Cosa che non mancava di infastidirla a dovere.
< Che cavolo vuoi Klaus?! > domandò in tono aspro tentando di sostenerne lo sguardo e facendo qualche passo indietro, tanto per ristabilire le distanze.
< Te > le rispose quest'ultimo senza troppi indugi compiendo un passo che lo portava nella sua direzione.
Eppure nello sguardo fiero aveva una nota indecifrabile. Una punta appena percettibile di un sentimento che Caroline non era in grado di classificare ma che non poteva fare a meno di studiare con attenzione, trovandosi così con gli occhi fissi nei suoi. Le sembrò di vederli brillare per un istante sotto il chiarore della luna quando si rese conto che forse lo guardo che gli stava riservando non era tra i più discreti ma subito dopo la scintilla sembrò scomparire lasciando che tornassero gli occhi di sempre.
Gli occhi del Klaus che uccideva per ottenere ciò che voleva. Che ci fosse un muro oltre il quale le era stato concesso di vedere per un momento? -Smetti di voler credere che ci sia del buono in lui- si impose dunque tornando con un colpo di tosse alla realtà. Tuttavia sembrava esserci , da qualche parte nel suo cervello, un’ostinata nota di opposizione che si stava dibattendo e che premeva quel tasto di rewind che faceva risuonare l’eco limpido della risata sincera di Niklaus durante Miss Mystic Falls, appena il giorno prima.
In tutto ciò la mente di Caroline era così presa dalle proprie elucubrazioni che quasi non si rese conto che a seguito del prolungato silenzio tra i due dal petto di Klaus era finita per sgorgare un’altra di quelle cristalline risate.
< Posso sapere che cavolo hai da ridere?! > gli chiese duramente incrociando le braccia al petto con fare piccato, ma il gesto non faceva altro che farla sembrare una bambina capricciosa agli occhi dell’Originario. Cosa che di certo non faceva altro che aumentarne l’ilarità.
< Su, love...non essere arrabbiata ,non ho ancora fatto nulla di male.. >replicò con sorriso sghembo < ..anche se devo dire che quel broncio su di te è delizioso.. >
La mano di Caroline si sollevò a mezzaria a disegnare un rapidissimo gesto di fastidio come a voler sorvolare l’argomento prima di tornare alla propria posizione originaria, contro il proprio petto, a fare scudo a qualcosa che non avrebbe ammesso con tanta facilità e al tempo stesso a sottolineare quella maschera di ostinazione e fastidio che l’ibrido avrebbe dovuto suscitarle.
< Non hai ancora risposto...cosa fai qui? > le iridi della bionda semichiuse in un gesto fatto esclusivamente di abitudine mentre si impegnava a mettere a fuoco il volto di Klaus illuminato per metà dalla luce della luna.
< Sono venuto per portarti qualcosa di speciale.. > il volto di Klaus di dipinse d’una chiarissima nota di dolcezza che andò ad ammorbidire il tratto duro della mascella mentre compiva un piccolissimo passo nella sua direzione costringendola ad arretrare fino a trovarsi con la schiena premuta contro la superficie ruvida del tronco d’un imponente albero. Braccata ed intrappolata perfino.
Era mai stata in una trappola così? Probabilmente no.
< C-cosa..c-cosa devi farmi vedere? > soffiò in tono flebile mentre il volto dell’ibrido si faceva leggermente più accostato al suo -per quale diavolo di motivo stai balbettando imbecille?!- si maledisse mentalmente. La bionda si trovò ad abbassare lo sguardo sulle proprie scarpe, parzialmente coperte dal folto strato di foglie autunnali , nell’esatto momento il cui Klaus poggiava la mano aperta accanto al volto di Caroline sul tronco dell’albero per sostenere il peso del proprio corpo. Dalla tasca posteriore dei jeans estrasse un foglio da disegno avviluppato su se stesso, dal colore vagamente ingiallito, e lo porse alla ragazza davanti a se che sembrava non voler accennare a sollevare lo sguardo. Che diavolo ti prende?!
< E’ tutto ok, love? > le domandò con il tono più morbido e leggero che potesse riuscirgli prima di sollevarle il volto abbassato, indice e medio premuti sotto al mento in un gesto carezzevole che la invitava ad immergere i propri occhi nei suoi. Non sembrò comunque voler accennare ad attendere la risposta della vampira mettendole ,invece, nelle mani il foglio arrotolato.
Un piccolo accenno di impazienza apparve nelle iridi di Caroline mentre le mani correvano veloci a srotolare il foglio e la bocca finì per formare un perfetto circoletto di stupore non appena il contenuto fu visibile ai suoi occhi.
Una perfetta copia in acrilico di se stessa la osservava di tralice dal foglio di carta-viva- il volto reclinato verso il sole che ne rischiarava i lineamenti solo per metà.
Il capo leggermente inclinato verso il basso lasciando cadere biondissime ciocche ad incorniciarne i lati e a sfuggire ribelli sulla fronte; occhi fieri e coraggiosi , una fusione perfetta tra la spuma del mare e l’erba di campo bagnata dalla rugiada primaverile. Serrata al petto una rosa bianca e sulle labbra rosse il sorriso più dolce e sincero che questa terra abbia mai visto.
L’ultimo dettaglio che notò fu la manciata di lentiggini sparse sul naso di quella creatura perfetta che non poteva essere lei.* Nonostante ne avesse le esatte fattezze. Involontariamente la mano libera si sollevò ed andò a poggiarsi sul naso mentre le iridi restavano fisse sul foglio. Quasi aveva dimenticato quel dettaglio di se stessa e pure lui l’aveva notato.
< E’...è stupendo.. > in un soffio < ..è…sono io? > -perché cavolo l’ho chiesto?!-
< Chi altri?! > la bassa e musicale risata di Klaus andò a riempire l’aria e senza preavviso poté notare le guance della sua musa tingersi progressivamente di cremisi < da quand’è che sei diventata timida, mio angelo? > le chiese dunque portando la mano libera a contatto col la guancia di Caroline. Quasi gli sarebbe sembrato di sentire la propria mano bruciare se la cosa non fosse stata improbabile, eppure non volle curarsene perché lei era la sua fonte di calore. Con tocco leggerissimo la mano di Klaus percorse il viso di Caroline saggiandone i tratti, quasi volesse chiederle il permesso di impararli a memoria mentre una morsa ferrea nell’esatto centro del proprio petto gli domandava di stringere quel corpo così fragile contro il proprio e non lasciarlo andare. Mai più.
*Note dell'autrice*
Ho avuto qualche difficoltà con il capitolo precedente ed i dialoghi non erano visualizzati nel modo corretto perchè sono un po' "de legno"come si dice dalle mie parti.
Comunque, grazie a chi ha letto il primo capitolo e leggerà anche questo.
Spero sia di vostro gradimento.