aprii la porta del bagno: vuoto. 
Spalancai una delle tre porticine che mostravano i meravigliosi cessi di quella scuola del cazzo. 
Primo movimento: afferralo. 
Lo presi per un polso, e lo avvicinai a me. 
Il mio cervello poco matematico analizzo che quelli dovevano essere più o meno 5 centimetri, lo spazio che ci divideva e che io avrei dovuto distruggere per riaverlo mio.
Il suo profumo mi invase la narici e coprì del tutto quello di piscio che popolava nel bagno. 
Da vicino i suoi occhi erano molto più blu e splendenti, saremmo dovuti rimanere così per sempre. 
Secondo movimento: avvicinati al suo viso e annulla le distanze. 
Poggiai una mano sul suo viso e feci aderire il mio petto al suo. Le sue labbra chiamavano le mie appena più carnose e non resistetti più di pochi attimi. 
"Har.." Non gli lasciai finire la frase e mi lasciai annientare dal suo sapore . 
Ricordai quando a 13 anni, mio cugino James mi disse: 
"Stampo, apri, lingua. Capito Harry? Stampo, apri, lingua. Vai là e catturala."
Il mio primo bacio. E pensare che era una ragazza, quella. E adesso mi faceva quasi schifo. 
Si chiamava Tiffany, che nome di merda. 
Pensai ai suoi lunghi capelli color cacao che poco avevano in comune con quelli che adesso stavo toccando, setosi e chiari. 
Pensai alle sue labbra piene di lucidalabbra al lampone e lo paragonai al sapore di... Paradiso che aveva la persona che stavo baciando ora.
La sua lingua si muoveva sinuosa contro la mia fuori allenamento da quando Zayn se n'era andato.
Fottuta aria. 
Mi staccai, non soddisfatto. Lo guardai, era lì che si mordeva le labbra. Sentii le sue mani poggiarsi sul mio sedere, in parte nascosto dai miei pantaloni bassi e la piattaforma dura e fredda del muro di quel posto sudicio. 
Risentii il suo sapore. Era lì, era mio adesso. Le sue mani salirono lentamente lungo la mia spina dorsale e una marea di brividi si impossessarono del mio corpo.
"Devi trovare l'interruttore, Harry." Ricordai ancora le 'perle di saggezza' di James e mi venne quasi da ridere.
Niall si stacco col viso soddisfatto di chi aveva vinto.
Ebbene sì. Lui aveva vinto, e andava ben oltre ogni gioco. Lui aveva vinto il mio povero cuore malato che vomitava, giorno dopo giorno, i resti di Zayn.
   
 
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