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Autore: Adele_Herondale    02/12/2012    3 recensioni
Finnick non la vedeva come la vedevano gli altri. Lei lo intrappolò in una rete da cui lui non poté più liberarsi, lo legò in un nodo che non sarebbe stato sciolto. Non da loro, almeno. Ma come è iniziato tutto?
Vi avverto che questa fan fiction vede Annie come più grande di Finnick, quindi ora lui non ha ancora vinto gli hg, è... "Innocente". Buona lettura!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                      Capitolo 5 
 
                                                    MY JOLLY SAILOR BOLD.

 
E’ buffo come i pesci quasi si offrano volontari per lo sterminio, avanzando senza paura nella rete. Non sanno cosa li aspetta. Beh, tanto meglio per me, no?
Mi giro verso Annie. I suoi piedi penzolano fuori bordo e le sue mani trafficano con il braccialetto di corda al suo polso. – Ehi, tutto bene? – le dico.
Lei alza lo sguardo improvvisamente e riemerge dagli abissi della sua memoria:
-       sì, stavo solo… niente, non è niente. Come sta andando la pesca?
-       Beh, credo che per oggi basti così. Torniamo a casa?
-       No… stiamo qui.  Vuoi nuotare?
La guardo con diffidenza - Sei sicura?
-       sì, ma tu aiutami.
Questo suo moto di coraggio mi coglie alla sprovvista. Tiro su le reti evidentemente con troppa fretta, perché il mio piede s’impiglia nelle cime e cado di faccia sulla barca. Annie non può trattenere una sincera risata, cui si unisce una mia. Le risate tacciono in sorrisi e i nostri occhi s’incontrano, per poi lasciarsi, imbarazzati. Mi ricompongo, tolgo cappello, scarpe, e la maglietta. Lei rimane un momento a guardarmi – Allora? Non credo che con tutti quegli strati addosso riuscirai a restare a galla, Annie. – dico con gentilezza. Io intendevo solo la felpa, ma lei si leva anche la lunga gonna nera, e rimane così solo in maglietta e biancheria.
      -     Ti va bene ora? – dice con un tono di sfida.
-       A me va benissimo, se va bene a te. – nascondo il mio rossore voltando le spalle.
A volte mi chiedo se quella sua audacia sia dovuta alla sua instabilità o sia della vera Annie.
Mi tuffo di testa. Una volta sott’acqua, mi sembra solo allora di respirare davvero, mentre tutta la fatica e il calore del sole vengono sciacquati via. L’acqua salata prosciuga tutto il male dalla mia mente.
Torno in superficie e trovo Annie in piedi, indecisa se seguire la paura o il coraggio.
-       Se ti butti subito il peggio è passato. – la incoraggio, sfoderando lo sguardo più convincente che riesco a fare.
Guarda verso l’alto e procede a passi lenti, fino a cadere nell’acqua. Apro gli occhi sotto la superficie e vedo che nemmeno lei li chiude. Le stringo i fianchi e la riporto a galla.
-       Visto? Non fa poi così paura.
-       Beh se ci fossi tutte le volte tu con quegli occhi ad aspettarmi, mi butterei anche dalla scogliera.
-       Beh, allora questa è una scommessa!
Com’è bella quando ride. Credo che sia persino più bella di quando dorme, perché se ride, può farle compagnia solo la gioia, ma nel sonno non è sempre così. Le mie mani la cingono ancora, incapaci di interrompere il contatto. – Vuoi vedere una cosa?
-       Quale cosa?
-       Un mondo nuovo… esattamente sotto di noi. Tieniti al mio collo e trattieni il fiato. Al mio tre. Uno…. Due….. tre!
Il mare ci avvolge in tutta la sua bellezza. Pesci di ogni genere ci passano accanto, e non mancano di salutare questi strani visitatori. L’acqua fa sembrare tutto in costante movimento, e anche con la vista sfocata possiamo vedere quanto sembri dare vita alle rocce variopinte.
Poi la nostra umanità ci riporta all’aria e al mondo reale. – E’ meraviglioso!
Mi rivolge uno sguardo arrossato, entusiasta, da bambina. –Già, è meravigliosa.- devo avere proprio una faccia da ebete in questo momento. – Vuoi provare da sola?
-       Mm… ok, ma tu… solo, seguimi, eh?
-       Una volta mi hai detto tutto il contrario. Ti ricordi?
-       Sì. Sì, mi ricordo bene.
Di nuovo un silenzio imbarazzante mi mozza il fiato ancora di più di quanto non lo faccia l’acqua. – Bene, allora… quando sei pronta, cerca di non agitarti e pensa a muoverti con calma. Ti lascerò solo quando non avrai più bisogno di me.
-       È una promessa?
-       Forse. – dico - Se ne ho la forza. Pronta?
Scosta le ciocche di capelli dalla faccia con una mano e lascia la presa sulle mie spalle.
Sembra che sia nata nell’oceano. Se non l’avessi liberata subito dalle mie braccia, credo che mi avrebbe trascinato sul fondale insieme a lei.  Sale e scende giocando con le onde. Alla fine prende fiato e ci ritroviamo a pochi centimetri l’una dall’altra.
-       Sai, io so un modo per resistere di più senza dover risalire.- dice, con tono suadente.
-       Ah sì?
-       Sì, ma mi servi anche tu. Credo ti piacerà. Pronto?
-       Uno…
-       Due…
-       Tre!
M’immergo e tra le bolle riesco a distinguere i suoi occhi lucenti.
Si avvicina e mi cattura in un bacio, più efficace di qualsiasi amo o rete.
 Respiriamo l’una l’aria dell’altro, l’una la vita, l’amore dell’altro.
 
Dicono che se una sirena ti bacia, ti protegge dall’affogare.
 
Quando di nuovo il vento torna a insinuarsi tra le nostre labbra, sussurro:
-       Ti amo Annie.
-       Anch’io Finnick.

-        
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NDA: CIAO A TUTTI! spero che il mio capitolo vi sia piaciuto :) il titolo e anche la frase in corsivo sono stati tratti dal film " i pirati dei Caraibi: oltre i confini del mare" ( con, guarda caso, Sam Claflin ).
  
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