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Autore: Ailis_    30/11/2012    3 recensioni
{Sequel di "Come un fiore su un precipizio"}
E' la solita vecchia storia: lui, lei, l'altro. Lila non ha certo in programma di innamorarsi di qualcuno che non sia Steve, ma le cose capitano e lei non può impedirlo. E dovrà fare la sua scelte, volente e nolente.
Quando l'oramai ben nota sensazione che presto sarebbe accaduto qualcosa fece la sua comparsa, Lila era seduta -accasciata, più che altro- sul divano dell'appartamento che divideva con Kurt e Jackson e sbocconcellava una ciambella: la sentì che le stringeva lo stomaco mentre la tv borbottava monotona in sottofondo.
[...]
“La Terra è di nuovo in pericolo”
[...]
“Simpatico” borbottò la ragazza “avevo dimenticato quanto fosse piacevole parlare con te” ribatté lei e Loki accennò a un sorriso divertito: ecco finalmente un interlocutore degno di quel nome, qualcuno che riuscisse a tenergli testa.
“Non mi abbracci neanche?” la schernì, ma dietro la maschera si scoprì a sperare vivamente che lei lo facesse.
A tutto questo aggiungete un nuovo nemico di cui nessuno sa niente. Cosa succederà?
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo VI- Loki/Lila

Toc toc!

Mi uccidete? No, voi siete buone e misericordiose perciò perdonerete l'enorme ritardo con cui pubblico... giusto?

La mia giustificazione è la più banale e la più consueta: studio. Senza contare che la storia ha bisogno di profonde modifiche quindi ci vuole sempre un po' per apportare le correzioni e pubblicare.

E non dimentichiamo che sto scrivendo circa tre storie, tutto allo stesso tempo ^^

Be', detto questo vi lascio e inserisco anche il banner creato da Lights. Non trovate che sia stupendo?





Capitolo VII


I cliché sono classici che funzionano sempre



Quando aprì gli occhi Lila vide solo tenebre, al punto di pensare che, forse, aveva solo creduto di aver sollevato le palpebre. Poi i suoi occhi si adattarono lentamente alla mancanza di luce e, socchiudendoli, scorse i contorni poco precisi degli oggetti.
Non che ci fosse molto da vedere: c'erano alcuni mobili e una porta, bassa e stretta. Sotto le dita percepì la consistenza delle mattonelle del pavimento e del muro. Quando il suo cervello ebbe raccolto più dati possibili, si rese conto che quella doveva essere una cella o qualcosa di molto simile.
Ma come ci era arrivata lì? Chi l'aveva rinchiusa?
Ricordava di essersi lanciata nel portale per seguire Loki e di essere... svenuta?
Si alzò e si massaggiò il capo dolorante: chiunque l'avesse portata lì non doveva averla depositata con molta grazia. Per fortuna aveva la testa particolarmente dura, perché se così non fosse stato avrebbe rischiato un trauma cranico tanto tempo prima.
Percorse con passi lenti il perimetro quadrato della stanza, misurandola e muovendosi con circospezione. Intanto percepì dentro emozioni contrastanti; dapprima ci furono panico e sgomento.
Non era la prima volta che si metteva in un guaio -davvero, doveva fare qualcosa per sopperire alla mancanza di spirito di conservazione- ma l'unica volta in cui aveva rischiato tanto era stato quando Loki l'aveva rapita e anche allora non aveva provato quelle sensazioni che perciò la colsero del tutto impreparata.
Già allora aveva pensato di aver provato paura e sconforto, ma con il senno di poi ora capiva che quella non era mai stata angoscia.
Una parte di lei -qualcosa che neppure lei all'epoca aveva avuto l'acume di ascoltare- sapeva già allora che Loki non le avrebbe fatto davvero del male.
Forse aveva ucciso e avrebbe voluto soggiogare il loro mondo -senza forse, le ricordo la sua coscienza, lo avrebbe fatto se ci fosse riuscito- ma a lei, Lila, Loki non avrebbe mai torto un capello.
Ma stavolta non era con lui che aveva a che fare, ma con qualcuno che aveva visto per pochi minuti e che pure sembrava molto pericoloso.
Pensò a Loki, si chiese dove potesse essere e sentì la paura attanagliarle le viscere: cosa gli stavano facendo? E chi era la persona che li aveva rapiti?
Immaginò i mille modi in cui avrebbe potuto torturarlo e si sentì mancare il fiato per l'angoscia. Avrebbe voluto gridare, ma si limitò a ringhiare frustrata mentre percorreva il pavimento a passi sempre più grandi e nervosi.
Poi decise che quello era il momento di calmarsi e riprendere il controllo della propria mente e di tutte le sue facoltà.
Ragiona, si impose. L'intelligenza era l'unica cosa su cui poteva contare lì e se ne avesse fatto buon uso avrebbe potuto trasformare il suo soggiorno forzato in un modo per ottenere le informazioni che mancavano ai Vendicatori.
Prima o poi qualcuno sarebbe venuto e allora avrebbe messo in atto tutte le astuzie di cui era capace, ma fino ad allora non le restava che lasciarsi cadere sul pavimento a far niente.
Incapace di restare inattiva, la sua mente volò inevitabilmente a Steve e a Loki e di nuovo l'ansia la sopraffece.
Non riusciva a stare ferma e iniziò a tamburellare con le dita sulle mattonelle, fino a quando non si ritrovò a chiedersi cosa fosse quel sentimento che provava per Loki, quello che la spingeva a preoccuparsi tanto.
Non era semplice attrazione, ma questo voleva dire che quindi era amore? Non era lo stesso sentimento che provava per Steve, quella era una certezza.
Ciò che provava per Capitan America era qualcosa di destabilizzante, qualcosa che aveva ribaltato il suo mondo.
L'amore che provava per Steve aveva trasformato il suo modo di vedere tutto; mari, stelle, vento, persone... tutto si era fermato e poi aveva ripreso a muoversi intorno ad un altro asse di simmetria.
E allora perché non le bastava un sentimento del genere? Qualunque ragazza avrebbe dato tutto per avere qualcuno che la guardava come faceva Steve, per essere amata in quel modo.
Cosa c'era di sbagliato in lei? Perché non riusciva ad essere felice con tutto quello che aveva?
Mi sto trasformando in Catherine, constatò con una punta di amarezza, e sto diventando lagnosa come la protagonista di una soap opera della abc.
Sbuffò una mezza risata, poi sentì una chiave girare nella toppa della serratura e la porta aprirsi.
Scattò in piedi, pronta ad affrontare qualunque avversario, ma l'unico a varcare la soglia fu Loki. O meglio, l'unico ad essere spinto attraverso l'uscio fu lui.
Lila non vide chi fosse l'autore del gesto né se ne curò: scivolò laddove Loki era caduto e si chinò su di lui.
Gli abiti erano strappati sulle braccia e sulla schiena, laddove era passata la frusta, trascinando via con sé la pelle e lasciando profondi squarci.
Il viso, per quel poco che riusciva a vedere, era pallido e sporco di sangue: ad occhio e croce doveva avere il labbro inferiore spaccato in più punti.
Aveva paura di toccarlo e di muoverlo: non voleva provocargli dolore.

Loki!” lo chiamò sfiorandogli delicatamente la spalla.
Loki” lo chiamò ancora e cominciò a spaventarsi quando non ottenne nessuna risposta. Sentì la stessa preoccupazione che provava quando Steve andava in battaglia assalirla e sommergerla.
Si chinò su di lui per sentire se respirava e avvertì il suo respiro spostarle una ciocca di capelli.
Solo allora sospirò di sollievo e ricacciò indietro la paura. Non poteva farsi prendere dal panico: doveva pensare a lui, curarlo e lenire il suo dolore: sentiva che era suo dovere farlo.   
In quel momento Loki aprì gli occhi e Lila gli rivolse un sorriso pieno di tenerezza, ma non si azzardo ad accarezzargli una guancia.

Stai bene?”
Ho avuto momenti migliori” sussurrò lui, regalandole tuttavia un mezzo sorriso per poi scoppiare in un eccesso di tosse.
C'è dell'acqua” gli fece notare Lila alzandosi per prendere la brocca posata sul tavolo “ne vuoi un po'?”
Loki scosse il capo mentre si sistemava su un lato, probabilmente una delle poche parti prive di ferite.

Aspetta” intervenne lei a sostenerlo.
Guardandosi intorno si rese conto che la cosa più simile a un letto era un pagliericcio su cui era stato buttato sopra una coperta e storse il naso.
Non avrebbe fatto coricare Loki lì, non con le ferite ancora aperte che potevano infettarsi facilmente.
Si spostò perciò verso il muro e vi appoggiò la schiena, lasciando poi che Loki prendesse posto tra le sue gambe, con il capo appoggiato contro la sua spalla.
Da quella posizione Loki poteva respirare a pieni polmoni il profumo di Lila, una mistura perfetta di gelsomino, cocco e rose.
Era tremendamente rilassante e gli trasmetteva una sensazione di calore che lo avvolse e quasi lenì il dolore. Era assurdo che lui, un dio, si sentisse al sicuro nell'abbraccio di una fragile umana, ma era proprio così.

Se continuerai a mostrarti così dolce potrei pensare che ti sia improvvisamente accorta di amarmi” la prese debolmente in giro e Lila non lasciò sfuggire l'occasione di una piccola schermaglia verbale.
Non montarti troppo la testa. Sai, mi sembrava che questo fosse il momento in cui il principe -e tu lo sei, permettermi di ricordartelo- si mostra in tutta la sua forza alla principessa” si fece beffa di lui.
Per fortuna che non ce n'è una in vista” mormorò e Lila ridacchiò.
Le palpebre si fecero pesanti e provò il desiderio di risposare tra le braccia di Lila, nel calore di quella stretta. Piano piano, senza neanche accorgersene, cedette a quella tentazione e si addormentò.

Cosa è successo?” gli domandò, ma non ottenne risposta.
Abbassò lo sguardo e vide che dormiva con un'espressione beata sul viso, così sorrise e iniziò a carezzargli i capelli.
All'improvviso la stanchezza sopraffece anche lei, ma era decisa a non chiudere gli occhi. Avrebbe vegliato su Loki fino a quando non si fosse svegliato e per tenersi vigile afferrò la brocca d'acqua e, strappato un lembo di stoffa dai suoi pantaloni, lo usò per lavare via il sangue.
Guardando il volto rilassato di Loki, fremette mentre gli sfiorava il viso e i capelli, mentre posava le labbra sulla sua fronte e sulla punta del naso.
Una prigione era fatta per contenere cose pericolose che non potevano girare in libertà e quel sentimento lo era: una lama a doppio taglio, da maneggiare con estrema cautela, ma che ancora non aveva un nome.
Tuttavia non voleva reprimerlo. Aveva passato tutta la sua vita a sconfiggere tutte quelle sensazioni che il suo cervello valutava come inappropriate e il risultato qual era stato? Si era persa mille esperienze.
Era venuto il momento di lasciarsi andare a quella sensazione di calore che provava sia con Steve che con Loki: tutto stava nel comprendere chi dei due fosse più importante nella sua vita.
Sapeva che non sarebbe stato semplice, ma al diavolo! Per una volta non voleva preoccuparsi di niente e godere di quel momento -forse l'ultimo- di pace.


*

Una pazza, folle, sconsiderata, incosciente e imprudente, ecco cos'è la tua fidanzata, Steve!” ringhiò Thor sbattendo il pugno sul tavolo.
Steve si chiese dove stesse la novità. Era insolitamente calmo, vista la situazione, e questo non piaceva a nessuno.
Non aveva ancora proferito verbo da quando erano tornati e questo era anche peggio, dato che non avevano fatto altro che pensare a dove potessero essere Lila e Loki e come fare per riportarli a casa. E di solito quando si parlava di piani d'azione Steve non era silenzioso, mai.
Il fatto era che stava ancora assimilando bene ciò che era successo: Lila, la sciocca e sconsiderata Lila, si era gettata in un portale per seguire il loro nemico e Loki.
Scavando a fondo ed essendo sincero con sé stesso, Steve non poté negare che era quello a preoccuparlo e sentì un vero egoista.
Dopotutto, rischiavano entrambi di morire, giusto? Eppure a lui importava solo del fatto che lei aveva scelto di correre quel rischio per Loki e non per lui.
Lo avrebbe fatto anche per te, gli disse la sua coscienza e razionalmente -se ci poteva essere qualcosa di razionale in quella storia- lo sapeva anche il suo cervello, solo che era difficile da accettare.
Proprio come era dura da digerire la rabbia che provava verso la ragazza.
Non pensava alle conseguenze delle sue azioni? Quando l'avrebbero trovata le avrebbe fatto passar ela voglia di compiere gesti così folli, o se lo avrebbe fatto!

Il problema non è la sconsideratezza di Lila” iniziò Natasha, ma venne interrotta dal borbottio di Capitan America, qualcosa di molto simile a “questo lo dici tu”.
Il problema” continuò imperterrita “è capire con chi abbiamo a che fare e perché ha portato via Loki e poi trovare il modo di scovarli, dovunque siano”
E hai qualche idea per la prima e un piano per la seconda?” la prese in giro Tony. Steve si appuntò di dirgli che no, il sarcasmo non era un modo per allentare la tensione e che al contrario ne creava solo dell'altra.
Natasha fu costretta a tacere, anche se si vedeva lontano un miglio che avrebbe voluto poter rispondere a quella provocazione.

Cosa possono volere da Loki?” si chiese Thor, con un tono di voce abbastanza alto perché tutti potessero sentire.
Nessuno riuscì a trovare una risposta e il dio del tuono rimase ad arrovellarsi il cervello. Poteva essere vendetta per il suo fallimento? Una punizione per la mancata conquista di Midgard e del Tesseract?
O c'era altro?
In ogni caso, gli importava relativamente. Voleva solo ritrovare suo fratello e salvarlo, dovunque fosse.
Poteva anche aver ucciso e tutto il resto, ma per Thor Loki sarebbe stato sempre, qualunque cosa fosse successa, il suo fratellino.
E nella sua ottica era suo dovere di fratello maggiore proteggere l'altro.
Certo, era anche preoccupato per Lila, ma il pensiero di lei veniva completamente oscurato da quello di Loki e della sua incolumità.
Voleva riportarlo a casa anche perché sentiva, per la prima volta dopo molto tempo, che Loki stava tornando ad essere il fratellino che aveva sempre amato.
Ed era merito di Lila e forse anche un po' suo. Probabilmente non era vero, ma gli piaceva pensarla così.
Sospirò, ma le sue elucubrazioni furono interrotte dall'ingresso di Fury che teneva in mano un oggetto che non riconobbe subito.

Questo cos'è?” domandò.
Tutti spostarono lo sguardo sul cubo e all'improvviso ricordarono: Lila ci stava lavorando prima della battaglia.

Niente di importante, ora come ora” borbottò Tony mentre prendeva l'oggetto e iniziava a giocherellarci. Avrebbe dovuto buttarlo, dopotutto Lils non era lì per metterci mano, tuttavia qualcosa gli diceva che sarebbe tornato utile un giorno.
Non sapeva cosa fosse a suggerirglielo, però sentiva che era un oggetto prezioso, forse addirittura la chiave per la liberazione di Loki e Lila.
Tutto stava nel trovare il modo in cui usarlo.

A ben pensarci” considerò Stark mentre esaminava l'oggetto sotto varie angolazioni “potremmo finire il lavoro di Lila”
A che scopo?” gli domandò Barton
Pensateci un attimo” li incitò Bruce “se noi concludiamo la copia del Tesseract potremmo mettere in atto il piano di Lila per attirare lui, chiunque sia, qui”
E farci dire dove ha rinchiuso Loki e Lila” completò Thor battendo ancora una mano sul tavolo, ma stavolta con un sorriso che gli attraversava il viso da orecchio a orecchio.
Tony si alzò “Allora, cosa state facendo ancora lì? Su su, abbiamo qualcuno da prendere a calci” e con questa perla di saggezza si diresse verso il laboratorio.


*

Quando Loki aprì gli occhi si chiese dove fosse e cosa fosse la cosa profumata su cui era appoggiata la sua testa. Sapeva di fiori, con una nota calda e accogliente: in qualche modo gli ricordava l'aria di Asgard, il profumo che entrava dalle finestre nelle calde mattine della primavera morente.
In un attimo i ricordi della sera passata gli riempirono la mente e quando realizzò che era una spalla quella su cui si era accasciato la notte prima, alzò lo sguardo.

Buongiorno” Lila lo guardò con dolcezza, in un modo diverso da quanto avesse mai fatto e Loki se ne rese conto, anche con i sensi annebbiati dal sonno.
Buongiorno” biascicò. Sentiva il corpo debole e affaticato, ma la sua mente, al di là della nebbia del sonno che si stava lentamente diradando, era lucida.
C'era qualcosa che però non quadrava. La debolezza era legittima, ma avrebbe dovuto essere accompagnata dal dolore e dal pulsare delle ferite.
Non sentiva né l'uno né l'altro e solo allora si accorse che anzi erano pulite e cominciavano a rimarginarsi.
Poteva essere stata solo lei, Lila. La guardò, come a chiedere una spiegazione, ma non ne ebbe bisogno: vide gli occhi azzurri, quelli che tanto gli piacevano, contornati da profonde occhiaie violacee e comprese.
Lo aveva vegliato tutta la notte, stringendolo a sé e curandolo come avrebbe fatto una madre. O un'innamorata.
Il pensiero era dolce come il miele, tentatore, ma non voleva che la sua mente se ne assuefacesse perché altrimenti non ne avrebbe più potuto farne a meno.

Come ti senti?” gli chiese accarezzandogli i capelli scuri, in netto contrasto con quelli di lei, quasi biondi.
Loki si perse ad osservare quel gioco di colori, così diversi che chiunque avrebbe potuto pensare che non potessero conciliarsi l'uno con l'altro.
Ma non era così: il castano dorato di Lila sembrava simile al sole per i suoi riflessi e sembrava fatto apposta per illuminare il nero notte di quelli di Loki.
Quei pensieri non erano proprio da lui, assolutamente inadatti a un dio: era tutta colpa del dolore che gli aveva annebbiato la mente, ecco.

Meglio” le rispose dopo svariati minuti di silenzio e Lila si aprì in un sorriso tirato.
Doveva essere davvero stanca, considerò Loki. Da quanto non dormiva? Uno, due giorni?

E tu invece?” le chiese.
La ragazza si portò una mano alla bocca e sbadigliò “Ho solo molto sonno” si limitò a dire.
Fu il turno di Loki di sorridere -o ghignare, a seconda dei punti di vista- e sollevarsi a sedere.

Aspetta, ti si apriranno le ferite!” lo redarguì lei, ma era troppo stanca per opporre una vera resistenza.
Ma Loki non si appoggiò al muro -le ferite potevano anche essere in via di guarigione, ma restavano un punto estremamente sensibile-, ma si stese di lato sulla coperta e trascinò Lila con sé.
La avvolse con le braccia e notò quanto fosse minuta, abbastanza affinché le sue braccia la circondassero completamente.
Gli fece uno strano effetto sentire che non si opponeva a quel contatto, come se avesse deposto le armi e si fosse arresa a ciò che provava.
Era ora, pensò.

Dormi” le disse solo mentre spostava la testa e le sue labbra sfioravano accidentalmente la fronte di Lila che pure sorrise e scosse il capo.
Non riesco a fare niente se c'è silenzio totale, neanche dormire”
Sei assurda. Come fai di solito?”
“Ipod” rispose semplicemente lei. Le palpebre erano pesanti, eppure era certa che nel momento in cui sarebbe calato il silenzio tra loro non sarebbe più riuscita a dormire.

E cosa sarebbe?”
Lila ridacchiò, poi si sistemò meglio nell'abbraccio di Loki, mugugnando soddisfatta quando trovò il calore che cercava “Te lo spiego un'altra volta, eh?”
“E cosa dovrei fare per farti dormire?” le chiese, beffardo, ma Lila era davvero troppo esausta per badarvi.

Parla”
Di cosa?”
Di tutto ciò che vuoi. Per esempio, non ti senti mai in colpa per le persone che hai ucciso?”
“Oh, vuoi iniziare con i discorsi pesanti, eh? Perché dovrei, principessa?”

Perché avevano una vita, una famiglia, dei figli, fratelli”
E questo dovrebbe commuovermi?” le domandò con voce fredda perché aveva capito esattamente dove Lila voleva andare a parare.
Se ci fosse stato mio fratello tra quelle persone, io ne sarei morta” gli fece notare semplicemente “Il legame tra due fratelli è qualcosa di unico, Loki, forse ancora più di quello tra madre e figlio e marito e moglie. L'amore va e viene, ma un fratello è per sempre”
“Io e Thor non siamo davvero fratelli, Lila. Non vedo perciò l'utilità di questo discorso”
Lila era stanca, ma non avrebbe mollato ora che era riuscita a iniziare il discorso. Aveva atteso tanto per arrivare a quel punto e non avrebbe permesso alla stanchezza di vincerla.

I legami di sangue sono sopravvalutati. Io ho avuto un padre per metà della mia vita, ma Simon no. Per lui è Dave il suo papà, anche se non è colui che gli ha dato fisicamente la vita. Come puoi vedere, non contano poi molto dna, annessi e connessi”
Perché fai tutto questo?”
“Come ti ho detto, se mi portassero via mio fratello in qualunque modo ne morirei e vorrei che qualcuno me lo riportasse indietro. La famiglia è l'unica cosa ad essere sempre con noi”
“Questi sono un sacco di clichè” la redarguì con una punta di cattiveria.

Può darsi” sussurrò lei, per poi chiudere gli occhi e posare la testa sul suo petto “Ma sono clichè per un motivo: i classici funzionano sempre” le ultime sillabe scemarono in un mormorio indistinto e poi si addormentò.
A Loki non rimase che rimuginare, suo malgrado, sulle parole di Lila in solitudine, cullato solo dal respiro regolare della ragazza e dalle smorfie sul suo volto.
Avrebbe preferito poterle rimuovere, ma ogni volta che abbassava lo sguardo sul viso addormentato di Lila gli tornavano alla mente a tradimento.
Si disse che per lei era facile parlare: era la primogenita e non aveva mai dovuto vivere all'ombra di un fratello come Thor.
Non aveva mai dovuto competere per un trono né i suoi genitori le avevano mai preferito qualcun altro, perciò non poteva sapere cosa aveva provato, cosa lo aveva spinto a fare quel che aveva fatto.
Stranamente desiderò svegliarla e spiegarle tutto per farle capire tutte quelle cose. Fu tentato di farlo davvero, ma poi vide la sua espressione rilassata contro il suo petto e rinunciò.


*


Benché avrebbe di gran lunga preferito continuare a lavorare per trovare Loki e Lila, alla fine Thor dovette cedere e andò a letto.
Ci mise molto ad addormentarsi, oppresso dall'angoscia e dalla rabbia. Ogni minuto trascorso coricato sul materasso –e classificato perciò come una perdita di tempo- era una vera tortura.
Alla fine cedette senza accorgersene, proprio nel pieno di un ricordo che si trasformò in sogno. Forse per quello ci mise un po' a comprendere di essersi addormentato.
Nel sogno c'erano lui e Loki.
Non potevano avere più di sei anni e stavano giocando a fare la lotta in un prato. Lo faceva spesso, quando erano lontani dagli occhi vigili di Frigga.
Già allora Thor aveva dimostrato una maggior predisposizione al combattimento, ma ogni tanto gli piaceva lasciar vincere il fratellino.
Era bello vederlo sorridere quando succedeva e sembrava bastare davvero poco per renderlo felice.
Thor sorrise guardando se stesso e Loki mentre si azzuffavano senza vera cattiveria.
Solo dopo un po' si rese conto che la prospettiva da cui guardava era strana. Insomma, avrebbe dovuto vivere quel ricordo, non guardarlo da fuori come se fosse un semplice spettatore.
Era... strano.
Si guardò intorno, ma alla fine la sua attenzione fu di nuovo attratta dai due bambini che giocavano.
Socchiuse gli occhi, guardandoli con tenerezza.
Avrebbe tanto voluto poter tornare a quei tempi, quando Loki non sapeva ancora di essere stato adottato e sorrideva più spesso. Quando, soprattutto, non lo odiava.
Non aveva mai pensato a quanto gli volesse bene finché Loki non aveva iniziato a disprezzarlo e a tentare di ucciderlo.
Quel pensiero lo uccideva, proprio come lo torturava l'idea di averlo ferito per tanto tempo.

Siete adorabili” sussurrò una voce dolce alle sue spalle.
Thor sussultò e quando si voltò si trovò di fronte a Lila. Lo stupì vederla con addosso una lunga veste verde pallido e ancora di più lo sorprese il fatto che la sua attenzione si fosse catalizzata su quel dettaglio insignificante.

Cosa ci fai qui?” le domandò, scrutandola con stupore.
Non lo so” ammise sinceramente “un momento prima stavo dormendo in una cella e quello dopo mi sono trovata qui”
Non è opera tua?” le domandò avvicinandosi. La sfiorò con le dita e si accorse che era reale, tanto quanto lo era lui almeno.
Come potrebbe? Sono un essere umano, ricordi?” lo prese bonariamente in giro. Thor socchiuse gli occhi e decise che sì, quella era decisamente Lila.
Lila si avvicinò e lo affiancò. Era tanto vicina che ne poteva sentire il suo profumo -rose e gelsomino- unito però a una nota nuova, diversa eppure familiare.

State bene? Siete feriti?” le domandò.
Lila attese un momento: non voleva farlo preoccupare, ma dirgli che era tutto a posto equivaleva a mentire. Alla fine opto per una mezza

Ora stiamo bene. Entrambi” chiarì senza guardarlo negli occhi, rivolgendo la sua attenzione ai due bimbi che ora hanno smesso di lottare e ridono insieme.
Eravate adorabili” ribadì sorridendo brevemente. E c'era tanta tristezza in quel sorriso che Thor la sentì più vicina a sé e per la prima volta capì davvero quanto Lila tenesse a Loki.
Poi gli venne in mente un dubbio, un dettaglio su cui non poteva sorvolare.

Cosa vuol dire che ora state bene?”
Lila si morse il labbro inferiore prima di parlare “Loki è stato torturato, ma ora sta bene” si affrettò ad aggiungere quando vide l'espressione sul viso di Thor.

Dobbiamo tirarvi fuori da lì”
“E come pensi di fare? Non sappiamo neanche dove siamo”

Tony e Bruce stanno lavorando alla copia del Tesseract” la informò nella speranza che le venisse una qualche idea geniale.
State portando avanti la mia idea? A che pro? Se anche doveste catturare quella creartura non vi dirà dove ci tiene rinchiusi”
Hai altre idee?”
“No, insomma, quella della copia è buona, ma sento che non funzionerà” si lagnò lei spostando lo sguardo su di lui.
Cominciò a camminare avanti e indietro di fronte a lui e Thor si chiese cosa stesse passando per la mente di Lila. La conosceva da abbastanza da sapere che se c'era un modo per liberarli lei lo avrebbe trovato. La sua mente era l'arma più potente che le fosse stata data e lo sapeva proprio tutti.
Ad un certo punto Lila si immobilizzò e si voltò con un'espressione concentrata impressa sul viso.

Thor, pensate di poter finire in fretta la copia del cubo?”
Tony dice che è quasi terminata. Ancora poche ore di lavoro, così ha detto”
Lila annuì e tornò a camminare, ma stavolta la sua espressione era impercettibilmente mutata.
Tornò a fissarlo, ma quando aprì la bocca non ne uscì nessun suono. Thor inarcò con un sopracciglio, stupito e confuso.
Lila boccheggiò e cercò di dire qualcosa, ma niente: sembrava che qualcuno le avesse rubato la voce.
Si sporse verso Thor che tentò di afferrarla al volo, ma gli sembrò di toccare aria condensata che si faceva via via sempre più impalpabile.

Lila!” la chiamò. Avrebbe voluto avere più tempo, chiederle ancora come stava Loki e magari ringraziarla per quello che stava facendo per lui, ma Lila stava lentamente svanendo e c'era una cosa che doveva fare prima che sparisse del tutto.
La abbracciò e fu una sensazione strana, come se stesse cercando di afferrare il fumo a mani nude.

Abbraccia mio fratello anche per me” sussurrò ed era certo che lei avesse capito perché la vide annuire brevemente un momento prima che si dissolvesse nell'aria.
Solo quando fu scomparsa del tutto si rese conto che non gli aveva detto cosa aveva in mente e come avesse pensato di risolvere la situazione.
Tuttavia lei era Lila ed era insieme a Loki: insieme quei due avrebbero pensato a qualcosa e lui si fidava. Di entrambi.



Continua


   
 
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