DONNA DI BOSCO CHE DAI LA VITA
<< Si, ti è uscita l’espressione numero 234? >> ti chiedo, come sempre, quando noi del classico siamo costretti a fare Matematica.
<< Sì, mi è uscita. >>
<< Ah, sì. E’ uscita? E dov’è andata? In discoteca? >> chiedo, imitando la prof.
<< Sì, professoressa, sabato c’era un tre quarti che si scatenava sul cubo. E poi c’era un meno due… Il due era molto preso dal quattro… Dia retta a me, prof, altro che dividendo, quei due si stavano moltiplicando… >>
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere come due sceme.
O.ò
<< Ieri a tiro con l’arco ho tirato da cinquanta metri, ho la schiena a pezzi… >> ripeti ormai da mezz’ora.
<< E basta Silvia!!! Stai sempre a lamentarti!!! E che cavolo!!! Hai scelto di fare questo sport? E allora fallo, con tutti i suoi pro e tutti i suoi contro! >>
Tu alzi un sopracciglio e mi guardi con un’espressione scioccata. << E tutta questa poesia, da dove esce? >>
Sbuffo. Oggi mi sono scocciata di tutto e di tutti.
<< Ieri ho fatto un altro disegno >> dici, e me lo mostri: un ragazzo e una ragazza che si abbracciano. Il disegno trasmette una dolcezza infinita, anche se è in bianco e nero.
<< È bellissimo >> commento, ma tu non sei più qui. Hai in mano una matita, con cui tratteggi delle linee curve e armoniose sull’angolo del quaderno.
O.ò
<< Ragazze, ragazze, andiamo a vedere Breaking Dawn domenica? >> è la mia proposta.
La prima risposta arriva da te: << No, ti prego, l’abatjour luminoso e la monoespressiva non li voglio guardare… >>
<< Eddai, che quella saga te la sei spaccata anche tu, vedia… >>
<< Ecco, appunto, me la sono spaccata, ma poi ho scoperto che esiste Tom. >>
<< Vabbé ma che c’entra? Anche io ho scoperto che esiste Roberto, che vuol dire? >>
Incroci le braccia e mi guardi: << No, ma dico io, si può sapere perché ti hanno fatta così? >>
Ti mollo un calcio molto forte piuttosto leggero sul polpaccio.
Mi molli uno schiaffo sul braccio.
Alla fine acconsenti e guardi le altre.
<< Sì, noi possiamo venire, ma non abbiamo ancora capito chi sono Tom e Roberto… >>
I nostri sguardi si incrociano e noi ci diamo di gomito.
<< Eh… >>
O.ò
<< Glo, si può sapere perché abbiamo deciso di chiuderci nel bagno di casa tua per truccarci? >>
<< Perché è l’unico posto in cui si possono dire i fatti senza che mio fratello origli >> rispondo mentre cerco di trovare un ombretto che si abbini al mio vestito.
Tu mi strappi di mano la scatola dei trucchi e con un << Lascia fare a me >> in meno di un minuto mi hai truccata. Poi, come se non bastasse, decidi di applicarmi il mascara. Solo che…
<< Glo, smettila di sbattere le ciglia, sto per ficcartelo in un occhio!!! >>
<< E che vuoi da me? Non sono abituata a farmi truccare da un’altra!!! Oddio, sto per lacrimare… >>
<< Nooooo che si guasta tutta la mia opera!!! >>
<< Silvia, se magari ti stai zitta… >>
La voce di mia madre interrompe quello che sembra l’inizio di una memorabile mandata a quel paese: << Ragazze, tutto bene? >>
Con il mascara ancora aperto e due occhi spalancati mi guardi come a dire “E adesso?”
E adesso… <
O.ò
Arrivo a scuola incavolata come una bestia e tutta la classe si volta a guardarmi:
<< Cretina, potevi anche aspettarmi!!! Tanto siamo entrati alla seconda ora!!! >> decisamente, non sono calma.
<< Ma io credevo fossi già arrivata… >> la tua voce è leggermente spaventata o sbaglio? È inutile che lo neghi: quando sono arrabbiata faccio paura.
<< Se magari accendessi quel cavolo di telefono sapresti che avrei fatto dieci minuti di ritardo! >>
<< Ma era completamente scarico! >> gridi tu.
<< … >>
Scuoto la testa rassegnata.
Scuoti la testa rassegnata.
Sorridiamo.
O.ò
<< Si, ma ti rendi conto che quest’anno non abbiamo litigato neanche una volta? >>
<< Oh, Glo, hai ragione. Dammi un cinque. >>
<< Stiamo migliorando. >>
<< Beh, certo, noi siamo le mitiche Gloria e Silvia, le due inseparabili… >>
<< … che vanno insieme dall’asilo… >>
<< … che sono due deficienti … >>
<< … casomai lo sei tu … >>
<< … si vabbé era per dire… >>
<< Dicevamo? >>
<< Che siamo Gloria e Silvia. >>
DEDICATO ALLA MIA MIGLIORE AMICA, PERCHÈ C’È SEMPRE, PERCHÈ MI FA RIDERE, PERCHÉ È MIA SORELLA