Crossover
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Autore: Crybaby    01/12/2012    4 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Naruto]
Si sa: in un mondo dove i combattimenti sono all’ordine del giorno, ogni periodo di pace, breve o lungo che sia, è destinato a terminare. Anche se il suddetto periodo di pace, durato poco più di un anno, è seguito ad una dura e cruenta battaglia combattuta contro il male in persona.
La causa di tutto?
Cinque splendide ragazze, tornate misteriosamente alla vita.
Cinque brillanti scienziate, più potenti che mai.
Cinque diaboliche streghe, assetate di vendetta.
Cyprine, Telulu, Eudial, Viluy e Mimete: in altre parole, le Witches 5.
A un anno di distanza dagli eventi di “Last Menace Of Chaos”, i difensori della Terra sono chiamati ad una nuova, improbabile quanto difficile battaglia. Ma chi ha detto che debbano per forza essere loro i protagonisti?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sarà capitato a tutti un blocco dello scrittore lungo un anno e due mesi, no?
Ringrazio tutti coloro che hanno avuto la pazienza di aspettare un mio aggiornamento, e vi prometto (ma non aspettatemi che pubblichi un capitolo ogni settimana, anche se ci spero!) che l'ispirazione appena ritrovata non me la lascerò più scappare.

Streghe Contro Ninja – Quarta Parte

Viluy si concesse un lungo sbadiglio.
Doveva ammetterlo, prendere possesso dell’ufficio di Trunks e dell’intera Capsule Corporation non era poi così divertente come si immaginava. Soprattutto considerato che il suddetto ufficio era ancora nello stesso stato disastroso in cui Goten l’aveva ridotto qualche giorno prima, il che non rendeva certo piacevole l’ambiente.
Seduta alla scrivania del suo “capo”, Viluy esaminò di nuovo le sei fotografie che vi aveva steso sopra.
“Allora, ricapitoliamo. Trunks lo tengo per ultimo; questi due, tali Bulma e Vegeta, paiono irreperibili al momento, per cui escludiamo anche loro; quindi, per oggi posso prendere solo i cristalli di…” -Avanti, la porta è aperta!
Avevano appena bussato, ma dalla porta non entrò nessuno.
-Ho detto avanti! Siete sordi, per caso?…
-Siamo qui, Viluy! Da questa parte!
-Qui dove? Puoi essere più chiAH!
Viluy sussultò dallo spavento quando vide proprio uno dei suoi obiettivi sulla lista, Ub, fuori dalla finestra distrutta. Prendendo la reazione della strega come un sì, il ragazzo entrò.
-Buongiorno Viluy. Per caso ti abbiamo spaventata?
-No no, per niente! Beh, forse sì- farfugliò lei, che il più discretamente possibile cercò di nascondere le foto in un cassetto -è solo che devo ancora abituarmi all’idea che esistano persone in grado di volare “oltre a Cyprine, perlomeno…” Comunque, sbaglio o stavi parlando al plurale?
-Certo, perché me lo… Kirìììs, che cosa mi avevi promesso?
Come ormai consuetudine, un minuscolo viso di bambino emerse tremolando da dietro la spalla sinistra di Ub
-Avanti, saluta anche tu! Che ti prende così all’improvviso, si può sapere?
-Lascia perdere, Ub, non mi offendo mica! Ad ogni modo, perché sei… siete qui?
-Beh, poco fa siamo passati a casa di Trunks. Per sapere come sta, e per chiedergli se c’era qualcosa che potevamo fare per aiutarlo. E lui… ci ha detto “se proprio volete darmi una mano allora andate alla Capsule Corporation, Viluy troverà qualcosa da farvi fare!”, e ci ha sbattuto la porta in faccia. Non l’avevo mai visto così prima d’ora.
-Probabilmente dev’essere ancora sconvolto a causa della rissa avuta con Son Goten, e di tutto ciò che ne è conseguito… Ecco, ho trovato cosa farvi fare! Vedete in che condizioni è questa stanza? Non ho ancora avuto tempo di metterla a posto, e ho un sacco di lavoro da sbrigare al computer…
-Non dire altro, ti aiuteremo volentier…
-Perfetto! Tenete, questa è la chiave dello sgabuzzino che si trova appena fuori in corridoio, lì troverete scope, palette, sacchi e quant’altro dovesse occorrervi!
E Viluy sospinse Ub fuori dalla porta, quindi ci si appoggiò con la schiena e mimò un gesto d’esultanza.
“Non posso crederci! Non solo quel babbeo di Trunks mi sta spianando la strada verso i cristalli, adesso me li invia pure direttamente! È un’occasione perfetta, non la devo sprecare per nessun motivo!”
La strega tornò a sedersi: il resto della mattinata lo trascorse fingendo di lavorare e spiando con la coda dell’occhio le azioni del suo obiettivo, in attesa del momento giusto per agire. Anche se dell’ufficio non gliene importasse di meno, Viluy non potè far a meno di riconoscere l’impegno messo da Ub nel compito affidatogli; anche il piccolo Kirìs, nonostante la timidezza iniziale, si era deciso a scendere dalla schiena del fratello per dare un suo contributo, come fargli notare frammenti di vetro e altri oggetti che non aveva visto, o raggruppare fogli sparsi sul pavimento e porgerli, sempre senza guardarla negli occhi, alla stessa Viluy.
-Grazie- gli sorrise lei, vedendo nel bambino il punto di partenza del suo piano -Kirìs, giusto? Credo di avere qualche caramella qui, ne vuoi una?
Solo la certezza che il suo fratellone era a pochi passi da lui convinse Kirìs a lasciar un attimo da parte la diffidenza: con un solo salto il piccolo si arrampicò sulla scrivania, e accettò il regalo della ragazza.
“Caspita, agile il piccoletto…” -Mi stavo chiedendo, Kirìs, tu e tuo fratello dove vivete?
-…s-su un’isola… in mezzo all’oceano…
-Mi sai dire il nome di quest’isola? O in che oceano si trova?
-…n-non so come si chiama, p-però so dov’è… è quella lì!- Kirìs indicò un punto su una cartina del mondo, appesa dietro la scrivania.
-Sei sicuro che sia questa l’isola? Non è che ne hai solo indicata una a caso?
-Ti posso assicurare che è quella- rispose per lui Ub, impegnato a risollevare un mobile con una mano sola -io e Kirìs ci divertiamo a viaggiare volando per il mondo, non mi meraviglio che abbia già imparato la forma della nostra isola!
Il bambino sorrise orgoglioso, mentre la mente di Viluy era impegnata a memorizzare l’ubicazione dell’isola e contemporaneamente a stupirsi di come quello scricciolo non avesse problemi a volare a centinaia di metri da terra aggrappato solo alla schiena del fratello. Prima che la strega potesse rendersene conto, quest’ultimo aveva terminato il lavoro.
-Penso di aver finito, Viluy- disse, stringendo un nodo ad uno dei sacchi -sono anche riuscito a smontare la finestra rotta, ma non so come metterne una nuova, mi spiace…
-…oh, non scusarti! Hai già fatto così tanto… “ecco il momento che stavo aspettando, ora che ho ottenuto la fiducia del fratellino niente mi impedirà di conquistare quella del fratellone!” -…ascolta, Ub…
-Dimmi pure, se c’è qualcos’altro che possiamo fare non esitare a chieder… Ahem, Viluy!?
La strega si era alzata dalla scrivania, esibendo il sex-appeal che già in passato aveva irretito Trunks. Questa volta però volette spingersi oltre, slacciandosi con deliberata lentezza il primo bottone della camicietta.
-Come posso spiegare… Ho mentito, non ho nulla da fare per oggi. La mia giornata lavorativa è priva di qualsiasi impegno.
-M-mi spiace… credo…
-Ho spostato ogni appuntamento del presidente Trunks al mese prossimo, quindi capirai che ho molto tempo libero a disposizione. E… non penso proprio di riuscire a trascorrerlo da sola. Mi annoierò, ne sono sicura. Non so come dirtelo, ma vorrei tanto che qualcuno mi facesse compagnia.
-N-non c’è problema, se ti farà sentire meno sola io e Kirìs potremmo anche restare qui tutto il gio… VILUY?!
La strega si levò gli occhiali ed iniziò ad avvicinarsi al ragazzo, che senza volerlo arretrò imbarazzatissimo. Con un gesto impercettibile della mano richiamò l’attenzione di Kirìs, il quale gli saltò sulle spalle senza farselo ripetere.
-…mi è venuta un’idea, potremmo pranzare insieme! Offro io, non preoccuparti- Viluy continuò ad avanzare, la mano sul punto di slacciare un altro bottone -purtroppo a causa di Son Goten non posso più andare in quel ristorante, ma sono certa che per te non sarà un problema mangiare alla mensa. Allora, siamo d’accordo?
-B-b-b-beh… e va bene, mi hai convintoooooooooooooooooh…
Ub e fratello sparirono improvvisamente dallla visuale della strega, che troppo tardi si era resa conto di averlo fatto indietreggiare verso la finestra. Viluy corse ad affacciarsi, appena in tempo per vedere i due precipitare verso terra, fermarsi all’ultimo istante e riprendere quota, per poi volar via il più lontano possibile.
-M-mi dispiace Viluy, ci vediamo domani!!!
Passarono almeno una manciata di secondi, prima che Viluy si rendesse conto di aver sprecato la sua occasione.
-Avrei dovuto chiuderlo in un angolo, accidenti!- gridò, picchiando un pugno sul davanzale -e ora chi le sente le altre? Già mi immagino Eudial stasera, chissà quante risate si farà alle mie spalle!… Un momento, ci sono ancora due cristalli che posso prendere…

...

“Dannazione a me e alla mia lingua lunga! Proprio non ce la faccio a stare zitta, eh? Okay, forse non tutto è perduto. Basta che io rimanga immobile in mezzo all’erba e quei ninja da strapazzo se ne andranno senza scoprirmi…”
-Sapete ragazzi, forse abbiamo sentito male e quella strega si trova da tutt’altra parte. D’altronde questo prato è l’ultimo posto in cui qualcuno si nasconderebbe, è pieno di formicai.
“Formicai?!?” -NYEAAAAARRGGHHH!!!
Mimete eseguì un salto di circa un metro e mezzo, e schifata prese a grattarsi dappertutto.
-Formicacce andate via! Non mi toccate!…
-Ehi, adesso dacci un taglio! Non c’è nessun formicaio, era solo una balla per farti uscire allo scoperto!
-Ah, meno male! …no aspetta, meno male un corno.
Finalmente la strega si accorse di Kiba, Akamaru e Rock Lee, piazzatisi di fronte a lei in posizione d’attacco. Mimete si girò per tentare una delle sue solite fughe spericolate, ma finì per sbattere contro un Choji che, intento a sgranchirsi le nocche, era più minaccioso che mai.
-GLOM… C-cerchiamo di ragionare, d’accordo? Insomma io sono una donna, per principio non potete prendermi a pugni!…
-Non ci interessa!- proruppe Rock Lee alle sue spalle, la voce carica di vendetta -hai fatto del male a Gai-sensei, ci basta questo per capire che non sei una persona da prendere alla leggera!
-Gai… ah, quel tizio che ti assomiglia! Ma è stata solo fortuna! In realtà io sono la più debole delle Witches 5, non farei male a una mosc…
-KONOHA SENPUU!!!
Senza pietà Rock Lee assestò a Mimete un potente calcio rotante: la ragazza venne sbalzata per parecchi metri come una bambola di stracci, per poi fermarsi nel bel mezzo dell’erba alta.
-Wow Lee, l’hai già sconfitta!
-Non è ancora detto, Kiba. Mimete avrà sicuramente altri assi nella manica, non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia!
I tre ragazzi avanzarono lentamente, pronti a qualsiasi contromossa della nemica. Quando la raggiunsero però, trovarono solo un corpo immobile, disteso faccia a terra, e piegato in una posizione innaturale. Fu Akamaru ad avvicinarsi alla presunta morta per annusarla, seguito subito da Choji che prese a punzecchiarla con un rametto.
-Respira ancora- disse infine l’Akimichi -ha solo… un po’ tutte quante le ossa rotte. Mi sa che non potrà più muoversi.
-Beh, poco male. Non ci resta che darle il colpo di grazia!…
-No Kiba, fermati!- inaspettatamente, Choji si parò di fronte alla strega, impedendo all’amico di avanzare -ci serve viva, non possiamo ucciderla! Lei sa…
-Non è mica l’unica strega, possiamo sempre estrapolare le informazioni che ci servono dalle altre! E poi a guardarla bene, non mi pare che questa Mimma…
-Mimete.
-Quello che è! Insomma, non credo che ci sia utile. Adesso Choji spostati!
Coi ninja che discutevano, soltanto Akamaru si avvide di un impercettibile movimento della mano di Mimete che, nascosta fra il corpo della stessa e il suolo, sembrava stesse frugando qualcosa. Il cane fece per avvertire gli altri, quando tutti e quattro vennero sbalzati lontano da una specie di esplosione, seguita da un gigantesco fumone bianco.
-Ecco lo sapevo!- ringhiò Kiba rialzandosi poco dopo -dovevamo ucciderla subito! Sei contento adesso, Choji?!
-Piantala, non è stata colpa sua!… Uh?
Rock Lee notò un piccolo oggetto bianco, che saltando fuori dalla nuvola era rotolato fino ai suoi piedi. Una capsula Oplà.
-Quel simbolo… non è possibile… !!!
Lee non ebbe nemmeno il tempo di raccogliere la capsula, che qualcosa di ben più grande attirò con la forza la sua attenzione e quella dei suoi amici.
Dalla nuvola di fumo era emerso un gigantesco cilindro di metallo, seguito da altri tre. Quattro enormi zampe meccaniche, che davano sostegno a un corpo sferico di colore blu dotato di altre due braccia con alle rispettive estremità una tenaglia e un cannone. Non c’era nessuna testa in cima a quella specie di titanico ragno d’acciaio: solo una cupola trasparente al cui interno stava una ridanciana Mimete, seduta su una poltrona e con un microfono in mano.
-Ah ah ah ah ah… Ah ah ah ah ah… AH AH AH AH Ahia la mascella… Piccoli ninja, ho il grande onore di presentarvi il Witches Colossus, fornitomi gentilmente dalla mia collega Viluy. Allora, cosa avete da dire in proposito?
Kiba, Lee, e Choji non ebbero parole. In vita loro non avevano mai visto o immaginato una mostruosità del genere. Dopo un lungo silenzio, fu Kiba il primo a ribattere. Con voce tremante, poi sempre più ferma.
-Dico… dico che in tutta la mia vita non mi è mai capitato di assistere a qualcosa di più ridicolo! Però una cosa gli riconosco… è decisamente molto più bello di quanto tu non sarai mai! Akamaru, ragazzi, siete d’accordo?
Gli altri tre annuirono, per prendere coraggio. Al punto tale che, quasi dimentichi di Mimete, i ragazzi si abbandonarono ad una sana e sincera risata. Cosa che alla strega non fece affatto piacere.
-Ah… Ah, è così? Molto bene.
Mimete avvicinò il microfono alla bocca, prese un bel respiro, e gridò con tutto il fiato rimastole.
-WITCHES STEREOPHONIC MASSACRE!!!
Dal petto del gigantesco robot emersero due casse acustiche da cui un acutissimo suono si diffuse per tutta la zona, costringendo i ninja a tapparsi le orecchie con le mani.
-Oooh, poverini! Con le mani occupate non potete fare le vostre magie, quanto mi dispiace! …anzi no, non mi dispiace affatto.

-SHANNAROO!!!
Sakura prese la dovuta rincorsa e assestò al vetro uno dei suoi pugni micidiali. La cupola vibrò violentemente per diversi secondi, ma fu tutto lì: nessuno spostamento e nemmeno una piccola crepa.
-È tutto inutile, cara!- la sbeffeggiò Telulu dall’altra parte del vetro -le pareti della serra sono spesse un metro, nemmeno le cannonate riuscirebbero a scalfirle.
-Potevi anche dirmelo prima!- ringhiò Sakura, col braccio che ancora le tremava dopo il pugno -spiegami una cosa: come sei riuscita a far apparire dal nulla questa… serra? Neanche i ninja sono in grado di evocare oggetti così grandi!
-…mpf, immagino che questo possa concedertelo- dal suo vestito la strega tirò fuori due capsule -guarda, è tutto merito loro. Questi piccoli ritrovati della tecnologia fungono da contenitori, capaci di trasportare al loro interno oggetti molti grandi o anche più cose alla volta. Mi hanno aiutata a trasportare e far apparire in un secondo sia le mie Telulun che ovviamente la serra. Hai altre domande?
-Sì, una: puoi farmi vedere come funzionano?
-Ma certamente… così magari rischio di far sparire tutto per sbaglio. Per chi mi hai presa, non sono mica nata ieri!
E per buona misura Telulu lanciò le due capsule il più lontano possibile nella boscaglia alle sue spalle. Sconsolata, Sakura se ne tornò a testa bassa al negozio di fiori di Ino, dove l’amica Tenten era rimasta per riorganizzare le idee.
-Allora Sakura, com’è andata?
-Male, male, male. Temo che dovremo ricorrere agli esplosivi…
-Stavo pensando… secondo te, come mai Telulu ha fatto esplodere quel fumogeno prima di sparire?
-Forse voleva solo rendere la sua uscita di scena più spettacolare, chi lo sa. Comunque non è una cosa importante…
-E se invece lo fosse? E se quel fumogeno fosse servito in realtà a nascondere qualcosa alla nostra vista?
-Aspetta, mi stai dicendo che…
Le due kunoichi si fiondarono immediatamente verso il punto da cui la loro nemica si era dileguata: a conferma dei loro sospetti, seminascosta fra le Telulun c’era una buca che prima non avevano notato. Una buca che conduceva ad un passaggio scavato sottoterra.
-Ecco come ha fatto a uscire dalla “serra”, altro che smaterializzazione! Forza, andiamo!
Sakura e Tenten si tuffarono nella buca. Il tunnel sotterraneo era alto abbastanza da conceder loro di correre in piedi, e sembrava proprio dirigersi verso l’esterno del villaggio. Le due ragazze erano quasi a metà strada, quando di fronte le si parò nientemeno che Telulu in persona.
-Oh oh, ha capito che abbiamo capito… Beh, ciò che conta è che finalmente siamo faccia a facciAHIA!!!
Nella corsa Sakura finì per sbattere addosso a una solida barriera invisibile, e cadde all’indietro. Tenten riuscì invece a fermarsi per tempo; dando un paio di colpetti alla barriera, la ninja scoprì di che cosa si trattava.
-Vetro?!
-Oh, sono proprio una sbadata!- sospirò Telulu -mi ero scordata di dirvi che la serra può estendersi anche sottoterra, così da diventare una gigantesca sfera. Ma come ho fatto a dimenticarmene? Cattiva, cattiva Telulu! …beh, a più tardi.
E la strega se ne andò, sculettando beffardamente.

Mimete tirò fuori dal vestito un foglietto spiegazzato: si trattava di un promemoria scritto da Viluy.
-Ogni azione del robot si attiva grazie al comando vocale, buono a sapersi. Dunque, vediamo che altro sa fare questo gioiellino… uh?- Mimete avvistò per tempo il cane Akamaru avanzare verso di lei -ah giusto, lui ha un udito diverso dal nostro… Beh, non c’è problema. WITCHES CAGE!!!
Il braccio-cannone del robot sparò una grossa gabbia d’acciaio sopra al cane ninja: questi provò a liberarsi, ma appena diede un morso alle sbarre ricevette una scarica elettrica che lo mandò KO. Kiba accorse subito al salvataggio dell’amico, cercando invano di liberarlo.
Soddisfatta, Mimete dedicò la sua attenzione su Choji e Rock Lee, indecisa su chi attaccare per primo.
-Allora. Tutti e due per un motivo o per l’altro mi hanno reso gli ultimi due giorni un vero inferno, ma chi dei due merita di più di essere punito? Ooh, sono così indecisa! Ambarabà ciccì coccò… ma certo, comincerò dal ciccione!
Anche con le orecchie tappate, Choji capì lo stesso che la strega aveva puntato il mirino su di lui, ed ebbe la prontezza di riflessi per evitare di venir calpestato dalle zampe del robot tuffandosi di lato, per poi mettersi a correre.
-Per essere un grassone sei piuttosto veloce… ma non lo sarai abbastanza per questo! WITCHES PRISON!!!
Il braccio-cannone stavolta sputò fuori una grossa scatola nera, aperta sul fondo, che piovve addosso a Choji fermandogli la corsa.
-Così va meglio. E adesso preparati a diventare una frittellaMA CHE SUCCEDE?!?
Mimete fece per schiacciare il ninja con tutto il peso di una delle zampe del robot, ma questo venne respinto indietro all’ultimo secondo. Cortesia di un calcio rotante di Rock Lee, per il quale l’impossibilità di usare le mani non era affatto un problema. Prima che la strega potesse realizzarlo, il ninja di verde vestito spiccò un salto e raggiunse la zampa ancora sollevata del robot, per poi iniziare a scalarlo di corsa. A metà strada, il braccio sinistro, quello dotato di tenaglia, cercò di prenderlo, ma il ragazzo lo anticipò saltandoci sopra per proseguire la scalata.
-Tu… Ho ancora un paio di assi nella manica, sai? E non è solo un modo di dire! WITCHES VACUUM!!!
Il braccio-cannone si rimise in moto, ma questa volta invece di sparare iniziò ad aspirare l’aria, e si avvicinò pericolosamente a Rock Lee. Per quanto corresse veloce, i suoi piedi alla fine furono costretti a staccarsi dal metallo, e il ninja venne risucchiato all’interno dell’arma.
-Sei caduto in trappola finalmente! Da una distanza simile sarà praticamente uno scherzo per il mio Colossus prenderti il cristallo del cuore! GYGA HEART BUSTER!!!
Una colonna bianca d’energia fuoriuscì dal cannone. Seguita poi dal cristallo tanto agognato.
-Ho vinto, ho vinto! Ho vint… oh?!
Pochi attimi dopo, il braccio cannone sputò fuori un secondo raggio, rosso come l’eruzione di un vulcano. E il cristallo era nella sua traiettoria.
-Oh no, oh no, OH NO! Fermati sei impazzito?! Chi ti ha detto di sparare di nuovo?!…
Ma il robot non aveva fatto proprio nulla. L’esplosività di Rock Lee, quella era la fonte della seconda scarica di energia. Incredula, Mimete lo vide saltar fuori dal braccio del Colossus, raggiungere a bocca spalancata il proprio cristallo, riprenderselo, e poi atterrare a pochi metri dalla cupola dove Mimete se ne stava rintanata.
-Ma-ma-ma-ma come c-c-c-ci sei riuscito?
-È stato semplicissimo. Mi è bastato aprire la prima delle porte difensive del mio corpo, ovvero quella che permette al chakra di affluire nei muscoli per quintuplicarne la forza. Così, poco prima che tu ordinassi al tuo robot di attaccare, io avevo già spiccato un salto: il tuo… Gyga-qualcosa è riuscito sì a colpirmi, ma io essendomi potenziato un secondo prima sono riuscito a rendere il suo attacco inutile!
-Oh, semplicissimo davvero… beh, mi dispiace tanto ma ho ancora io il coltello dalla parte del manico!
Mimete indicò trionfante la scatola in cui era imprigionato Choji, sulla quale una zampa del Colossus era appoggiata.
-Bene, mio caro Lee. Non fare un altro passo e consegnami il tuo cristallo spontaneamente, oppure il tuo grasso amico verrà ridotto a una sottiletta.
Rock Lee apparve indeciso. Per almeno una frazione di secondo, poi con fare spavaldo mosse un piede.
-Ti avevo avvertito! Vai Colossus, distruggilo!- e il mostro meccanico obbedì, calpestando più e più volte la Witches Prison -prendi questo, e questo, e quest’altro! Ah ah ah ah ahia di nuovo la mascella, devo smetterla di ridere così a crepapelle…
-Credimi, quella sarò la tua ultima preoccupazione.
Più che una voce, quella alle spalle della strega sembrava il rombo dopo il fulmine durante un temporale. E in effetti l’area intorno al gigante di metallo si era appena adombrata.
Anche se aveva già in mente un’idea di cosa stava accadendo, Mimete ordinò lo stesso al Colossus di sollevare la prigione. Choji era sparito, in compenso c’era una buca scavata in fretta e furia. La strega volse allora lo sguardo verso la gabbia con cui aveva intrappolato Akamaru, ma anche lì al posto dell’ostaggio trovò una buca nel terreno. Anzi due: una dentro la gabbia, e una fuori.
“L’altro ragazzo… quel Kiba… ha liberato il cane… insieme hanno liberato il ciccione… e adesso…”
Mimete girò la testa molto lentamente, quel tanto che bastava per vedere Kiba, Akamaru e Rock Lee sulle spalle di un Choji ora alto il doppio del Colossus.
L’Akimichi si sgranchì bene le nocche, unì le mani e le portò sopra la testa, mentre l’ormai inerme strega provò solo a sperare di svenire per la paura il prima possibile.
Purtroppo per lei, quando Choji schiantò i pugni sulla cupola di vetro e ridusse il Witches Colossus in un ammasso di rottami, Mimete il dolore lo sentì.
Lo sentì tutto.

...

-Ahio… Kirìs, ma che ti prende?
-S-scusami, fratellone… m-me l’avevi detto t-tu, di tirarti le orecchie quando ti vedo imbambolato…
-Cos… ah già, è vero “Caspita, se n’è ricordato!” Allora, grazie mille!
Da quando aveva lasciato la Capsule Corporation, Ub non aveva fatto che svolazzare in cerchio sopra la città come un ebete; solo il provvidenziale intervento del fratellino lo aveva riportato alla realtà.
-C-che cos’hai, fratellone? È q-quella lì, vero? Fa paura anche a te?
-Oddio, no! Non è paura, è che… Ecco, è un argomento difficile per te, te lo spiegherò quando… Oh, al diavolo! Non voglio che tu cresca malizioso, ti spiegherò tutto oggi stesso! Prima però c’è una cosa più urgente da fare.
Ub discese in picchiata e si fermò nel giardino di fronte alla casa di Trunks, e bussò alla porta.
-P-perché siamo tornati qui?
-Non ci staremo per molto, tranquillo. Voglio solo vedere se Trunks si è calmato, dopo la sceneggiata di stamattina. E in ogni caso gli devo dire cosa abbiamo fatto prima per Viluy…
-Carissimi, che sorpresa!
Fu la madre di Bulma ad aprire la porta. Travolto dall’energia della donna, Ub ebbe solo una vaga idea di quello che accadde nei successivi secondi: capì solo che la signora li aveva trascinati dentro casa e fatti accomodare su un divano di fronte a un vassoio pieno di dolci appena sfornati. Il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di chiederle come stesse Trunks, che quella si era già rinchiusa in cucina a preparare altre leccornie.
-Quella donna dovrebbe cercare di rilassarsi…
-F-fratellone, p-posso… posso mangiare?
-Come? Sì sì, certo! Uno solo però, il resto poi ce lo portiamo a casa, sono sicuro che anche a mamma e gli altri piaceranno.
Kirìs annuì per poi afferrare un grosso bignè al cioccolato. Ub decise di approfittare di quel momento per alzarsi e andare a cercare Trunks personalmente.
Da quando Vegeta e Bulma erano partiti per chissà dove la casa era diventata decisamente silenziosa, e pure un po’ inquietante, constatò Ub. Il silenzio fu però rotto come un colpo di fulmine da uno squillo improvviso, proveniente da un telefono su un tavolino. Ub si guardò attorno sperando che qualcuno venisse a rispondere: siccome al quinto squillo non arrivava ancora nessuno, Ub decise di rispondere di persona.

-Oh ciao Ub!- esclamò Bra, giungendo di gran carriera -certo, non è buona educazione rispondere al telefono in casa d’altri, ma d’altronde dove vivi tu non ci sono telefoni quindi per stavolta sei perdonato!… Cosa succede? Perché quella faccia?
Ub riagganciò la cornetta molto lentamente, e sempre molto lentamente si voltò verso Bra.
-Era Chichi. Ha trovato Gohan e Videl. Sono… sono in coma anche loro.

  
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