P.D.R. – Problemi di Reincarnazione
La mattina successiva
all’incontro con Steven Lechner,
la prima vittima oltre a Chris e Brad
ad aver subito effetti strani in seguito alla loro unione, era Brad a governare il corpo condiviso, come tutto il
pomeriggio precedente.
Inutile descrivere i
primi momenti del risveglio, perché entrambi erano
convinti di essere padroni del proprio corpo, ma la scena che si presentò agli
occhi del padre di Christine era a dir poco
esilarante.
Lui vide sua figlia che
apriva lentamente gli occhi cercando di focalizzare la sveglia; appreso che era
in ritardo per la scuola si alzò di colpo e inciampò nei vestiti sparsi per
terra notando, come fosse per la prima volta, il suo corpo. Quindi
andò allo specchio e cacciò un grido che si sentì in tutta casa Collins.
- Christine!
Che stai facendo!- chiese John,
allibito di fronte a quella scena. Se non
avesse avuto come pensiero fisso la pazzia di sua figlia, sarebbe scoppiato a
ridere, ma non ci riusciva.
- N-niente! Ehm.. – Brad si grattò la
testa nervosamente, mentre col piede cercava di aprire l’anta dell’armadio con
lo specchio sul davanti – Non sto facendo niente..
papà! Stavo.. ehm.. controllando le rughe!
- A 16 anni?
Dammi una scusa femminile, questa non
funziona!
, chiese disperato a Chris, la quale però parve
ignorarlo, assorta da altri pensieri. Chris!
John Collins scrutò la ragazza
e poi riuscì a scoppiare a ridere: le faceva tenerezza, magrolina com’era,
spettinata e confusa dal brusco risveglio, a girare per la stanza facendosi
paura da sola per il suo aspetto che, per quanto sapeva lui, era tra i più
trasandati delle ragazze in circolazione nella sua scuola.
- Rughe..
anche tua mamma non ci pensava mai, a buon ragione anche, poi però le usava
come scusa quando vedeva qualcosa che non le andava a genio allo specchio!
Si passò
l’indice per cacciare una lacrimuccia di troppo, poi
si fermò ancora a fissare la figlia, questa volta stranito. Lei lo
fissava con uno sguardo perso, come se lui non avesse parlato di sua madre. John non lo faceva apposta, ma per lui la moglie non era
mai morta e quindi ne parlava con più leggerezza di quanto non volesse Christine; lei, infatti, ogni volta scoppiava in momenti
d’ira funesta o di depressione profonda ogni volta che si parlava di sua madre
o di sua sorella.
Christine non aveva mai accettato la morte di quei membri
della sua famiglia.
- Scusami – disse poi John, scotendo la testa
e lasciando la figlia sola in camera – Ricordati che ore sono, o farai tardi.
Ancora..
Brad rimase lì a fissarlo anche quando se n’era andato.
Non sapeva come comportarsi perché non era bene a conoscenza di quei fatti
privati di Christine. Infatti
non sapeva che fossero morte sia sua madre che sua sorella. Lei ne parlava come
se fossero ancora vive, anche se nel profondo del suo cuore un angolo di
consapevolezza la riportava a terra ogni volta dicendole che non c’erano più e
che lei doveva andare avanti lo stesso.
Cambiati, non restare lì impalato.
La voce di Chrstine rimbombava cupa e schietta nella mente di Brad, tanto che lui non ebbe la forza ne
di rispondere ne di dire altro, a lei o agli altri che incontrò poi in
famiglia.
Persero l’autobus che
portava a scuola, ma lo videro già dalla finestra della cucina. Ancora una
volta i due spiriti coinquilini si affidarono alla bicicletta
di Nikola, il quale però, acconsentì al
prestito con la condizione di accompagnarli a scuola.
Lui sul
sellino e Christine(Brad)
in piedi sui poggiapiedi montati sulla ruota posteriore.
Come era ovvio, Nik ne
approfittò per fare strane domande alla sorellastra.
- Ti senti bene? Perché non rispondi?
- Come scusa? – Brad cercava di
tergiversare, voleva evitare il più possibile ogni conversazione con lui perché
si sentiva come se potesse venir smascherato in ogni
secondo.
- Ti ho chiesto chi era
quel ragazzo con cui sei tornata a casa ieri!
- Ah.. – era Steven,
Nikolas aveva visto anche quello Possibile che questo qui non abbia nient’altro
da fare che starci addosso?! - Era un mio compagno
di scuola..
- Non l’ho mai visto.
- Non puoi averli visti tutti..
- Beh, alla festa
scolastica dell’anno scorso li avevo conosciuti tutti, giusto?
Sì, è vero. Christine si stava
riprendendo da qualunque pensiero avesse in mente. Solitamente lei e Brad riuscivano a sentirsi i
pensieri l’un l’altro, ma non se l’altro non aveva voglia di parlare. E il pensiero di Christine,
evidentemente, era un pensiero non esprimibile a parole.
Ok, cosa gli dico, che è
arrivato quest’anno?
Non credo se la possa bere..
- Non ho
specificato quale scuola!
- Ah..
Andata? Andata,
ben fatto! Posso chiederti se andremo veramente
a scuola? Beh, non vedo perché no.. Come no? Io non ho voglia
di andare a scuola! Non mi sembra un gran
bel motivo, sai? Okay, ora ne trovo uno più
convincente..
Senti, io non posso saltare la scuola solo perché tu sei qui e non vuoi andare
lì! La mia vita, come vedi, che io voglia o no
continua, quindi.. Sei un’illusa. Dici? Sì, quando avremo
finito questa “missione” ci sbatteranno in un Inferno o in una dimensione
simile per le anime. Qualsiasi cosa sarà non ci ridaranno una vita normale, o
un corpo a testa.
Entrambi sapevano che se avessero portato a ternime
la missione per bene, quello che era senza un corpo era certamente Brad e che, quindi, era lui il favorito all’aldilà. Anche perché era lui ad aver causato tutto. La colpa era
sua. Non di Chris, anzi.
Mentre pensavano queste cose, non si accorsero di una cosa
che stava facendo Nik dall’inizio della loro
conversazione.
Stava zitto.
Arrivarono a scuola con
una manciata di minuti di ritardo e il professore era
già in classe, col registro aperto sotto al naso e gli occhi puntati sulla
ragazza che, come suo solito, era entrata in ritardo alle lezioni.
- Collins!
- Come? Ah..sì professore.. ho avuto problemi coi mezzi..
- Non m’interessano le
tue stupide scuse! Il tuo ritardo sottolinea la tua
scarsa attitudine agli studi, lo sai? E non sono l’unico professore a pensarlo..
Sì, lo penseranno lui e il suo riflesso
nello specchio..! – Mi scuso..
- Al posto, svelta, non
voglio perdere altro tempo, dopo tutto quello che
perderò con tuo padre al colloquio di dopodomani..
Wow, buono a sapersi! Papà quando aveva
intenzione di dirmelo?
Le lezioni si
susseguivano lentissimamente, come se il tempo giocasse ad uno stupido gioco: quale studente si addormenta per ultimo. Brad riuscì a
sopravvivere solo grazie a Christine che, al contrario di lui, cercava di seguire la lezione. Mi annoio a morte,
è anche peggio della mia scuola: qui si studia davvero!
Va beh, ti abituerai..
Dovremmo essere la fuori a cercare con Steven altri “strani” invece che star qui a romperci le
scatole con queste mummie!
Porta pazienza..
Che pizzaaaaaaaaaaa!!!
Sbadigliò sonoramente, in
una maniera che le ragazze non sono solite utilizzare.
Brad si ritrovò addosso gli
sguardi divertiti di tutti i compagni che, a suo parere, erano tutti degli
sfigati tranne la bionda polacca in prima fila. Christine, quando si accorse che
lui non aveva altri interessi se non lei, si sentì montare dentro una specie di
rabbia, simile a gelosia o invidia. Cercò di mascherarla con la
preoccupazione che si vedesse una ragazza sbavare per
un’altra. Non
mi puoi fare questo! , protestava.
Ma.. ma.. NIENTE MA! Non voglio più sentire storie di questo
genere!
Purtroppo fu molto più
difficile distrarre Brad ogni volta che Angela si presentava vicino loro, perché lei e Christine erano buone amiche, quindi lei era preoccupata
per lo stato di salute della sua amica.
- Sei ancora piena di
tagli..
- Sì, ma non fanno niente!
- E lividi.. mi hanno detto che sei stata pestata dai bulli della Thomas High School, è vero?
- Non saprei.. – E’ vero? .. Non esattamente..
- E
ora come stai, ti sei ripresa vero?
- Ma certo! Sono una
roccia, non lo sai?
La ragazza alzò un
sopracciglio e, col suo accento straniero, rispose un sommesso “veramente non
mi sembrava che tu avessi una salute così ferrea” che gettò Brad
nello sconforto.
Successivamente, durante l’intervallo Brad
decise di girare un po’ per quella scuola che sembrava, almeno esteticamente,
molto carina. I corridoi erano ampi, gli studenti tutti elegantemente schierati
nelle loro divise di jeans e camicie trasandate per i maschi e in gonnelline e
top mozzafiato per le femmine. Christine non ebbe
molte difficoltà ad allontanare Brad dalle ragazze
perché, dopo Angela, sembrava non essere interessato a nessun
altra. Spiegò poi che, quando era un ragazzo, era l’altro sesso ad
interessarsi a lui e lui doveva solamente passare le mani fra i capelli e
gareggiare sulla sua tavola da surf.
In cortile, Christine cacciò un urlo nella testa di Brad
e lo costrinse a nascondersi e a girare i tacchi per tornare in classe, al
terzo piano. Con le mani ancora sulle orecchie in un gesto istintivo, Brad obbedì all’ordine ma non scappò via.
Appena dietro il cancello del cortile si fermò e si mise a
spiare chiunque ci fosse nei paraggi.
Spiega da chi stati fuggendo, dai!
Tecnicamente sei tu che stai fuggendo..
Se, se..
Okay: è quel tipo laggiù, appoggiato
all’albero a sinistra, lo vedi?
Uhm.. sì, chi è?
Christine rimase un secondo in silenzio, pensando al modo più
appropriato per denominarlo. Brad sentì bisbiglii come “Matt..il capo della banda.. quel bullo.. morte, burrone..” Erano
i pensieri interni di Chris.
E’..
Ho capito.
La ragazza tirò un lungo
sospiro. Bene.
Ma sappi che non si scappa da
niente e da nessuno. Si chiese a chi
lo stesse dicendo, se a lei o a se stesso.
- Ehilà! Christine, ciao!
Brad sentì un cubetto di ghiaccio lungo la schiena e si
voltò di scatto, spaventato per quella comparsa improvvisa.
- Steven! Che.. piacere! Anche tu in questa
scuola?
Lechner gli stava di fronte sorridente, con la sua bella
ferita sul viso.
- Sì, sono due anni
avanti a te, ricordi?
- Eh già..
Steven gli si avvicinò al volto e lo scrutò serio da tutte
le direzioni; fece anche un giro intorno alla ragazza, poi tornò nel punto in
cui era prima e si trattenne dal ridere.
- Beh, che vuoi..
- E’ esilarante.. Brad, troppo forte!
E non riuscì più a trattenersi, scoppiando a ridere
che lo sentirono per tutto il cortile. Brad rimase
immobile, fece la statua per tutta la durata della risata, poi alzò gli occhi
al cielo e sbuffò. Ma il ragazzo non riusciva a
smettere di ridere. “Non è possibile..” ripeteva continuamente le poche volte che riusciva a
respirare.
- Hai finito?
- Sì..
sniff, ora ho finito. Scusami, è che..è una
situazione così esilarante!
- Ma non mi dire, e
perché io non rido? E neanch’io? – Il loro umore era decisamente nervoso, e la situazione peggiorò quando Matt posò una mano sulla spalla della ragazza.
- Ti sei ripresa bene, a
quanto vedo.. eh?
Sorrideva compiaciuto ma
con un po’ di spavaldo della voce.
- Eh sì..
- Come hai
fatto a salvarti? E’ una cosa che mi sto chiedendo da quando ho saputo che eri
ancora viva e vegeta.
Brad deglutì. Lui, ancora una volta, non sapeva nulla di
quella storia, se non un resoconto a carattere generale. Era difficile
inventarsi una balla al riguardo. DI certo non poteva dire che l’aveva salvata
lui, Brad, e che in realtà Matt
non stava parlando con Chris.
Si sentiva un bambino fra
adulti che lo interrogavano su una vita non sua. Lui in quel momento non era
altro che una maschera, e pure di cera. Bastava la giusta fiamma per farla
crollare e sembrava che tutti la possedessero.
Si sentiva molto a
disagio. E se non era per quel motivo era perché si
ritrovava nel corpo di una ragazza e doveva fare ancora più attenzione del
solito. Non poteva muoversi a suo agio, non era abituato a niente, non era la
sua vita. Cosa ci faceva lì? Lui doveva essere nel
mondo delle anime, perché era stato così testardo? Era contento di quella vita,
se così la si poteva chiamare? Anche
Chris era afflitta da pensieri simili, ma i suoi
erano più futili e personali. Sembrava avere la metà dei problemi di Brad, ma in realtà ne aveva in
quantità uguale.
E poi continuava ad avere
per la testa qualcos’altro..
- Beh, ho avuto fortuna, una roccia più solida e sporgente di altre mi ha salvata!
Matt non ne sembrava molto convinto, però. Ma a Brad non importava, andava
bene così e Steven annuì convinto, come per
confermare la versione dei fatti appena raccontata.
Quando il bullo se ne andò via, Brad chiese
spiegazioni all’amico.
- Perché hai annuito?
Steven espose un sorriso pacato. –
Beh, mi sembrava avessi bisogno di aiuto.
- Sì.. ma..
- Tu e Chris aiutate me, io aiuto voi.
Christine sorrise e si sentì felicissima all’udire quelle
parole, e il suo sentimento si trasmise a Brad, che lo espresse senza accorgersene con un’espressione
serena sul volto.
- Però è troppo forte che
sei una ragazza!
- Ma hai finito??
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Considerate questo
capitolo una specie di intermezzo.. simpatico, non
trovate?
Mi scuso ancora per il
ritardo, ma prometto solennemente che adesso, durante le vacanze estive, aggiornerò così tanto che la fic
molto probabilmente finirà a settembre, così possiamo cominciare l’anno
scolastico in pace!
Contenti?
Recensite! ^^