Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: NakamuraNya    02/12/2012    1 recensioni
Le sue vecchie pedine ora si muovono liberamente su una scacchiera più grande, in una battaglia fra il bene e il male che dura da secoli.
4°:[...]Quindi era questa la sua ennesima tortura; mostrargli la terra dove era nato che si allontanava forse per sempre da lui.
Disse addio a quel luogo, cercando di cacciare i ricordi di quello che era stato e che non sarebbe più potuto essere.[...]
5°:[...]-Allora cosa mi rispondi?-
“Accetto!” urlò nella sua mente sperando che le parole della voce avessero un fondo di verità.
-Ottimo.-
Un dolore lancinante gli pervase il petto era come se qualcuno gli stesse risucchiasse i suoi organi interni.[...]
6°: [...] -Oggi non mi sento molto bene, mi verrai a far visita un altro giorno.-
La giovane nel ricordo gli crede anche se quella è un enorme bugia.
Elizabeth ora sa che quel giorno non verrà mai, che quello è stato il suo addio, lui sapeva che sarebbe morto.[...]
Epilogo:[...]Ma cosa c'era oltre al buio?
Niente.
Ma vi erano altre persone in quel buio?
No.
Esistevano altri oltre a lui?
Non lo sapeva.
E lui chi o cosa era?
Io sono...[...]
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Elizabeth Middleford, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo quinto
L'alfiere della regina
 
Stavo scrivendo il sesto capitolo quando mi sono resa conto di quanto i personaggi e i dialoghi non mi convincessero in questo quinto capitolo, quindi ho riscritto tutto. Pazzia mia e solo mia, per farmi perdonare l'ultimo capitolo verrà pubblicato a solo una settimana di distanza. Ringrazio Misora e Baekho per aver recensito il precedente capitolo e May Des per aver messo la mia FF tra le seguite!!! ^^
 
-Cerca la terra.- Quella frase uscì come una implorazione dalle labbra secche del vecchio uomo.
Ricorda ancora il luccichio, nei suoi occhi pieni di speranza, che aveva colto sotto le folte soppraciglia.
Sono passati pochi giorni da quando è stato liberato dal vecchio, eppure gli sembra che sia da un'eternità che sorvola l'oceano.
Il sole picchia sulle sue penne nere, mentre la stanchezza prende possesso del suo corpo, le acque sembrano infinite sotto di lui nel loro quieto muoversi.
Se trovasse la terra potrebbe finalmente nutrirsi e finire il compito datogli dall'uomo.
Ma la terra non si vede neanche davanti a lui. Per quanti giorni potrà resistere ancora prima di morir di fame? Veramente pochi, molti di meno di quanti ne ha impiegati per giungere in quel luogo.
-Bel corvo?- Domanda una voce. 
Il corvo si guarda ai fianchi non vedendo nessuno, poi abbassa il capo e gracchia offeso in direzione delle acque.
-Oh, bel corvo non siete stanco di volare?-
Adesso a infastidire il suo viaggio ci si mettono anche i pesci del mare. Decide di ignorare la voce dell'animale acquatico proseguendo nel suo volo solitario.
-Perché non ti fai cullare dalle calme onde del mare cosicché tu ti possa riposare?- Si accorse solo in quel momento che la voce parlava con parole umane, ma che fosse più soave di qualsiasi suono avesse mai udito.
Se si fosse avvicinato all'acqua e si fosse riposato, di certo non gli sarebbe successo chissà cosa.
Planò piano verso la superficie azzurra delle acque, ma improvvisamente il mare si fece scuro e un'onda lo travolse buttandolo prepotentemente in acqua.
Sbatté le ali spaventato da quell'evento improvviso, ma il movimento risultò inutile perché una morsa invisibile lo avvolse e lo trascinò verso le profondità del mare.
Il sole filtrava luminoso sopra di lui mentre le tenebre lo circondavano, si agitò terrorizzato ma presto il poco ossigeno contenuto nei suoi piccoli polmoni se ne andò via in una bolla d'aria che si allontanò da lui per raggiungere la superficie mentre lui continuava ad affondare.
Mentre moriva il corvo maledisse l'uomo che l'aveva portato alla morte.

---
 
 Una folata di vento e neve raggiunse in suo volto provocandogli un brivido, erano giorni che camminava per le lande russe alla ricerca di suoi simili.
Si avvolse meglio nel mantello, era un demone ma avendo aspetto umano percepiva lo stesso il freddo che lo circondava, anche se in modo più attenuato.
Un odore dolciastro e nauseabondo lo avvolse con le sue spire, vide davanti a lui un piccolo villaggio e sorrise: ecco il covo di Carestia.
Carestia era un demone molto potente e volubile, si circondava spesso di demoni di basso rango come quelli del primo fiume.
Già, i demoni del primo fiume, creature viscide che non erano neanche in grado di nascondere il loro aspetto demoniaco davanti agli occhi umani.
Mentre giungeva alla sommità del villaggio, l'ex-maggiordomo si chiese se era stato un bene giungere in quel luogo.
Percorse la via principale e sentì l'odore della paura aleggiare nell'aria, volse la testa verso una casetta dove vi erano dei cuori che battevano come impazziti dalla paura mentre una voce canticchiava una preghiera.
Quindi in quel villaggio non avevano ancora ucciso tutti gli abitanti. Oltrepassò la misera abitazione conscio che presto anche quelle vite sarebbero state recise.
C'era poco da pregare quando ormai quel villaggio sarebbe stato il primo baluardo della guerra di Carestia contro la vita.
Stava avanzando verso quello che doveva essere il centro del villaggio, quando venne sbattuto con forza verso una parete.
Non aspettò molto prima di controbattere all'attacco e scaraventare il suo avversario contro il terreno gelido.
Si sistemò il mantello e guardò con disgusto il demone che aveva davanti.
Una cretura alta sui tre metri si mise in piedi guardandolo con paura.
-Tu sei come me?- Sbiascicò facendo scoccare la lingua nera tra i denti appuntiti, mentre i suoi enormi occhi gialli percorrevano la figura dell'uomo che aveva davanti.
-Se proprio lo vuoi mettere su un piano quello che hai di fronte non è un demone del nostro livello, Houd.-
Un demone dalle sembianze di un grosso lupo ma circondato da scintille elettriche e da tre occhi che fluttavano intorno al suo corpo, si avvicinò al demone dagli occhi gialli che fece scattare le chele che aveva al posto delle mani.
-E cosa sarebbe costui, Erazm?-
-Cerco Carestia o, come ora preferisce chiamarsi il vostro signore, Asag.-
Il lupo pronunciò un basso ringhio in direzione del demone con aspetto umano per poi far cenno alla sua sinistra.
-Lo troverai al centro di questo misero villaggio.-
Sebastian sorrise capendo il motivo del cattivo umore di quel demone inferiore.
-Cosa c'è? Non siete contenti di condividere questo lussuoso banchetto con un demone del mio livello?-
-Cosa? Tu lo chiami lussuoso banchetto, questa zona fredda inospitale piena di contadini malati e denutriti?- Si infervorò il demone più alto che nel complesso poteva ricordare una mantide religiosa.
-Houd, smettila. Tanto la tua rabbia non colpisce l'orgoglio di creature come lui.-
-Oh, ma io mi sento così offeso da questi vostri insulti! Non dovreste portare più rispetto verso demoni più forti di voi?- Sebastian aveva il desiderio di combattere e scatenare la sua furia ma non voleva essere il primo ad attaccare.
-Il nostro signore Asag vi aspettava già da molti giorni, non lo vorrete far aspettare ancora?-
-Non credo di aver accettato ufficiosamente il suo invito quindi la mia presenza qui potrebbe non essere neanche tanto attesa.-
-Parole tanto presuntuose non potevano uscire se non da un demone sotto il comando di Mefistofele, colui che si arrischiò a far credere agli uomini di essere il nostro Re.-
-Osi insultare a gran voce un generale demoniaco? Hai del coraggio per essere un demone del più basso livello.-
-Cosa sta succedendo qui?-
Un demone con sembianze più umane degli altri due ma con aculei di ossa che uscivano dal suo corpo si avvicinò al gruppo.
-Houd, Erazm non dovreste trovarvi in questa zona del villaggio; se qualche viaggiatore umano vi vedesse potrebbe scappare e avvisare i villaggi vicini, e qui nessuno vuole che la voce si diffonda così in fretta.-
I due demoni fissarono il nuovo arrivato con rabbia per poi dileguarsi in un vicolo buio.
-Anche Asag teme i cacciatori?-
-Solo gli sciocchi non temerebbero simili esseri.-
Sebastian alzò gli occhi al cielo oscuro pensando come quel luogo di morte assomigliasse in quel momento al mondo demoniaco.
-Immagino tu sia il demone che il nostro signore ha invitato. Seguitemi.-

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Si massaggiò i polsi doloranti immaginandosi i segni violacei dei lividi che presto si sarebbero formati sulla sua pelle chiara.
Attorno a lei un silenzio assordante. Spesso nei romanzi aveva letto quel termine e scioccamente si era chiesta come un silenzio potesse essere rumoroso.
Eppure in quel momento nella sala il silenzio era giunto dopo le tante grida e mentre fissava la figura davanti a se avrebbe voluto parlare, gridare o piangere ma restò immobile, terrorizzata da quello che avrebbe comportato rompere quel silenzio.
-State bene signorina?- Una voce le sussurò dolcemente all'orecchio, si voltò di scattò incontrando un paio di occhi verde chiaro che risaltavano in maniera inquietante nel buio della stanza.
-Voi chi siete?- Domandò impaurita gettando occhiate alle sue spalle dove la figura in ombra continuava a fissarla con il suo sguardo dorato.
-Oh, mi dispiace infinitamente che una giovane ragazza abbia dovuto assistere a un simile scempio.- L'uomo davanti a lei fece un leggero inchino.
-Il mio nome Raphael e vi aiuterò a dimenticare ciò che è accaduto questa sera e riportarla alla sua dimora.- L'uomo dagli occhi verdi avvicinò una mano al volto di Elizabeth che notò piccole scintille formarsi intorno ad essa.
-NO!- Urlò allontanandosi e scendendo dalla parte opposta dell'altare con agilità.
-Non voglio dimenticare, non ora. Cosa siete demoni? O altri pazzi fanatici?-
 Appena finì la frase si sentì presa con forza dalle spalle e venir sbattuta contro la parete. Il dolore si propagò dalla schiena al resto del corpo bloccandola per un istante prima di divincolarsi con forza.
-Come osi paragonarci a quella feccia stupida ragazzina?-
Elizabeth alzò lo sguardo incontrando gli occhi dorati del ragazzo che gli aveva appena urlato contro. La forza che stava esercitando sulle sue spalle le stava facendo male ma non volle farsi vedere debole.
-Iorwerth, non vedi che così le stai facendo male?- Disse l'uomo avvicinandosi al ragazzo e mettendogli una mano sulla spalla.
-Stai zitto Raphael!-
-Cosa siete?-
-Raphael toglile la memoria e riportiamola a casa, non riesco più a sopportare le sue domande.-
-Ho detto che non voglio.-
-Senti, ragazzina cosa c'è di male se domani mattina non ricorderai nulla? Così potrai tornare ai tuoi servizi da the e alle casette delle bambole.-
-Voglio sapere cosa è questa storia dei demoni, se è vero quello che mi hanno detto...-
-Oh, una piccola fanatica dell'occulto. Mi dispiace mia cara ma non c'è niente di divertente in tutto questo.-
Il silenzio cadde di nuovo nella sala.
-Iorwerth sei stato un po' tanto duro con lei.-
-Mi hanno detto che il mio fidanzato ha fatto un contratto con un demone e che per questo è morto.-
-Come?-
-Il signore Lytton mi ha portato qui dicendomi di sapere la verità dietro la morte di Ciel e...-
-Aspetta lei sta parlando di Ciel Phantomhive? Iorwerth lasciala, lei è la fidanzata del ragazzo su cui stiamo indagando.-
-Cosa?- Domandarono i due fissando con occhi sgranati l'uomo.
Elizabeth si sistemò meglio la gonna e incominciò a raccontare ai due le sue indagini e di come Lytton l'avesse avvicinata a lui e le avesse raccontato dei demoni.
-Quindi è vero? L'anima di Ciel è veramente stata mangiata da Sebastian?-
-Da quanto ci avete raccontato sembrerebbe proprio che come temevamo il maggiordomo Sebastian Michaelis sia in verità un demone. Ma da quanto ne sappiamo ha lasciato almeno il territorio di Londra.-
-Aspettate! Voi che ruolo avete con i demoni?-
-Noi siamo i cacciatori, da secoli evitiamo che la gente venga coinvolta da queste immonde creature, almeno cerchiamo di diminuire i contatti. Se la gente sapesse dell'esistenza di queste creature potete solo immaginare il caos che si crerebbe.-
Iorwerth sbuffò fissandoli appollaiato sull'altare.
-In poche parole siamo persone allenate a uccidere i demoni o, come in questo caso, pazzoidi che cercano di evocarli con sacrifici umani. Comunque, Raphael, non capisco perché le stai dicendo tutte questo.-
-Non ci posso credere ancora, Sebastian era così gentile e accomodante...-
-Un maggiordomo perfetto, probabilmente questo Ciel aveva un'anima "appetitosa" per essere riuscito a comandare a bacchetta un demone. Alla fine i demoni di un certo livello tendono a nascondere la loro vera forma e natura sotto perfette maschere.-
Elizabeth si piegò in avanti e mise una mano davanti alla bocca nel tentativo di trattenere un conato di vomito. Il solo pensiero di Ciel, morto, "mangiato" da Sebastian le metteva i brividi, vide davanti a se scene di sangue dove il suo amato agonizzava lentamente.
-Un po' di delicatezza, è pur sempre una civile.-
-Volete ucciderlo?- La domanda fu un sussurro che uscì dalle labbra tremule della ragazza.
-Si, è pur sempre il nostro compito, anche se pensiamo non sia un demone di basso grado.-
-Voglio aiutarvi, voglio ucciderlo con le mie mani.-
-Che pazzia è mai questa? Sei solo una viziata ragazzina nobile.-
-So tirare di scherma.-
-Non credo che questo ti basterà contro un demone del primo fiume. figurarsi con un demone di grado superiore.-
-Mi allenerò con voi, io...-
-Credi sia così semplice? Noi ci siamo allenati da quando eravamo bambini, e cosa dirai alla tua famiglia?-
-Io... lui ha ucciso la persona che amavo. Voglio vendetta.-
-Morirai, ecco cosa succederà se attaccherai da sola quel demone. Cosa otterrai poi? I tuoi famigliari ne soffriranno.-
-Ora smettetela entrambi! Ti riporteremo a casa e vedremo poi lì che cosa fare.-
-Raphael che cosa hai in mente?- Sussurò il giovane all'orecchio dell'uomo.
-Quando arriveremo lì lo scoprirai.-

---

Più si avvicinavano al centro del villaggio, più l'odore di morte si intensificava, stava nevicando eppure sembrava più cenere che neve quella che scendeva dal nero cielo.
I due demoni si fermarono appena raggiunsero quello che doveva essere il centro del villaggio.
Intorno a loro erano disseminati corpi di umani che venivano mangiati da piccoli demoni.
La pelle bianca e cadaverica, gli arti rigidi, gli occhi opachi. Erano uomini e donne magri, troppo magri. Per questo quelle piccole e mostruose creature stavano rosicchiando con premura le loro ossa alla ricerca di piccoli brandelli di carne.
L'odore ferroso del sangue impregnava l'area circostante, qualsiasi umano non sarebbe riuscito a resistere a un simile tanfo senza rimettere il contenuto del proprio stomaco.
-Oh, alla fine il nostro invitato è arrivato alla festa.- Mormorò una voce profonda prima di ridere sguaiatamente.
Il demone dalle spire di ossa si allontanò velocemente facendo un leggero inchino.
-Come potevo rifiutare un vostro invito generale Asag?-
Un demone dalla carnagione grigiastra si sistemo meglio sul suo trono di ossa, se non fosse stato per quel sottile strano di pelle anche lui sarebbe stato scambiato per delle ossa, anche se con le ali e un paio di corna rosse che spuntavano dalle tempie non sarebbe di certo stato un scheletro umano.
Grossi ratti correvano velocemente nella struttura di ossa cercando forse cibo o un riparo.
Asag adorava quelle creature con cui spesso portava un nuovo morbo ad indebolire gli uomini prima dell'attacco.
-Se non ricordo male hai rifiutato più di una volta i miei inviti, quindi mi domando: cosa ti porta qui oggi?-
-Come potrai capire ho ucciso da poco l'essere umano con cui avevo un contratto e...-
-Già, storia divertente la tua. Messo alle dipendenze di un cucciolo d'uomo, non potevo crederci quando ho saputo della notizia. Molti hanno riso per giorni di te, compreso io ovviamente. Ma sono certo che fosse un'anima degna quella che hai scelto.-
-Esattamente. Stavo dicendo che Londra mi ha stufato, e ho colto l'opportunità di partecipare a una delle tue feste.-
-Lo sai benissimo che questa è una delle più scarse, perché proprio qui? C'è qualcos'altro.-
-Diciamo che a Londra, per quanto mi fossi nascosto bene, le mie straordinarie doti sono state notate.-
Asag afferrò un grosso ratto e gli staccò di netto metà corpo con un morso.
-Detesto infinitamente gli inutili giri di parole che spesso voi usate nel parlare. Credi che questi trucchetti che usate per ingannare gli uomini possano funzionare anche su di me?-
Il demone dai capelli corvini strinse i pugni irrigidendosi sul posto, non era un bene innervosire un generale degli inferi.
-E' lo stesso motivo che vi sta portando a non far gironzolare i vostri seguaci nella parte più esterna di questo villaggio.-
-I cacciatori. Bella piaga, ogni secolo sembrano aumentare sempre di più. Anche se le perdite che ci causano non sono di grande rilevanza, stanno incominciando a mettere un po' troppo i bastoni tra le ruote.-
-Da quanto ne so il loro unico obbiettivo è sterminarci.-
-Che ideale irraggiungibile, siamo in numero superiore se volessimo lì schiacceremmo con un dito.-
-Ma alla fine dove sarebbe il divertimento?-
-Esattamente, spero che tu non sarai così imprudente come nel passato, vero Branwen?-
Ricordargli quell'errore che fece ancor prima che divenisse un demone lo fece tremare di rabbia, ma il suo avversario era più forte di lui.

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Era certo di essere ormai morto. Non sentiva più le acque gelide bagnargli il corpo né la tremenda sensazione di respirare acqua invece di aria.
Eppure continuava a cadere da un tempo infinito mentre ormai la luce era solo un miraggio agli occhi del povero volatile che attendeva di toccare finalmente il fondo dell'abisso dove continuava ad essere trascinato con forza.
-Bel corvo, ti stai domandando perché non muori?-
Voleva dimenarsi ma sapeva che ormai sarebbe stato tutto inutile, se solo non avesse ubbidito all'ordine del vecchio ora sarebbe di certo vivo.
-Mi piace il tuo sentimento astioso bel corvo, odialo perché è sua la causa della tua precoce dipartita.-
Non era del tutto vero, era colpa sua. Se solo si fosse impegnato di più e non avesse ascoltato la voce ora starebbe volando ancora nel cielo, vedrebbe di nuovo la luce.
-Sciocco animale come puoi pensare che sia colpa mia? Ti ho dato una morte molto più veloce di quella che stavi già avendo in superficie, stavi morendo di fame. Quell'umano è stato poco accorto era troppo presto per cercare la terra.-
La terra alla fine non l'aveva neanche scorta, chissà che avrebbero fatto allora gli uomini sull'imbarcazione, sarebbero morti e lui ne era la causa.
-Smettila! Non puoi provare di certo pietà per quegli esseri ora che tutto è finito.-
Sono morto, è difficile accettare questa situazione con tanta facilità, mi piacerebbe tornare alla vita.
-Lo desideri davvero? Perché allora, se è possibile, vorresti vendicarti della progenie umana?-
Vendetta?
Era solo un corvo, cosa avrebbe potuto fare lui nelle sue sembianze? E poi era già tutto finito.
-Hai una bell'anima, mi piacerebbe tanto se fosse mia.-
Il corvo sentì quelle parole come l'ennesima condanna, perché chiedergli se voleva dargli la sua anima? Poteva prendersela tranquillamente da sola.
-Ci sono delle regole mio piccolo amico, non desideri forse tornare alla vita che ingiustamente ti è stata tolta?-
Parole infide e menzoniere ma così attraenti nelle loro promesse.
Voleva accettare anche se una parte di se stesso era certa che nel momento in cui avesse accettato sarebbe finito in un luogo molto più oscuro di quello dove ora stava cadendo.
-Allora cosa mi rispondi?-
“Accetto!” urlò nella sua mente sperando che le parole della voce avessero un fondo di verità.
-Ottimo.-
Un dolore lancinante gli pervase il petto era come se qualcuno gli stesse risucchiasse i suoi organi interni.
Il suo corpo mutò le zampe divennero gambe, le ali braccia e il becco una bocca. Toccò infine il suolo di un luogo che sembrava emettere oscurità, come se in quel loco la luce non fosse mai arrivata.
-Ora sei uno dei tanti demoni che infesteranno il nuovo mondo e che tenteranno e inganneranno la progenie umana nutrendosi delle loro anime.-
Il corvo non più animale alzò lo sguardo vermiglio e seppe in quel momento di trovarsi al cospettò della sua regina Lilith.
-Benvenuto all'inferno Branwen.- Sorrise la donna mostrando una fila di denti bianchi e aguzzi.

---

Il demone tornò con la mente al presente cercando di schernire quei ricordi a Ciel.
Branwen è il tuo vero nome? Rispondimi. Mi stai ignorando da quando siamo arrivati in questo villaggio degli orrori.
-La tua attitudine ad essere legato agli esseri umani non sono cambiate. Hai mantenuto la coscienza del tuo ultimo pasto, posso sentirlo.-
Branwen sentì Ciel trattenere il fiato anche se non gli serviva affatto respirare.
-Hai trovato proprio una gemma rara, un'anima così vigorosa e tenace nonostante la morte del corpo.-
Asag stava scendendo dal mucchio di ossa che formavano il suo trono, la sua camminata doveva essere elegante ma assomigliava più a un buffo balletto che a volte gli artisti di strada facevano vedere attraverso le loro strane marionette.
Il generale demoniaco prese con forza il mento del altro demone osservandolo, non aveva occhi ma solo piccole conche nere.
Ciel si sentì indifeso sotto quello sguardo, provava orrore davanti a quell'essere, eppure non poteva fargli del male, almeno ci sperava.
-Sai, cucciolo d'uomo, per quanto gente come i cacciatori ci possano eliminare non riusciranno mai a estinguere la nostra razza. Noi siamo il buio celato nel cuore di ogni essere, siamo l'erba cattiva che per quanto puoi impegnarti a sradicare tornerà, a meno che non tu non dia fuoco alla terra e dopo ci getti sopra del sale, ma così facendo si uccide anche l'erba buona. Ho millenni alle mie spalle e ho visto la tua razza evolversi ma alla fine il marcio si nasconde sempre nei vostri cuori.-
L'umano sentì come una lancia infilata nel cranio mentre varie immagini gli scorrevano davanti agli occhi.
Vide uomini e donne di diverse epoche morire sotto vari mali mentre la terra bruciava poi gelava, alternativamente demoni si nutrivano delle loro carni e i fiumi aridi d'acqua venivano riempiti da sangue abbeverando così quelle nefaste creature.
Quando le immagini smisero il conte si sentì stordito e inorridito.
Branwen sudava freddo sotto la ferrea presa di Asag.
-Ricordati bene, se voi umani siete ancora in vita è solo per nostro capriccio, beh anche perché siete nostro nutrimento.-
La risata di quell'immondo essere sovrastò il rumore delle mosche che ronzavano sui cadaveri, lo squittio dei topi e anche il rumore continuo del masticare dei demoni che li circondavano.

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La residenza dei Midford era vasta e fatiscente in mezzo a quella campagna circostante. L'avevano raggiunta in tempo ragionevole grazie al trasporto di una carrozza. Elizabeth quando aveva visto l'anonimo cocchiere era tremata di rabbia al ricordo del tradimento di quell'altro suo collega.
Ora che si ritrovava davanti al portone di casa fiancheggiata da quei due cacciatori le sembrava di sentire il cuore più leggero, il senso di protezione che per anni le aveva dato la sua dimora la rasserenava.
In fondo sarebbe stato bello se il mattino seguente tutto quello che era successo in quelle ore fosse svanito nel nulla.
Scosse con decisione la testa, non poteva dimenticare così gli aventi che l'avevano portata alla scoperta della  verità su Ciel.
Ma era veramente quella la verità? Alla fine si era imbattuta solo su un gruppo di fanatici dell'occulto e su due assassini non aveva visto ancora nessuna creatura demoniaca quindi poteva essere tutta una fantasia.
Raphael batte forte alla porta.
Il momento era giunto, già si immaginava Paola o un'altra inserviente raggiungerli e meravigliarsi di trovarla lì.
-Elizabeth.- Fu però la figura del fratello ad abbracciarla repentinamente appena il portone si aprì.
-E...dward..- Sussurrò prima di aggrapparsi con forza alle spalle forti del fratello e crollare in lacrime.
Per quanto si considerasse forte e per quanto il pericolo fosse stato sventato la paura era ancora insidiata nel suo giovane cuore.
-Raphael, Iorwerth vi ringrazio per avermi riportato a casa mia sorella.-
La ragazza si staccò di colpo dal frattello e lo guardò scioccata.
-Cosa significa? Come fate a conoscervi?-
Nella mente di Elizabeth si formarono varie possibili supposizioni e se il fratello sapendo delle sue ricerche l'avesse fatta rapire da quel Lytton per poi essere salvata da quei due uomini? Forse così dalla paura avrebbe dimenticato le sue ricerche per voler tornare alla vita quotidiana. Ma era certa che tutti quei corpi che aveva visto morti non erano teatranti e quello era vero sangue.
Quando sentì la verità dalle labbra del parente il mondo le crollò addosso.
-Anch'io sono un cacciatore.-
-Cosa? Perché mi hai tenuto all'oscuro di questo? I nostri genitori lo sanno? Questo vuol dire che sospettavi anche tu che Sebastian fosse un demone?-
Le domande le uscirono a raffica in tono disperato mentre guardava quello che ora le sembrava un estraneo.
-Elizabeth entriamo e parliamone tranquillamente in salotto è meglio se resti seduta mentre ti dirò tutta la verità.-

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Quando si sedettero tutti e quattro sulle poltroncine del salotto la tensione era devastante e il silenzio incombeva su di loro.
-Immagino che ormai a questo punto non possa tenerle segreto niente.-
Raphael annuì in direzione del nobile.
-Quando frequentavo l'accademia di scherma venni avvicinato da un gruppo di persone che mi parlarono di un certo circolo. Mi chiesero se volessi farne parte visto il mio talento nel combattimento. In quel momento non capii come questo potesse c’entrare con un circolo ma quando visitai la loro sede tutto mi fu chiaro.-
Edward sospirò pesantemente, faceva fatica a pensare che finalmente poteva condividere quel segreto con qualcuno di familiare, anche se sperava che non fosse mai stato in simili situazioni e con la sua adorata sorella.
-Era un centro di allenamento per il combattimento, questo posto è situato nella campagna vicino a Londra ma è protetto da una barriera che lo rende invisibile e...-
-Come è possibile? Stiamo parlando di magia, di demoni! Tutto questo è così fuori dal nostro mondo. Edward, non è che forse sei stato soggiogato da queste persone?-
-Per fortuna tu non ne hai mai visto uno, o almeno nessuno nella loro vera forma. Anch'io prima di vedere i demoni e combatterli ero scettico, pensavo fossero dei fanatici alla caccia di stupide leggende e incubi. Non è così. Vi sono cose che se venissero in dominio pubblico farebbero crollare la popolazione nel caos.-
-Quello che ho già detto io.- Annunciò Iorwerth che si stava stancando di quell'aria così opprimente.
-Tornando alle tue domande. I nostri genitori sanno che faccio parte di un club ma non sanno la vera natura delle attività, non sanno che ogni notte rischio la vita uccidendo quelle orride creature insieme ad altre persone, non immaginano gli orrori che ho visto. Un vincolo non mi permette di divulgare il segreto che porto dentro di me da anni e mai avrei voluto che tu ne fossi a conoscenza.-
Elizabeth si sentì in pena per il dolore che leggeva negli occhi del famigliare.
-Volevano anche che tu entrassi nel circolo ma gli ho scongiurati di non farlo, eri una ragazzina talentuosa e di forte carattere. Ma non potevo permettere che anche tu rischiassi così tanto in questa guerra, poi i nostri genitori non potrebbero tollerare la morte di entrambi i loro figli.-
-Fratello come puoi pensare che io ora possa essere indifferente? Uno di quegli esseri ha ucciso Ciel.-
-A proposito di Ciel, avevo inoltrato i miei sospetti su Sebastian ma era ormai troppo tardi. Ciel ha fatto un contratto con un demone a queste persone resta solo l'alternativa di morire o per mano nostra e per mano del demone.-
-Avresti ucciso Ciel?-
-Non io ma altri si.-
Elizabeth sentì lo sconforto aumentare, una parte di lei faceva difficoltà a credere ancora a tutto quello e sperava che tutto sia un brutto incubo. 
-Ora purtroppo so per certo che tu vorrai unirti a questo mondo, vorrei che tu desistessi pensando al dolore che proverebbero i nostri genitori nel perderti.-
-E tu invece? Combatti questo esercito del male da solo. Come puoi pensare che noi non avremmo reagito se fossi morto? Sei caro ai nostri genitori quanto lo sono io e sei caro pure a me. Con che giustificazione avrebbero portato il tuo corpo alla nostra dimora i tuoi compagni d'armi?-
-Un ladro, un folle con un coltello, una giustificazione la si trova sempre in quei casi ma se il demone ti infetta allora l'unica soluzione è bruciare.
-Bruciare? E la sepoltura dei tuoi resti? Come farà la tua anima...-
-Elizabeth, quando sei in mezzo a questo mostruoso mondo e puoi vedere il male la tua fede è instabile. Ti chiedi perché dare il tormento al genere umano con queste creature? Perché non diminuiscono ma sembrano aumentare? Perché siamo così pochi contro un così vasto esercito?-
-Edward capisco le tue motivazioni ma io voglio combattere questo male al tuo fianco se mi sarà dato il permesso.-
-Ti prego, non lasciarti accecare dalla vendetta!- Le urlò contro prendendola per le spalle.
Quando vide i suoi occhi determinati capì che nessuna parola sarebbe valsa per farla desistere dal suo intento e pianse aggrappandosi a lei.
Anche Elizabeth pianse vedendo il dolore del fratello tramutarsi in lacrime, tutto il mondo per loro due fu isolato in quel momento di sconforto.
Fu così che li lasciarono i due cacciatori prima di sparire nella notte.
-Lo sapevi che suo fratello era un cacciatore?-
-Ovviamente.-
-Lo diverrà anche lei?-
-Ha molto talento, sono sicuro che con il giusto supporto potrà divenire un'ottima cacciatrice.-

---

La mattina arrivò crudelmente presto e i due fratelli salutarono i propri genitori prima di partire in carrozza. Per quanto la madre non volesse abbandonare Elizabeth dopo che lei era scomparsa la sera precedente non poté molto quando il figlio le consegnò la lettera del consiglio che comunicava che anche Elizabeth era stata scelta.
Francis non era una donna così stupida da non capire che quel club in realtà era altro che un centro di allenamento.
Se fosse per un nuovo speciale esercito inglese o per essere le guardie della Regina non lo sapeva ma aveva la sensazione che fosse qualcosa di estremamente segreto e importante.
-Raphael deve aver parlato di te al consiglio già ieri notte se la lettera è arrivata già questa mattina.- Constatò Edward rivolgendosi alla sorella.
-Come ha fatto?-Elizabeth si riferiva al fatto che quel pezzo di carta fosse apparso improvvisamente davanti ai suoi occhi quella mattina.
-Magia.-
-Magia?-
-Raramente nascono persone in grado di usarla e immediatamente passano sotto la revisione del consiglio. Raphael è un mago ce così lo si vuole chiamare, è stato addestrato sin da piccolo dal consiglio vicino ad Edinburgo.-
-Allora non ci siamo solo noi sul territorio inglese.-
Edward rise.
-Ovviamente no. Siamo sparsi per tutto il continente e il mondo conosciuto, il male non si insidia solo a Londra. Ad esempio da quanto ne sappiamo ora una grossa carestia sta attaccando la Russia, è probabile che centrino i demoni.-
-Anche lui è lì?-
-Probabilmente, avrà capito che eravamo ai suoi calcagni ed ha preferito unirsi ad altri suoi simili così per non avere uno scontro troppo diretto.-
-Allora andiamo cosa stiamo aspettando? Sappiamo dov'è?-
-Sorellina, ti prego non essere avventata: non hai un addestramento adeguato e poi nessun cacciatore attaccherebbe direttamente i demoni durante una carestia.-
-Perché?-
-Perché dietro ogni carestia vi è il generale demoniaco Asag. Già il solo Sebastian non deve essere un demone di basso livello ma Asag, è un demone superiore nessun cacciatore può competere con lui.-
-Cos'ha di così forte questa creatura?-
-Ha molti seguaci di basso livello e poi essendo il demone della carestia se lo ferissi il suo sangue contenente molte malattie ti infetterebbe con solo il suo odore, moriresti tra tremende convulsioni e agonie.-
-E' terribile.-
-Elizabeth, so che prima o poi ti scontrerai contro quel demone. Voglio solo che tu ricordi le mie parole. L'altro giorno siamo stati nella stanza di una cameriera, è stata uccisa da un demone, la sua pelle era ricoperta di sfregi e la gola è stata sgozzata con un colpo secco, il demone l'ha fatta fuori usando solo gli artigli. Sorella non voglio che tu faccia questo nella speranza di dar pace a Ciel.-
-Edward, ora che so che il male alberga così in profondità nella nostra società non posso restare con le mani in mano quando altre persone muoiono come Ciel perché ingannati o attaccati da quei esseri. Mi chiedo solo perché non informare la gente, oltre per il motivo del caos.-
-I demoni allora si mostrerebbero subito, sono molti e non credo che potremmo affrontarli tutti insieme.-
-Capisco.-
-Elizabeth, siamo arrivati.-
La ragazza scese dalla carrozza e vide la struttura fatta di alte guglie e di dimensioni enormi.
-Benvenuta all'accademia.- Disse una voce conosciuta ridacchiando per l'espressione stupita di Elizabeth.
-Iorwerth, si solito non accogli la gente.-
-Purtroppo la mala sorte mi ha dato il compito di allenare la ragazzina.-
-Cosa?-
-Già ero stupito quanto voi, ma sapete sono un ottimo cacciatore quindi era inevitabile che questo compito spettasse a me.-
- Non fare troppo lo sbruffone, Iorwerth -
-Edward smettila di fare il damerino sei ridicolo.-
-Aspettate ma perché vi rivolgete l'uno all'altro con tanta confidenza?
-Perché quando ti salvi la vita a vicenda o combatti per uno stesso fine è normale lasciare da parte l'etichetta, signorina.-
Si sentì offesa da tanta confidenza ma non lo diede a vedere.
-Quindi mi mostrerai l'accademia?-
-Ovviamente no, io ti sfido a un combattimento.-
Le lanciò un fioretto che prese al volo.
-In guardia.- Dissero all'unisolo mettendosi in posizione.
 
Piccole note.
Branwen significa Bel corvo non mi ricordo più in che lingua
La storia del corvo e di Noè  mi ricordo che a catechismo o all'ora di religione ci avevano raccontato questa storia che prima di mandare la colomba Noè mandò un corvo che in origine era un animale dal bellissimo piumaggio ma che non si impegnò nel trovare la terra e che quindi come punizione le sue piume divennero nere(fuori dalla finestra un corvo gracchia è inquietante). Ho cercato la storia su internet ora a distanza di anni e ci sono altre storie che dicono che il corvo non ascoltò, l'ordine di non avvicinarsi all'acqua nel suo viaggio, l'animale quindi venne attirato da una voce è poi annegò.
   
 
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