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Autore: Princess_Klebitz    03/12/2012    2 recensioni
“Fottiti, Alan Wilder!!”
“Precedimi, David Gahan! Ho aspettato per 6 mesi di mandarti a fanculo di persona!”
“E…?”
“Vaffanculo, David Gahan!”
-Una piccola raccolta di momenti dei DM, tra l'86 e il tragico (per molti) annuncio del 1995, passando per la sfiorata tragedia di Dave, la rinascita, risate, drammi, e partendo tutto da una sera del 2010, alla Royal Albert Hall. Per chi, come me, spera sempre, in ogni tour, in una sempre più improbabile reunion;Alan e Dave-centric
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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I’M NOT SURE WHAT I’M LOOKING FOR ANYMORE
I JUST THAT I’M HARDER TO CONSOLE
I DON’T SEE WHO I’M TRYING TO BE INSTEAD OF ME
BUT THE KEY IS A QUESTION OF CONTROL
 
(Depeche Mode; A pain that I’m used to)
 
Dave aveva pestato i piedi, eccome, e come previsto, aveva dovuto combattere per contribuire con le sue canzoni; metà disco, e ne aveva almeno il doppio nel cassetto, ma si era scontrato con Martin e Fletch.
Non erano contrari, vista la sua buona prova di ‘PAPER MONSTER’, ma Martin stava già lavorando da settimane con il nuovo produttore a Santa Barbara, ed era troppo soddisfatto di sé stesso e delle nuove canzoni, per lasciargli spazio.
Prima di dare il via ad una faida, Fletch era intervenuto, nel suo ruolo pro-manageriale, e li aveva calmati, mediando tra entrambi fino a una pace brontolata, ovvero tre canzoni.
TRE CANZONI sue.
Ed erano riuscite talmente… buone, che una era persino uscita come singolo.
SUFFER WELL.
Tra quelle di speranza e lussuria, SUFFER WELL era la storia della sua vita in pochi minuti, e visto il successo dei primi singoli, la delicata PRECIOUS e l’aggressiva A PAIN THAT I’M USED TO, decisero di farla uscire come singolo.
Un singolo.
SUO.
E puntò i piedi, ma neppure troppo, per il video di Anton; sembrava una reimpatrata di famiglia, e non formale o miracolosa come ai tempi di ULTRA, ma una reimpatrata gioiosa, vi erano sua moglie, Martin e Fletch, e Martin aveva rispolverato le sue vecchie stronzate mettendosi nelle mani di Anton, e facendosi truccare da sposa.
Martin e Fletch… i due sposini più vecchi della storia della musica!
Una coppia inossidabile.
Era incredibile come fosse tutto cambiato nel gruppo; le sonorità di Hillier, la tecnica nel missaggio della louging war li aveva piacevolmente sorpresi, anche se i fans di lunga data si erano lamentati, ma avevano assecondato del tutto le convinzioni di Martin, e il suo umore.
Sembrava un pericoloso ossimoro, ma le perle di Martin uscivano quando la sua vita era in chiave minore, come lo chiamava: lui pensava di poter descrivere la vita in chiave minore, e c’era sempre riuscito, ma qualcosa aveva ora scosso le sue corde più nascoste; non il divorzio, non l’atto in sé, ma il dolore dei suoi figli era stato qualcosa che lo aveva finalmente toccato in quella situazione.
Era come se il loro stare male l’avesse rimpiombato negli anni più bui, quando scriveva cose inimitabili e la sua anima stava in un abisso; eppure questa volta, diventando anziano, aveva capito qualcosa di sé, se quell’album era uscito come un’altra perla, sempre scura, ovviamente, ma incredibilmente brillante; sul palco erano tornati gli stessi, maledetti, Depeche Mode che il grande pubblico ricordava, nonostante la presenza di Eigner e Peter, e non potevano mentire come la fisicità di Dave, ritrovata dopo anni di abissi e recuperi, non contribuisse notevolmente all’effetto complessivo dei concerti, come il tour registrato, il live in Milan, del Touring the Angel.
Erano tornati a riempire stadi, e sembrava che finalmente avessero medato il loro suono, tra angeli, demoni, rock, melodie eteree, voci cambiate e le ribellioni ora interne ed adulte di Dave.
*
Backstage del Rock am Ring, Germania, 2006
*
“Dio buono che freddo!!”, inveì Dave, dopo il concerto, battendo ancora i denti; era vestito come nel video di Precious, e vi erano stati problemi col clima, ma avevano tenuto duro fino all’ultimo: il Rock am ring era un palco eccezionale, uno dei festival rock europei che più amava Dave, e ormai Dave aveva un peso eccezionale nel gruppo, dopo il suo exploit da solista e anche come autore.
I fans avevano dimostrato di gradire non solo il singolo, ma anche l’eccezionale Nothing’s impossible, che aveva gareggiato pari pari come singolo, con Jhon the Revelator, ma ormai la direzione dell’angelologia di Martin aveva preso l’abbrivio e nessuno l’aveva fermato.
Fletch l’aveva sfottuto, perché era dovuto rimanere, seppure meno degli altri, in pelle ed impermeabili, vestito, quasi per miracolo, per fuggire all’ibernazione tedesca, ma Dave si era divertito, anche se ormai incarnava un altro stereotipo, dopo quello della rockstar maledetta e drogata; il clichè del cantante primadonna, sul quale fondoschiena si fondava mezzo nuovo pubblico, anche ragazzine giovani ‘attirate dai Depeche Mode’, dalla ritrovata avvenenza di Dave e dalle sonorità in voga di ‘Precious’ e ‘A pain that I’m used to’.
Mart entrò un attimo dopo, fregandosi le mani dal freddo.
“Boia miseria, non andrò mai a nord di Berlino, neanche per registrare!”
“Per uno di Basildon sembra una bestemmia, Mart!”, lo seguì pigramente Fletch, togliendosi l’impermeabile; non scordavano mai le loro origini, vicino a Londra ma non troppo…
In un brutto posto.
Dave era l’unico emigrato, in fondo, nella loro giovinezza; lui era andato a studiare a Londra, e di Londra era…
“…data?”
“Terra chiama David Gahan!”
Dave si scosse, ancora intirizzita, attaccato alla stufetta a tutto calore del camerino, ed ancora tutto vestito, e tento di attaccarsi alla fine di calore, lamentandosi.
“Non lo so, non so quale sia la prossima data, ma prego vi sia caldo!”, gemette.
Probabilmente era l’unica data del tour in cui non si era spogliato, mandando in visibilio mezzo pubblico, ed era stato anche bloccato nelle sue solite mosse dalla frustrazione: Dio!,la verità è che adorava la fisicità del live, l’aveva sviscerata e coperta con il Live Monster, e si sentiva quasi accusato, quando Fletch lo prendeva benevolmente in giro con l’ormai consueta frase ‘questo tour si sta fondando sul tuo culo, ormai!’, perché è vero, adorava il ritmo, adorava scatenarsi, ma era anche diventato profondamente professionale.
Martin prese una lista, bevendo una cioccolata calda al rum, e sospirò: un’altra data in Germania.
La troupe di MTV girellava per il backstage, e loro si stavano riprendendo: la data era in diretta, e maledivano il cattivo tempo per non aver potuto fare una scaletta più aggressiva, ma avevano recuperato perle come Photographic, che non suonavano da anni, ed avevano dovuto saltare nel concerto di Milano.
Photographic, con… Vince.
Dave, prima di uscire a chiacchierare con qualche noto balordo di MTV, si appoggiò alla porta del camerino, stanco ma soddisfatto.
Avrebbe preteso sempre di più, sempre di più, anche e specialmente nel prossimo album ,se le cose si stavano mettendo così bene; era stanco di giocare al sex symbol. Davvero stanco.
Ciononostante, quella era la ‘RINASCITA’ vera dei Depeche Mode, non ULTRA, ma PLAYING the ANGEL, nel quale avevano avuto il coraggio di cambiare sound e fare passi indietro, invece di spingersi avanti ormai inutilmente.
Il loro tour era quasi alla fine, ed era stato trionfale.
Da almeno un decennio e più non avevano avuto un tour trionfale.
E Dave si sentiva quasi soddisfatto, e finalmente col cuore più leggero e finalmente caldo, dopo l’intirizzimento del palco, quando si rivolse ai compagni.
“Siamo tornati, ragazzi. I Depeche Mode sono in pista…”
*
2009
*
Avrebbe dovuto ricordarsene, di quelle parole, pronunciate sull'onda dell'entusiasmodi un tour che eguagliava quasi il Devotional, come calore e passione...
Ma no.
NIENTE sarebbe stato come il Devotional, e non avrebbe mai dovuto pensarlo, mai, mai scordare cosa avevano passato e lasciarsi i cattivi lidi alle spalle, ma ricordarsene sempre.
Prima di altre idee avventate. 

Prima che la critica facesse a pezzi SOUND OF THE UNIVERSE.
Ma non se n’erano resi conto, ed erano diventati quello che ormai erano…
ARTISTI PER LE MASSE.
Le masse li volevano, li bramavano, li cercavano.
Ed avevano fatto a pezzi il loro disco.
Il Devotional deteneva ancora il primato di farli a pezzi, non appena veniva nominato, e Dave iniziava ad odiare quel tour quasi quanto odiava internet.

   
 
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