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Autore: Emera96    30/11/2012    8 recensioni
Sono passati dieci anni dalla guerra che rivoluzionò Panem.
Katniss e Peeta vivono insieme, ma a Peeta questo non basta.
Per questo, chiederà a Katniss di sposarlo in un modo tutto suo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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6. Siamo ancora una famiglia? 



piccolo spazio autrice:

Vi autorizzo a picchiarmi selvaggiamente con la mazza chiodata.
*si ripara come può usando una persona a caso come scudo umano*
L'ispirazione ormai non è più amica mia, ovviamente.
Quindi se il capitolo fa schifo non mi uccidete, vi prego.
Ps. Ho rimesso Effie e Haymitch, visto che sono piaciuti tanto.. e anche una novità. chi sarà?










Pov Peeta.

Tutto sembra andare in discesa, come se davvero 'la fortuna fosse a nostro favore'.
Ma stavolte non è solo una frase fatta di Capitol, non è quella frase che per sei anni alla Mietitura mi faceva sperare di passare tutto indenne, senza nessuna colpa sulle spalle. Non è quella stupida, irritante frase che usciva fuori dalle labbra brillanti e sgargianti di Effie, dette col suo inimitabile accento.
No, stavolta è tutto vero, è come in quei film che Katniss è riuscita a rifilarmi nel giro di questi anni insieme. Quelli di qualche secolo fa , in cui due persone si incontrano e si scoprono piano piano. Poi magari litigano, o magari si tradiscono anche. Ma se c'è una cosa che ho imparato di quei film, è che finiscono sempre bene. Si chiama 'lieto fine'. E' come una formula di chiusura di ogni singolo film. Di certo la fantasia non era il punto forte dei nostri antenati, poco ma sicuro.

Quando non sei abituato a tanta felicità finisci per avere paura.
Paura che prima o poi qualcosa di sbagliato si abbatta su di te, senza che tu possa fare niente.
Paura che qualcuno ti porti via la persona che ami, trasformandola in un mostro.
Paura di un sentimento troppo positivo, dopo anni scuri, pieni zeppi di incubi.

- Ciao amore! - mi dice Katniss, rientrando dalle solite due ore nel Prato. Il viso radioso sembra illuminare la vecchia giacca del padre.
E' bello vederla felice, sembra quasi che riesca a uccidere i dubbi di qualche secondo fa. Pura magia..o amore, che preferisco.
- Ciao, novità? - rispondo, tenendola tra le mie braccia qualche secondo, come se volessi trasmettere tutto il mio calore.
- In realtà sì. So che ti avevo promesso che facevamo qualcosa di speciale stasera.. - inizia, sorridendo a quella allusione.
- Ma? -
- Ma mentre tornavo dal Prato ho incontrato Effie e siamo da lei a cena. Ha detto che in serbo qualcosa di... -
- grande grande grande? - rispondo, finendo la sua frase, imitando i modi esageratamente plateali di Effie.
- Esatto. Abbiamo ancora un paio d'ore per noi, no? - dice di rimando, un sussurro quasi impercettibile nell'orecchio.

In tutta risposta, mi avvicino al camino e, avvertendo il freddo pungermi sulla pelle come dei piccolissimi spilli, lo accendo nel giro di pochi minuti. Vedo Katniss prendere uno di quei vecchi film, indecisa su quale vedere. Riconosco le copertine e sorrido, sapendo già quale sceglierà. 
Ci mettiamo al bordo del divano, e mi avvicno a lei, la mia mano destra che attorciglia i suoi capelli in piccoli riccioli, come facevamo una decina di anni fa, in vista dei Giochi. Lei si abbandona e appoggiando la sua testa sulla mia spalla, inizia a singhiozzare ancora prima che il film inizi. E io riguardo quel vecchio film.
Non è il classico film d'amore, questo. E' uno di quelli che ti fanno piangere, di quelli che ti smuovono qualcosa dentro che ti fa riflettere a fondo per qualche ora. Si chiama A time for dancing, parla di una ragazza che scopre di avere una malattia incurabile, a poco più di vent'anni. Ma lotta fino alle fine, facendo cose che ha paura di non avere il tempo di fare..come innamorarsi di un ragazzo. Ma io so già che se Katniss piange, non è certo per quella strana malattia.

- Ehi, basta piangere, piccolina. Ci sono qua io. - le dico piano, come si fa con un cucciolo spaventato.
- Lo vedi? Lei sta male. Lei sa di avere poco tempo per sè. - 
- Lo so, ma qual è il problema? - chiedo, pur sapendo già la risposta che seguirà.
- Lei non è sola, vedi? Lei ha sua madre, suo padre. Loro non vivono più, loro cercano ogni modo possibile per affrontare la cosa insieme, anche se sanno..anche se sanno che non servirà a nulla, loro ci provano. Loro provano a renderla felice, loro non si arrendono. Loro sono una famiglia e io... -
- Tu una famiglia ce l'hai, e siamo noi, Kat. Lo sai, siamo io e te, siamo noi. Non abbiamo bisogno di altri. Ci bastiamo a vicenda. - le dico, fissandola.
- Io vorrei una famiglia come quella, Peeta. Mi sento così sola! - risponde, alzandosi e chiudendosi in bagno, scossa dai singhiozzi.

E sento che pur di vederla felice smuoverei il mondo, lo scuoterei fino a trovare una di quelle famiglie che a noi manca.
Vorrei solo pensarci, immaginare i loro volti e renderli reali, fino a portarli a lei, per vederla sorridere in quel modo che so non vedrò più.
Ma so anche che lei non vorrebbe questo. Vorrebbe vedere le trecce di Prim, vorrebbe anche il sorriso spento di sua madre, anche se non lo ammetterà mai.
Il tempo passa, e la porta del bagno non viene più riaperta. Per non scocciarla, mando un bigliettino sotto la porta, scrivendole di sbrigarsi per la cena.

Nella mezzora successiva, tutto viene accantonato, come un brutto ricordo. Uscita, finalmente, dal bagno, Katniss è raggiante: i capelli le ricadono sulle spalle, quasi scintillanti nei loro riflessi castano scuro. Gli occhi grigi, occhi da Giacimento, sono quasi incorniciati da un alone azzurro che li illumina e li rende più grandi. E il vestito che la stringe, sembra esserle stato cucito addosso. Lo penso, prima di accorgermi che è uno di quelli che Cinna faceva per lei.
- Sei bellissima. - dico. Ed è un dato di fatto, soprattutto per quel sorriso che adesso la rende ancora più radiosa del normale.
- Grazie, anche tu te le cavi stasera. Andiamo dai, che se facciamo tardi chissà cosa dice Effie! - ribatte, reprimendo una risata.

I pochi metri che separano le nostre case sembrano chilometri a causa del nevischio che ne ricopre la superficie.
Bussiamo e ci accoglie un Haymitch particolarmente scocciato e, a giudicare dall'odore pungente, particolarmente sbronzo. Come non lo vedevo da anni.
Costretto in uno dei suoi vecchi abiti, sembra una nota stonata nella pulizia maniacale dell'appartamento di quella che io e Katniss ci divertiamo a chiamare 'La strana coppia'. E penso che non ci sarebbe più azzeccato soprannome per due persone così opposte che decidono di amarsi e di vivere insieme.
Non facciamo domande, e ci avviciniamo ad una grande tavola, rigorosamente imbandita con una tovaglia rosata, e apparecchiata coi colori più disparati.

- Effie, perchè ci sono cinque piatti? Abbiamo ospiti? - chiedo, incuriosito.
- Ehm, ragazzi..Avrei voluto dirvelo prima, ma io.. - dice, non finendo la frase.
Viene interrotta dal rumore di una porta che si apre.
E da una voce, lieve e quasi impercettibile.
Una voce che fa impallidire Katniss, fino a che non la sento cadere tra le mie braccia.

- Buonasera signora Everdeen. - dico, glaciale.










Spazio autrice:

TA TA TA TAAAAAAAAAAAAAAAAAAN.
TA TA TA TA TAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN.
Ehssì, è tornata la mamma di Katniss, a rompere le palle.
Spero che sia piaciuto questo colpo di scena.
Bye!







   
 
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