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Autore: REAwhereverIgo    04/12/2012    4 recensioni
è passato un anno dall'addio definitivo di Layton a Claire, dalla partenza di Luke e dall'ultimo caso del professore... A un certo punto Lisa, giovane neolaureata, diventa la sua nuova assistente.
Il suo comportamento fin da subito suscita curiosità in Layton... Che cosa nasconde davvero? Hershel avrà il coraggio di lasciar andare il passato per darsi un'altra opportunità?
Per chi ama la coppia laytonxclaire (come me! quanto ho pianto alla fine del gioco!) mi odierà, ma ero così triste nel pensare che quella fosse la fine per Hershel, che mai più nella vita avrebbe trovato l'amore, che ho deciso di dargli un'altra possibilità! Probabilmente sono stata un po' OOC, vi chiedo scusa... spero che la storia vi piaccia!
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Layton ricevette una lettera da Luke un paio di giorni dopo.

Sorrise felice e l’aprì: annunciava un suo rientro in Inghilterra quel sabato. Il professore fu molto contento di questa notizia, soprattutto perché aveva bisogno di tutto l’aiuto possibile per venire a capo della situazione con Lisa. Ormai era certo che nascondesse qualcosa, il comportamento che aveva avuto quando erano arrivati davanti al suo appartamento non era di stupore, ma di terrore. Adesso era più sicuro che mai che ci fosse qualcosa che la spaventava e che quel qualcosa la stava tenendo in pugno, ma non poteva aiutarla se lei non lo chiedeva di sua spontanea volontà. Non poteva di certo invadere la sua privacy, giusto? Però era triste nel pensare di non poter fare qualcosa.

Mise la lettera in un cassetto e prese la sua tuba marrone. Doveva andare da una persona.

 

“Davvero? Luke torna a casa?”

“Vieni con me a prenderlo al porto, Flora?” le propose. La ragazza lo strinse forte al collo, riconoscente.

“Certo che vengo! Non potrei essere più felice di così, Luke mi manca talmente tanto!” rispose. Layton rise di quella reazione, divertito, e si aggiustò il cappello.

“Allora è deciso: sabato mattina alle nove veniamo a prenderti e andiamo al porto” disse. Lei annuì, poi lo fissò incuriosita.

Veniamo? Non sarà da solo?” domandò.

“Beh, direi che Lisa dovrà venire con me. Come mia nuova assistente, credo sia giusto che lo conosca. Inoltre, Emmy era solita seguirmi ovunque, quando mi spostavo, per cui verrà anche lei” spiegò con la sua solita gentilezza. Flora sorrise.

“Ho capito, professore. Allora ci vediamo sabato” lo salutò.

 

Quando Lisa venne a conoscenza del piano per il finesettimana, sgranò gli occhi.

“Io? Accompagnare lei e la signorina Flora a prendere un vostro amico? Perché?” chiese stupita. Layton le sorrise.

“Come mia assistente avrò bisogno del tuo aiuto. Quando sono insieme a Luke capita sovente che ci imbattiamo nei misteri e nei casi più disparati, e un cervello in più è sempre utile. E poi, mi farebbe piacere personalmente se venissi con noi” rispose. La ragazza sentì il cuore battere forte in petto, poi si voltò per non far vedere che era arrossita di nuovo e fece finta di versare il tè nelle tazze.

“V-va bene, verrò con voi” accettò.

“Bene, ne sono felice” disse il professore.

Lisa si sentì un verme: lui la stava trattando con tanto affetto e calore e lei lo stava spiando. Che persona era?

“Ah, senti cara, a te piacciono gli enigmi?” le chiese Layton, distogliendola dai suoi pensieri. Presa alla sprovvista, lo guardò senza capire.

“Enigmi?” ripeté.

“Sì, enigmi”

“Non… non saprei, non ne ho mai provati” ammise imbarazzata.

“Ti andrebbe di provarne uno?” le propose. Lisa annuì, incuriosita.

Il professore prese un foglio e ci disegnò sopra una serie di simboli:

“Ok, vedi queste forme?” domandò.

“Certo: una emme, un cuore, un otto e… quello è un ombrello?” il professore rise e scosse la testa.

“Vedi, cara, questi quattro simboli sono un codice. Se guardati nel verso giusto ti renderai conto di cosa sono realmente. Puoi pensarci tutto il tempo che vuoi, non c’è fretta” disse, lasciandole il foglio e tornando a sedersi sulla scrivania.

Lisa si mise a pensare: avevano delle forme strane, certo, ma familiari. “Mmmh… vediamo… se guardati nel verso giusto capirò ciò che sono” iniziò a riflettere. Guardati nel modo giusto significava che non erano stati disegnati per ciò che erano realmente. Quindi doveva cambiare qualcosa nella loro struttura per far venire fuori la loro natura.

Passarono un paio di minuti, nei quali il silenzio regnò sovrano.

“Uno, due, tre, quattro” disse infine la ragazza. Il professore sorrise e alzò gli occhi dai fogli che aveva in mano.

“Come?” chiese. Lisa sorrise felice.

“Sono dei numeri raddoppiati: uno, due, tre e quattro. Ma sono disegnati in modo sbagliato” notò.

“Ah sì?” domandò lui, divertito.

“Il quattro è stato raddoppiato a sinistra invece che a destra, vede? È un errore” gli spiegò.

“Ne sei sicura?” la interrogò Layton. Lo guardò.

“Credo… credo di sì” balbettò in risposta.

“In realtà l’ho fatto apposta, cara. Ecco, abituata ai primi tre numeri la nostra mente è portata a pensare al quarto nello stesso modo, ingannandoci. Se non guardiamo oltre a ciò che ci appare e non diamo niente per scontato, allora possiamo risolvere anche l’enigma più difficile, altrimenti pensiamo che tutto sia un errore e che non vada bene” disse. Lisa annuì ammirata.

“Ho capito, professore” rispose.

“Comunque ti faccio i miei complimenti: hai capito il trucco quasi subito. Non tutti ci sono riusciti” la adulò. La ragazza arrossì e abbassò lo sguardo.

“Era una cosa semplice, non era così difficile” minimizzò.

“Anche se tu lo pensi, non importa. L’importante è riuscire a risolvere anche il più piccolo enigma. Delle volte le cose più importanti stanno proprio nelle piccolezze della vita” spiegò, sorridendole. Di nuovo. E di nuovo a lei venne il batticuore. Questo non andava bene.

“Comunque mi piacciono i suoi enigmi. Se in futuro ne avrà altri da propormi, sarò felice di risolverli” concluse, tornando a mettere per bene gli appunti delle lezioni.

“Con vero piacere, Lisa” accettò lui.

 

La nave attraccò puntuale e loro erano già lì pronti per accogliere il ritorno di Luke. Flora non stava più nella pelle dall’emozione e continuava a saltellare per vedere se riusciva a scorgerlo da sopra la folla.

“Controllati, Flora. Una ragazza non dovrebbe comportarsi così” la riprese il professore, severo.

“Mi scusi” rispose lei, tornando con i piedi per terra ma continuando a fremere dall’impazienza. Lisa li guardava dalla macchina, sentendosi di troppo. Era una gioia di cui non si sentiva partecipe, quella, e inoltre non riusciva a fare altro che pensare al foglio che aveva in casa e che aveva rubato dallo studio di Layton. Era un’idiota, non poteva considerarsi altrimenti, ma che altro poteva fare? Sentì di nuovo le lacrime salirle agli occhi e si premette i palmi forte sulle palpebre. “Non posso farcela” pensò triste.

“Eccolo là!” esclamò Flora in quel momento. Si voltò anche lei a guardare il punto verso cui la ragazza stava indicando.

“Luke! Siamo qua!” gridò, sbracciandosi. Un ragazzino con un cappello celeste in testa e un maglione dello stesso colore si voltò e sorrise felice quando li vide. Corse loro incontro e si gettò tra le braccia del professore, stringendolo forte.

“Professore, finalmente!” esclamò tra le lacrime.

“Ahah, Luke bentornato” lo accolse lui, ridendo. Quando si staccò, Flora lo abbracciò a sua volta, felice.

“Sei qui!” gli disse felice. Sembravano una famiglia felice e Lisa si sentì anche peggio: lei non aveva più una famiglia felice, purtroppo.

Li osservò in silenzio, cercando di capire come mai Layton l’avesse voluta lì.

“E tu chi sei?” le domandò una voce simpatica. Sobbalzò, presa alla sprovvista, e vide che il ragazzino vestito in blu di prima la stava osservando dal finestrino.

“Luke, ti sei dimenticato tutto ciò che ti ho insegnato? Un gentiluomo deve…”

“..Essere gentile con le donne, lo so. Mi scusi professore” disse ridendo imbarazzato. Si voltò di nuovo verso Lisa.

“Ehm, perdonami anche tu. Cioè, lei. Insomma…” il ragazzo balbettò frasi senza senso nel tentativo di rimediare, ma si perse dopo un paio di parole e arrossì.

“Oh, uffa!” si lamentò. Flora e Layton risero e anche Lisa fu contagiata dalla sua allegria, così che si unì alla risata.

“Puoi darmi del tu, se vuoi. Io mi chiamo Lisa, comunque, e tu?” si presentò.

“Io sono Luke e sono l’apprendista del professore!” rispose lui, orgoglioso.

“Piacere, Luke” disse lei.

“Luke, questa è la mia nuova assistente al posto tuo e di Emmy. Sii gentile con lei, mi raccomando” lo ragguagliò.

“Non si preoccupi, sarò un perfetto gentiluomo!” promise.

“Bene, che ne dite di andare a mangiare? Io inizio ad avere fame” propose Flora, salendo vicino a Lisa sul sedile posteriore.

“Penso che sia una buona idea” annuì la ragazza, sentendo lo stomaco brontolare.

“D’accordo, allora andiamo”

 

“E poi ho conosciuto tanti nuovi ragazzi, ma nessuno di loro era al mio livello di preparazione per quanto riguarda la risoluzione degli enigmi. Tutto merito suo, professore”

Il ragazzino non aveva fatto altro che parlare, parlare e parlare ininterrottamente da quando si erano seduti, facendo ridere tutti quanti.

Aveva raccontato loro della sua nuova casa e di come, per i primi tempi, non aveva fatto altro che parlare a tutti delle fantastiche avventure di Hershel Layton e del fatto che lui fosse il suo apprendista numero uno. Poi aveva detto del nuovo lavoro di suo padre e di come mancasse a tutti la loro vecchia cittadina, Misthallery. Così avevano deciso di rientrare in Inghilterra in pianta stabile.

“Papà ha detto che non ce ne andremo più di qui” concluse soddisfatto.

“Davvero rimarrai qui con noi?” gli chiese Flora.

“Sì!” rispose entusiasta.

“Che bello! Potremo stare di nuovo insieme e… oh, che sbadata, tu non sai l’ultima novità” disse lei, dandosi un colpo sulla testa.

“Che novità?”

“Ho trovato un nuovo lavoro! Adesso non abito più con il professore, ho un appartamento mio in centro” gli spiegò orgogliosa.

“Che? Davvero? Che bello!” esclamò Luke.

Lisa, in tutto quel tempo, se ne era rimasta in silenzio da una parte e aveva sorriso pensando a quanto fosse divertente stare con tutti loro. Per un po’ il senso di colpa era sparito senza problemi.

“Tu, invece, come ti trovi con noi?” chiese il ragazzo. Distratta, lei non rispose.

“Ehi, va tutto bene?” s’informò, passandole una mano davanti agli occhi.

“Come? Parlavi con me?” sobbalzò. Lui rise.

“Certo, con chi altri?” rispose. Lei arrossì e abbassò lo sguardo sulle sue gambe.

“Scusami, non ti stavo ascoltando. Cosa mi hai chiesto?”

“Volevo sapere se ti trovi bene col professore. Essere la sua assistente è un privilegio mica da tutti” spiegò Luke. Lo sapeva. Lo sapeva benissimo e ci stava male ogni volta che ci pensava.

“Io… i-io… sì, mi trovo bene all’università, è divertente… e…” le parole le morirono in bocca, soffocate dai singhiozzi che iniziarono a scuoterla. Luke si spaventò.

“Scusami, non pensavo di renderti triste! Non rispondere, se non vuoi!” le disse, cercando di rimediare.

“N-no, non è questo… è solo che… v-voi siete tutti così gentili con me, mentre io… non…”

"Shh, cara non piangere. Non ti preoccupare se non ti senti ancora a tuo agio, prima o poi riuscirai a fare l’abitudine alla tua nuova vita. Ti aiuteremo noi" la tranquillizzò Layton, mettendole una mano sulla spalla. “Ti aiuteremo noi” come avrebbe voluto che quelle parole fossero vere.

“S-scusatemi, non mi sento troppo bene. Forse è meglio che io torni a casa prima di rovinarvi la giornata” disse alzandosi. Scappò via piangendo, correndo più veloce che poteva.

Non era vero che non si era integrata, anzi tutto il contrario: con loro, soprattutto col professore, si sentiva talmente a suo agio da non rendersi conto della situazione in cui si trovava. E questo non andava bene, non poteva permetterselo. Doveva stare allerta, rimanere vigile e trovare quella maledetta spilla per restituirla a loro. Per questo era stata mandata lì, in fin dei conti.

Si rifugiò sotto un porticato, incapace di proseguire, e si sedette con la schiena appoggiata al muro.

“Scusatemi, scusatemi tutti” disse ad alta voce. Era colpa sua ed era giusto che pagasse per i suoi errori, in fin dei conti.

 

  
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