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Autore: SabriDouglas    03/12/2012    10 recensioni
Isabella Swan ha 17 anni e vive nella città delle star: Los Angeles. Incontra Edward Cullen, 22 anni, all'apice della sua carriera cinematografica. Lei sogna l'amore vero, ed una vita tranquilla lontana da LA. Lui ama divertirsi, divertisi, e divertisi. Cosa succederà? Non date troppo tutto per scontato!
E' la mia prima fanfiction, so siate clementi!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Saaaalve.
Vi lascio al primo capitolo, ci leggiamo sotto. :)

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All I need is love.


Capitolo 1

Pov Bella.

L’ennesima mattina in cui non riesco a svegliarmi in orario, un giorno butterò quella sveglia ne sono certa.
«Beeeella, Beeella, muoviti sono le 7.45 farai tardi!»
Farai tardi? Ho già fatto tardi, e la voce insistente di mia madre non fa altro che irritarmi e farmi impazzire. Non capisco che bisogno c’è di urlare per casa a quest’ora!
Scendo dal letto con la velocità di un fulmine, mi catapulto nell’armadio e indosso i primi jeans  che trovo.
Non sono una ragazza che sente la necessità di seguire la moda, indosso ciò che mi piace, e no ciò che piace agli altri.
«Bella, sbrigati, il tuo bus sta per arrivare» esordisce mia madre, appena arrivo in cucina.
«Lo so mamma, non c’è bisogno che tu mi ripeta la stessa cosa per trecento volte».
E’ una mattina no, se non si fosse notato. Avrei preferito rimanere nel letto, e non dovermi subire tutte quelle oche che starnazzeranno per tutto il giorno a scuola. Mi prolungo più del necessario, considerato il poco tempo che ho a disposizione, per fare colazione. Potete darmi anche solo due secondi per preparami, ma quando si tratta di mangiare, mi prendo il tempo che voglio. Ho la fortuna di non ingrassare eccessivamente, e quindi mi godo il più possibile tale opportunità. Mentre mi gusto il mio latte caldo, do un’occhiata fuori dove si estende l’oceano Pacifico. Abbiamo una bella casetta, dopotutto: vista oceano, a due piani, piscina, e tante belle cosette. Effettivamente potrei definire la mia vita abbastanza perfetta, ma so che non è così. Non è per essere capricciosa, non sono la tipa che ha tutto ma che dice che non ha niente. Solo che sento che manca qualcosa nella mia vita, è come se avessi sempre uno spazio da riempire.
«Non ci credo, sei ancora qui! Su, vai, vai» mi ammonisce la mamma.
 «Vado, vado, sei sempre la solita mami. Ci vediamo oggi, buona giornata. Ti voglio bene».
«Anche io Bella, anche se mi fai arrabbiare ogni secondo».
Io e la mamma siamo così, ci scanniamo e il momento dopo siamo le persone più unite della terra. Ho un rapporto magnifico con lei, credo davvero che sia la persona più importante della mia vita. C’è sempre, in qualsiasi momento, è sempre lì a supportarmi, a lodarmi nel bene, ad aiutarmi nel male. Amo la mia mami. Dopo averla salutata, do sul serio un’occhiata all’orologio e mi rendo davvero conto che è .. tardissimo!

Mi avvio sotto il caldo sole di Los Angeles e nemmeno il tempo di mettere piede fuori casa, che vedo sbracciarsi ed urlare da lontano una pazza. Alice. Ma com’è che di mattina sono tutti così energici e pimpanti? Io a stento mi reggo in piedi.
«Bella, Beella, quando ti comprerai una benedetta sveglia nuova? Non vedi che ore sono? Guarda, guarda, vedi? Faremo tardi di nuovo, e sarà colpa tua, come sempre. Oddio dobbiamo sbrigarci, voglio essere la prima a vederlo, ci siamo capite? Bella, Bella mi ascolti? ».
Ecco, vi dicevo la mia cara amica Alice, non riesce a stare in silenzio!
Alice, Alli, nanetta malefica è la mia migliore amica. Ci conosciamo da quand’eravamo in fasce, ne abbiamo passate tante insieme. E siamo l’esatto opposto. Lei energica, pimpante, e sempre pronta al divertimento. Io introversa, solitaria e roba simile. «Non esiste un pulsante per spegnerti, Alli? » le dico.
Ma fortunatamente non ha il tempo di rispondermi, arriva il nostro autobus. Non amo molto andare a scuola, mi piace studiare, ma non amo l’ambiente scolastico diciamo. “Solo un altro anno, solo un altro anno”, ripeto dentro di me. Un altro anno e andrò via da questa merda di città. C’è un sacco di gente che pagherebbe oro per vivere a Los Angeles. La città delle star, Hollywood, dove ogni cosa è perfetta! Ma io non riesco proprio a farmela piacere, sogno qualcosa di più tranquillo, e meno incasinato come LA. Dove la maggior parte delle persone pensa solo a che colore di smalto comprarsi, e che scarpe indossare. Ovviamente, tutte le ragazze della mia scuola, qualcuna esclusa, è di questa mentalità. Per loro la cosa più importante della vita, è riuscire a sfondare nel cinema, nello spettacolo, insomma basta qualcosa che punti loro riflettori addosso. Quando da piccole chiedevano: «Cosa vuoi fare da grande? ». Tutte rispondevano: «Modella, cantante, attrice», ed io ero l’unica a dire medico. Sembra che qui non esista altro lavoro se non quello di fare uno stupido film.
 
«Ciao Bella, come vedo sempre fra le nuvole!», è la voce di quella sottospecie di persona di Rosalie a farmi ritornare alla realtà. Una biondona, che a solo 18 anni ha già naso, bocca e seno rifatti, credo che arriverà ai 50 che avrà anche la lingua rifatta. Spero per lei, che qualcuno le rifaccia il cervello, anzi no .. non c’è bisogno di rifarlo, devono proprio metterne uno. Non sono cattiva, semplicemente sono diversamente simpatica.
«Ciao Rosalie, a cosa devo quest’onore di parlare con te? », «Mio padre mi ha solo raccomandato di informarti che ti passa a prendere alle 15, credi davvero che potrei parlare con te?»
 Ah, si dimenticavo mio padre, è anche il padre di questa tizia, insomma noi due siamo sorellastre, purtroppo. «Oh, troppo gentile, grazie.» le dico sarcasticamente.
Non so come io e lei siamo nate dallo stesso gene. Mio padre è un tipo strano, se con mia madre ho il rapporto migliore del mondo, con lui è l’esatto opposto. Quando avevo solo 3 anni, mia mamma ha scoperto che mio padre aveva una figlia più grande, avuta da una relazione con un donnetta. Una volta scoperto il tutto, decise di lasciare me, piccolissima, e mia madre per quelle due sgualdrine. Non ne faccio una colpa a Rosalie, non è colpa sua se mio padre ha preferito loro a noi. E’ la sua arroganza, e il suo comportamento a farmela odiare. Prima eravamo amiche, ma quando ha scoperto che “odiare Bella Swan è figo”, mi ha mandato a fanculo, e tante belle cose.
 
Ritorno alla mia musica, i Green Day cantano a squarciagola nelle mie orecchie. Che paradiso. La musica, i libri sono il mio rifugio. Sono il posto in cui non c’è tutta questa merda. Ci sono io, le parole, e i personaggi. Che mix perfetto. Classificarlo “rifugio”, credo sia l’ideale. Tutti abbiamo il nostro rifugio, per alcuni è qualcosa di malsano, per altri qualcosa di salutare. Ma tutti abbiamo un posto perfetto in cui non esiste sofferenza. Il mio rifugio mi protegge da mio padre che mi ha lasciata, da queste persone che sopporto sempre di meno, un rifugio da Jacob ..
E’ la brusca frenata del bus, e l’arrivo a scuola a farmi scacciare via questi pensieri. Meglio così, non posso permettermi di soffermarmi troppo.

Noto per la prima volta il trambusto che c’è fuori scuola, macchine enormi ovunque.
Okay, questa non è una grande cosa e non è una novità, ad LA tutti hanno macchine strafighe. Ma c’è qualcosa diverso nell’area, qualcosa che scalda gli animi peggio del solito.
Alice interrompe le mie pippe mentale iniziando a dire: «E’ vero che un giorno mi presenterai il fratellastro di Rosalie? E’ vero? Si, che è vero, l’hai promesso. Oh Bella, non fare quella faccia, dai. Un po’ di felicità oggi è un giorno importante, troppo importante per essere musoni. Quando torneremo a casa, farai tutta la rompipalle che vuoi, ma stamattina non accetto facce tristi, okay? Oggi è un giorno importante».
Un giorno importante.
Per Alice ogni giorno c’è qualcosa di “enormemente straordinario, da non permettere facce tristi”.
A volte invidio il suo ottimismo, a volte. Ma effettivamente oggi ha ragione.
Cosa c’è di importante oggi? Oh, niente un attore di cui io negavo l’esistenza fino a tipo ieri, verrà nella nostra scuola per promuovere un progetto. Il classico modo di fare la bella faccia, e guadagnare soldi spudoratamente. E’ esattamente la cosa che più odio al mondo. Ora devo ritrovarmi questo coglioncello nella mia scuola, che l’unica cosa che sa fare è far sbavare un po’ di ragazzine con gli ormoni a mille. Come se fosse l’unico ragazzo con una bella faccetta sulla terra.
Come si chiama il coglioncello? Edward Cullen.










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Eccoci qui.
Allora, beh rispetto al prologo, la storia sta prendendo più forma, no?
Ovviamente, con il passare dei capitoli tutto risulterà sempre più chiaro.
Diciamo che nella mia testa ho una storia di base, che però molto probabilmente subirà modifiche. Vi avviso che già ho iniziato a scrivere il secondo capitolo, ma questo non vuol dire che pubblicherò fra due giorni. La scuola, lo studio, la vita mi tolgono troppo tempo per provare a scrivere. E per farlo ho bisogno di tranquillità assoluta, e musica nelle orecchie. Quindi, insomma, non saprò mai quando aggiornerò.
Vabbene, dai.. non mi prolungo ulteriormente. Spero che avete apprezzato, ho un'ansia assurda perché è la prima volta che rendo pubblico qualcosa di "mio". Sooo. Pff, quasi dimenticavo: Grazie. Grazie a chi ha recensito, chi ha aggiunto ai preferiti, alle seguite o alle ricordate. Oppure chi ha semplicemente letto. Grazie mille a tutti. Ne sono felicisimma.
Bye people.
Sabri.

 

  
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