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Autore: Burnt Orchid    21/06/2007    5 recensioni
Harry soffre per la perdita di Sirius e viene maltrattato, ma qualcuno di inaspettato viene a salvarlo. Il suo salvatore riesce a ridargli la speranza,e lo aiuta a guarire dalle ferite dell'anima. Sappiate che per me le critiche vanno bene, ma cercate di avere pietà...spero che vi piaccia!
Genere: Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Harry aprì gli occhi, si sentiva stranamente dolorante.


Aveva la vista sfocata, e non capiva perché le sue costole dovessero fare così male.
Inoltre aveva la gola secca per la sete e lo stomaco brontolava per la fame.
Decise di ricomporsi le idee e di non pensare al costante e doloroso pulsare delle sue ossa.
-Allora, Harry-si disse-pensa: qual è la prima cosa che fai quando ti svegli la mattina?
innanzitutto metti in funzione il cervello...e poi...ma certo! Gli occhiali...
che stupido, devo stare proprio male questa mattina-
Harry cercò di sedersi sul letto, ma scoprì di non riuscire a muoversi.
-strano- il ragazzino, più confuso che mai, si guardò e si accorse di avere i polsi e le caviglie strettamente legati al letto con delle corde.

Sì lasciò prendere dal panico e cominciò ad agitarsi disperatamente.
Non gli importava del dolore,
e nemmeno si accorse delle lacrime che scivolavano lentamente giù per le sue guance, non se ne curò, sapeva solo che non sopportava di sentirsi intrappolato.
Voleva sbarazzarsi per sempre di quella sensazione di
impotenza.
Era consapevole del sangue che colava dai suoi polsi feriti, ma continuò a muoversi,
fregandosene di cosa avrebbero pensato tutti se lo avessero visto in una situazione del genere.

Harry desiderava solamente svincolarsi e scappare via con quella ridicola sensazione di libertà, che comunque non esisteva, perché lui era pienamente consapevole del fatto che non sarebbe mai stato veramente padrone di sè, sapeva che dovunque sarebbe andato, sarebbe sempre stato perseguitato dal dolore, dalla sofferenza.
Da Voldemort.
Non sarebbe mai stato libero.
Ma in quel momento preferì illudersi con la speranza di poter essere, un giorno, totalmente indipendente, senza più restrizioni.
Voleva credere che bastasse sciogliere quelle maledette corde per essere libero.
Pensando a questo non smise di dimenarsi; ormai non sentiva più il dolore, era diventato completamente apatico.

Dopo pochi secondi, sentì i passi inconfondibili dello zio, e congelò.
Vernon entrò e si erse di fronte a lui in tutta la sua larghezza, fissò suo nipote esprimendo tutto il suo disprezzo per lui in un solo sguardo.
Harry ancora non vedeva bene e notò solo un'ombra scura che si avvicinava al suo viso.
Zio Vernon gli diede uno schiaffo ed il Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto sentì qualche pugno raggiungere il suo stomaco maltrattato.
Harry sputò sangue, e, a quel punto suo zio si fermò e disse "Ti ho sopportato per quattordici anni, ragazzo, ed è arrivato il momento per te di pagarla...Marge aveva ragione...avremmo dovuto mandarti in un orfanotrofio, dove avrebbero sicuramente saputo metterti in riga. Avrebbero certamente schiacciato la tua anomalia a suon di frustate! Ed è proprio questo che ti meriti, non sei degno di essere amato, non vali niente, ed il tuo adorato padrino, eh? Dove si trova, ora? Non dovrebbe essere qui a salvarti? E invece NO, neanche lui si preoccupa per te! Anche lui si rende conto che non sei altro che un ANORMALE!"
Quelle parole per Harry furono come una doccia fredda, ma non ebbe la forza di protestare, anche perché non aveva niente da dire, era pienamente d'accordo con suo zio.

Dopo anni passati a vivere con i Dursley, Harry si decise ad aprire gli occhi: si disse che Zio Vernon era sempre stato sincero con lui.
E per questo il ragazzino non lo biasimò.


La porta della sua stanza si aprì proprio in quel momento ed entrò Zia Petunia con gli occhiali da sole ed un leggerissimo vestito verde di seta.
La donna si avvicinò a suo marito e disse con eccitazione "Tesoro, noi siamo pronti, è ora di andare."
Harry si chese cosa volesse dire, ma non si azzardò parlare per paura di vomitare anche l'anima.
Fu comunque zio Vernon a rispondere alle sue domande inespresse "Vedi, ragazzo, io, tua zia e tuo cugino non abbiamo intenzione di rovinarci le vacanze per colpa di un piccolo ingrato, come te, quindi abbiamo deciso che ti lascieremo qui mentre noi ci godremo una rilassante vacanza alle Maldive. Tu resterai qui nel tuo comodo letto, spero che tu non sopravviva, detto tra noi."

Harry, spaventato, disse " ma...ma n-non potete lasciarmi qui...legato al letto...c-come farò?"
Vernon lo guardò con un ghigno degno di Voldemort e rispose "E dove sta scritto che è un problema mio? Ti arrangerai."
Harry non seppe che fare e sentì un altro schiaffone arrivargli sulla guancia sinistra.

I suoi zii se ne andarono dalla sua stanza, lo chiusero dentro a chiave ed il ragazzino, nel panico più completo, si chiese come sarebbe potuto sopravvivere per tutta l'estate.
Ma, dopotutto, Harry si disse che forse non valeva più la pena di lottare.
-NO- pensò -cosa succederebbe a tutti se tu ti lasciassi andare? Cosa direbbero Ron e Hermione? Non puoi smettere di lottare per la vita, o tutti avranno la conferma del fatto che sei debole...è questo che vuoi?
Harry sentì il rumore della macchina dei Dursley, li sentì andarsene, lasciandolo solo, nell'oscurità della sua stanza a Privet Drive.
Una lacrima gli bagnò la guancia.
Harry chiuse gli occhi, in preda allo sconforto, e svenne.


Harry non si svegliò per cinque giorni e quando aprì finalmente gli occhi si lasciò prendere dal panico.
Intorno al suo letto c'erano fiamme.
Come poteva essere successo?

Harry divenne preda del panico e ricominciò a lottare contro le corde che lo tenevano legato.
Continuò a dimenarsi finchè scoprì di non riuscire più a respirare e perse conoscenza per l'ennesima volta.
Intanto, casa Dursley andava a fuoco.










SPAZIO AUTRICE
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, sono contenta che questa storia vi piaccia!
Cercherò di aggiornare il più presto possibile.
Confesso di aver avuto paura che questa fanfic non sarebbe piaciuta a nessuno e quando ho visto ben quattro recensioni quasi mi veniva da piangere.
Grazie anche a tutti quelli che non hanno commentato ma hanno sprecato tempo a leggere la mia storia.
Spero che questo secondo capitolo sia di vostro gradimento e ricordate di recensire!






   
 
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