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Autore: Giulia White    06/12/2012    2 recensioni
Mentre camminavamo lui disse, sempre con un bel sorriso: “Ah, io sono Neal”.
“Liz” ricambiai il sorriso e gli strinsi la mano che mi stava porgendo.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neal Caffrey, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In quegli ultimi tempi non avevo più pensato a Jack.

Dopo la serata in cui avevamo bevuto e c’era stato il casino con Neal non ero andata da Jack perché volevo si calmassero un po’ le acque, poi con Neal tutto era andato al suo posto, e a Jack non avevo più pensato.

Decisi che era ora di fare un salto a Little Italy. Mi mancava Jack, dopotutto eravamo amici, anche se io mi ero rivelata qualcosa di più per lui. E mi mancava anche il suo caffè, ma quello era il meno.

Così un pomeriggio dopo scuola al posto di tornare a casa presi la metro e andai a Little Italy.

Jack si stupì non poco vedendomi comparire sulla porta del bar.

“Ehi” dissi, con un sorriso titubante.

“Ciao” ricambiò il saluto, ancora sorpreso.

“Come va?” chiesi avvicinandomi al bancone.

“Si va avanti” disse con un piccolo sorriso – “Tu?”

“Io..sì, bene”

Annuì, e rimanemmo un attimo in un silenzio imbarazzato.

“Mi dispiace di non essere più passata”

“Non ti preoccupare” ribattè subito lui, come se non stesse aspettando altro che io dicessi quella frase.

“Non pensavo che tornare qui dopo quella sera fosse una grande idea..”

“Già.” fu il suo commento.

Ricadde il silenzio.

“Mi sei mancato, Jack” dissi infine.

“Anche tu”. Detto questo uscì da dietro il bancone e mi venne ad abbracciare. Ricambiai la stretta. Mi era mancato davvero.

 

“Allora, cosa mi racconti? E’ successo qualcosa di bello in quest’ultimo periodo?” mi chiese Jack qualche minuto dopo, mentre io mi gustavo finalmente una tazza del suo caffè italiano.

“Mah, niente di che in realtà” 

“Quindi, tu e Neal..?”

“Oh, sì, stiamo insieme. Cioè, usciamo”

“Ah, ho capito. Bhè, è fantastico” disse, con un tono di voce ben poco convincente.

“Senti, Jack” dissi, un po’ a disagio – “Non dobbiamo parlare di questo per forza”

“Sì, hai ragione. Passiamo oltre. Come se non fosse mai successo”

“Davvero?”

“Davvero” confermò.

“Ok” dissi sorridendo. 

 

Il giorno dopo tornai a Little Italy con Billie.

Lui non era molto entusiasta, ma adesso che potevo finalmente bere di nuovo quel caffè, non vi avrei rinunciato per nulla al mondo.

“Ehi Jack” salutai entrando.

“Ehi Liz” sorrise, poi il suo sguardo si spostò sul mio amico al mio fianco: “Billie.” aggiunse con freddezza. Per tutta risposta il Billie fece un brusco gesto col mento, al mo’ di saluto.

Evidentemente Jack non aveva dimenticato che Billie l’aveva preso a pugni, e Billie non aveva dimenticato il motivo per il quale l’aveva fatto.

Mi avvicinai a Jack, “Non avevi detto che avremmo fatto come se quella sera non ci fosse mai stata?” dissi a bassa voce.

“Intendevo tra me e te, a lui non devo proprio niente”

“E dai, Jack!”

Lui scrollò le spalle e si mise a preparare il caffè. Billie intanto se ne stava lì impalato, guardando ovunque tranne Jack.
Forse davvero non era stata una buona idea portarlo con me.

Ci sedemmo al bancone a bere il caffè, mentre io parlavo con Jack e Billie ignorava entrambi, imbronciato.

“Non devi essere arrabbiato con lui” dissi a Jack riferendomi a Billie.

“Mi ha preso a pugni!”

“Aveva tutte le ragioni per farlo” gli feci notare con un pizzico di freddezza.

Jack sospirò. – Ehi, Billie –

Billie si girò a guardarlo con uno sguardo neutro.

“Mi dispiace per quella sera, ok?” – “Tregua?” aggiunse poi, visto che Billie non aveva ribattuto.

“Tregua” accettò Billie scrollando le spalle.

Si batterono il pugno a mezz’aria. E anche quella faccenda era risolta.

Ad un certo punto mi squillò il telefono. Gettai un’occhiata al display.

“Scusa, è Neal, devo rispondere” interruppi Jack che stava raccontando un breve aneddoto, e uscii dal bar.

Quando rientrai trovai Billie e Jack che parlavano. Mi stupii leggermente, ma non me ne preoccupai. Magari avevano davvero superato la cosa.

“Tutto ok?” mi chiese Jack.

“Sì, sta sera esco con lui”

“Bhè, divertitevi” sorrise.

“Sì, grazie..Bill, andiamo? Dobbiamo vederci con Alice, Julia e Nick tra dieci minuti”

“Certo, alla prossima, Jack” salutò lui.

“Sì, ci si vede. Ciao Liz”

“Ciao Jack” lo abbracciai e uscimmo dal bar, per andare ad incontrare i nostri amici.

 

**

 

La sera andai al cinema con Neal.

Non c’era niente di particolarmente interessante, ma tutto quello che ci importava era rilassarci un po’ e stare assieme.

Il film finì verso le 23.

“Ti riaccompagno a casa” disse Neal all’uscita.

“Non ti preoccupare, posso andare da sola” ribattei.

“Neanche per sogno, e se ti rapiscono poi io cosa faccio?” chiese con un sorriso.

Gli diedi un bacio – “Va bene, andiamo. Però mi dispiace che devi andare fino a casa tua da solo” – 

“Non c’è problema, faccio due passi. Mi piace New York di notte”

“A proposito, io non so neanche dove abiti”

“Ti ci porterò uno di questi giorni”

“Davvero?” chiesi, stupita.

“Sì” disse Neal scrollando le spalle – “Perché?”

“Oh, niente” risposi sorridendo. Mi faceva piacere. Lo ritenevo uno dei “passi importanti” in una relazione. E’ vero, Neal veniva a casa mia già da un bel po’, ma era successo per caso. Se avessi dovuto fare un invito ufficiale sarebbe passato decisamente più tempo.

Eravamo quasi arrivati a casa mia e stavo per chiedere a Neal se voleva salire un attimo, ma prima che riuscissi a formulare la frase una figura ci piombò addosso.

Accadde tutto molto in fretta. Cacciai un urlo quando vidi che un uomo aveva sbattuto al muro Neal e lo prendeva a pugni, dicendo “Sei uno stronzo! Bastardo, devi stare lontano da lei!”

Era piuttosto buio e inizialmente non riconobbi quel tipo, ma dopo pochi secondi capii: era Jack.

Appena realizzai chi fosse mi avvicinai e cercai di fermarlo, nonostante fosse un ventenne molto più alto e grosso di me. Ma non ci pensai neanche, riuscivo solo a vedere Jack che stava massacrando Neal, e importava solo quello.

Gli presi un braccio cercando di fermare quella raffica di pugni, ma inutile dire che servì a ben poco. Riuscii a trattenerlo per forse due secondi, ma incredibilmente furono sufficienti. In quella piccola pausa Neal riuscì a reagire a tirare un paio di pugni a Jack, che barcollò per un istante e cadde a terra.

Neal si tolse dal muro e si allontanò da Jack.

Andai ad abbracciarlo, ancora sotto shock. Il tutto era durato pochi secondi, ma mi era sembrata un’eternità, anche se riuscivo appena a realizzare cosa fosse successo.

“Stai bene?” mi chiese.

“Sì, sì, certo, e tu?” Aveva un labbro spaccato e i vestiti piuttosto sgualciti, ma non sembrava messo male.

“Sì..”

Jack si rialzò “Mi sa che non hai capito” disse a Neal, “Devi stare lontano da lei”

“Jack, piantala!” esclamai.

Ero stufa di quella storia. Avevo ridato a Jack la mia fiducia. Ero tornata da lui, l’avevo perdonato, mi ero fidata di lui quando mi aveva detto che si era lasciato tutto alle spalle. E quello era ciò che mi dava in cambio?

Insieme alla paura di essere aggredita provavo anche una grande rabbia nei suoi confronti.

Neal tese un braccio di lato e mi spinse indietro, lontano da Jack, preparandosi a un’eventuale ripresa delle scontro, e anche perché io stessa stavo per prenderlo a pugni.

“Liz, stanne fuori” aggiunse Jack.

“Col cavolo che ne sto fuori..!” incominciai, furiosa, cercando di avvicinarmi a lui, ma Neal mi tenne lontana “No, ha ragione, stanne fuori” disse a sua volta.

Non toglieva lo sguardo da quello di Jack, e scommetto che sotto l’espressione di spavento rimasta dalla sorpresa per l’arrivo di Jack, si nascondeva una gran voglia di prenderlo a pugni.

Mi guardai intorno in cerca di qualcuno che potesse darmi una mano, e individuai un paio di uomini tra i 35 e i 40 anni a una cinquantina di metri da noi.

Mi avvicinai in fretta a loro.

“Ehi, stai bene?” mi chiese uno di loro.

“No, ho bisogno di aiuto, un tipo sta prendendo a pugni il mio ragazzo” dissi con il fiatone e indicai il punto in cui c’erano Neal a Jack.

I due si scambiarono un’occhiata e si avviarono in fretta verso il luogo che avevo mostrato loro.

Ci avvicinammo a Neal e Jack in tempo per sentire il secondo esclamare “Vaffanculo!” prima di buttarsi addosso a Neal.

Uno dei due uomini fece di corsa gli ultimi metri e bloccò Jack appena in tempo, e lo sbatté contro il muro mentre l’altro chiedeva a Neal come stava.

“Bene, grazie” rispose Neal.

Jack intanto cercava di liberarsi dalla presa dell’uomo, ma questo gli disse “Senti, o la pianti e te ne vai in questo istante, o chiamiamo la polizia”

Jack si arrese, gettò un’ultima occhiata incazzata a Neal e se ne andò.

“Grazie mille” ringraziai i due uomini e andai ad abbracciare Neal. La sua stretta mi tranquillizzò come sempre.

“Sì, grazie” ripetè Neal.

“Non c’è problema. E’ tutto ok? Dobbiamo chiamare qualcuno?” rispose uno.

“No, è tutto a posto, grazie” Neal strinse la mano a entrambi, e i due si allontanarono anche se non senza una traccia di preoccupazione nello sguardo.

L’effetto dell’adrenalina era finito, e lo spavento prese il sopravvento. Mi scesero alcune lacrime lungo le guance.

“Ehi, va tutto bene, va tutto bene” disse Neal, e mi strinse di nuovo a sé.

Rimanemmo così per qualche istante, finchè non mi ripresi.

“Ti accompagno a casa” disse.

Mi accompagnò proprio fin davanti al portone di casa mia.

“Buonanotte..”mi salutò Neal.

“Vuoi salire un attimo? Ti do del ghiaccio” dissi.

“Ehm, non so se sia una buona idea..i tuoi genitori sono fuori?”

“No, ma staranno già dormendo, la luce del salotto è spenta” dissi indicando la finestra buia.

“Sei sicura?” chiese Neal. Evidentemente la prospettiva di farsi trovare in casa mia dai miei genitori quasi a mezzanotte non lo allettava per niente.

“Ti ricordi dov’è camera mia, giusto?” Neal annuì e proseguii: “Vai subito su senza fare rumore, io vado in cucina, prendo del ghiaccio e ti raggiungo”

“Va bene” accettò infine.

“Mi raccomando, in silenzio” ribadii.

“Non ti preoccupare, penso di esserne in grado” disse ammiccando.

Non perdeva la sua spavalderia neanche dopo essere stato preso a pugni.

Procedemmo come deciso, e cinque minuti dopo lo raggiunsi in camera con una busta del ghiaccio.

“Grazie” disse prendendola.

Io andai un attimo in bagno e mi lavai il viso. Mi ero davvero presa uno spavento quella sera.

“Tutto ok?” mi chiese Neal quando tornai in camera.

“Rimani qui sta notte” dissi. Non volevo che se ne andasse. Ero ancora piuttosto sconvolta.

Mi guardò negli occhi per qualche secondo, riflettendo.

“Ok” disse infine.

Ci sdraiammo sul letto e Neal mi avvolse in un abbraccio e dopo quella serata mi sentii veramente protetta.

Mi addormentai in pochi secondi, tra le braccia del mio ragazzo, libera da ogni pensiero.

  
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