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Autore: Querthe    21/06/2007    2 recensioni
Uno strano patto per la ricerca di un oggetto che è sfuggente come del mercurio. Nuovi e vecchi nemici all'orizzonte e una strada che è solo in salita, nel bene e nel male.
Seguito di "Alyssa - La nascita." Vi prego di leggerlo, o francamente non ci capirete molto...
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Alyssa'
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Parole confuse, spezzoni e sillabe senza senso compiuto giunsero alle orecchie di Rose. Il rumore di un torrente in piena le ottundeva l’udito e il dolore alle palpebre le intimò di tenere gli occhi chiusi. Man mano che riprendeva conoscenza la ragazza capì che era il suo sangue a bombardarle le orecchie, le voci delle sue amiche stavano arrivandole in tono minore, come se stessero bisbigliando.
- Vista la situazione cosa proponi?
- Non la vedo bene, Alexandra… - sospirò la vampira. - Non sappiamo cosa aspettarci oltre quel buco. Le informazioni che potevo estrarre dalla mente della Garupugnos sono andate perdute quando… beh…
- Già. - sospirò l’altra. - E chi se lo aspettava?
Alyssa sembrò tentennare.
- Io, anche se speravo capitasse molto più tardi…
- Cosa intendi dire?. - Chiese, quindi le scappò un soffio tipicamente felino. - E stai attenta, mi fa male la mano e lo stomaco… - brontolò.
- Scusa. Sto tentando di fare adagio, ma se non stringo il sangue non si ferma.
- Lo so, lo so… E la tua ferita?
- Sta guarendo. Come immaginavo. - mentì la donna, sorpresa che dei simboli così potenti non le avessero lasciato la ferita aperta e sanguinante come quella della licantropa. - Nulla di eccezionale, cucciola… Comunque sapevo che Rose stava usando una frazione dei suoi poteri. La sua mente li bloccava inconsciamente. Ora una delle dighe è crollata.
- Meglio per noi, no?
Lei scosse la testa.
- Ogni suo uso del potere in qualche modo la asservì al demone da cui lei attinge la forza. Arriverà il giorno, se lei non riuscirà a sconfiggerlo prima, in cui sarà il potere ad asservire lei, rendendola poco più che una schiava. Una sorta di essere simile al Dorian.
- Tu pensi che...
- Non lo so… Come non so se attendere chi vince laggiù o buttarci nella mischia. Con Rose in questo stato io…
- Non sono la palla al piede di nessuno, Alyssa. Non lo ero, e adesso men che meno. - disse la ragazza rimanendo sdraiata.
- Rose! - esclamarono all’unisono le altre due. - Da quanto ti sei ripresa?
- Pochi secondi, ma sufficienti. - Aprì gli occhi, sebbene continuassero a farle male. Tutta la stanza sembrava illuminata a giorno. - Come mai tutta questa luce?
- Rose, siamo nel buio più totale. Starai usando il tuo potere, o è una conseguenza dell’uso precedente. Come ti senti?
- Una merda. Fisicamente e mentalmente.
- Succede sempre così la prima volta che si uccide qualcuno. Anche se effettivamente lei non era esattamente umana.
- Cosa intendi, Misha? - chiese la vampira aiutando l’amica ad alzarsi. Non le sfuggì il battito accelerato del cuore e un alone viola dentro la pupilla. - Non ho sentito nulla di sovrannaturale in lei…
- Sovrannaturale? No, a parte il puzzo della sua presunta santità. Ma hai notato la sua innaturale velocità e i riflessi? Non riuscivo quasi a seguirla.
- Pensavo ad incantesimi intessuti nell’uniforme…
- Qualcosa di peggio.
La licantropa si alzò, il suo corpo in forma ibrida coperto allo stomaco da delle bende di fortuna ottenute dalla maglietta che indossava, bende usate anche alla mano sinistra. Si avvicinò al busto fuso in parte nella pietra e afferrò la spada della Garuna. Con la punta iniziò ad incidere la pelle del braccio destro. Un taglio verticale di una ventina di centimetri per poi curvare orizzontalmente poco prima del gomito, continuando per un’altra decina di centimetri. Gettò la lama e sollevò l’epidermide, per poi infilare pollice e indice della sua mano destra nel taglio.
- E’… E? orribile! - chiuse gli occhi schifata. - Misha…
- Vieni a vedere.
Alyssa si avvicinò per osservare i fasci del bicipite che aveva estratto Alexandra.
- Per L’Inferno! Che diavolo sono queste…
- Innesti. Markus me ne aveva parlato. Parte dei muscoli e dei nervi sono stati sostituiti con fibre ottiche e polimetri miocompatibili ad alta elasticità. Forza, velocità e riflessi oltre le possibilità umane. E scommetto anche in innesti cibernetici nella scatola cranica. Un radar e dei sistemi di puntamento di derivazione militare. Non potrebbe avermi seguito o scoperto, altrimenti.
- Era… era in parte una macchina? - chiese Rose, senza comunque avvicinarsi al cadavere.
- Praticamente sì. Dove i Garuna non arrivano con la loro magia e gli allenamenti, arrivano con la tecnologia. Non mi stupisco che abbiano fatto fuori questi demoni all’ingresso in un attimo. E non vi nascondo che forse non ci impiegherebbero molto ad ucciderci se ci trovassero.
- Quindi vuoi aspettare?
- No Alyssa. Andiamo a cercarle noi.
La vampira sorrise malvagia.
- Agguati stile guerriglia?
L’altra annuì.
- Mordi e fuggi. Niente attacchi frontali, o faremmo tutte una brutta fine. Useremo i poteri di Rose e i tuoi per arrivare a tiro e poi fuggire.
- Ma ci scopriranno, se useremo le nostre capacità. Loro sanno individuarci perché sono… malvagi.
- Vero, Rose. Ma ora lo sappiamo e sfrutteremo la cosa a nostro vantaggio. Se senti o vedi qualcosa, spesso non ti guardi più in giro…
- Non ti seguo, Alyssa. - borbottò la ladra.
- E’ abbastanza semplice. Attaccheremo da due punti. Sentiranno uno di noi e non baderanno all’altro. Bene ora abbiamo un piano, anche se abbozzato. Tutte nel buco. - disse la vampira. - dobbiamo trovare Menegius alla svelta.
Le tre si calarono e scorsero immediatamente alcuni massi spostati per mostrare un passaggio quasi verticale, con piccoli pioli come scala. Terminava circa cinque metri dopo, dove, curvando in orizzontale, diventava un corridoio buio e umido.
- scendo prima io. - mormorò la licantropa, saltando direttamente.
L’impatto venne assorbito dai potenti muscoli delle gambe, ma le strappò comunque un guaito la ferita allo stomaco.
- Esibizionista… - borbottò, facendo sorridere la compagna, Alyssa, iniziando a scendere piolo dopo piolo, seguita da Rose.
Iniziarono a seguire il corridoio, che si mosse deciso verso il Duomo, scendendo sempre più in profondità. Cambiando la struttura da rettangolare con soffitto a botte ad una più grezza, con pareti scavate in maniera irregolare. Il passaggio presentò dopo alcuni minuti un bivio dove un corpo grigiastro di un demone minore giaceva incomposto nel suo stesso sangue.
- Bello. - disse schifata la ladra, storcendo la bocca. - No, non ditemelo. Sono state le Garuna,e s commetto che non sarà l’ultimo che vediamo.
- Sei stata forte fino ad adesso, amore mio.
- Non cedo, Alyssa, ma tutto questo, quello che è successo e che ho visto. Vampiri? Va bene, sono anche io una sonnambula. Licantropi? Beh, anche se non amo i cani, nessuno mi ha mai fatto del male della loro razza. Ma ora maghi, l’Inquisizione cyborg, i demoni che squartano la gente con gli uncini e muoiono nei corridoi… - iniziò a ridere, due calde lacrime a scendere insieme al mascara. - E’ troppo. E’ troppo. E’ troppo!
Le lacrime presero a cadere pressoché senza freno. Misha si mosse e la strinse a sé iniziando a dondolare lentamente. Alyssa le sorrise triste, quindi si irrigidì. Le orecchie della mannara si mossero, confermando gli impercettibili rumori che entrambe avevano udito. Veloce oltre i limiti umani la vampira prese a correre, nella diramazione di sinistra, diventando invisibile grazie ad un incantesimo borbottato a bassa voce. Alexandra continuò a stringere Rose come una madre, ricordandosi come Markus aveva fatto con lei quando lei uccise il primo cacciatore di mostri.
- Va tutto bene. Va tutto bene… - continuava a ripetere emettendo basse e cupe fusa, i suoi occhi fissi sul budello di pietra in chi si era inoltrata la sua amica. - Proteggila, fratello mio… - pensò sospirando.
Alyssa sentiva sempre più vicina la fonte dei rumori che le confermarono uno scontro. Dovette correre per varie centinaia di metri, escludendo diramazioni e altre vie che creavano una fitta ed intricata rete sotto Milano, finché vide che la fonte erano una donna che stava combattendo contro tre demoni minori e un’altra Garuna alle prese con un demone dell’Alto inferno, una creatura spaventosa alta quasi due metri e dotata di quattro arti terminanti con chele da granchio. La testa era in continuo mutamento, una bocca irta di denti sottili come spine che si muoveva lungo l’ovoide che era il capo del mostro, mentre due occhi da insetto apparivano e scomparivano. La vampira fu indecisa sul da farsi, vedendo i demoni minori essere in vantaggio,mentre la Garuna dalla lunga e pesante spada pareva tener testa al menome, tanto che riuscì a mozzargli una delle chele, facendolo gridare di rabbia e dolore.
- La volontà di Dio mi guida. Questa è la spada di San Michele. Essa non può mai fallire nel colpire i peccatori. - esultò la donna, vestita di nero dove l’armatura grigio cupo mostrava le articolazioni.
Il demone rise.
- Non sai nemmeno come era fatto San Michele, puttanella di Cristo! La tua lama taglia la mia carne, ma è l’uomo che l’ha costruita. Ho assaggiato Longinus e ho tremato si fronte ad Eminenze che mai sarebbero sopravvissute alla Mano di Dio. Voi non siete che fastidiose copie sbiadite. E sarete sempre meno. La tua amica sta per rendere l’anima a chi gliel’ha data, sembrerebbe…
- Bocca menzognera! Essere che anche l’Inferno ha rifiutato, non potrai distogliere la mia mente dal giusto… - si bloccò sentendo un urlo alle sue spalle.
L’altra Garuna, una esperta in arti mentali a giudicare dalla mancanza di armi se non due piccoli pugnali orami a terra, era in ginocchio, un braccio strappato all’altezza del gomito, il sinistro inerte e sanguinante. Uno dei tre esseri si era allontanato, avvicinandosi senza saperlo ad Alyssa, e stava mordendo il polso dell’arto strappato come se fosse stato una pannocchia bollita. La vampira storse il naso, tornando ad osservare gli altri due, che girarono attorno alla ferita per poi saltarle, come animali rabbiosi, uno al viso, l’altro allo stomaco, uccidendola e iniziando a contenersi le interiora.
- Ora toccherà a te, piccola troia…
- E’ morta da martire, suo è il Paradiso… - declamò impugnando la spada con due mani. - Che la luce celeste ti facciano soffrire!
La lama brillò per poi incendiarsi di fiamme azzurrastre.
- Mi ci curo le emorroidi con la tua spada! - urlò sferrando un attacco frontale alla guerriera, che parò col piatto dell’arma senza subire danni ma comunque arretrando sotto la spinta. Le carni del demone sfrigolarono staccandosi dall’armatura. - Protezioni benedette. Sei ben fornita. Sarà esaltante farti fuori.
Due chele tremolarono ritraendosi nel busto bubboso e deforme, per essere sostituite da tentacoli da cui colava una bava verdastra e acida.
- Cambia quanto vuoi. Il Male si presenta sotto mille facce, ma sarà comunque sconfitto.
- Bla, bla, bla. Ma teatrale, devo ammetterlo. Consono, inoltre, visto che abbiamo spettatori…
La vampira capì di essere stata scoperta, ma non si mosse. Oltre il combattimento vide una porta col simbolo della biscia attaccata al collo di un uomo. Era sulla strada giusta.
   
 
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