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Autore: koopafreak    02/12/2012    4 recensioni
Una serie di episodi indipendenti l'uno dall'altro e di estensione variabile dedicati ai miei regnanti preferiti. Alcuni di essi saranno frutto della mia fantasia, altri tratti direttamente dalla serie originale e presentati attraverso gli occhi dei protagonisti. Ognuno abbraccerà sfumature diverse e mi limito ad indicare la raccolta come generale perché non mi è possibile conciliarli tutti sotto un unico genere. Forse appena un pizzico, giusto una spolverata di BowserxPeach qua e là.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Bowser, Peach, Sorpresa
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Oh Peachy~.- il Re dei Koopa fece il suo ingresso trionfale nella sala trillando il nome della sua dolce Principessa. 

Le pupille saettarono avide da un lato all'altro e localizzarono il loro oggetto del desiderio serenamente assopito sulla grande poltrona dove di solito sedeva lui, davanti all'elegante camino in pietra lavica che era stato rimesso in funzione considerando il repentino abbassamento di temperatura in quei giorni. Bowser si avvicinò ed osservò Peach dormire con il viso leggermente inclinato, appoggiato all'imbottitura morbida dello schienale progettato con un materiale comodo e resistente affinché non si logorasse nel tempo a causa del guscio puntuto del legittimo proprietario. La fanciulla si era concessa un piccolo strappo al contegno regale che era costantemente obbligata ad immortalare, avendo lasciato le scarpette col tacco di fronte al sofà per poter tirare un sospiro di sollievo davanti ad un buon libro ed il piacevole tepore del fuoco. 

Certo non doveva essere stata una lettura entusiasmante constatando quanto se la dormiva magnificamente, con le gambe raccolte sotto il vestito e le punte dei piedini che facevano capolino da sotto l'orlo rifinito. Sembrava una bambina che era crollata mentre stava studiando per il giorno dopo. Bowser ridacchiò a quel pensiero e stabilì che aveva riposato anche troppo. Voleva mostrarle una cosa importante e come poteva farlo se stava nel mondo dei sogni? 

La guardò meglio, indugiando un momento nel dubbio se fosse stato più giusto invece non disturbarla, tanto tranquilla e graziosa lì davanti al camino col libro ancora in grembo. Magari avrebbe davvero fatto meglio a passare più tardi, ma come al solito la sua congenita impazienza ebbe il sopravvento e le tappò il naso fra le dita. Peach si mosse d'istinto brontolando e corrugando le sopracciglia infastidita finché non si svegliò, scrutandolo tra le punte metalliche della fascia al polso. 

-Dormito bene, principessina?- le rivolse un sorriso a trentadue denti.

-Fino ad un secondo fa, grazie.- rispose lei scacciando la sua mano. 

Bowser rise al broncio indirizzatogli e in tutta risposta le sfiorò con gli artigli le punte dei piedi scoperte. Peach saltò con uno squittio e si ritirò di più contro l'imbottitura dello schienale.

-Bowser smettila!- lo riprese coprendosi completamente le gambe col vestito. 

Ciò non fece che ampliare ulteriormente il sorriso del koopa, il quale non resisteva dal punzecchiare la Principessa quando poteva sia perché ne traeva un divertimento quasi infantile sia per avere la sua attenzione tutta per sé.

-Che leggevi? Deve proprio essere una storia mozzafiato se ci sei addirittura svenuta.- disse afferrando il libro e sfogliandolo casualmente. Impressionato dal numero delle pagine e dalla minuta dimensione del testo, senza nemmeno una figura tra l'altro, lo richiuse scettico e lesse il titolo sulla copertina. -“Ragione e Sentimento” di Jane Toadsten. Cos'è? Un romanzo per casalinghe annoiate?-

-No. Ridammelo.- fu la glaciale richiesta.

-Non vorrei mica che ti addormentassi di nuovo.-

Peach arrossì fino alle orecchie per l'imbarazzo di essere stata pizzicata in fallo. -Ero solo un po' stanca. Smettila di fare l'immaturo e ridammi il mio libro!-

-Potrei farlo, certo. Ma anche no.- replicò soddisfatto sventolando il suddetto oggetto ad un paio di centimetri al di fuori del raggio d'azione della Principessa che cominciava ad innervosirsi.

-Bowser smettila!- ripeté con una nota di irritazione.

-Sai che c'è? Oggi non sei per niente carina.- il koopa si finse ferito incrociando le braccia col libro ancora tra gli artigli.

-Prego?- la Principessa lo squadrò impassibile.

-Non hai fatto altro che dire di no a tutto da quando ci siamo visti.- Bowser alzò il mento recitando la parte dell'offeso. -Bowser, non toccare il mio diario! Bowser, non toccare la mia biancheria! Bowser, non mi toccare!- la imitò impostando una vocina stridula e muovendo la testa con fare altezzoso.

-Perché quando sei spuntato all'improvviso nella mia stanza hai cercato di ficcare il naso nel mio diario, curiosare nei miei cassetti personali e poi mi hai rapita per l'ennesima volta.-

-Non l'ennesima volta, mia cara.- replicò il Re come se le parole della fanciulla gli fossero scivolate addosso. -Ma la cinquantesima volta.- la corresse con solennità alzando l'indice della mano che stringeva il libro mentre la sua espressione ritornava allegra e sfrontata. 

Peach continuò a guardarlo senza dir nulla in attesa di capire cosa gli stesse girando per la testa. Con un movimento fluido del braccio, Bowser fece scomparire il classico della letteratura ed al suo posto mostrò quello che aveva tutto l'aspetto di un album fotografico e che la Principessa era sicura di non aver mai visto prima. Mettendosi accanto al lei col poggiolo della poltrona tra loro, Bowser le porse il raccoglitore con un sorriso affabile. Molto tempo fa Peach non avrebbe tollerato la sua presenza a così poca distanza, anzi non sarebbe riuscita a sopportarlo nemmeno tra le stesse pareti indifferentemente se un salone o uno sgabuzzino, ma i giorni passati insieme volontariamente e meno avevano permesso a quella piccola radice di confidenza nel suo animo di fortificarsi pian piano finché l'originario timore nei confronti del Re non era andato estinguendosi incontro dopo incontro. 

-Dai, aprilo.- la incoraggiò al suo sguardo interrogativo. 

La Principessa strinse incerta l'album ed inclinandolo lasciò che la copertina lucida si spalancasse ricadendole sul palmo. Una vecchia foto stava incollata e protetta da una sottile pellicola al centro della prima pagina.

-Ma è...- Peach era senza parole.

-Il nostro primo rapimento.- concluse raggiante il koopa agitando inconsciamente la coda. Il tono che aveva usato faceva terribilmente suonare l'ultima parola come “appuntamento”. 

I due soggetti ritratti nella vecchia istantanea non avevano nemmeno otto anni: il dispotico principino che aveva già iniziato a cimentarsi nel suo passatempo preferito di sequestratore celebrava la sua prima impresa facendo smorfie verso i toad in basso che assistevano sconvolti alla scena senza poter far nulla, mentre la bambina al suo fianco gridava e tendeva loro un braccino oltre il bordo della piccola Clown Car esattamente con la faccia di chi non voleva stare lì. Peach sfogliò l'album pagina dopo pagina e in ogni fotografia che le si presentava davanti c'erano sempre lei e Bowser, a volte scattate da uno dei suoi sottoposti, in altre era il rapitore stesso a puntarsi addosso l'obbiettivo con un gran sorriso. Peach in tutte le immagini era sempre spaventata, affranta, infastidita, esasperata, in un paio anche rassegnata ed il suo sguardo era sempre rivolto altrove, lontano dal re e dalla lente della macchina fotografica: per questo infatti non aveva mai fatto caso di aver preso parte nel ritratto del momento con ben altre preoccupazioni a distrarla.

-Non vedi nulla di sbagliato in queste foto?- gli si rivolse distante anni luce dal condividere lo stato d'animo del koopa. 

Bowser batté le palpebre confuso, spostò lo sguardo sulle foto, poi su di lei e poi di nuovo sull'album mentre la Principessa si arrendeva di fronte all'evidenza che l'altro non aveva proprio idea di cosa ci fosse di anomalo tra tutti quei bei ricordi. Scorrendo in fondo all'album mentre una per una rammentava le occasioni in cui era stata rapita dal Re Koopa, Peach arrivò all'ultima pagina che era stata lasciata appositamente vuota. Sopra lo spazio riservato alla foto c'era un numero molto appariscente in carattere elegante oro e rosso.

-Cinquanta.- ribadì il drago. -È un numero importante, per questo dobbiamo festeggiarlo.- 

Peach alzò lo sguardo.

-Così per questa sera ho richiesto un menu speciale e alla fine ci sarà una sorpresa.- disse cercando di allettarla, ma non ottenne l'effetto che aveva sperato dall'inizio. Tuttavia non si scoraggiò e riassunse la sua tipica baldanza, gonfiando il petto e rivolgendole un sorriso entusiasta. -Prima però vorrei sistemare una piccola faccenda, se sei d'accordo.- le disse tirando fuori l'incriminata macchinetta.

-Perché non ti sei mantenuto sul tuo solito stile anche questa volta? Ti riusciva bene catturare tutta la magia del momento.- il sarcasmo di Peach non lo scalfì.

-Questa volta volevo che fosse speciale.- le rispose con disarmante sincerità.

-E ti aspetti che io partecipi anche a quest'ennesima prova di egoismo, autoglorificazione e distacco dall'effettiva realtà?-

Bowser arricciò il naso. -Non capisco tanta negatività. E per l'esattezza sarebbe la cinquantesima prova di egoismo, realtà, eccetera.-

-Ma insomma, è mai possibile che tu continui imperterrito a comportarti da...non puntarmi addosso quello sguardo speranzoso. Non attacca.-

-Solo una foto.- gli occhi cremisi del koopa erano incollati sui suoi.

-Non si può andare avanti così.-

-Una sola.-

-Mi sembra di parlare col muro.-

-Solo una foto piccina.-

-Ma mi ascolti?-

-Ci vorrà un secondo.-

-Bowser, ti avverto.-

-Foto.- il koopa agitò la macchina fotografica come fosse stata l'osso per un cane.

-Giuro che...-

-Per favore?- il temibile monarca stava astutamente appellandosi al lato tenero della Principessa sfruttando la tecnica degli occhi da cucciolo che aveva già avuto modo di affinare nei loro precedenti incontri.

Peach sospirò cingendosi le tempie tra le dita. Se avesse declinato avrebbe finito per ferire i sentimenti di Bowser, se avesse acconsentito sarebbe stato come incoraggiarlo nel suo modo di fare e certo lei non voleva questo. Eppure, se si auspicava davvero che, in un futuro non molto lontano, sarebbero finalmente riusciti a trovare un equilibrio tra i loro regni tanto vicini geograficamente e tanto distanti nei rapporti e lasciarsi alle spalle tutti gli episodi spiacevoli che avevano segnato la complicata convivenza, cinquanta sequestri compresi, sentiva di non poter rifiutarsi di fronte a quell'assurda richiesta e deludere quel koopa lunatico che però aveva imparato a conoscere a piccole dosi. Inoltre, segretamente, la Principessa non provava un risentimento incurabile verso Bowser e, come aveva avuto l'occasione di scoprire il lato peggiore del suo carattere in passato, aveva però visto anche quello più accettabile nelle loro precedenti alleanze e tutte le volte in cui si era ritrovata ospite nel suo grande castello. Si volse verso il muso del drago e si sentì schiacciata dall'intensità dello sguardo piantato addosso.

-Quando vorresti scattarla?- domandò sconfitta.

-Adesso!- senza preavviso Bowser le avvolse un braccio intorno al torace e la sollevò senza il minimo sforzo avvicinando i loro visi così in fretta che Peach non ebbe nemmeno il tempo di reagire e premette il pulsante di scatto, accecandola col flash. 

Appena la macchina sputò l'istantanea il Re ripose con cura la sua principessina ancora stordita sulla poltrona evitando di un soffio la sberla, leggermente deviata a causa della mira imprecisa, che aveva cercato di raggiungere la guancia dove quella della fanciulla un momento prima si era posata.

-La prossima volta avverti!- protestò Peach rossa d'imbarazzo per quell'improvviso contatto. 

Bowser non le rispose, completamente assorto nell'immagine nella fotografia e rimirandola come se fosse stata un'opera d'arte. 

-Fa' vedere.- la Principessa tese una mano mentre con l'altra si sistemava la frangetta scomposta.

-No.- il koopa non si voltò nemmeno e puntò dritto verso l'uscita della sala. Peach non ne era sicura, ma intuì dalla sua voce che stesse sorridendo.

-Fammi vedere quella foto.- insistette osservandolo interdetta defilarsi senza un motivo preciso.

-No!- il guscio di Bowser sparì nel corridoio tetro con l'eco della sua risata malvagia. 

Sarebbe andato subito a consegnare quell'immagine al cuoco per poterla riprodurre venti volte più grande sulla torta cucinata apposta per Peach, con pezzi di frutta fresca e al gusto preferito della sua Principessa: sarebbe stata la sua sorpresa che le avrebbe offerto al termine della cena. Avrebbe reso quel “rapimento d'oro” indimenticabile, il più bello, il più importante di tutti e aveva progettato quella serata da diverse settimane per curare anche il più insignificante dei dettagli. Si sarebbe fatto in quattro per conquistare la fiducia della sua Principessa e poter stare vicino a lei il più a lungo possibile. Prima che Mario si fosse fatto vivo di nuovo.

-Ehi, il mio libro!- Peach rimase di stucco sulla poltrona con ancora l'album tra le braccia ma il koopa era ormai scomparso insieme a romanzo e fotografia.

Benissimo. Grazie tante, Bowser.

Non sapendo che altro fare Peach ricominciò a sfogliare il raccoglitore per guardare meglio altre nostalgiche testimonianze dei rapimenti passati e un foglietto ripiegato le ricadde lieve come una piuma sul vestito. La Principessa appoggiò l'album sul cuscino e lo aprì delicatamente, leggendovi le due righe incise con l'inchiostro.


Questo è un regalo per te con le copie delle foto originali, mi sembrava giusto che le avessi.

L'ultima fotografia te la renderò questa sera a cena. Felice Rapimento d'Oro, mia carissima Peach.



Nota d'autrice:

Un po' di fluff perché il mio umore lo necessitava questa sera.

Grazie di aver letto la qui presente shot :]


Koopafreak

  
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