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Autore: _itssviolet    06/12/2012    6 recensioni
" Quello che successe dopo è tutto confuso e buio.
Ricordo solo di aver sentito il suono di uno sparo,e di aver visto una pallottola conficcarsi nella cassa toracica di Niall.  "
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Mi sentivo maledettamente sola.
Sola e indifesa.
Ancora troppo piccola per quel mondo fatto di sofferenze.
Era uno di quelle situazioni in cui avrei voluto rifugiarmi tra le braccia calde e materne di mia madre, come facevo quando ero piccola; avrei tanto voluto tuffarmici dentro e scoppiare a piangere, con lei che mi cullava a sé e mi consolava sussurrandomi paroline dolci,accarezzandomi i capelli.
Ma mia madre non c'era più.
Era scappata, quella sera. Dopo l'ennesimo litigio con mio padre aveva preso la borsa ed era uscita di casa,maledicendo il giorno in cui si sposò con quel rude uomo quale suo marito. Aveva sbattuta la porta dietro di sè con rabbia, senza voltarsi indietro...Neanche per salutarmi.
Non sapevo quando sarebbe tornata.
Forse mai più.
Mi aveva abbandonata nelle grinfie dell'orco, nelle grinfie di mio padre,la persona più disgustosa su questo pianeta. 
Innumerevoli sono le volte in cui picchiò mia madre. Io restavo lì, inerme, sul divano, ad aspettare che quella tortura finisse.
Ad aspettare la fine delle urla e dei pianti.
Ad aspettare la fine di tutta quella sofferenza.

Così, quella sera, disperata come non mai,decisi di andare dall'unica persona che mi amava veramente.
Dalla mia ancora di salvezza.
Da Niall.
Salii in camera da letto, incurante del fatto che mio padre continuasse a parlare da solo e a bestemmiare tirando pugni a destra e a manca; cacciai qualche vestito dentro ad una borsa e indossai frettolosamente una felpa calda. Non avevo la minima intenzione di trascorrere ancora cinque minuti in quella casa. Raggiunsi la porta sulla punta di piedi, sperando che mio padre non mi sentisse. Ma, naturalmente, non andò come volevo.
“Dove vai tu, eh?” sbraitò “Scappi come quella stronza di tua madre?!” stava urlando a pochi centimetri dal mio viso,sputacchiando ad ogni 's' che pronunciata.
Io feci per aprire la porta, cercando di sgattaiolare via, ma lui mi afferrò per un braccio con la presa ferrea da camionista.
“Dove credi di andare, puttanella?!” mi scagliò uno forte schiaffo sulla mia guancia destra, lasciandomi il segno delle cinque dita.
Scoppiai a piangere, incapace di difendermi.
Incapace di dire-o fare-qualsiasi cosa.
Eppure, non so bene come, riuscii a blaterare : “Ho 16 anni, faccio quello che voglio”
“Col cazzo, tu resti qui!” un'altra manata mi colpì la guancia, facendomi gemere dal dolore.
“Vado da Niall, lasciami in pace!” urlai. Mio padre non sapeva neanche chi fosse Niall.
A quel punto mi lasciò dalla presa e sbraitò :”Allora vai, Isabella. Scappa pure come ha fatto tua madre” mi sputò sui piedi “Ma non osare mai più mettere piede in questa casa”
Non ne ho la minima intenzione, pensai.
Uscii senza voltarmi, sbattendo la porta alle mie spalle.

Mi tremavano le gambe, avevo freddo ed ero ancora troppo impaurita per poter ragionare razionalmente. Presi un respiro profondo e cercai di asciugarmi le grosse lacrime che mi erano sgorgate dagli occhi verdi, con scarso risultato: altre lacrime amare iniziarono a scendere.
Mi sentivo inutile e fragile.
Fragile.
Come una foglia secca durante una tromba d'aria. Pronta a frantumarsi da un momento all'altro.
Dovevo andare da Niall, dal mio angelo custode.
L'unico essere umano sulla faccia della terra che mi amava veramente, che mi voleva un bene infinito, che ci teneva veramente a me.

Così mi feci coraggio e con la poca buona ragione che mi era rimasta in testa strinsi forte la maniglia della borsa e feci un passo in avanti. Poi due, poi tre, poi quattro.
Fortunatamente la casa si trovava nello stesso vicinato, altrimenti non so proprio come avrei potuto raggiungerla, in quelle condizioni.
Suonai il campanello con insicurezza. Il ragazzo ci mise un po' a raggiungere la porta...forse stava dormendo e mi morsi un labbro, dispiaciuta. Un Niall-in boxer-sorridente e assonato mi aspettava sull'uscio; non appena vide le mie condizioni e il mio stato quel sorriso meraviglioso che aveva in viso svanì.

Senza bisogno di parole, mi tuffai tra le sue braccia, con la testa nell'incavo del suo collo.
Avevo ripreso a piangere, ma in quel momento non volevo smettere.
Lui mi teneva stretta a sè e mi sussurrava parole dolci all'orecchio, ma non le capivo...era come se fossi diventata improvvisamente sorda e l'unica cosa che in quel momento riuscivo a fare era piangere. Mi sentivo una stupida ma era più forte di me:non riuscivo a smettere.
Guardai Niall, disperata, e lui mi sussurrò: “Vieni dentro, piccolo uccellino spaventato” e mi sorrise dolcemente.
Probabilmente aveva già capito quello che era successo. Lui sapeva tutto di me,mi conosceva meglio di quanto mi conoscessi io stessa: sapeva meglio di me i giorni del mio ciclo, le materie che mi mancavano a scuola, il cibo a cui ero allergica, i vestiti che avevo nell'armadio...Era il mio unico confidente,il mio unico amico, e tutti i giorni gli raccontavo del rapporto disastroso con i miei genitori.

Mi trascinò in casa e una volta dentro mi abbracciò ancora,facendomi sentire nuovamente al sicuro.
Scoppiai a piangere di nuovo. Ormai non c'erano più buoni motivi per trattenermi. Ero nelle braccia della persona di cui mi fidavo di più al mondo.
Mi fece sdraiare sul divano,senza chiedere spiegazioni, e mi coprì con una coperta di lana,quando vide che tremavo; si sdraiò affianco a me e mi strinse tra le sue braccia calde e forti,lasciandomi dolci baci sul collo. Brividi percorrevano la mia schiena,come succedeva sempre quando stavo con lui. Sapeva come farmi stare bene,senza bisogno di spiegazioni.
“Aspetta un attimo” mi sussurrò dolcemente all'orecchio,sorridendomi. Io gli sorrisi di rimando,con incertezza: non riuscivo ancora a sorridere pienamente,anche se Niall aveva già migliorato il mio umore.
Dopo aver aspettato cinque minuti il mio angelo custode mi raggiunse con una tazza di tè caldo in mano; notai che si era infilato dei pantaloni e una felpa. Mi misi a sedere e così fece lui. Ci raggomitolammo uno con l'altro, e sorseggiai il tè bollente in silenzio, con Niall che mi accarezzava i capelli.
Stavo decisamente meglio.
Anche se...anche se avevo nelle viscere dello stomaco una sensazione di...paura. Paura che tutto quello, tutto quell'amore, potesse svanire da un momento all'altro.
Dopo aver finito di sorseggiare il tè, mi baciò intensamente e poi mi domandò: “Allora,cosa è successo questa volta?” chiese infine,fissandomi con quegli occhi azzurro cielo. Sospirai e cominciai i il racconto, cercando di trattenere il magone che mi risaliva su per la gola. Lui mi ascoltava in silenzio, corrucciato e concentrato.
Quando finii di raccontare, rimase in silenzio per un po' e poi disse: “Questo è troppo.”
“Cosa?”
“Questo è troppo.” ribadì,deciso. “Non può passarla liscia anche questa.”
Ero allarmata e confusa. “C-cosa intendi?”
Si alzò bruscamente dal divano e s'avviò verso l'uscio,afferrando la giacca dall'appendiabiti in corridoio. “Niall, dove stai andando?” chiesi, con voce strozzata.
Lui non rispose e aprì la porta: “Aspettami qui,vado a parlare con tuo padre”
Le sue parole mi risuonavano in testa creando una confusione assurda.
COSA?! 
“Sei impazzito?” lo afferrai per un braccio e lo feci rientrare in casa con uno strattone. Gli occhi mi si erano riempiti di lacrime. “Non mi lascerai qui da sola...e non andrai da nessuna parte!”
Niall sbuffò impaziente: “Isabella, tuo padre ha esagerato questa volta. Deve capire di aver sbagliato.”
“Ma non ti farà neanche entrare!E' inutile!” protestai,disperata.
Mi prese le guance e mi disse,fissandomi negli occhi: “Ascoltami. Tu sei tutta la mia vita,capito?Sei l'unica ragione per cui ancora mi alzo alla mattina. Proteggerti è il mio unico scopo, la mia unica missione. Non posso permettere che un uomo spregevole come tuo padre ti tratti in quel modo. Nessuno può permettersi di trattarti così.Glielo farò capire,in un modo o nell'altro. Lo farò,Isabella.” inspirò profondamente “Perchè io ti amo,capito?” restai imbambolata,senza parole. Non mi aveva mai detto che mi amava con quel tono: “Ti amo da morire, hai capito?” urlò quasi,e dai suoi occhi azzurri sgorgarono due grosse lacrime.
Stavo tremando. Deglutii a fatica il magone e ricacciai indietro le lacrime per poi rispondere: “Ti amo anche io,Niall.” e, tra una lacrima e l'altra,riuscii a dire “Più della mia stessa vita” e ci scambiammo un lungo,malinconico bacio,pieno di passione e dolore. Quando ci staccammo,scoppiamo a ridere entrambi per la disperazione.
“Vengo con te” esordii. Lui cercò di protestare,ma non ci fu niente da fare: salii in auto con lui e ci dirigemmo verso casa di mio padre.

Passammo il viaggio in macchina in silenzio, senza sapere bene cosa dire-forse perchè ci eravamo già detto tutto con quel bacio.
Arrivati davanti a casa di mio padre, Niall bussò alla porta con decisione e io mi strinsi a lui,terrorizzata e con il cuore che batteva fortissimo.
Quel malessere nelle viscere dello stomaco che avevo provato era diventato più forte.
Ma non capivo ancora perchè.
Un uomo irriconoscibile,ubriaco e rosso in viso,quale mio padre,ci venne ad aprire la porta. Scoppiò a ridere,come se trovare me e Niall davanti alla sua porta fosse la cosa più divertente di questo mondo.
Poi scovò da dietro la schiena una pistola.
Quello che successe dopo è tutto confuso e buio.
Ricordo solo di aver sentito il suono di uno sparo,e di aver visto una pallottola conficcarsi nella cassa toracica di Niall.  


FINE.

Buonasera a tutte/i!
Yeah, sono tornata. *non mi caga nessuno*
Da quant'è che non scrivo qui? uno due tre,quattro mesi? Boh. 
E' che io sono fatta così,che potete farci LOL.
Sono tornata con questa OS particolarmente triste e tragica ahah ma visto che sto passando un periodo di merda,la mia mente malata sforna solo queste tipo di storie ahahah. Perdonatemi.
Beh, che altro dire: questa storia non avrà seguito. Finisce così,aihmè. Lo so,sono cattiva.
Bene,spero in qualche recesione e/o parere.
Se trovate errrori grammaticali,perdonatemi,ma sono stanca e non ho riletto molte volte.
Un bacio,

Violet.

  
   
 
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