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Autore: Xyloto    05/12/2012    3 recensioni
« Ti rendi conto che sfiancandoci in questo modo non otterrai nulla? Conosciamo la coreografia e le parole delle tue fottutissime canzoni a memoria! Perfino Trent è riuscito ad impararle e a muoversi a ritmo e per questo mi complimento con te, sei riuscito dove io ho fallito miseramente per un anno. Ma cosa altro vuoi, ora? Domani ti serviamo in forma, giusto? Allora facci respirare! Perfino io sapevo riconoscere quando i ragazzi avevano bisogno di riposo e loro più di tutti sanno quanto io sia meticoloso ed esigente! Bé sì, anch’ io qualche volta ho forzato la mano – okay, forse più di qualche volta – ma ciò non toglie che, per quanto alcuni di loro non siano degni neanche di lucidarmi le scarpe, li rispetti. Non siamo burattini nelle tue mani, Clarington. Quindi, che ti piaccia o no, prendo il mio moribondo ragazzo qui presente e vado a riposare le chiappe per domani sera, visto che voglio quel trofeo quanto e forse più te. »
A quel punto, Hunter si permise di sorridere. Che se ne faceva di uno come Blaine Anderson, quando dalla sua parte aveva niente di meno che la serpe Sebastian Smythe?
[sick!Thad/nurse!Sebastian]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Sebastian/Thad
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Fandom: Glee.
Personaggi/Paring: Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers / Thadastian
Rating: Giallio.
Charapter: Unico
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale, Commedia, Nonsense
Warning:  Possibili SPOILER 4x08! Possibili OOC. 
Words: 3.081.
Summary: Hunter Clarington, nuovo leader del gruppo canoro della Dalton Academy, non da tregua a nessuno. Addirittura Sebastian, ai tempi della sua tirannia sui Warblers, sapeva riconoscere quando i suoi ragazzi meritavano un attimo di pausa, e non si trattiene dal rinfacciarlo ad Hunter, soprattutto ora che Thad, il suo ragazzo, è malato.
Note: Questa storia è il seguito naturale della OS Stupid Jealousy. È possibile leggerla pur non avendo letto la prima, ma potrebbero esserci dei riferimenti non comprensibili se non si ha letto SJ.

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, non vi è alcun scopo di lucro. 

 

Even Sebastian Smythe is human
« Ti amo anch'io, Smythe. »


 

« Ancora una volta! »

Sebastian aveva perso il conto di quante volte avessero provato quei passi e quelle stupidi canzoni.

Di una cosa era certo, però: erano rinchiusi in quella maledetta aula prove da ben quattro ore, e l’unico attimo di riposo che Hunter aveva concesso ai Warbler era stato quando Trent, rischiando di sfracellarsi al suolo, era inciampato nei piedi di Jeff il quale, a sua volta, troppo stanco per cercare di mantenersi in equilibrio e di non cedere sotto il peso non indifferente di Nixon, era ruzzolato a terra come un sacco di patate.

A parte quel fugace attimo di respiro, Hunter non aveva permesso a nessuno di uscire da quella stanza, così come non aveva permesso a nessuno di fermarsi per riposare le gambe e la voce.
Hunter voleva che tutto fosse perfetto, nonostante stessero provando da ormai due mesi e fossero pronti per le Provinciali del giorno successivo.

Ad Hunter non piaceva la coreografia, non piaceva come il blazer si stropicciasse quando i Warblers allargavano le braccia, non piaceva come apparissero disordinati e scoordinati.
Ad Hunter non piaceva nulla.

E li aveva costretti a riprovare e a riprovare e a riprovare ancora.

Sebastian ci aveva provato a farlo ragionare, ma non c’era stato verso di convincerlo a concedere ai ragazzi una pausa. Anche se si era comportato da vero bastardo con tutti loro, prima che Hunter prendesse il suo posto come leader dei Warbler, aveva sempre saputo riconoscere quando fermarsi e lasciare che i suoi compagni si riposassero, per poi riprendere e sottoporli ad un’altra fase sfiancante di prove. Sapeva che, per vincere, c’era bisogno che tutti fossero in forza e farli ballare fino a consumarsi le gambe e farli cantare fino a lacerarsi le corde vocali non era proprio quel che lui definiva “in forza”.

« Con questo atteggiamento non andremo da nessuna parte! Domani sera dovremo esibirci e voglio che tutto sia perfetto, non m'importa quanto quell’ammasso di femminucce sia stanco! Ora comando io, Sebastian.  E faremo come dico io. Voglio vincere. Con o senza Blaine nelle New Directions. »  gli aveva detto Hunter, fulminandolo con lo sguardo e intimandolo a riprendere da dove si erano fermati.

Sebastian, sconfitto e fin troppo provato, tornò allora al suo posto, senza avere neppure la forza di protestare o di insultarlo come tanto avrebbe voluto fare.
Dio, era così che si erano sentiti i suoi compagni fino a qualche mese prima, prima che Hunter si autoproclamasse dio dell’universo?

Si asciugò il sudore dalla fronte con la manica della sua felpa e, prima di ricominciare a muoversi a ritmo di musica, si guardò attorno, constatando le condizioni pessime in cui versava il resto della allegra compagnia dei Warblers: Nick – il signorile, perfetto e quasi mai scomponibile Nick Duvall – si gettava su Jeff non appena la coreografia glielo permetteva, cercando un appoggio stabile e il sostegno fisico del suo ragazzo; Sterling, dal canto suo, sembrava altrettanto sconvolto, con i suoi ciuffi di quell’improponibile biondo ossigenato sparati in ogni direzione e bagnati di sudore. Trent,  apparentemente ripresosi dalla caduta esilarante di poco prima, sembrava aver perso come minimo venti chili in quella tuta sformata e il suo viso, rosso fino all’inverosimile per lo sforzo, sembrava sul punto di esplodere. David, Flint e Richard sembravano zombie appena resuscitati dall’Ade e gli lanciavano sguardi profondamente adirati; uno di loro gli aveva addirittura detto di rimpiangere i giorni in cui era Smythe a comandare!
Anche Wes appariva stanco e distrutto, con tanto di occhiaie e chiazze imbarazzanti di sudore all’altezza delle ascelle. – Oddio, Dunque anche Wesley -palo nel culo- Montgomery era umano!?

E Hunter pretendeva che vincessero in quelle condizioni? Sebastian dubitava seriamente sarebbero arrivati vivi alle Provinciali, se avessero continuato in quel modo.
 
Il suo sguardo cadde per ultimo sul suo Thad.
Dio, gli faceva ancora un certo effetto definirlo suo, anche se solo nella sua mente – altamente contorta.
Gli mancava da morire: la sera erano troppo stanchi per dedicarsi a qualcosa che non fosse qualche bacio fugace e qualche strusciata di circostanza e a Sebastian mancava la sensazione di averlo sotto di sé, implorante e fremente, mancava non poterlo sentire arrendevole sotto le sue mani, mancava non averlo accanto in ogni modo umanamente possibile.
Odiava ammetterlo perfino a se stesso, ma ormai dipendeva da Thad in modo quasi viscerale e faceva tremendamente male, perché questo era tutto così nuovo per lui e si sentiva così maledettamente fuori luogo!  Si era ritrovato ad amare qualcuno più di sé stesso, a mettere in dubbio la sua vita per quella di qualcun altro e ciò che più lo stupiva era che, quel qualcun altro, fosse Thad Harwood, il ragazzo di cui, meno di un anno prima, ignorava l’esistenza, il ragazzo con cui, per forza di cose, condivideva il suo spazio vitale delimitato dalle quattro mura di quella anonima stanza del campus, il ragazzo che aveva volutamente evitato perché trovava fosse insopportabile e neanche lontanamente interessante, il ragazzo che invece lo interessava più di tutti e che lo eccitava da morire con quel suo modo di fare spietato e diretto. Il ragazzo che, senza neanche rendersene conto, aveva imparato ad amare, col corpo e, inevitabilmente, col cuore.

Un sorriso gli nacque spontaneo, mentre lo osservava e decretava che, indipendentemente dal risultato delle Provinciali, avrebbe festeggiato con lui la ritrovata libertà, sempre che avessero avuto la forza fisica per darsi ai festeggiamenti sfrenati; Thad deambulava per la stanza, lo sguardo perso e gli occhi lucidi, le goti arrossate e la fronte lucida di sudore. Sembrava muoversi semplicemente per inerzia, incapace di fare altro che non fosse dondolarsi sul posto e guardarsi le punte delle scarpe da ginnastica. Ispirava tenerezza, in quelle disastrate condizioni, e lo eccitava da morire, anche se non avrebbe dovuto esserci nulla di eccitante in quei capelli scuriti ancor di più dal sudore e in quelle labbra piene, spalancate alla disperata ricerca di ossigeno per i polmoni e tremendamente invitanti.
Stava per avvicinarsi e, fanculo le direttive di Hunter, concedersi un po’ di meritato riposo con il suo ragazzo, quando lo vide piegarsi su se stesso. 

Fu un attimo, un solo attimo in cui il suo cuore perse un battito.
Lo vide ondeggiare un po’ più del dovuto e chiudere gli occhi, destinato ad un incontro ravvicinato con il parquet dell’aula prove.

Ma Sebastian, nonostante la stanchezza e i muscoli ormai ridotti a gelatina e la paura, scattò in avanti, riducendo così le distanze e riuscendo ad afferrarlo per le braccia prima che sbattesse la fronte sul pavimento.

« Thad! Ehi! »

Il ragazzo spalancò gli occhi, sbatté le palpebre, disorientato, e respirò pesantemente. La testa gli girava tremendamente e una forte nausea gli attanagliava lo stomaco. Si aggrappò al bicipite di Sebastian e cercò di issarsi su, nonostante le gambe gli tremassero incontrollate e minacciassero di cedergli nuovamente. Sebastian, allora, avvolse un braccio attorno al busto snello di Thad e lo avvicino a sé, senza però allentare la presa su di lui, le sopracciglia corrugate in un’espressione preoccupata. Anche attraverso la stoffa leggera della t-shirt del ragazzo, Smythe riusciva ad avvertire il calore quasi cocente della pelle di Thad.

« Stai bene? » chiese, fissandolo dritto negli occhi e lasciandosi sfuggire forse un tono fin troppo apprensivo.

« S-sì, io … Ho solo bisogno di un attimo. » mormorò Harwood, affondando il viso accaldato nella felpa di Sebastian e aggrappandosi ad essa, cercando di calmare il respiro affannoso e di rimanere lucido abbastanza da non cedere al giramento di testa.
Sebastian lo osservò dall’alto, notando quanta difficoltà facesse a stare addirittura in piedi. Cercando il suo sguardo, poggiò una mano sulla guancia del ragazzo per poi ritirarla immediatamente per il calore eccessivo.
 
« Thad, tu scotti! » sbottò, afferrandolo per le spalle e allontanandolo da sé per guardarlo meglio. Un piccolo dubbio stava insinuandosi in lui e con tutto il cuore sperò di sbagliarsi. Ci mancava solo quello …
Il moro, però, serrò gli occhi per il movimento improvviso e, con una smorfia a deturpargli il viso,  portò una mano all’altezza dello stomaco, sentendo la nausea farsi più violenta e bloccargli le vie respiratorie.

Anche gli altri Warblers si erano accorti del malessere di Harwood e si erano avvicinati per accertarsi delle condizioni del compagno, che sembrava sul punto di vomitare anche il cenone del Natale scorso.

« O mio Dio. Ommiodio! Thad si è ammalato! » gridò Jeff, dopo aver cautamente poggiato il dorso della mano sulla fronte del moro, la voce acuta e il labbro inferiore sporgente, puntando un dito accusatorio contro Smythe, come se la causa fosse lui. Ovviamente.
Non era di certo un mistero l’odio, neanche tanto celato, che vi era fra Smythe e Sterling, il quale aveva tipo adottato Thad e lo controllava perennemente, anche a distanza, neanche fosse la sua madre biologica. Sterling lo odiava perché convinto che avesse violato la virtù della sua bambina, mentre Smythe lo odiava … semplicemente perché i suoi capelli biondo ossigenato e le sue manie da mamma chioccia paranoica lo urtavano non poco.

Sebastian, quindi, gli lanciò un’occhiataccia, sperando che se ne stesse buono e non decidesse di lasciare che l’altra sua personalità, quella che lui stesso aveva provveduto a soprannominare “mammina in menopausa”, prendesse il sopravvento. L’ultima cosa di cui aveva bisogno erano gli scleri di mamma Sterling.

« S-sto bene, davvero. » tentò Thad, tossendo pesantemente e deglutendo a fatica, come se anche quel gesto naturale gli richiedesse uno sforzo immane.

« Hunter, credo che dovremmo fermarci qui. » azzardò Nick, notando il colorito verdastro dell’amico. Inaspettatamente, Sebastian annuì, per la prima volta d’accordo con quella piaga umana di Duvall.

« Io, invece, credo di no. »rispose Hunter, rimanendo a debita distanza da quel melenso e nauseabondo quadretto. Guardò distrattamente l’orologio. «Non è ancora ora di cena. Fra mezz’ora potrete ripos- »

« Oh, adesso hai rotto, Clarington! » sbottò Sebastian, furente, facendo trasalire perfino Thad, che si era nuovamente rifugiato fra le sue braccia alla ricerca di calore. Aveva tremendamente freddo. Oddio, che si fosse davvero ammalato? Oddio.

« Seb … » provò a calmarlo il moro, prevedendo una sfuriata in pieno stile Smythe.
Inutile dire che fu un tentativo inutile.

« Ti rendi conto che sfiancandoci in questo modo non otterrai nulla? Conosciamo la coreografia e le parole delle tue fottutissime canzoni a memoria! Perfino Trent è riuscito ad impararle e a muoversi a ritmo e per questo mi complimento con te, sei riuscito dove io ho fallito miseramente per un anno. Ma cosa altro vuoi, ora? Domani ti serviamo in forma, giusto? Allora facci respirare! Perfino io sapevo riconoscere quando i ragazzi avevano bisogno di riposo e loro più di tutti sanno quanto io sia meticoloso ed esigente! Bé sì, anch’ io qualche volta ho forzato la mano – okay, forse più di qualche volta – ma ciò non toglie che, per quanto alcuni di loro non siano degni neanche di lucidarmi le scarpe, li rispetti. Non siamo burattini nelle tue mani, Clarington. Quindi, che ti piaccia o no, prendo il mio moribondo ragazzo qui presente e vado a riposare le chiappe per domani sera, visto che voglio quel trofeo quanto e forse più te. »

Dire che Hunter era rimasto spiazzato era un eufemismo. Sembrava essere a corto di parole e nemmeno reagì quando Sebastian, che stringeva ancora possessivamente Thad, gli passò accanto, senza degnarlo di uno sguardo.

Si riscosse soltanto quando, uno ad uno, anche gli altri Warblers lasciarono l’aula, lamentando dolori fisici ad arti che fino ad allora non sapevano neanche di avere.

A quel punto, Hunter si permise di sorridere. Quel Sebastian gli piaceva sempre di più; aveva carattere e sapeva essere bastardo esattamente quanto lui.
Che se ne faceva di uno come Blaine Anderson, quando dalla sua parte aveva niente di meno che la serpe Sebastian Smythe?


* * * * *



Thad controllò ancora una volta il termometro: segnava trentotto e mezzo.
Si sedette sul letto e si passò stancamente una mano sul viso.

« Mi sono ammalato. Dio, non posso essermi ammalato davvero! » gemette, la voce tremante e stridula a causa dei colpi di tosse che gli avevano tenuto compagnia durante tutto il tragitto dall’aula di canto alla sua camera da letto.

« Bé amico, questo è uno degli effetti collaterali dell’essere umani. Rassegnati. » scherzò Sebastian, aiutandolo a spogliarsi della maglia zuppa di sudore. Fece scivolare lo sguardo sul petto non eccessivamente muscoloso dell’altro, sopprimendo all’istante l’ardente desiderio di farlo suo su quel letto come non faceva da giorni. Non poteva, non con Thad in quelle condizioni, si disse.
Gli lasciò un bacio all’altezza del cuore, godendo del calore bruciante del corpo del moro, che tremò violentemente in risposta, e passò a togliergli prima le scarpe, poi i calzini ed infine i pantaloni della tuta, lasciandolo solo in intimo.
Si allontanò solo per recuperare il suo pigiama, non prima di avergli lasciato una carezza fra le cosce, sorridendo divertito e quasi intenerito mentre di sottecchi lo guardava combattere violentemente contro i brividi di freddo misti ad eccitazione.

« Ecco, principessa. » lo beffeggiò, facendo scivolare la maglia del pigiama sulle braccia che Thad aveva diligentemente alzato.

« Come farò con le Provinciali alle porte? » si lamentò Thad, alzando di poco il bacino così da permettere a Sebastian di infilargli anche i pantaloni di seta e nascondendo la testa nell’incavo del collo del ragazzo quando questo si fu seduto al suo fianco.

« Semplice: rimani qui a farci il tifo. » rispose Sebastian, spingendo delicatamente Thad a stendersi.

« Come scusa?! M-ma è inammissibile! Ho provato fino a farmi venire le vesciche ai piedi, non posso restarmene qui per uno stupido raffreddore! » protestò concitatamente Thad, lasciandosi coprire dal piumone che Sebastian aveva tirato su di loro.

« Oh, sì che puoi. Non vorrai mica contagiare tutta la squadra con i tuoi microbi? » fece allora Sebastian, poggiando la fronte su quella calda dell’altro.

« Non mi importa. Dovesse cascare il mondo, domani sera sarò su quel palco insieme a v- »

« Te lo scordi, Harwood. Non lascerò che i germi della tua stupidità infettino anche gli altri. Sono già abbastanza stupidi senza il tuo contributo. Anche se, pensandoci, potremmo sempre usarti come arma impropria contro le New Directions! »
Non gli interessava quanto Harwood desiderasse essere con loro, l’indomani. Stava male, ed era chiaro dal modo in cui stringeva gli occhi sofferente quando deglutiva e dal suo respiro irregolare, dal rosso acceso delle sue guance e da quegli occhi incredibilmente lucidi, nonostante la parziale oscurità della stanza.

« Ti ringrazio per la schiettezza, Sebastian, ma non puoi farmi questo! Devo esibirmi! »

« Thad, e se dovessi sentirti male sul palco? Saresti solo d’intralcio. » sbottò Sebastian, guardandolo negli occhi e sperando che quella piccola mancanza di tatto lo facesse desistere e lo convincesse a rimanere a letto, almeno fino a quando non fosse stato capace di mantenersi in piedi senza nessun sostegno. Aveva rischiato di perdere l’equilibrio diverse volte, mentre pazientemente Sebastian lo trascinava in camera. E poi, in parte, ciò che aveva detto era vero: se Thad si fosse sentito male durante la loro esibizione, avrebbe mandato a monte tutto il duro sforzo e la fatica fatti per prepararsi e Hunter lo avrebbe semplicemente scuoiato vivo se una cosa del genere fosse accaduta.

Doveva aver colto nel segno, però, perché Thad abbassò lo sguardo, colpito dalle dure parole dell’altro. Gli dispiacque averlo ferito e si sentì uno schifo per aver dovuto usare quel tono con lui, ma aveva imparato che a volte, il vecchio Sebastian, sapeva essere molto più convincente del Sebastian gentile ed altruista, nonostante quello nuovo sapesse giocare sporco quasi quanto la proiezione di ciò che era stato in passato.

«  E va bene, rimarrò qui, come da brava mogliettina, sapendoti su quel palco a cantare di fischietti e notti brave di fronte ad Anderson. » sbuffò Thad, mettendo su un broncio divertito. Ehi, non aveva ancora dimenticato i fatti della settimana prima e, anche se Sebastian era stato bravissimo a dimostrargli quanto poco fosse interessato all’ex Warbler, Thad ancora non aveva digerito il simpaticissimo siparietto di “My Dark Side”.

« Ehi, ne abbiamo parlato, ricordi? Blaine non- » cominciò Sebastian, sulla difensiva. Era stanco di dover dimostrare alle persone di essere cambiato, era stanco di doverlo dimostrare a Thad, di cui credeva di avere la più totale fiducia, ormai, nonostante all’inizio gli avesse fatti patire le pene dell’Inferno.

« Ehi, lo so. Stavo solo scherzando. » mormorò, guardandolo intensamente e sorridendogli, desiderando più di ogni altra cosa di poter accorciare ogni distanza e appoggiare le sue labbra su quelle di Sebastian, ma consapevole di non poterlo fare. Hunter gli avrebbe fatto sicuramente lo scalpo se avesse contagiato anche la sua stella di punta.

Eppure, Sebastian dovette leggergli negli occhi quel desiderio, perché si avvicinò e lambì le sue labbra dolcemente, trascinandolo in un bacio senza pretese. Thad godette di ogni singolo attimo di quel bacio, conscio che quella sera, in quelle condizioni, non avrebbe ottenuto nulla di più; però fu il primo a staccarsi, bramando aria per i suoi polmoni già provati dall’influenza.

« E se dovessi infettarti con i germi della mia stupidità? » scherzò Harwood, una volta calmato il respiro, chiudendo gli occhi e cedendo alla stanchezza.

« Correrò questo rischio. » rispose semplicemente Sebastian, baciandolo di nuovo sulle labbra. « Ora dormi, piattola. »

« Ti amo anch’io, Smythe. »


* * * * *


Era ormai sera quando il suo iPhone prese a vibrare insistentemente.

Thad si rigirò fra le coperte, afferrò il cellulare dal comodino e, senza neanche degnarsi di leggere il nome sul display, rispose. Tanto già sapeva di chi si trattava. Evidentemente, i Warblers avevano appena concluso la loro esibizione e Sebastian, come gli aveva promesso quella mattina prima di partire per Lima, si era appartato per informarlo dell’esito della gara.

« Ehilà, Smythe! » esclamò Thad; ormai la febbre era solo un ricordo e stava già meglio, anche se gli rodeva non poco l’essersi perso le Provinciali del suo ultimo anno alla Dalton.

« Harwood, » lo chiamò Sebastian tirando rumorosamente su con il naso, la voce intrisa di panico. « Credo … Credo di essere stato infettato. Sono stato infettato dai germi della tua stupidità! Ommiodio! »

E Thad non riuscì a non ridere.
«  Bé Smythe, questo è uno degli effetti collaterali dell’essere umani, ricordi? E, a quanto pare, per quanto mi sorprenda saperlo, tu non fai eccezione! »

The End


Spazio Autrice: 
Mi rendo pienamente conto di quanto questa OS sprizzi OOC e nonsense da tutte le parti, ma che dire? Amo il "nuovo" Sebastian, per quanto quello "vecchio" rimanga di gran lunga il migliore ma, ehi! Lui è Sebastian Smythe e questo basta e avanza!
Per quanto riguarda la storia, è nato tutto quando, guardando la 4x08, ho notato l'assenza di Thad e Trent (avrei voluto scrivere anche di quest'ultimo, ma a parte fargli prendere cadute, a detta di Sebastian "esilaranti", non sono riuscita ad inserirlo in un contesto che spiegasse la sua mancata presenza! Anyway, I love you Trent Nixon!) e mentre lusingavo Hunter per la sua figaggine indiscussa mozzafiatante esibizione di Whistle, il cui significato azzera quanto detto da lui stesso, ovvero il suo non essere "even remotely bi-curious", mi è venuta in mente questa OS. Insomma, dov'era il Thad del mio Sebastian, dove?! 
"I will find you, Ryan, and I will kill you!" (semi-cit.)
A parte questo, ringrazio tutti coloro che hanno letto questo obbrobrio e che prima di tutto hanno letto Stupid Jealousy e l'hanno recensita/messa fra i preferiti! (È stata addirittura tradotta in francese e per questo ringrazio la gentilissima Lamichoukette! Merci beaucoup! )
 Non credevo sarebbe mai potuta piacere ad anima viva! 
Presto o anche molto tardi, pubblicherò la OS, precedente sia a questa che a SJ, dove si parlerà della nascita dell'amore fra i due Warblers, con la partecipazione del tutto straordinaria di Nick Duvall e dei suoi crolli psicologici a causa di, neanche a dirlo LOL, Sebastian Smythe! 
Grazie mille!
Alla prossima :)
 
   
 
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