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Autore: RaffyRen97    05/12/2012    3 recensioni
Prima fic su Inazuma Eleven.
Raccolta su varie favole con protagonisti alcuni persaonaggi di Inazuma Eleven.
Ora vi lascio una piccola anticipazione del Prologo.
Spero leggiate e recensiate - e magari che appreziate - questa storia.
{Di notte tutti i bambini dovrebbero andare a letto, ma è proprio di notte che si scatenano le forze dei sogni.
Queste forze derivano dai desideri delle persone, belli o brutti che siano e che trovano il loro miglior rifugio nelle favole che vengono da sempre narrate ai più piccoli.}
Genere: Comico, Fluff, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-NONNO DAISUKE! QUESTA STORIA ERA… FANTASMAGORICAMENTE MERAVIGLIOSA!- Urlò il piccolo Endou con gli occhi che gli brillavano dalla gioia.
-Ehm… Endou… questa parola non esiste!- Notò Kidou.
-Stupido- Aggiunse il “dolce” Fudou.
-Lo so che non esiste, ma era l’unica parola per descrivere una storia simile!- Esclamò Endou felice ed entusiasta con l’immancabile scintillio nei suoi occhi.
-Su, su ragazzi! Non fate così! E tu Fudou, non insultare.- Daisuke intervenne.
-Non insulto! Descrivo!- Puntualizzo il bimbo.
-Ragazzi finitela! Vogliamo sentire un’altra storia!- Si lamentarono gli altri in coro
- S-scusate! Eheh!- Endou mise la manina nella solita montagna di foglietti di carta.
-Bene piccoli! Eccovi la prossima storia!- Annunciò Daisuke sorridendo.
                                          
When A Stupid Servant Runs Away From Home.
 
Nessuno. Non era nessuno e nessuno sarà. Come aveva potuto anche solo pensare ad una cosa simile?  La risposta è semplice. Lui era uno stupido.
 
-Ichinoooseeee?- La “dolce” e “melodiosa” voce della sua padrona lo stava chiamando, come al solito.
-A-arrivo!- Il ragazzo corse da lei il più velocemente possibile.
-Come ti ho già detto, oggi arriverà mia nipote per una visita. Voglio che si senta a suo agio! Come sai, si trasferirà qui per un po’ di tempo e ho deciso che tu sarai il suo  maggiordomo privato. Ha la tua stessa età. Trattala come una principessa e fai tutto ciò che ti dice. Va bene? E ora vai a finire di lavorare! Voglio che sia tutto lucido entro le 12:00. Su muoviti! Vai!-
-Sì signora. Certo signora.- Il ragazzo si inchinò e corse ad adempiere ai suoi doveri di servo-maggiordomo-tuttofare.
-Maledetta megera! Perchè fa fare a me tutti i lavori peggiori?- Diceva il servetto tra sé e sé mentre lucidava il pavimento dell’ingresso. –Già è stressata di suo, poi l’arrivo di questa sua “nipotina” la rende ancora più insopportabile! Scommetto che è una dispotica, viziata e antipatica ragazzina dell’alta società. Non credo potrò sopportare entrambe a lungo…-
-Sopportare chi?- La voce lo fece balzare. –Ahahaha! Non spaventarti, Ichinose! Sono io, Domon!-
Domon era il capo maggiordomo della villa. Era lui a gestire tutti gli altri maggiordomi e cuochi ed era lui, quindi, a mandare avanti la villa. La cosa che rendeva più perplessi, però, era che Domon aveva solo 14 anni! Inoltre era l’unico in tutta la villa a voler bene alla loro padrona. Si diceva che lei lo avesse trovato quando era ancora molto piccolo e che, nonostante l’avesse adottato come servitore, l’avesse sempre trattato come un figlio.
-Comunque, con chi stavi parlando? E di cosa?- Chiese.
-Ehm… Pensavo ad alta voce!- Rispose imbarazzato il ragazzino.
-Non stavi mica parlando male della padrona, vero?- Si accese un brilluccichio omicida negli occhi del capo maggiordomo.
-Nooo! Non mi permetterei maaai!- Rispose spaventato.
-Aahahahah! Dovresti vederti! Stavo solo scherzando!-
-Cattivo! E’ così che si trattano i migliori amici?-
-Ahahah! Dai scherzavo!-
-Sì sì, come no… Hey, Domon, secondo te che tipo è la nipote della padrona?-
-Boh, sinceramente non l’ho mai vista. Però la signora parla sempre molto bene di lei!-
-Wow… rassicurante.- Disse ironico.
-Comunque, ora rimettiti al lavoro che manca solo mezz’ora alle 12:00! Io intanto vado a vedere che combinano quei cuochi nelle cucine. Non sai che hanno combinato ieri! La cucina sembrava un campo di battaglia e questo perché avevano deciso di fare esperimenti chimici con il minestrone!-
-Ah, lo so benissimo! Si è sentita l’esplosione fino alle camere della padrona!-
-A dopo, Ichinose!-
-A dopo.-
 
Quell’ultima mezz’ora passò in men che non si dica e, non appena venne avvistata la carrozza della nuova arrivata, si scatenò un gran casino tra i maggiordomi che cominciarono a correre su e giù per la casa per sistemare gli ultimi dettagli dell’ultimo minuto.
-Uff. Tutto questo casino per una stupida ragazzina.- Commentò Ichinose tra sé e sé.
Quando, però, vide la “stupida ragazzina” scendere dalla carrozza, subito cambiò idea su di lei. Aveva i capelli verde scuro raccolti in una piccola treccia che le cadeva lungo la schiena, gli occhi dello stesso colore emanavano dolcezza e ingenuità, ma anche una discreta intelligenza. Indossava un lungo abito verde chiaro, in tinta con i colori del bosco che circondava la villa. Agli occhi di Ichinose era come una piccola fata nata dagli alberi di quel bosco.
 
Quella sera, al banchetto organizzato per l’arrivo della fanciulla, la padrona della casa presentò la nipote alle domestiche e ai maggiordomi.
-Aki, lui sarà il tuo maggiordomo personale.- Disse alla nipote, indicando stesso Ichinose. –Ichinose! Presentati.-
-Aah…! Sì!- Il ragazzo si avvicinò nervoso e si presentò velocemente con un inchino. Purtroppo si protrasse troppo in avanti e cadde sbattendo il viso a terra e provocando le risate di Aki e della zia di questa.
 
Quando finì la cena (e tutti quanti smisero di ridere di Ichinose) il maggiordomo guidò la ragazza per quel labirinto di corridoi fino alla sua stanza.
- S-signorina Aki! La sua stanza!- Disse aprendo la porta.
-Grazie, Ichinose. – Disse con un sorriso. –E, per favore, dammi del tu. In fondo sei il mio maggiordomo personale e questo significa che trascorreremo molto tempo insieme.
- S-sarebbe impossibile per me.-
-Invece potrai fare un piccolo sforzo. Ora andrei a dormire, sai il viaggio è stato stancante e anche quel delizioso banchetto è stato piuttosto lungo. A domani mattina.-
-A domani mattina. E buona notte, signorina Aki. Se ha bisogno di aiuto non esiti a chiamarmi! Sarò nella stanza accanto!- Ichinose si congedò con un inchino e corse via nella sua camera. Era ormai mezzanotte passata e anche lui aveva bisogno di dormire. Quella notte il suo sonno fu riempito di sogni, tutti riguardanti la giovane Aki.
 
Passò qualche mese dall’arrivo di Aki in quella casa e l’ambiente della villa sembrava molto migliorato. Aki, al contrario della padrona, lodava in continuazione il lavoro degli inservienti e tutti le volevano molto bene. Inoltre si era dimostrata un’ottima compagnia per Ichinose, che era sempre affascinato dalle storie che lei gli raccontava. La giornata tipo della ragazza iniziava alle 5:30, quando si svegliava per andare a passeggiare nel giardino e terminava alle 9:30, subito dopo aver cenato e ripetuto le nozioni imparate durante il pomeriggio.
 Infatti Aki passava il pomeriggio studiando o leggendo e, nelle poche pause, passeggiando nel giardino  conversando con Ichinose e Domon, se questo non aveva da svolgere altre mansioni. I tre erano diventati molto amici e il loro rapporto non poteva essere migliore e Ichinose era sempre più innamorato della ragazza.
Purtroppo non era destinato a durare. Nei primi giorni di Settembre, con l’arrivo dell’autunno e della caduta delle foglie, cadde anche la loro amicizia.
Per la precisione tutto cambiò il 5 di Settembre, quando, mentre i 3 passeggiavano nel giardino, un servitore chiamò Domon e Aki poiché la signora voleva parlare con loro. Da quel giorno nessuno dei due si comportò allo stesso modo con Ichinose che non sapeva assolutamente nulla. Inoltre i due facevano di tutto pur di evitarsi o anche solo per evitare di trovarsi insieme davanti ad Ichinose. La spiegazione a ciò arrivò solo una settimana dopo, quando la signora mandò a chiamare il giovane.
 
-Voleva vedermi, signora?- Chiese cortesemente Ichinose appena entrato nella stanza della padrona.
-Sì. Ichinose, devi stare lontano da Aki.- Senza nemmeno un giro di parole la donna arrivò dritto al punto.
-M-ma… Perché?- Chiese il servitore evidentemente sconvolto.
-Perché sei di intralcio a Domon!-
-C-cosa intende dire con questo?-
-Come? Non te ne hanno parlato? Domon e Aki sono promessi sposi da sempre, anche se loro non ne erano a conoscenza. Ne sono venuti a sapere poco tempo fa e pensavo te ne avessero parlato. Bhè, ciò ha poca importanza. Sei sollevato dal tuo incarico di servitore personale di Aki. Inoltre il loro fidanzamento sarà ufficializzato tra un mese. Terremo una festa in loro onore. Ci sono forse problemi?-
-No signora…- Il ragazzo stava per scoppiare in lacrime.
-Bene. Allora puoi andare. Su, via! Sei congedato.-
Il ragazzo corse via dalla stanza e cominciò a cercare un posto per estraniarsi da tutto e da tutti. Un posto dove poteva rimanere solo e piangere come mai aveva fatto.
 
Il giorno dopo Ichinose andò da Aki. Dopo una lunga notte di riflessione aveva deciso che le avrebbe rivelato i suoi sentimenti per lei, ma le avrebbe anche detto che non poteva più parlare con la ragazza e che, quindi, doveva accettare che lei stesse per fidanzarsi ufficialmente con Domon. Purtroppo però, quando la incontrò, riuscì solo a farle le congratulazioni per il vicino fidanzamento e anche a sembrare parecchio arrabbiato per non averlo saputo prima da lei, e anche che non si sarebbero potuti più incontrare per ordine della zia di Aki.
Nel pomeriggio Ichinose decise di andare a parlare anche con Domon, ma ogni volta che cercava di parlargli lui trovava una qualche scusa per andarsene. Però, il giorno dopo, Ichinose riuscì a parlare con l’amico.
-Domon, perché fai così? Sapevi che sarei venuto a saperlo e hai fatto comunque di tutto per evitarmi. Perché?-
-Perché so cosa provi per Aki e non volevo che tu soffrissi. Ma la signora te l’ha detto, alla fine. Mi dispiace.-
-Anche a me…-
-Ho parlato anche con Aki. Anche lei è molto triste, Ichinose. Ti vuole bene e c’è rimasta male quando ci hai parlato, ieri.-
-Bhè, sai, sapere che il proprio migliore amico e la ragazza di cui si è innamorati devono sposarsi non è proprio una notizia molto allegra!-
-Hey, non è mica colpa mia. L’ho saputo solo una settimana fa!- Domon cercava una scusa in qualche modo.
-Bhè, io l’ho scoperto ieri…-
-Mi spiace…-
-Non dirlo nemmeno. Non preoccuparti! Sono felice per voi.- Con queste parole, dette con un tono che esprimevano più rabbia che altro, Ichinose si congedò.
 
Senza sapere dove stesse andando, il ragazzo si ritrovo nel giardino e decise così di fare una passeggiata intorno alla villa, ma appena arrivò sul retrò vide Aki, intenta a raccogliere dei fiori. Purtroppo non riuscì ad andarsene prima che lei lo vedesse e gli chiedesse di raggiungerla. Non poteva far finta di nulla: un fondo lui era ancora un maggiordomo della villa e non poteva ignorare la nipote della padrona, così le si avvicinò.
-Desideri qualcosa, Aki?- Chiese il giovane.
-Sì. Darti questi.- La ragazza gli porse quei fiori che aveva raccolto. –Sono per te. Per scusarmi di quel che è successo. So che non sono molto, ma quando ho visto questi fiori ho pensato che ti sarebbero piaciuti…-
-Grazie, Aki.- Ichinose prese un fiore dal piccolo mazzo e lo poggiò dietro l’orecchio di Aki. –Ti sta benissimo.-
-G-grazie…- Aki arrossì un pochino.
-Necessiti altro?-
-Sì. Questa notte, dopo cena, vediamoci in terrazza. Devo parlarti.-
-Va bene. Ora dovrei tornare al lavoro. A questa notte, Aki.-
 
Ichinose aspettò quella notte per tutto il giorno e combinò anche numerosi disastri poiché stava continuamente a pensare a quello che Aki avrebbe potuto dirgli.
Quella sera Ichinose era allo stesso tempo eccitato e ansioso per quello che poteva accadere.
Arrivato in terrazza vide che Aki era già lì che osserva il cielo stellato.
-Ti ho fatto aspettare?- Chiese il giovane.
Aki si voltò spaventata. Quando capì che era Ichinose sorrise e rispose. –Nemmeno un po’.-
-Allora…? Che dovevi dirmi?-
-Bhè… Ecco… Devo dirti due cose… La prima è che, quando mia zia ci ha rivelato il nostro fidanzamento combinato, sia io che Domon abbiamo cercato di convincerla a cancellare il nostro fidanzamento. Ma lei non ne voleva assolutamente sapere. Mi dispiace di non essere riuscita a fare niente…-
-Non preoccuparti… Non è colpa tua. Né di Domon… Ma… perché ti ostini tanto a farmi sapere che non vuoi fidanzarti con Domon?-
-Ecco… perché… perché a me piaci tu, Ichinose.- Dicendo questo sia Aki che Ichinose arrossirono.
-A-Aki… Anche tu mi piaci…- Confessò lui diventando di un color rosso Weasley.
Lei sorrise e, dopo avergli dato un bacio sulla guancia, se ne andò.
-C-c-c-c-c-che cosa è successo?!- Ichinose era talmente felice e sorpreso che gli sembrava di sognare. -C-c-c-c-c-che bello…-
 
Per tutto il giorno seguente Ichinose era praticamente assente col pensiero e l’unica cosa che riusciva a fare decentemente, a parte arrossire quando passava Aki, era fissare il vuoto. No, non riusciva nemmeno a respirare decentemente e ogni tanto doveva dirsi da solo di respirare per non morire soffocato. E continuò così fino a sera, quando Aki gli disse di comportarsi normalmente per non destare sospetti e gli disse anche che si sarebbero di nuovo incontrati la notte seguente, e così per una settimana, per poter escogitare un piano per annullare quel maledetto fidanzamento combinato. Il tutto all’oscuro di Domon, che non sarebbe mai riuscito a comportarsi così nei confronti della padrona.
I giorni passarono in fretta e arrivò il giorno della dichiarazione ufficiale del fidanzamento tra Domon e Aki. Lavorarono tutti il triplo quel giorno per rendere tutto perfetto. Non potevano mica sfigurare davanti tutti quegli invitati!
Il banchetto era previsto per le 7:00, ma tutti gli ospiti arrivarono verso le 8:00.
Ichinose era nervosissimo, al contrario di Domon, che sembrava stranamente allegro. Aki, invece, era rigida e tesa come un tronco d’albero, ma era soprattutto depressa.
Certo, doversi fidanzare con una persona che non si ama non deve essere mica la cosa più bella del Mondo!
Arrivarono velocemente le 9:30, l’orario per cui era prevista l’ufficializzazione del fidanzamento.
-Signore e Signori!- Esordì la Signora. –Vi ho invitati qui, a questo banchetto per annunciare l’ufficiale fidanzamento tra ma nipote, Aki, e il ragazzo che ho adottato e che chiamo fieramente figlio, Domon.-
Il rumore degli applausi riempì quella stanza.
-Bene! Adesso che siete fidanzati, perché non fate un discorso?- Disse la signora spingendoli verso il centro della sala, ma non avevano nemmeno iniziato a parlare che Ichinose si lanciò verso i due urlando. –MI OPPONGO!-
Un coro di esclamazioni di sorpresa si levò per tutta la sala, ma i più sorpresi erano sicuramente Domon, Aki, la signora e Ichinose stesso.
-Come scusa?- Chiese la signora “lievemente” alterata.
-Ho detto che mi oppongo!- Ichinose aveva raccolto tutto il suo coraggio. –Io amo questa ragazza, Aki, e non permetterò che si fidanzi con un altro.-
- Mi spiace, Ichinose…- Sussurrò Domon a Ichinose. –Allora ti sfido. Ti  sfido in una gara di scherma. Chi vince avrà la mano di Aki.- Annunciò il ragazzo.
-Che strano colpo di scena! Un servo che rivendica la mano della nipote di una nobile. Bhè, penso che questo possa essere un avvenimento interessante e quindi permetterò questo scontro che si terra questa sera stessa!- La zia di Aki sembrava una di quei presentatori degli attuali presentatori di reality show.
-Portate l’occorrente per gli sfidanti!- Ordinò a dei servi.
Intanto Domon si avvicinò a Ichinose. –Mi dispiace… Ho dovuto farlo…- Disse sussurrando. –E combatterò sul serio, Ichinose. Stai pronto.-
-Cosa! Domon, ma… -
-Niente ma! Se davvero la vuoi, allora dimostra di meritarla.- E così dicendo, si allontanò e indossò le protezioni.
Ichinose era ancora più nervoso di prima. Domon era sempre stato invitto in scherma. Nessuno era bravo come lui, tantomeno Ichinose che al massimo sapeva come farsi colpire.
I due si misero in posizione.
-Vince chi farà i primi 5 punti.- Disse la padrona. –En garde. ALLEZ!-
 
Primo punto di Domon.
Secondo punto di Domon.
Terzo punto di Domon.
Primo punto di Ichinose.
Quarto punto di Domon.
Secondo punto di Ichinose.
Terzo punto di Ichinose.
Quinto punto di Domon.
 
Domon aveva vinto e non erano passati nemmeno 15 minuti. Aki era ormai afflitta dal dolore. Domon non sembrava poi così felice d’aver vinto. Ichinose guardò Aki e, avendo incrociato il suo sguardo, si mise a guardare a terra.
Tutti festeggiavano la vittoria di Domon, ma Ichinose sembrava estraniato da quella massa informe di gente che urlava dalla gioia e che si congratulava col giovane vincitore.
Ichinose, umiliato dal suo stesso migliore amico, fuggì dalla villa. Fuggì, ma non sapeva nemmeno lui dove.
 
Nessuno. Non era nessuno e nessuno sarà. Come aveva potuto anche solo pensare ad una cosa simile?  La risposta è semplice. Lui era uno stupido.
 
Continuava a correre, verso una meta indefinita. Pioveva… non vedeva dove andava. Buio.
 
Erano passati 15 anni da quando aveva subito quell’umiliazione. Nel frattempo era stato cresciuto da una giovane famiglia di campagna composta da due genitori e la loro bambina dai capelli azzurri. Era una vita felice e spensierata, ma non aveva dimenticato gli avvenimenti di quella villa. Un giorno, però, decise di lasciare anche quell’amorevole famiglia.
Aveva infatti ricevuto una lettera da Domon che, non si sa come, l’aveva rintracciato. Gli raccontava che la signora, gravemente ammalata, aveva speso tutti i soldi per cercare di comprare delle medicine che si rivelarono poi inutili. Decisero così di partire lei e Domon per il Nuovo Continente e vivere una nuova vita. Aki si era rifiutata di andare con loro e aveva deciso di rimanere in una piccola casa in paese, mantenuta da una piccola somma di denaro che Domon le mandava ogni mese. Quando le chiese perché non voleva partire, lei rispose che stava aspettando una persona che era un po’ in ritardo. Domon si era rifiutato di sposare Aki dopo la scomparsa di Ichinose, ma gli scrisse che lui era seriamente innamorato della ragazza, nonostante non l’avesse detto a nessuno. La lettera terminava con delle scuse, non da Domon, ma dalla padrona che aveva capito d’aver commesso uno sbaglio.
Dopo aver letto quella lettera  Ichinose, come ho detto, lasciò la nuova famiglia e andò alla ricerca di Aki. La cercò in paese per tutto un giorno, ma riuscì a trovarla solo a sera inoltrata. Era seduta su una piccola terrazza che fissava le stelle. Ichinose, sotto la terrazza, le urlò –Ti ho fatta aspettare?-
La ragazza sorrise e guardò il giovane. –Nemmeno un po’.-


Angolo dell'autore

Allooooooooora! Buon giorno / mattina / sera / notte (dipende dall'orario in cui state leggendo questo capitolo)
Scusate per il ritardo, ma per me il ritardo è di casa. Grazie per star leggendo questo capitolo! Grazie mille! So che i miei ritardi sono insopportabili, ma almeno il risultato è accettabile... spero. Inizialmente, per questo capitolo, avevo un'altra idea che ho però subito scartato perchè troppo simile alla storia precedente.
Ma ora passiamo alle cose serie... Indovinate chi è la ragazzina da cui va a vivere Ichinose dopo essere fuggito? Ma ovvio! E' Rika! E, mentre Ichinose cerca Aki, Edgar sta cercando la sua amata, cioè proprio Rika! Ho cercato di unire le due storie, nonostante fosse una cosa del tutto inutile. X°°°
Comunque... Grazie a voi che avete letto questa storia, ma soprattutto, come sempre, grazie a chi mi ha recensito! Il prossimo capitolo è già impresso nella mia mente, quindi penso che non ci metterò più di qualche giorno a postarlo! (Penso, non fidatevi di me! X°°°)
Alla prossimaaaaaaaaaaaaaa!
Ren

  
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