Buonasera a tutti! Per chi mi
conosce, vi prego di perdonarmi se ho iniziato una nuova storia senza
portare a
termine quella precedente, ma non temete: finire Sweet Child
o’ mine resta la
mia priorità! Tuttavia ho iniziato a riesumare anche altre
fanfictions e tra le
mie preferite c’era questa. Non amo i personaggi di Bra e
Goten quanto quelli
di Vegeta e Bulma, però ho sempre pensato che ci fosse
più profondità dietro
come vengono tradizionalmente descritti questi due personaggi e questa
storia
racconta dal mio punto di vista la loro storia d’amore. Per
ora vi lascio ad un
prologo che spero riesca a stuzzicarvi! Precisazione: Dragon Ball GT
NON verrà
considerato! Grazie dell’attenzione e buona lettura.
Recensite, please!
CAP. 1 - LA
PRINCIPESSA TRISTE
Sei
una sayan. Non dimenticarlo.
Era
questo che suo padre le aveva ripetuto ogni
giorno fin dalla sua nascita. Ma davvero non ce ne sarebbe stato nessun
bisogno, perché era impossibile riuscire ad ignorare la
cosa. Da bambina aveva
sempre creduto che essere speciale, nel modo in cui lei lo era, le
avrebbe
aperto ogni porta, le avrebbe reso la vita una passeggiata. Il suo sangue era
prezioso, unico,
addirittura reale; cos’altro poteva desiderare un essere
umano se non essere così
straordinario?
Crescendo
le cose avevano assunto una piega diversa.
Essere unici significava anche essere soli e lei aveva ormai da molti
anni
superato la fase della vita in cui la famiglia è
l’unico mondo che vuoi
conoscere. Essere anche una miliardaria, oltretutto, non faceva che
rendere le
cose ancora più complicate, nonostante comportasse notevoli
e numerosi
vantaggi.
Ricordava
benissimo il suo primo giorno nella scuola
più esclusiva della città. Gli altri bambini
erano stati tutti gentili con lei,
probabilmente spronati da genitori arrivisti che speravano di entrare
nelle
grazie della famiglia Brief, ma non erano rimasti tali molto a lungo.
Il suo
temperamento leggermente despotico, unito alle peculiari
capacità fisiche, le
aveva fatto il vuoto attorno in poco tempo.
Durante
l’adolescenza, restandosene per conto suo e
non stringendo legami con nessuno, non aveva fatto altro che alimentare
l’antipatia e l’invidia che tutti gli altri
provavano nei suoi confronti.
Sapeva dalle voci di corridoio che ogni sorta di leggenda circolava sul
suo
conto e che niente di ciò che la riguardava rimaneva immune
dai pettegolezzi:
la sua bellezza, la sua spaventosa forza, il suo caratteraccio, gli
ottimi
voti, i suoi meravigliosi vestiti, i suoi strani genitori. In fin dei
conti,
tutte quelle caratteristiche l’avevano resa troppo diversa
perché le persone
potessero accettarla.
Se
aveva superato indenne l’adolescenza lo doveva ai
pochi amici che la conoscevano da sempre e che, forse perché
anche loro speciali in diverse
misure, le volevano
bene nonostante la sua scontrosità, insicurezza e la mania
del perfezionismo. Era
grazie a Pan ed Ub se a volte quasi riusciva a non pensare di essere
differente, quasi riusciva a fingere di essere solo una ragazza ricca
di
diciassette anni, senza un pensiero al mondo.
Purtroppo
però Pan e Ub non erano sempre lì a darle
pacche sulle spalle. Se sentiva una necessità improvvisa di
vederli, come
minimo doveva volare per mezz’ora fino a Satan City e lei
preferiva di gran
lunga spostarsi a bordo di un meno vistoso aereo, piuttosto che
fluttuare sulla
città come un supereroe da fumetto. Nemmeno Marron, che
aveva abitato a lungo
alla Capsule Corp. durante gli studi, aveva ormai molto tempo per
ascoltare le
sue confidenze.
Sospirò
e legò i lunghi capelli in una coda di
cavallo non troppo stretta, come sempre quando non doveva andare a
scuola. Osservò
nell’enorme specchio il suo fisico minuto appena scivolato
fuori dal pigiama e
aggrottò la fronte insoddisfatta. Tutti le dicevano
continuamente di essere
identica a sua madre, ma questo perché nessuno si dava la
briga di osservare
cosa c’era sotto i suoi vestiti. Sua madre era perfetta, una
donna bellissima
con un corpo mozzafiato; ancora gli uomini si giravano per la strada
per
guardarla. E non solo uomini di una certa età. Invece a lei
la natura crudele aveva
dato lo stesso viso dell’avvenente donna che
l’aveva messa al mondo, ma aveva
privato il corpo di tutte le sue grazie. Sebbene suo padre avesse
nascosto
quella struttura sotto possenti muscoli, la ragazza poteva riconoscere
perfettamente di aver ereditato il suo stesso fisico asciutto e
sottile.
Si
strinse le braccia attorno al torace, coprendo i
piccoli seni e lo specchio le restituì l’immagine
di una bambina che non
sentiva più di essere. Si chiese se il comportamento tenuto
la sera prima non
avesse invece confermato che non era ancora pronta per
l’età adulta. Con un
brivido le parve quasi di risentire le mani di Robb passare da sotto il
suo
reggiseno all’orlo dei suoi slip. Il cuore le batteva forte
al ricordo di come
aveva lasciato che lui esplorasse con le dita quella zona ancora
sconosciuta
del suo corpo. Quando però il ragazzo aveva chiesto di
più, lei si era tirata
indietro e la familiare sensazione di essere strana e aliena era
tornata a
tormentarla.
In
fondo Robb era un bellissimo ragazzo. Tutte le
sue compagne avrebbero dato un arto pur di uscire con lui. Era un
quarterback,
andava al college, suo padre era un ricco petroliere e sua madre una
modella.
Le sembrava naturale quindi che il ragazzo più straordinario
della città stesse
con lei. Però, nonostante il suo corpo rispondesse bene alle
effusioni che si
scambiavano, lei sentiva sempre una sorta di fastidio e di disagio a
baciarlo o
a farsi toccare.
Si
era data della codarda, subito dopo essere
tornata a casa. Possibile che lei, l’indistruttibile
principessa dei sayan,
avesse paura di una cosa tanto stupida come il sesso? Perché
non riusciva
semplicemente a desiderare il contatto intimo con un ragazzo
così attraente? Confidarsi
con sua madre era fuori discussione: le riusciva estremamente difficile
tenere
un segreto, soprattutto se colui che cercava di carpirglielo era suo
padre.
Parlarne con Marron e Pan non era sempre d’aiuto: la prima,
che probabilmente
considerava il sesso come la sua ragione di vita, era stranamente
protettiva
nei suoi confronti e non l’aveva mai incoraggiata a gettare
la sua verginità
alle ortiche; la seconda, invece, anche se meno esperta, le consigliava
da
tempo di seguire il suo esempio e di farlo il prima possibile per
togliersi il
pensiero.
Era
proprio a questo che aveva pensato la sera prima
per un fugace momento, salvo poi rifiutare le insistenze di Robb con
uno
schiaffo che l’aveva fatto schiantare contro la parete. Si
era sentita ridicola
e mostruosa al tempo stesso, incapace di vivere come i terrestri con
cui
condivideva metà del suo corredo genetico.
Uscì
dal suo bagno personale, coperta soltanto di un
delicato completino di Victoria’s
Secret
ed entrò imbronciata nella sua gigantesca cabina armadio.
Una gonna e un paio
di stivali sembravano adatti alla tradizionale giornata dello shopping
natalizio della famiglia. Preparò diligentemente la borsa e
il cappotto per non
dover perdere tempo più tardi e tirò fuori da un
cassetto la bellissima sciarpa
blu di Hermès, che suo
fratello le
aveva regalato il Natale passato. Aveva
appena finito di truccarsi quando l’interfono della sua
camera si accese con
uno squillo.
“Tesoro,
sbrigati a scendere. La colazione è pronta
e non so quanto a lungo riusciremo a trattenere tuo padre dallo
svignarsela.”
Sua
madre chiuse il collegamento senza nemmeno
aspettare una risposta. A quanto pare il principe dei sayan era di
umore ancora
peggiore del solito. Si apprestò a scendere al primo piano,
non senza aver
prima recuperato il suo smartphone
da
sotto le coperte disfatte. C’erano una ventina di chiamate
senza risposta ed
anche senza controllare poteva benissimo immaginare di chi fossero. Non
aveva
nessuna voglia di rispondere ed inoltre non sapeva nemmeno se dopo la
sera
prima avrebbe più voluto continuare ad avere un ragazzo.
All’improvviso, le
sembrava che la neve, che cadeva fitta fuori dalla sua finestra, avesse
ricoperto inesorabile anche il suo cuore…
La
triste verità era che quella frase che suo padre
le aveva ripetuto come un mantra per tutta la vita, l’aveva
investita di una
pesante quanto indesiderata responsabilità e, nonostante
aspirasse soltanto ad
essere come tutte le altre ragazze, niente e nessuno (nemmeno Robb
Stark)
sembrava essere all’altezza di Bra Brief.
Fine del
breve prologo. Spero di
riuscire ad aggiornare in tempi brevi e vi anticipo che la maggior
parte dei
capitoli saranno narrati da Bra, ma ci sarà spazio anche per
Goten e forse
(perché no?) anche per Vegeta, Bulma e Trunks. Un abbraccio
a tutti! In questa
domenica di mood natalizio anche una piccola recensione o commento (o
critica
ovviamente) mi farebbe piacere! :-)