Serie TV > Angel
Segui la storia  |       
Autore: lafatablu    06/12/2012    1 recensioni
Timeline: 4 anni dopo Not Fade Away
Pairing: Angel & Buffy (ovviamente)
Summary: Né la neve, né la pioggia, né il caldo, né le tenebre della notte, possono fermare i corrieri sulla via reale. (Erodoto – V secolo a.C.) Ci sono angeli e demoni che camminano sulla terra. Alcuni di loro lavorano per l'ufficio postale. Gli Oracoli vivevano sotto l'ufficio postale. Vi ricordate? Si, centra anche questo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Francis Doyle, Angel, Buffy Anne Summers, Connor, Cordelia Chase
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A N G E L ~ Soul & Love ~'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Parte 17

 

Erano passati dei mesi da quella sera. Quella era stata la loro prima vera cena insieme, e in seguito divenne una piacevole consuetudine. Capitava infatti, che Connor passasse spesso a trovarli, ogni tanto anche in compagnia di Tommy, e poi si fermavano a cena. Una sera avevano anche invitato Oz e Nina, e Connor e Tommy erano rimasti a dormire lì. Vedere che suo figlio, condivideva parte della sua vita con lui, per Angel era fonte di gioia. Anche semplicemente parlare con Tommy, il suo migliore amico, per lui era appagante. Connor ha degli amici, studia per costruire il suo futuro, ha una vita normale, è felice, diceva a sè stesso, e gli era immensamente grato, per ogni singolo momento che passavano insieme. Sia Angel che Buffy, senza fare eccessive pressioni, spingevano Connor a tornare tutte le volete che avesse voluto e lui tornava sempre. Lo spettro del “posso essere tuo figlio solo una volta al mese” era ormai morto e sepolto, e con esso anche la solitudine di Angel. Quella squallida stanza, la solitaria tana del vampiro, come la chiamavano Buffy e Connor, non era che un ricordo ormai. Avevano però tenuto il microonde e la teiera, come ricordo tangibile, di quei lunghi anni di separazione. Quegli oggetti, gli avevano riavvicinati e vollero tenerli con loro.

Finite le lezioni, a tarda mattinata, Buffy qualche volta passava a salutarlo al college, e talvolta finivano con il pranzare insieme. Inutile dire che Connor amava stare a parlare con lei. In realtà, l’aspettava con ansia tutti i giorni, ed era deluso, quando lei, per un motivo o per l’altro, non poteva esserci. A lei confidava i progetti futuri e aveva quasi convinto Buffy a riprendere gli studi. “Mi piacerebbe, Connor. Mi piacerebbe molto” diceva lei, ma poi declinava l’offerta, sapendo che non poteva assumersi un impegno così costante. Lo invitò in Inghilterra, però. Lui non disse di no, quella era una delle cose che voleva programmare nell’immediato presente.

“Giles mi ha parlato di una borsa di studio, messa a disposizione dalla Oxford University, per studenti stranieri. È solo per un semestre, pensaci Connor, quella è una delle più prestigiose Università della vecchia Europa, è lì che fabbricano i Giles. Gioverebbe molto al tuo curriculum”

E lui ci pensava sempre più seriamente. In quegli ultimi mesi, per risolvere alcune emergenze, Buffy era già rientrata a Londra per ben due volte. Per lui stava diventando sempre più difficile, doversi separare da lei. Lei era sua madre, non l’aveva certo dimenticato. Il loro legame famigliare si intensificava ogni giorno di più, stare lontano da lei non gli piaceva affatto. Ma non gli piaceva neppure lasciare Angel da solo, soprattutto durante le assenze di Buffy.

Però, nelle ultime settimane, a Connor non erano sfuggiti gli sguardi malinconici di entrambi, sebbene loro tentassero di nasconderlo. Angel e Buffy sembravano apparentemente felici, ma lui percepiva, che qualcosa non stava andando per il verso giusto, ed era molto preoccupato.

Quella mattina, a pranzo, si decise a parlarne con Buffy. Come sempre fu diretto nelle sue domande. Però, dietro a quella sua falsa sicurezza, Buffy percepì tutta l’ansia della sua voce.

“Voi state bene?” Chiese Connor “..voglio dire, se ci fosse qualcosa che vi preoccupa, me lo direste, giusto? beh, dovreste comunque. Siamo una famiglia, ormai. Voi due state insieme da.. cioè noi.. noi tre siamo.. siamo così vicini.. da quasi sei mesi ed  era esattamente ciò che volevate. Stare insieme. Fra te e papà le cose vanno bene, non è vero?”

“È complicato” Rispose semplicemente Buffy, sorridendogli con non molta convinzione.

Connor annuì, comprendendo che non avrebbe detto altro. Gli tornarono in mente le parole di nonno Doyle. Quando ti sembrerà che la fine stia arrivando, non scoraggiarti e non perdere la speranza, perché quella non sarà la fine, ma solo l’inizio di una nuova vita. Con il nonno, ormai condivideva un costante ed intenso rapporto. Lo percepiva presente come mai prima d’ora. Lo sognava di continuo e insieme facevano delle lunghe chiacchierate, come quando era bambino.

“Fra noi è sempre stato un po’ complicato, Connor.” Ripeté Buffy, riportandolo al presente.

“Posso aiutarvi in qualche modo?” Lo chiese con voce talmente bassa, che lei stentò a sentirlo. Scosse la testa, abbassando gli occhi e Connor percepì tutta la sua tristezza “No, nessuno può” Poi, sorridendogli ancora, aggiunse “Ma stasera potresti venire a cena. È venerdì. Potresti stare con noi questo fine settima, a meno che tu non debba tornare dai Reilly”

Connor annuì ancora, e ancora rispose al suo sorriso “Si, certo!”

In realtà, aveva deciso di stare con loro fin dalla sera prima. Aveva anche già preparato le sue cose, immaginando che Buffy sarebbe passata a prenderlo all’ora di pranzo. “Possiamo andare, ho già tutto con me. Dai Reilly ci sono stato la settima scorsa.. e sai una cosa? Ho cercato una foto dei nonni.. Beh, papà aveva ragione, loro hanno un aspetto completamente diverso.” Sorrise in modo genuino e quel sorriso, ebbe il potere di rasserenare Buffy “Per me, sono due perfetti sconosciuti. Preferisco di gran lunga i miei nonni.. loro erano molto più divertenti..”

Buffy rise, “Spero proprio che Cordy non stia ad ascoltare, perché sono sicura, che questa cosa di chiamarla nonna.. non le piacerebbe per niente” Alzandosi, entrambi andarono verso le loro auto e Buffy chiese “Come ci riesci? Come.. riesci a conciliare le tue due famiglie? Come.. fai a chiamare “papà” sia Angel che.. che il signor Reilly?”

“È complicato” Rispose Connor, senza rendersi conto di aver usato le stesse parole di Buffy.

“La verità è, che.. Lawrence Reilly, non è mio padre ..e sua moglie, non è mia madre. Io.. io voglio bene a queste persone, ma dentro me, sono diventati come degli zii. Loro sono molto affettuosi, certo.. ma ora sono solo degli zii.. e per fortuna, non sto tanto tempo con loro..”

Buffy abbassò lo sguardo e ancora annuì. Possibile, che per loro, la vita fosse sempre così complicata? Connor era un ragazzo forte, lei lo sapeva, ma avrebbe meritato una vita diversa.

Il parcheggio soleggiato del campus, era ormai quasi deserto. Durante i fine settimana, tutti gli studenti tornavano a casa, e lei era contenta di essere lì per Connor. “Non è facile essere il figlio di Angel, vero? È difficile fingere di essere qualcun’altro.. io credo di capire bene cosa intendi. Angel non è sostituibile con nessun altra persona al mondo, eppure.. è anche difficile vivergli accanto. È sempre tutto così complicato per noi.. ma quando siamo insieme, è come..”

“Vivere. È come.. vivere intensamente, nel modo più autentico e reale, in cui si possa vivere” Finì Connor per lei e Buffy non poté che annuire un'altra volta. Sentì il bisogno di abbracciarlo, come se già sapesse, che avrebbero anche potuto separarsi, da lì a breve. “Io voglio che tu sappia, che per te ci sarò sempre, Connor. Non ha alcuna importanza, dove potrebbe condurci la vita, non possiamo conoscere il futuro, ma per te.. io ci sarò sempre.. non dimenticarlo.”

Di nuovo, Connor percepì amarezza e tristezza nella sua voce. Però, lui sapeva che le loro esistenze, potevano essere diverse. C’era qualcos’altro che li attendeva. Si aggrappò a quella speranza, e si aggrappò ai sogni che condivideva con nonno Doyle. Ridacchiò, tentando di farla sorridere “Beh, almeno per questo weekend, la vita non ci porterà poi così lontano.. e papà mi ha già dato alcune anticipazioni.. doveva essere una sorpresa, ma non è riuscito a non dirmelo..” E Buffy rise per davvero. “Parli del seminterrato?” Lui annuì, salendo sulla sua auto.

“Ha fatto tutto il lavoro da solo, sai?” disse Buffy, salendo sull’auto di Angel, poi aggiunse “beh, l’idea è stata mia.. ma lui ha fatto tutto il lavoro.. ha insonorizzato una parte del locale, quindi tu e Tommy, e tutti gli altri, potrete suonare come e quanto vorrete.. ma quanti siete..?”

“Quando ci siamo proprio tutti, siamo in dodici.. ma nella nostra band.. siano solo in sei..”

Si salutarono con un cenno della mano, e Buffy pensò che il sorriso di questo ragazzo, era davvero disarmante. A lei piaceva, le piaceva molto parlare con lui. Non era più un bambino, lo sapeva bene. Forse, visto il suo passato, non lo era mai stato, ma a volte lei lo vedeva piccolo. Nonostante tutto, in quel suo sorriso, continuava a conservare una sorta di innocente purezza.

Arrivò a casa prima di Connor. Si stupì di non trovare Angel già sveglio. Corse di sopra, in preda ad un’ansia improvvisa e irrazionale. Quando sentì lo scrosciare dell’acqua nella doccia, sorrise e si rilassò. Notò che Angel aveva già rifatto il letto, e sopra aveva sistemato la camicia pulita. Il sorriso si spense e ancora tornò l’ansia. Era impossibile non ricordare quella maledetta notte di tanti anni prima, quando lo cercò disperatamente, senza riuscire a trovarlo. Invece trovò un letto rifatto, una camicia posata lì sopra ..e trovò Angelus. Era tornata nel suo appartamento, dove solo la notte prima, per entrambi era stata perfetta felicità, ma Angel si era dissolto nel nulla e con lui la sua anima. La differenza da allora ad oggi, pensò Buffy, era che adesso era pomeriggio inoltrato e sperò tanto che non fosse l’unica. Comunque, doveva ricordarsi di dirgli, che preferiva trovare il letto disfatto. Comincio ad averne abbastanza della tua eccessiva mania dell’ordine. In realtà, quel pensiero non corrispondeva al vero, lo sapeva bene, non era certo quello il problema. Lei amava molto il modo in cui Angel, si prendeva cura delle sue cose. Il vero problema era il fantasma di Angelus, e presto o tardi, avrebbero dovuto affrontarlo. Era questa la sua reale paura. Angelus, ancora una volta, li stava dividendo.

“Ciao”

Il sorriso di Angel e il suo sguardo confuso, mitigarono le paure. Fu tentata di corrergli incontro per rifugiarsi fra le sue braccia, proprio come aveva fatto quella notte di tanti anni prima, ma non si mosse. Gli sorrise però, e provò un brivido di pura lussuria, davanti alla sua nudità. Si sarebbe mai abituata a vederlo senza vestiti addosso? e allo stesso tempo riuscire a mantenere pensieri razionali? Ne dubitava molto, ed ora quel letto rifatto, rischiava di fare una brutta fine.

“Ciao”

Angel si sedette sul letto. La guardò confuso, cercando di intercettare i suoi pensieri. Cominciò a vestirsi e sedendosi accanto a lui, lei rise. “Perché cominci sempre dalle calze?”

La risata di Buffy allontanò la confusione, adesso aveva ben altro in mente. Doveva fare una cosa importantissima. Assolutamente. La baciò con urgenza, e anche lui pensò, che rifare il letto, non era poi stata una così grande idea. Ma poi, anche lui rise e rispose alla sua domanda con cuore leggero. “Non lo so. Abitudine, credo” poi chiese ancora “Hai già pranzato?”

Lei annuì. “Ho pranzato con Connor. Anche oggi abbiamo fatto una bella chiacchierata, gli ho detto di Giles, della possibilità di andare a Londra da lui, per sei mesi..”

“Tu.. pensi di tornare a Londra? Voglio dire.. oltre alle solite emergenze..”

“Parlavo di Connor, che centro io? Comunque, prima o poi dobbiamo rivedere questa cosa.. potremmo trasferirci tutti lì.. in effetti Giles lo sta chiedendo da un po’ e con insistenza. Ma non ho ancora deciso niente.. pensi che potresti vivere a Londra? Non dico per sempre.. ma..”

Angel non rispose. Non come avrebbe voluto Buffy.

“Penso che dovresti decidere presto, la missione è importante. Giles ha ragione.”

..e lei, come spesso succedeva di recente, lasciò cadere l’argomento. Si stavano inoltrando in un territorio troppo scivoloso e dovette ammettere con sé stessa, di non essere ancora pronta, per una loro possibile separazione. Era evidente che fra loro vi fossero delle tensioni, se l’aveva notato anche Connor, non erano così bravi a mentire. Erano però bravi a mentire a loro stessi, ma al momento, per Buffy e Angel, era difficile pensare di doversi lasciare ancora una volta.

Angel non poté non notare il suo silenzio, lo percepì come un opprimente peso al petto. Percepì distintamente una sensazione di panico, come presagio di ciò che sapeva sarebbe successo da lì a breve. Lei sarebbe andata via di nuovo, adesso o fra sei mesi o fra un anno, non cambiava molto le cose. Lui non era ancora in grado di rispondere alla domanda, che lei gli fece mesi prima. Quella domanda, aleggiava su loro come un fantasma. Fra noi le cose funzioneranno?

Allontanò quei pensieri. L’idea di perderla, era impossibile da sostenere. Finì di vestirsi.

“Connor è già qui?” Chiese distrattamente, poi disse ancora. “Stasera possiamo andare a cena fuori, solo noi due. Immagino ci sarà un bel trambusto.. se inviterà tutti gli amici, avremmo poco spazio per noi.. vorranno provare il nuovo locale insonorizzato.. meglio lasciarli soli”

Buffy era d’accordo. Aveva giusto acquistato un abitino nuovo di recente, e le cene fuori con Angel, erano assolutamente memorabili. Tutto ciò che facevano insieme era memorabile. Per questo, l’idea di separarsi faceva ancora più male. Loro stavano bene insieme, si amavano. Non era certo quello a dividerli. Altre coppie smettevano semplicemente di amarsi, ma per loro non era così. Per loro era esattamente il contrario. Più stavano insieme e più si amavano, e più si amavano e più era pericoloso stare insieme. Era un circolo vizioso che si ripeteva all’infinito.

“Dico che è un ottima idea” rispose Buffy “Ci mettiamo in ghingheri stasera?” Poi cambiò tono, si avvicinò a lui e sottovoce gli disse “Ti amo, lo sai vero?” Lui lo sapeva, certo che lo sapeva. Rispose senza usare la voce. L’abbraccio che seguì, era molto più eloquente delle parole.

Scesero nella hall ad attendere Connor, ma lui era già lì. Stava rispondendo al telefono, e Buffy non poté non notare il sorriso, che in quel momento, illuminava il viso di Angel.

“Senta, ho già detto di no, non sono Angel. Se mi dà un momento, vado a chiamarlo.. si può sapere in quante siete a parlare, non riesco a capire.. MA allora non mi state ad ascoltare? IO NON sono Angel, IO sono suo figlio.. per voi è lo stesso? Ok. Va bene, allora ditemi tutto..”

Connor stava perdendo la pazienza e Angel si affrettò a raggiungerlo. Con un sorriso, che Buffy trovò tenero e buffo, allo stesso tempo, Angel chiese a suo figlio “Chi è?” Connor rise divertito, “Non ho capito, sono tre pazze che parlano tutte insieme, non si capisce niente.. cercano te”

“Si, Angel. Oh, salve ragazze. No, non tutte insieme per favore. Piano.. parlate una per volta..”

Connor pigiò il tasto ‘viva voce’, voleva che Buffy sentisse. Era troppo divertente vedere Angel in difficoltà ed era divertente sentire i commenti di Buffy, sapeva che lei avrebbe riso.

“Chi sono queste pazzeeee?” chiese Buffy “..e perché sembrano conoscerti così bene? ..e che accidenti vuol dire quel ‘Mmm.. Angel’? faranno meglio a darsi una calmata..”

Angel riagganciò esasperato, lanciando poi un occhiataccia a Connor. Sorrise a Buffy, ma il suo disagio era evidente “Non sono.. nessuno, cioè.. erano amiche di Lorne.. Si, tre amiche di.. Le Furie. Ma non sono nessuno.. dico davvero.. non ho neppure capito cosa volevano..”

“Volevano te” disse Connor con un sorriso accattivante e Angel ridacchiò ancora a disagio.

“Connor? non hai da studiare? Perché ora sarebbe meglio, sai? Meglio studiare con la luce..”

“Si, infatti. Ero giusto sceso a cercare una matita, però poi ho sentito squillare il telefono..” Connor rovistò dentro il cassetto “le tue matite sono diverse, sono morbide, dove le compri? ..e questo cos’è?” chiese, indicando uno strano oggetto, che stava sul fondo del cassetto.

Angel guardò Connor con stupore, realizzando solo in quel momento, di aver dimenticato lì quell’oggetto. “Quello è..” Buffy si avvicinò a guardare meglio “sembra un cristallo..” Angel annuì “..si, esatto” Poi rivolgendosi ancora a suo figlio, disse..

“Ricordi che mi chiedesti cosa facessi in questi quattro anni, oltre a cacciare e a cacciarmi nei guai? Ti risposi che spesso non ero qui a Los Angeles, ti dissi che mi spostavo di continuo..”

Connor annuì interrompendolo. “Si, e quando chiesi dove andavi, tu.. non rispondesti”

Angel sospirò “Quell’oggetto è un cristallo. Fu un regalo di Illyria. Poco prima che morisse, mi donò questo.. per.. poter viaggiare attraverso lo spazio più velocemente ..e inoltre mi permise di non essere visibile.. insomma, il cristallo funzionava anche come magia di occultamento”

Vedendo lo stupore sui visi di Connor e Buffy, spiegò meglio. Si rivolse ancora a Connor.

“Ricordi i giorni immediatamente successivi all’apocalisse? Ero diventato una specie di celebrità qua a L.A. Ovunque andassi mi riconoscevano, mi fermavano per strada per stringermi la mano o addirittura..” Rise ripensando ai quei giorni “..o addirittura mi chiedevano l’autografo ..o volevano acquistare le mie spade ..qualcuno mi offrì anche dei soldi”

Connor lo ricordava eccome. “Vendevano gadgets, magliette, cappellini e un sacco di altre cose con la tua immagine stampata sopra.. su eBay vendevano un sacco di cose su Angel. L’eroe di L.A. che aveva sconfitto il drago. Un mio amico aveva anche lo screensaver con la tua faccia

“Davvero?” Chiese Angel con un sorriso stupito e allo stesso tempo compiaciuto.

“Si” Rispose Connor, altrettanto compiaciuto. Non vi era dubbio che fosse fiero di suo padre.

“Peccato che non potevo dire a nessuno che eri mio padre, perché morivo dalla voglia di farlo, sai? con le ragazze avrebbe fatto un certo effetto.. cioè, voglio dire.. essere il figlio di Angel, in quel momento, mi avrebbe dato un sacco di vantaggi..”

Angel scosse la testa, lo guardò come se gli fossero spuntate due teste “Connor?” Lui rise “Stavo scherzando, papà.. ti pare che uso questi mezzucci per avere successo con le ragazze?”

Non fu il solo a ridere. Buffy adorava le loro interazioni, e adorava Connor sempre di più.

“Oh, sono sicura che hai molte altre doti. Il nostro ragazzo fa strage di cuori. Insomma, guardalo lì.. con quel sorriso dolce, un po’ imbronciato.. quello sguardo da cucciolo indifeso. Le ragazze impazziscono per i tipi misteriosi e bisognosi di coccole. Tale padre, tale figlio..”

Angel e Connor ridacchiarono un po’ a disagio, ma per motivi completamente diversi. Buffy però continuò a parlare. Sapeva che Angel stava per dire qualcosa di importante, e voleva aiutarlo ad alleggerire la tensione. Angel era tesissimo, lo percepiva dalla muscolatura del viso.

“Comunque.. questa cosa che eri famoso, è vera. Sai che il giorno che sono arrivata, all’aeroporto mi hanno fermato per via della tua spada? Dico davvero, stavano per arrestarmi per possesso illegale di armi.. ma poi mi hanno rilasciato subito, perché quell’intelligentone del commissariato, ha detto che era ovvio che la spada fosse un imitazione. L’ha scambiata per un souvenir della grande apocalisse.. se fossi rimasta lì un altro secondo, sarei scoppiata a ridere proprio davanti a loro.. quella era la tua spada, non una volgare imitazione..”

“Ecco, appunto.. proprio come dicevo..” continuò Angel serio, ma visibilmente più rilassato di prima. Sia Buffy che Connor, avevano un enorme potere su lui, riuscivano a trasmettergli forza e serenità, “dicevo.. che non potevo rischiare di attirare molto l’attenzione.. dovevo agire sotto radar e dovevo agire subito. Con questo cristallo, proveniente dal sarcofago di Illyria, potevo ottenere entrambe le cose. Anonimato e.. velocità..

“Velocità?” chiese Buffy, tralasciando volutamente la parte che riguardava l’anonimato. Negli ultimi mesi, ne avevano parlato sino alla nausea, e non voleva discutere ancora con Angel. Non stasera e non davanti a Connor. “Si, velocità..” annuì Angel. “Potevo spostarmi nello spazio, e intendo dire in qualsiasi punto del pianeta, ad una velocità impressionante. Illyria spiegò che questo sovvertiva il concetto di Spazio-Tempo, così come lo conosciamo in questa dimensione 

“Potevi anche viaggiare nel tempo? intendi dire che potevi andare nel futuro o nel passato?”

“No Connor, niente di tutto questo. Illyria avrebbe potuto farlo, ma non io.. però, il fatto di potermi spostare nei luoghi più disparati, a quella velocità, alterava anche il tempo.. capisci? Se scoprivo che vi era una colonia di demoni in Camerun, in una frazione di secondo, ero sulle loro tracce. Questo mi dava innumerevoli vantaggi. Talvolta intercettavo dei loro discorsi, e potevo batterli sul tempo, arrivando prima di loro nel luogo in cui decidevano di spostarsi. Vi erano colonie di demoni sparse ovunque. In Camerun mi sono soffermato parecchio, ma anche a Malta, in Spagna ..e un po’ ovunque vi fosse un clima temperato. Pare che preferissero i luoghi caldi della nostra dimensione. Illyria avrebbe potuto viaggiare anche in altre dimensioni, e riuscire a fermarli prima che arrivassero da noi.. ma fu uccisa e non poté aiutarmi..”

Abbassò lo sguardo, pareva stanco adesso. Pareva invecchiato di mille anni. Era evidente che parlare di quegli ultimi quattro anni, per lui era estremamente doloroso. Le ferite dell’anima erano ancora tutte lì, e Buffy si chiedeva se mai sarebbero guarite.

“Avresti dovuto chiedere aiuto.. a me potevi dirlo..” Mormorò Buffy con un fil di voce, ma sapeva che Angel, non voleva sentire quel discorso. Anche Connor disse qualcosa di simile “Hai fatto tutto questo.. da solo? Potevo aiutarti.. io me la cavo bene con la spada.. lo sai..”

“È quello che ho fatto..” disse Angel, rivolgendosi ad entrambi. “Ogni volta che tornavo a L.A. chiedevo aiuto a voi. Abbiamo già parlato di questo, ma quella guerra, era la mia guerra..”

Buffy comprendeva benissimo cosa volesse dire, ma sapere che aveva affrontato tutto questo da solo, la terrorizzava. Conosceva bene Angel, sapeva che aveva sempre una buona ragione, per agire come agiva. Lui era consapevole di aver scatenato l’inferno sulla terra, e non avrebbe avuto pace, finché non avesse ucciso, finanche l’ultimo demone. Era la sua guerra, certo.. ma sebbene capisse le sue motivazioni, lei avrebbe voluto stare al suo fianco. Era esattamente questo, uno dei motivi per cui lo amava tanto. Loro erano identici sotto molti aspetti. Erano complementari. Insieme erano una splendida coppia di guerrieri e si completavano a vicenda.

“Tornavo sempre da voi” disse ancora Angel. “I primi tempi, andavo a Londra per.. per vedere se potevo comunicare con te.. per vedere.. se potevo farti sentire la mia presenza.. poi venivo qua a L.A. e stavo con Connor per un giorno.. e poi scrivevo.. a te. Era quello l’aiuto che ricevevo da voi.. senza la vostra presenza, non sarei mai riuscito a portare a termine il mio compito.. ma era una cosa che dovevo fare da solo.. dovevo trovare il modo di..”

Si fermò un attimo per trovare le parole giuste, non voleva che Buffy rimanesse ferita un'altra volta. Avevano parlato moltissimo della Shanshu e della sua rinuncia, ma lei sosteneva che non poteva concludersi con una semplice stupida firma, anche se aveva firmato con il suo sangue.

“..io dovevo arrivare ai Soci Anziani.. avevano in mano il mio destino.. o così loro credevano. La profezia Shanshu, come diceva Illyria, era ancora in questa dimensione. Se fossi riuscito a recuperarla, avrei potuto modificare la mia rinuncia. Dovevo essere più veloce di loro, ma non sono mai riuscito a scovarli.. tutto ciò che incontravo nel mio cammino, erano solo i loro scagnozzi. Demoni provenienti dalle più disparate dimensioni, che avevano il solo e unico compito, di seminare morte fra la nostra gente ..e di tenermi occupato in questa guerra..”

Buffy, ancora una volta, ingoiò dolore e lacrime, ma avrebbe tanto voluto urlare la sua rabbia. Non contro Angel, perché lei stessa, in circostanze simili, avrebbe agito esattamente come lui. Ma contro chi si accaniva con loro. Angel aveva lottato per tutto questo tempo, per riprendersi ciò che era suo. La possibilità di redenzione. Da quanto lui diceva, pareva avesse fallito, ma lei continuava a pensare, che non potesse finire così. Volle aggrapparsi a quella speranza.

Incrociando le braccia, tentò di calmare la sua rabbia, chiudendosi in un autoabbraccio protettivo, e andò verso le scale. “Vado a.. prepararmi per la cena.. non ci metterò molto..”

Angel conosceva bene il suo linguaggio del corpo. Buffy era triste e, ancora una volta, lui ne era la causa. Questo pensiero era insopportabile. Le corse dietro e la bloccò subito.

“Buffy.. aspetta.. andiamo insieme a..” Lei lo fermò con sorriso stanco ..e un cenno della mano

“È tutto a posto, Angel. Non ci metto molto.. fai vedere a Connor, dove ho messo le cose per la sua cena con gli amici.. c’è anche il gelato in freezer. Qualunque cosa succeda, ora non voglio sentire altro. Noi stasera siamo a cena fuori. Insieme. Tutto il resto può aspettare, va bene?”

Lui annuì mentre la guardava salire le scale, poi tornò verso Connor, che non aveva smesso di guardarli neppure per un istante. Si, fra suo padre e sua madre, c’era qualcosa che non andava per il verso giusto, e non era solo per via di quella maledetta profezia.

“Connor? è tutto ok?”

“Io.. non lo sapevo questo.. non sapevo che cercavi di modificare la rinuncia alla Shanshu e mi chiedo se.. se io l’avessi saputo, avrei potuto aiutarti.. o forse no.. ma avrei almeno tentato” Scosse la testa, quando vide lo sguardo di Angel, era sempre la solita vecchia canzone. Lui non gli avrebbe mai permesso di correre dei pericoli, che potevano mettere a rischio la sua vita.

“Papà, vorrei che tu.. che la smettessi con questa cosa dell’eroe, che combatte la sua guerra da solo.. se c’è un modo per riportare indietro quella rinuncia, possiamo farlo insieme.. vorrei tanto che tu ti fidassi un po’ più di me.. come pensi che mi senta adesso? Lo so che lo fai per proteggermi, sono il tuo unico figlio ..e bla.. bla.. bla.. però io vorrei che..”

Dovette fermarsi, perché non riusciva a decifrare bene lo sguardo di suo padre. Pareva stesse ridendo, ma lui non aveva detto proprio nulla di divertente. Gli sorrise. “Perché ridi?”

“Rido perché.. Connor.. ok, ascoltami bene. Riuscirai a capire perché agisco così con te, solo quando anche tu sarai padre. Solo allora comprenderai completamente.. non si può spiegare a parole, il legame che unisce un padre ad un figlio. È come un filo invisibile che..”

“Guarda che funziona anche al contrario, papà. Quel legame io lo conosco invece, ovviamente dalla parte del figlio.. certo, quando sarò padre capirò meglio.. ma tu riesci a capire me?”

Angel non rispose, non poteva. Il nodo in gola gli impediva di parlare, e lui non era stato più figlio, da troppo tempo ormai. Non poteva fare affidamento neppure sui suoi ricordi. Ma forse, non aveva mai davvero saputo, quale amore potesse provare un figlio. Angel non ricordava né suo padre, né il suo amore. Probabilmente perché, a differenza di Connor, neppure Liam aveva mai avuto una simile fortuna. Si schiarì la gola con un colpo di tosse, per mitigare il disagio.

“Potresti insegnarmelo tu. Voglio dire, forse è vero che non riesco a capirti.. è passato troppo tempo, da quando sono stato ‘figlio’ ..e i miei ricordi sono al quanto sbiaditi.. ma tu potresti aiutarmi a capire..” Angel cercava l’alleanza di Connor, nel tentativo di scacciare dalla mente di suo figlio, il fantasma del ‘non sentirsi compresi’ e lo faceva chiedendogli aiuto. Non era proprio questo che Connor voleva? Voleva aiutare suo padre. “Pensi di potermi aiutare?”

Connor comprese. Non a livello razionale, ma comprese che quello, era un altro regalo di suo padre. Lo guardò dritto negli occhi, e accennò un sorriso. “D’accordo” Poi divenne serissimo e disse ancora. “I figli detestano le bugie dei genitori.. detestano essere tenuti all’oscuro dai segreti dei grandi.. perché, beh perché detestano sentirsi impotenti, si sentono inadeguati, perché hanno una paura tremenda di perderli, di perdere il loro amore. I figli hanno paura di rimanere soli.. e farebbero di tutto per salvare i propri genitori.. credimi.. ne so qualcosa al riguardo. Ho avuto tre padri.. ed è sempre la stessa identica cosa, la stessa identica paura..”

“Connor..”

“Aspetta.. non ho finito. Per favore papà, dimmi se questi demoni sono.. insomma c’è qualcuno ancora in giro? C’è qualcuno che ancora ti dà la caccia? Perché se c’è.. voglio ucciderlo io..”

“L’hai fatto, Connor.. tu l’hai già fatto! Quei due Selmunth che hai ucciso, erano gli ultimi..”

Il sorriso di Connor si allargò a dismisura e illuminò il suo viso “Wow.. vedi? So cavarmela benissimo con i demoni.. adesso però.. dimmi se.. dimmi se tu e Buffy andate a cena fuori, per non sentire il casino della mia musica, perché questo pensiero mi disturba un po’..facciamo troppo chiasso? Buffy è seccata per questo? possiamo provare altrove se.. magari da Tommy”

“NO! Fermati lì, Connor.. non è affatto così..” Angel ridacchiò e Connor lo seguì subito.

“Si, si.. Certo, come no? per questo hai insonorizzato il seminterrato? ..a proposito, grazie.. davvero, però non raccontarmi balle ok? Oz ha fatto lo stesso in camera di Tommy. Oz è uno che sa.. lui suona la chitarra. Ha detto che agli altri, la musica a tutto volume, può dar fastidio”

A quel punto Angel rise apertamente “Musica? Connor, quella non è musica, quello è baccano infernale.. dovresti ascoltare Mozart qualche volta o Vivaldi, oppure.. Non ridere, dico davvero”

“Wow.. la mia ex amava quel genere.. cioè, lei amava la musica trascendentale.. ma siamo lì..”

“La tua ex? Hai.. tu hai lasciato la tua..”

“No. Mi ha mollato lei, ma senza drammi.. è tutto ok.. non tutti gli amori, sono grandi amori..”

Angel lo guardò bene, lo guardò intensamente. Si, non stava mentendo. Connor era sereno, ma quello che suo figlio gli disse subito dopo, lo commosse profondamente.

"Papà, prima.. quando ho parlato dei tre padri, volevo dire che tu, non sei un padre qualunque. Non c’è paragone con gli altri. TU sei davvero l’unico padre, che abbia mai veramente avuto.”

“È tutto a posto, Connor. Ho capito cosa volevi dire..” Connor scosse la testa e continuò.

“Mi hai dato quello che mi serviva per sopravvivere, fino a quando ho potuto stare in piedi da solo. Questo è ciò che un padre fa, giusto? Uno in gamba, comunque. Senza quei falsi ricordi, io sarei morto, papà. Forse potevi fermarmi in quel centro commerciale, ma io avrei ritentato ancora, finché non fossi poi riuscito nel mio tentativo. Io volevo morire davvero, e sai che sono testardo. Non avrei smesso di provarci.. quindi, tu mi hai salvato.. lo so che l’ho detto un sacco di volte, ma so che ti piace sentirtelo dire spesso.. non c’è paragone fra te e quegli altri.. Ok?"

“Angel? hai prenotato il tavolo, vero?” L’arrivo di Buffy salvò Angel dalla tempesta emozionale, in cui rischiava di annegare. Guardò ancora Connor per un attimo. Lo guardò intensamente. Il suo sorriso lo convinse che non serviva dire altro. Si limitò ad annuire, sorridendo a sua volta.

Poi si voltò verso Buffy, la guardò scendere le scale, e il sorriso di Angel divenne stupore. Lei riusciva sempre a sorprenderlo. Indossava un semplicissimo abitino rosso, e lui trovò che fosse adorabile. Aveva i capelli sciolti, che ricadevano liberi sulle spalle e un sorriso dolce, illuminava il suo viso. Per un attimo, gli parve di vedere la Buffy degli anni del liceo “Certo, ho prenotato”

Corse in camera, doveva solo prendere la giacca ed era pronto. Pensò che andare a cena fuori, solo loro due, era stata un idea grandiosa. Quando tornò giù, non poté non ridere.

“Guarda che ho capito, Buffy. Si, si..va bene, qua ci sono le pizze surgelate, qua.. tutto il resto che hai elencato, e qua il gelato e la frutta e.. Ok, ho capito.. niente disordine e poi ripuliamo tutto.. adesso vai, papà è arrivato.. rischiate di fare tardi.. verooo papà?..”

“..e qua una carta di credito, se vi va di ordinare cinese o qualcos’altro..” disse Buffy, seria.

Sentì che qualcuno la trascinava via. Era Angel che tenendola per un braccio, la costringeva ad uscire “Buffy, andiamo.. se la caverà benissimo anche da solo.. i figli detestano queste cose..”

Poi si voltò verso Connor e urlò “Non combinare guai.. almeno non molti.. e smettila di ridere”

Nel vialetto esterno dell’Hyperion, si fermarono a baciarsi, ma furono interrotti da una lunga carovana di strani tipi, che sfilava davanti a loro, senza degnarli di uno sguardo. Erano vestiti in modo vistoso e tutti avevano degli strumenti in mano. Angel li guardò con sospetto. “Non sono tutti della band” disse Buffy, come se questo potesse rassicurare Angel. “Nella band sono solo in sei. Connor, Tommy e altri quattro.. questi invece sono solo.. amici, almeno credo..”

Angel pensò che Buffy conosceva Connor, meglio di quanto non lo conoscesse lui, e pensò che questo gli piaceva molto. Sorrise a Tommy quando lo vide arrivare e lui si avvicinò a salutarli. “Cosa hai lì?” chiese Buffy, indicando ciò che teneva in mano. “Questa? È un tortino di spinaci. Mia madre è fissata con le cose vegetariane, l’ha fatta lei perché ha detto.. che sicuramente avremmo mangiato schifezze ..e per schifezze, lei intende dire, pizze surgelate o cinese..”

Buffy stava per replicare, ma Angel la fermò prima che combinasse qualche guaio “Connor ti sta aspettando, Tommy ..e ringrazia tua madre da parte nostra, è stata davvero molto gentile”

Arrivati alla macchina, Angel aprì la portiera per Buffy e lei sorrise “Eh si, proprio un cavaliere d’altri tempi.. dolce, galante e romantico.. ma dovevi per forza lodare quella Nina? Solo perché sa fare tortini ..e come si permette di dire che io non so cucinare?” Angel rise “Non l’ha detto”

“La difendi adesso? È ovvio che volesse dire quello, altro che gentile, voleva offendermi invece. Ma chi crede di essere? Miss Perfettina? Comunque, Tommy non le somiglia per niente..”

..e a proposito di gelosia

“Carino il vestito, ti piace il rosso, vero? Oh aspetta.. ora che ci penso, indossavi qualcosa del genere, anche quella volta al Bronze. Quella volta che ballasti con Xander, se si può chiamare ballare. Ballare era un po’ riduttivo come termine, sembravate attaccati con la colla

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Angel / Vai alla pagina dell'autore: lafatablu