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Autore: Tomoko_chan    04/12/2012    3 recensioni
Perchè il mondo cerca la felicità, perchè non c'è felicità senza dolore.
Il cammino della vita è arduo, ma insieme si raggiunge la felicità.
"Eri la mia forza, anche se non lo sapevi. E lo sei tuttora.
Sei tutto ciò per cui vivo, ora che ho più di venti anni.
Perché spero di vederti, un giorno, a venti anni, a trenta, a cinquanta o quando saremo vecchi e decrepiti.
Ma ti voglio rivedere.
E stavolta sarò io a stupirti, sarò io a portarti dei fiori.
Il più grande rimorso è averti lasciato indietro." Dal diario di Itachi.
Attenzione: continuo di Dopo la guerra, Vita a Konoha. La storia può essere letta così com'è, perchè è presente un riassunto a inizio storia.
A gran richiesta una nuova trama, con nuovi (o vecchi?) nemici.
I personaggi sono lievemente OOC, solo perchè sono cresciuti, evitiamo fraintendimenti.
Sono presenti inoltre altre due coppie, che però non sono presenti nella lista. E molti personaggi!
Enjoy it!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Shikamaru/Ino
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le storie dei Ninjia, Naruto negli anni.'
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Un brusco risveglio.
 

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L’alba era appena sorta e Naruto le stava dando dei dolci baci sulla guancia per destarla.
-E’ ora di alzarsi, principessa.
Cominciò a strofinare le mani sugli occhi, per destarsi, e solo quando ebbe finito riuscì a vedere qualcosa.
Con una mano lui le accarezzò i capelli e quando lei finalmente lo guardò arrossendo, lui sorrise.
-Avanti dormigliona, oggi devi andare in missione…
Si alzò e spostandosi sollevò un po’ troppo il lenzuolo, facendo venir freddo alla ragazza. Quindi si alzò, avvolgendo il proprio corpo nudo nello stesso lenzuolo, fino a raggiungere il bagno sotto lo sguardo divertito del biondo.
Quei due insieme stavano passando il periodo più bello della loro vita, finalmente, dopo tutti quei fattori terribili che avevano caratterizzato la loro infanzia.
Insieme stavano diventando grandi, impregnati in una quotidianità mai monotona ma sempre diversa e improvvisa. Era a questo che pensava mentre se ne stava sotto il getto d’acqua della doccia: ora Hinata era diventata Capo Clan ed era impegnata nella sua gestione, Naruto sarebbe presto diventato Hokage e a breve si sarebbero sposati.
Si asciugò un po’, indossò la vestaglia rosa di seta ed uscendo dal bagno venne immediatamente inebriata dal profumo della colazione sul tavolo.
Naruto non era in grado di cucinare molte cose, non aveva certo tempo da passare ai fornelli, ma da quando lui e la ragazza convivevano era riuscito a deliziarla preparando la sua colazione preferita: crèpes alla nocciola con cioccolato bianco fuso e mandorle, latte e qualche frutto di bosco.
Lo trovò seduto a tavola con un grande sorriso e mentre lei gli si sedeva di fronte, l’accarezzò facendola sorridere e arrossire, di nuovo.
Poi lei, stupendolo, gli diede improvvisamente un bacio molto dolce e casto, lasciandolo a bocca aperta.
-E’ questo per cos’era?- rise, cominciando a mangiare.
-Lo sai benissimo, Naruto-kun.- gli si avvicinò di nuovo e lo baciò a stampo –Sei dolce!
E lo era davvero poiché il biondo non aveva impegni se non dopo le otto, quando sarebbe dovuto andare alla magione dell’Hokage, ma si era svegliato comunque molto presto per preparare la colazione alla sua ragazza e stare un po’ con lei prima che partisse per la missione con Hanabi, Kiba, Ko e Sasuke.
Naruto sorrise soddisfatto. –Eheh, lo so!
Lei sorrise a sua volta e gustò con gioia il boccone –Complimenti, amore mio, sei migliorato!
Consumarono la colazione ridendo e scherzando, ogni tanto tenendosi per mano.
-‘Tebajò, Hina-chan! Dovresti farmi un favore.- il sorriso sadico di Naruto non prometteva niente di buono, ma lei annuì.
-Devi assolutamente fare il terzo grado a Sas’kè!
-Perché?
-Non ci ha detto che ha chiesto ad Haru di sposarlo, ricordi?
-Le cose non sono andate esattamente così, Naruto kun…
-Tu come lo chiami chiedere a una ragazza di passare il resto della vita con lui?
-Un atto di coraggio, direi- sorrise, pensando con quali sforzi Sasuke si fosse aperto con la sua ragazza.
-Si, coraggio della la mia povera cugina che ha detto “si”!- e cominciò a ridere di gusto insieme ad Hinata, aiutandola a sparecchiare.
Hinata posò i piatti nel lavabo e cominciò a lavarli –E’ all’incirca la stessa cosa che ha detto Sas’kè quando mi hai chiesto di sposarti.
Naruto incrociò le braccia e fece finta di imbronciarsi –E ti importa di quello che dice il tuo caro fratellone?
-Assolutamente no.- sorrise lei, di rimando, osservando il biondo in quella posizione buffa.
Lui la raggiunse con poche falcate e, abbracciandola da dietro, cominciò a baciarle sensualmente il collo.
-Bene- disse, con voce suadente –perché io non sopporterei di starti lontano nemmeno per un minuto.
La girò, la strinse a se e la baciò con foga.
 
Naruto e Haru avevano accompagnato i rispettivi partner davanti alle porte di Konoha, raggiungendo Kiba, Hanabi e Ko che li stavano aspettando.
La missione assegnatagli dall’Hokage era di livello B, ma ci sarebbero potute essere delle complicanze di livello A poiché avrebbero dovuto vedersela con dei malfattori che, da qualche tempo, avevano preso il brutto vizio di bloccare i trasporti mercantili rubando tutta la merce. “il vostro fine ultimo” aveva detto Naruto, che aveva partecipato alla consegna della missione da parte di Tsunade “è di bloccare questi ladri e di portarli qui, senza fare loro del male. Ecco spiegato il motivo di tre Hyuga”.
 -Sta tranquillo, c’è Sasuke con lei.- gli diceva l’Uzumaki in quel momento, mentre passeggiavano verso la magione dell’Hokage.
-Certo,  allora sto tranquillo!- rispose lui, sarcastico –E comunque Hinata è perfettamente capace di difendersi da sola.
-Scusa, scusa!- disse lei alzando le mani in gesto di difesa –Volevo solo rassicurarti!
-E come faccio a stare tranquillo- rise lui, di gusto –Se penso che tu ed Emosuke vi sposerete?
Lei divenne tutta rossa ed infastidita colpì il cugino sul braccio –Non c’è niente da ridere, Naruto!- sospirò, tornando calma –E nemmeno di che preoccuparsi, Sasuke mi tratta come una regina.
-Sappiamo tutti com’è fatto Sasuke.
Lei non rispose ma gli fece un occhiolino –Andiamo, Naruto, lo so che sei geloso!
-Non mi interessa sapere con chi stai, Haru!- sbottò lui.
-Infatti non sei geloso di me, ma di lui! D’altronde vi siete baciati, no?- disse a sfottò, cominciando a correre.
Naruto ripensò a quel dannato giorno in accademia, in cui aveva perso la sua dannata dignità per colpa di quel dannato scemo. Che sempre tu sia DANNATO, Uchiha Sasuke!
-Brutta peste che non sei altro!- e le corse dietro urlando –CHI è CHE TE LO HA DETTO? E’ STATO UN ERRORE, CAPITO?
In breve, correndo e scherzando (a volte picchiandosi), raggiunsero l’ufficio dell’Hokage.
Naruto bussò –Ehi nonnetta, sono arrivato, posso entrare?
Non ricevette risposta ed entrò, come se nulla fosse.
-Che abbiamo da fare oggi, Nonna Tsunade? Ah, c’è anche Haru.
Ma voltò lo sguardo e non vide nessuno, l’Hokage non c’era. Si avvicinò alla scrivania per vedere se avesse lasciato qualche messaggio, ma i suoi occhi vennero catturati da una visione orribile.
Tsunade era stesa per terra, priva di senti, la tecnica di trasformazione “anti età” era stata sciolta ed ora il suo viso ed il suo collo erano più rugosi, i capelli più sbiaditi.
-Nonna Tsunade!- urlò, andandole in soccorso e mettendosi il suo capo fra le braccia, cercando di risvegliarla. –Haru corri, chiama Sakura!
La porta che sbatteva contro il muro ed un “subito” stentato, furono le ultime cose che Naruto sentì prima di andare nel panico.
 
Hinata e Sasuke correvano in testa al gruppo, poco distanti dal gruppo di mercanti.
Stavano vicini e parlavano tra loro sommessamente, con calma.
-Come mai questa decisione improvvisa, quindi?
-Al dire il vero è un po’ che ci pensavo.
-Lo immaginavo, ma come mai?
-Hinata…
-Va bene, va bene, non riesci a parlarne e non mi intrometto più.
Seguirono attimi di silenzio e poi il ragazzo sospirò.
-E’ strano che io abbia bisogno di lei?
-Ti informo che è il sentimento più normale del mondo.- sorrise lievemente –Ma tu non sei normale.
-Stare con Naruto ti fa del male, sorellina.
-Invece stare con Haru può solo migliorarti, Sas’kè.
-Sto diventando rammollito.
-Stai diventando umano. È normale desiderare di sistemarsi e di avere una famiglia: nel tuo caso poi, sei ancor più giustificato.
Lui sbuffò –Non dovresti preoccuparti per me, sorellina. Piuttosto…- disse guardando dietro di se –Dovresti preoccuparti di quello sguardo allupato che rivolge Kiba a tua sorella mentre parlano.
Anche la mora si voltò e notò in effetti una strana intesa fra i due.
-Secondo te dovrei preoccuparmi?
-Kiba potrebbe essere accusato di pedofilia, sai? Ma non è il momento di parlarne.
Entrambi si voltarono e, sentendo le proteste del mercante nel non voler lasciare la sua merce a quegli sporchi ladri, intervennero.
 
Arashi guardava Sakura mentre si muoveva a scatti, meccanica, con una precisione inaudita che celava tutta la sua preoccupazione verso la sua sensei.
Quando Haru era venuta a chiamarla, la rosa non era svenuta solo perché consapevole del fatto di essere la migliore, dopo Tsunade stessa, nel salvare le persone, soprattutto dato il fatto che non si sapeva di cosa soffrisse l’Hokage.
Ma quando era arrivata lì, aveva fatto capire al suo ragazzo che c’era ben poco da fare.
Le aveva rimesso in circolo un po’ di chakra, aveva fatto tutto il possibile, ma Tsunade non si riprendeva, respirava a fatica. Osservava come la donna avesse perso di colore, come le mani, una volta tanto abili e scaltre, avevano perso la loro forza diventando di una fragilità unica. 
Notava come la pelle fosse rugosa e scagliata, come gli occhi nocciola avessero difficoltà a rimanere aperti: ma quando riuscivano a catturare un po’ di luce, trasmettevano tutta la sua disperata sofferenza, che non riusciva a comunicare altrimenti attraverso le poche sillabe che farfugliava. La tecnica della rinascita si era sciolta e mostrava Tsunade in tutti i suoi anni, gli stessi di Jiraja e Orochimaru, entrambi deceduti.
Aveva ripreso coscienza, sì, era pur vero, ma la sua mente sarebbe collassata a breve. Non sarebbe morta di una morte tragica, ma per natura, per vecchiaia.
E non era fosse la miglior cosa, il miglior modo di spegnersi dopo anni di duro lavoro?
Alzò lo sguardo dal volto della donna incontrando gli occhi di Shizune, egualmente preoccupati e rassegnati.
Si alzò in piedi e, guardando bene in viso tutti i presenti tra cui gli anziani, Naruto, Haru, Kakashi e Arashi, asserì –La mia sensei ha sempre combattuto i segni del tempo, ma si arriva ad un punto in cui l’anzianità colpisce tutti.
-Stai dicendo che dovremmo cominciare a pensare alla figura del sesto Hokage?- disse serio uno di loro.
-Purtroppo, ho notato la sua stanchezza fin dal combattimento con Pain. Questo combattimento e questo sforzo, unito a quelli sovraumani della guerra, l’hanno segnata profondamente e si è resa conto lei stessa che il suo tempo stava per finire. Inoltre, ricordo che le tecniche da lei utilizzate, soprattutto quella della rinascita, accorciano inesorabilmente la vita. E' viva, ma arriverà presto la sua ora.
Detto questo fissò le sue mani, che ora tremavano, mentre quella di Arashi raggiungeva il suo fianco stringendola a sé, come se sapesse che le sue gambe stessero per cedere.
-Dovremmo andare in riunione e prendere una decisione preventiva.- disse l’altro membro degli anziani.
-Un attimo, anziani.- disse Shizune, che si era alzata a sua volta –La mia sensei, sapendo cosa stava per accadere, ha già lasciato qualcuno in grado di seguirla. Credo dovremmo rispettare il suo volere.
Tutti si voltarono verso Naruto, che fino a quel tempo era rimasto in silenzio. Deglutì sonoramente.
-Prenderemo in considerazione il suo consiglio.
-Non è solo un consiglio!- Sakura fece sentire la sua voce –Lo ha addestrato ad essere un grande Hokage. Ha fiducia in lui ed anche voi dovreste averne nell’eroe di Konoha!
-Smettila, Sakura.- Naruto non guardava ne lei, ne gli anziani, ma la donna stesa sul futon –Non posso pretendere che tutti la pensino come la vecchia Tsunade. Capisco perfettamente i dubbi degli anziani. Un ottimo shinobi non è necessariamente un ottimo Hokage.
“Ma che dici, Naruto?” pensava la rosa, mentre lui parlava con quella serietà “Allontani i tuoi sogni da te?”.
-Ma prometto che se salirò ad un ruolo così alto, allora non sarò ottimo, sarò grande, nel ricordo dei miei genitori e degli Hokage che mi hanno preceduto.
-Questo si chiama parlare intelligentemente, Jincurikii.- affermò uno degli anziani, prima di uscire dalla stanza –Mi complimento con te.
Sakura si avvicinò al biondo, per picchiarlo –Ma che combini, testa quadra?
-Ferma, Sakura.- la interruppe Kakashi –Naruto si è comportato in modo furbo. Parlando in quel modo è sembrato molto più serio e maturo, accrescendo la sua buona posizione nei pensieri degli anziani.
-Non credo, Kakashi-sensei.- disse lui, andando a sedersi accanto al corpo inerme di Tsunade –Mi ha chiamato Jincurikii. Ho davvero pensato di diventare Hokage, perché se la nonna avesse lasciato il suo posto a me di sua volontà, nessuno si sarebbe opposto. Ma così…
-Smettila, cugino.- intervenne Haru –Da quando mi sono trasferita qui, quindi alcuni mesi, ho incontrato solo persone che ti hanno ben voluto. Il popolo vuole te, Naruto.
-Non è sempre stato così, Haru, e ci sono ancora tante persone che ancora oggi mi odiano.
-Ti sbagli, Naruto!
La ragazza venne colpita dagli sguardi fulminanti dei presenti, specialmente del fratello. Era inutile insistere, perché quando Naruto si comportava in quel modo, solo una persona era in grado di fargli tornare il sorriso.
E in quel momento era in missione.
 
Il combattimento l’aveva stancata, aveva immobilizzato più o meno la metà di quei venti ladruncoli da strapazzo, che però con le armi ci sapevano fare. Era stanca, ma era fiera di aver supportato da sola la maggior parte del lavoro. Purtroppo però, nonostante si fosse impegnata così tanto, Ko si era ferito alla gamba mentre Hanabi al fianco, da cui usciva molto sangue.
In quel preciso momento, la sorellina era distesa sotto le sue mani che, con quel poco che aveva imparato sulle basi della medicina, cercava di curarla.
-Muoviti a curarla, l’odore del sangue mi da alla nausea.- disse Kiba, storcendo il naso.
-Non posso fare più di così.- le rispose cauta lei, che non riusciva a spiegarsi come mai il suo chakra si stesse comportando in quel modo, andando e venendo. Il suo chakra verdino vibrava, si diffondeva e poi si restringeva. Sentiva che le forze le stavano mancando, ma non sapeva spiegarsi il motivo, aveva combattuto nemici ben peggiori.
Senti qualcosa risalirle attraverso il petto ed un conato di vomito la interruppe.
Tutti si voltarono verso di lei preoccupati.
-Onee-san,tranquilla, basta così, sto già meglio.- disse Hanabi preoccupata tirandosi a sedere.
La corvina non aspettava altro, prontamente si alzò e corse dietro un albero. Tutti sentirono la ragazza vomitare.
Sasuke si alzò a sua volta, preoccupato, e si avvicinò alla ragazza.
La vide piegata in due mentre, piegata sulle ginocchia e con uno sguardo allibito, guardava quello che era appena uscito dal suo esofago.
-Hinata.- la chiamò  invano, si avvicinò per sollevarle i capelli mentre ricominciava a vomitare.
Si asciugò la bocca con il dorso della mano sentendo che le veniva maggiormente da vomitare per il saporaccio che le era rimasto in bocca. Sentì distrattamente il fratello cercare di rassicurarla, ma lei era troppa impegnata a pensare ad altro.
Si sentì improvvisamente presa dalle braccia e sollevata, per finire poi chissà come sulla schiena del ragazzo.
Avrebbe voluto protestare, dire che non ne aveva bisogno, ma troppi erano i pensieri che l’affliggevano.
 
In piedi contro il muro, il biondo continuava a fissare quella che era la donna che le aveva insegnato tante cose ed inoltre una delle prime a credere veramente in lui.
Ripensava a tutti quei momenti passati con lei ultimamente e l’associazione mentale con l’uomo che gli aveva fatto da padre, amico e maestro fu inevitabile.
Ogni volta che pensava a lui, al suo sensei, morto per rendergli il cammino in qualche modo più semplice, sentiva come se una falce lo stesse pugnalando sulla schiena.
Si incurvava, teneva il proprio mento con due dita e chiudeva gli occhi, immergendosi i quei ricordi tanto belli quanto dolorosi.
Ricordava ogni minimo particolare del suo aspetto, i suoi capelli bianchi, la tinteggiatura rossa sul viso, la rabbia che usciva dalle sue mani e gli occhi gioiosi; le guance rosse quando perdeva il controllo e beveva troppo sakè, magari proprio in compagnia di Tsunade, il modo in cui il suo sguardo si faceva pervertito di fronte a un bel corpo e come questo lo facesse perdere di senno; il suo in estimato coraggio e la sua intelligenza, la sua profondità di pensiero, il suo amore per lui, suo figlioccio.
Ogni minima cosa, ogni piccolo rituale, era una pugnalata alla schiena: e si incurvava, si contorceva, sospirava.

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-Naruto.- la voce roca di Sakura, interrotta dal pianto, lo fece rinsavire.
La vide uscire dalla camera e chiudersi la porta alle spalle, con fare misterioso, ed andare verso di lui.
-Volevo solo dirti che devo fare una commissione urgente, quindi tu dovresti rientrare e stare un po’ con Tsunade, per piacere.
Lui annuì, convito –Che tipo di commissione?- s’incuriosì.
Lo guardò arrabbiata e si asciugò le lacrime –Sto andando a salvarti il culo, Naruto. E fammi passare la parola perché sono fin troppo triste e arrabbiata da contenermi, potrei anche ucciderti ora.
-Salvarmi il culo?- le fece eco lui, insospettito.
-Sì- asserì lei –Perché Tsunade-sama, poco tempo fa, mi disse che in una situazione come questa, sarei dovuta andare nel suo ufficio a cercare quello che ti farà diventare Hokage.
Lo sguardo perplesso di lui la spinse a continuare –Si tratta di molte lettere, Naruto. Lettere di raccomandazione da parte delle persone che hai aiutato con il team 7 e non, dei tuoi sensei e dell’Hokage stesso.
Sorrise, finalmente, fiera di avere una parte così importante. Batté il pugno sul suo braccio e sorrise nuovamente.
-Non ti preoccupare, Naruto, ce la farai. Vado a salvarti il culo!- gli fece l’occhiolino e si allontanò da lui, lasciandolo ancora più interdetto di come lo aveva trovato.

2800 parole tonde tonde! E mi diverte pensare che siano altrettanti i dubbi ;)
Naruto diventerà Hokage?
Tsunade morirà? (cavolo, lo so che muoiono tutti nelle mie storie, ma altrimenti non sarebbe troppo semplice?)
Cosa pensa di avere Hinata?
E Itachi dov'è finito?
Le scommesse possono cominciare! Ringrazio tutti coloro che recensiscono e mi scrivono consigli per messaggi, per non parlare di tutte le chiacchierate e il sostegno che mi date! Vi adoro veramente, grazie.
Se questo capitolo vi ha fatto ridere o piangere, se vi ha fatto schifo o vi è piaciuto, DITEMELO!

   
 
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