Parte 17
Erano passati dei mesi da quella sera. Quella era
stata la loro prima vera cena insieme, e in seguito divenne una piacevole
consuetudine. Capitava infatti, che Connor passasse spesso a trovarli, ogni
tanto anche in compagnia di Tommy, e poi si fermavano a cena. Una sera avevano
anche invitato Oz e Nina, e Connor e Tommy erano rimasti a dormire lì. Vedere
che suo figlio, condivideva parte della sua vita con lui, per Angel era fonte di
gioia. Anche semplicemente parlare con Tommy, il suo migliore amico, per lui era
appagante. Connor ha degli amici, studia
per costruire il suo futuro, ha una vita normale, è felice, diceva a sè stesso, e gli era
immensamente grato, per ogni singolo momento che passavano insieme. Sia Angel
che Buffy, senza fare eccessive pressioni, spingevano Connor a tornare tutte le
volete che avesse voluto e lui tornava sempre. Lo spettro del “posso essere tuo figlio solo una volta al
mese” era ormai morto e sepolto, e con esso anche la solitudine di Angel.
Quella squallida stanza, la solitaria
tana del vampiro, come la chiamavano Buffy e Connor, non era che un ricordo
ormai. Avevano però tenuto il microonde e la teiera, come ricordo tangibile, di
quei lunghi anni di separazione. Quegli oggetti, gli avevano riavvicinati e
vollero tenerli con loro.
Finite le lezioni, a tarda mattinata, Buffy qualche
volta passava a salutarlo al college, e talvolta finivano con il pranzare
insieme. Inutile dire che Connor amava stare a parlare con lei. In realtà,
l’aspettava con ansia tutti i giorni, ed era deluso, quando lei, per un motivo o
per l’altro, non poteva esserci. A lei confidava i progetti futuri e aveva quasi
convinto Buffy a riprendere gli studi. “Mi piacerebbe, Connor. Mi piacerebbe
molto” diceva lei, ma poi declinava l’offerta, sapendo che non poteva
assumersi un impegno così costante. Lo invitò in Inghilterra, però. Lui non
disse di no, quella era una delle cose che voleva programmare nell’immediato
presente.
“Giles mi ha parlato di una borsa di studio, messa a
disposizione dalla Oxford University, per studenti stranieri. È solo per un
semestre, pensaci Connor, quella è una delle più prestigiose Università della
vecchia Europa, è lì che fabbricano i
Giles. Gioverebbe molto al tuo
curriculum”
E lui ci pensava sempre più seriamente. In quegli
ultimi mesi, per risolvere alcune emergenze, Buffy era già rientrata a Londra
per ben due volte. Per lui stava diventando sempre più difficile, doversi
separare da lei. Lei era sua madre,
non l’aveva certo dimenticato. Il
loro legame famigliare si intensificava ogni giorno di più, stare lontano da lei
non gli piaceva affatto. Ma non gli piaceva neppure lasciare Angel da solo,
soprattutto durante le assenze di Buffy.
Però, nelle ultime settimane, a Connor non erano
sfuggiti gli sguardi malinconici di entrambi, sebbene loro tentassero di
nasconderlo. Angel e Buffy sembravano apparentemente felici, ma lui percepiva,
che qualcosa non stava andando per il verso giusto, ed era molto
preoccupato.
Quella mattina, a pranzo, si decise a parlarne con
Buffy. Come sempre fu diretto nelle sue domande. Però, dietro a quella sua falsa
sicurezza, Buffy percepì tutta l’ansia della sua
voce.
“Voi state
bene?” Chiese Connor “..voglio dire, se ci fosse qualcosa che vi preoccupa, me
lo direste, giusto? beh, dovreste comunque. Siamo una famiglia, ormai. Voi due
state insieme da.. cioè noi.. noi tre siamo.. siamo così vicini.. da quasi sei
mesi ed era esattamente ciò che
volevate. Stare insieme. Fra te e
papà le cose vanno bene, non è vero?”
“È complicato” Rispose semplicemente Buffy,
sorridendogli con non molta convinzione.
Connor annuì, comprendendo che non avrebbe detto
altro. Gli tornarono in mente le parole di nonno Doyle. Quando ti sembrerà
che la fine stia arrivando, non scoraggiarti e non perdere la speranza, perché
quella non sarà la fine, ma solo l’inizio di una nuova vita. Con il nonno,
ormai condivideva un costante ed intenso rapporto. Lo percepiva presente come
mai prima d’ora. Lo sognava di continuo e insieme facevano delle lunghe
chiacchierate, come quando era bambino.
“Fra noi è sempre stato un po’ complicato, Connor.”
Ripeté Buffy, riportandolo al presente.
“Posso aiutarvi in qualche modo?” Lo chiese con voce
talmente bassa, che lei stentò a sentirlo. Scosse la testa, abbassando gli occhi
e Connor percepì tutta la sua tristezza “No, nessuno può” Poi, sorridendogli
ancora, aggiunse “Ma stasera potresti venire a cena. È venerdì. Potresti stare
con noi questo fine settima, a meno che tu non debba tornare dai
Reilly”
Connor annuì ancora, e ancora rispose al suo sorriso
“Si, certo!”
In realtà, aveva deciso di stare con loro fin dalla
sera prima. Aveva anche già preparato le sue cose, immaginando che Buffy sarebbe
passata a prenderlo all’ora di pranzo. “Possiamo andare, ho già tutto con me.
Dai Reilly ci sono stato la settima scorsa.. e sai una cosa? Ho cercato una foto
dei nonni.. Beh, papà aveva ragione, loro hanno un aspetto completamente
diverso.” Sorrise in modo genuino e quel sorriso, ebbe il potere di rasserenare
Buffy “Per me, sono due perfetti sconosciuti. Preferisco di gran lunga i miei nonni.. loro erano molto più
divertenti..”
Buffy rise, “Spero proprio che Cordy non stia ad
ascoltare, perché sono sicura, che questa
cosa di chiamarla nonna.. non le
piacerebbe per niente” Alzandosi, entrambi andarono verso le loro auto e Buffy
chiese “Come ci riesci? Come.. riesci a conciliare le tue due famiglie? Come..
fai a chiamare “papà” sia Angel che.. che il signor
Reilly?”
“È complicato” Rispose Connor, senza rendersi conto di
aver usato le stesse parole di Buffy.
“La
verità è, che.. Lawrence
Reilly, non è mio padre ..e sua moglie, non è mia madre. Io.. io voglio bene a
queste persone, ma dentro me, sono diventati come degli zii. Loro sono molto
affettuosi, certo.. ma ora sono solo degli zii.. e per fortuna, non sto tanto
tempo con loro..”
Buffy abbassò lo sguardo e ancora annuì. Possibile,
che per loro, la vita fosse sempre così complicata? Connor era un ragazzo forte,
lei lo sapeva, ma avrebbe meritato una vita
diversa.
Il parcheggio
soleggiato del campus, era ormai quasi deserto. Durante i fine settimana, tutti
gli studenti tornavano a casa, e lei era contenta di essere lì per
Connor.
“Non è facile essere il figlio di Angel, vero? È difficile fingere di essere
qualcun’altro.. io credo di capire bene cosa intendi. Angel non è sostituibile
con nessun altra persona al mondo, eppure.. è anche difficile vivergli accanto.
È sempre tutto così complicato per noi.. ma quando siamo insieme, è
come..”
“Vivere. È come.. vivere intensamente, nel modo più
autentico e reale, in cui si possa vivere” Finì Connor per lei e Buffy non poté
che annuire un'altra volta. Sentì il bisogno di abbracciarlo, come se già
sapesse, che avrebbero anche potuto separarsi, da lì a breve. “Io voglio che tu
sappia, che per te ci sarò sempre, Connor. Non ha alcuna importanza, dove
potrebbe condurci la vita, non possiamo conoscere il futuro, ma per te.. io ci
sarò sempre.. non dimenticarlo.”
Di nuovo, Connor percepì amarezza e tristezza nella
sua voce. Però, lui sapeva che le loro esistenze, potevano essere diverse. C’era
qualcos’altro che li attendeva. Si aggrappò a quella speranza, e si aggrappò ai
sogni che condivideva con nonno Doyle. Ridacchiò, tentando di farla sorridere
“Beh, almeno per questo weekend, la vita non ci porterà poi così lontano.. e
papà mi ha già dato alcune anticipazioni.. doveva essere una sorpresa, ma non è
riuscito a non dirmelo..” E Buffy rise per davvero. “Parli del seminterrato?”
Lui annuì, salendo sulla sua auto.
“Ha fatto tutto il lavoro da solo, sai?” disse Buffy,
salendo sull’auto di Angel, poi aggiunse “beh, l’idea è stata mia.. ma lui ha
fatto tutto il lavoro.. ha insonorizzato una parte del locale, quindi tu e
Tommy, e tutti gli altri, potrete
suonare come e quanto vorrete.. ma quanti siete..?”
“Quando ci siamo proprio tutti, siamo in dodici.. ma
nella nostra band.. siano solo in sei..”
Si salutarono con un cenno della mano, e Buffy pensò
che il sorriso di questo ragazzo, era davvero disarmante. A lei piaceva, le
piaceva molto parlare con lui. Non era più un bambino, lo sapeva bene. Forse,
visto il suo passato, non lo era mai stato, ma a volte lei lo vedeva piccolo.
Nonostante tutto, in quel suo sorriso, continuava a conservare una sorta di
innocente purezza.
Arrivò a casa prima di Connor. Si stupì di non trovare
Angel già sveglio. Corse di sopra, in preda ad un’ansia improvvisa e
irrazionale. Quando sentì lo scrosciare dell’acqua nella doccia, sorrise e si
rilassò. Notò che Angel aveva già rifatto il letto, e sopra aveva sistemato la
camicia pulita. Il sorriso si spense e ancora tornò l’ansia. Era impossibile non
ricordare quella maledetta notte di tanti anni prima, quando lo cercò
disperatamente, senza riuscire a trovarlo. Invece trovò un letto rifatto, una
camicia posata lì sopra ..e trovò
Angelus. Era tornata nel suo appartamento, dove solo la notte prima, per
entrambi era stata perfetta felicità, ma Angel si era dissolto nel nulla e con
lui la sua anima. La differenza da allora ad oggi, pensò Buffy, era che adesso era
pomeriggio inoltrato e sperò tanto che non fosse l’unica. Comunque, doveva
ricordarsi di dirgli, che preferiva trovare il letto disfatto. Comincio ad averne abbastanza della tua
eccessiva mania dell’ordine. In realtà, quel pensiero non corrispondeva al
vero, lo sapeva bene, non era certo quello il problema. Lei amava molto il modo
in cui Angel, si prendeva cura delle sue cose. Il vero problema era il fantasma
di Angelus, e presto o tardi, avrebbero dovuto affrontarlo. Era questa la sua
reale paura. Angelus, ancora una volta, li stava dividendo.
“Ciao”
Il sorriso di Angel e il suo sguardo confuso,
mitigarono le paure. Fu tentata di corrergli incontro per rifugiarsi fra le sue
braccia, proprio come aveva fatto quella notte di tanti anni prima, ma non si
mosse. Gli sorrise però, e provò un brivido di pura lussuria, davanti alla sua
nudità. Si sarebbe mai abituata a vederlo senza vestiti addosso? e allo stesso
tempo riuscire a mantenere pensieri razionali? Ne dubitava molto, ed ora quel
letto rifatto, rischiava di fare una brutta
fine.
“Ciao”
Angel si sedette sul letto. La guardò confuso,
cercando di intercettare i suoi pensieri. Cominciò a vestirsi e sedendosi
accanto a lui, lei rise. “Perché cominci sempre dalle
calze?”
La risata di Buffy allontanò la confusione, adesso
aveva ben altro in mente. Doveva fare una cosa importantissima. Assolutamente.
La baciò con urgenza, e anche lui pensò, che rifare il letto, non era poi stata
una così grande idea. Ma poi, anche lui rise e rispose alla sua domanda con
cuore leggero. “Non lo so. Abitudine, credo” poi chiese ancora “Hai già
pranzato?”
Lei annuì. “Ho pranzato con Connor. Anche oggi abbiamo
fatto una bella chiacchierata, gli ho detto di Giles, della possibilità di
andare a Londra da lui, per sei mesi..”
“Tu.. pensi di tornare a Londra? Voglio dire.. oltre
alle solite
emergenze..”
“Parlavo di Connor, che centro io? Comunque, prima o
poi dobbiamo rivedere questa cosa.. potremmo trasferirci tutti lì.. in effetti
Giles lo sta chiedendo da un po’ e con insistenza. Ma non ho ancora deciso
niente.. pensi che potresti vivere a Londra? Non dico per sempre..
ma..”
Angel non rispose. Non come avrebbe voluto Buffy.
“Penso che dovresti decidere presto, la missione è
importante. Giles ha ragione.”
..e lei, come
spesso succedeva di recente, lasciò cadere l’argomento. Si stavano
inoltrando in un territorio troppo scivoloso e dovette ammettere con sé stessa,
di non essere ancora pronta, per una loro possibile separazione. Era evidente
che fra loro vi fossero delle tensioni, se l’aveva notato anche Connor, non
erano così bravi a mentire. Erano però bravi a mentire a loro stessi, ma al
momento, per Buffy e Angel, era difficile pensare di doversi lasciare ancora una
volta.
Angel
non poté non notare il suo silenzio, lo percepì come un opprimente peso al
petto. Percepì
distintamente una sensazione di panico, come presagio di ciò che sapeva sarebbe successo da lì a breve.
Lei sarebbe andata via di nuovo, adesso o fra sei mesi o fra un anno, non
cambiava molto le cose. Lui non era ancora in grado di rispondere alla domanda,
che lei gli fece mesi prima. Quella domanda, aleggiava su loro come un fantasma.
Fra noi le cose funzioneranno?
Allontanò quei pensieri. L’idea di perderla, era
impossibile da sostenere. Finì di vestirsi.
“Connor è già qui?” Chiese distrattamente, poi disse
ancora. “Stasera possiamo andare a cena fuori, solo noi due. Immagino ci sarà un
bel trambusto.. se inviterà tutti gli amici, avremmo poco spazio per noi..
vorranno provare il nuovo locale insonorizzato.. meglio lasciarli
soli”
Buffy era d’accordo. Aveva giusto acquistato un
abitino nuovo di recente, e le cene fuori con Angel, erano assolutamente
memorabili. Tutto ciò che facevano insieme era memorabile. Per questo, l’idea di
separarsi faceva ancora più male. Loro stavano bene insieme, si amavano. Non era
certo quello a dividerli. Altre coppie smettevano semplicemente di amarsi, ma
per loro non era così. Per loro era esattamente il contrario. Più stavano
insieme e più si amavano, e più si amavano e più era pericoloso stare insieme.
Era un circolo vizioso che si ripeteva
all’infinito.
“Dico che è un ottima idea” rispose Buffy “Ci mettiamo
in ghingheri stasera?” Poi cambiò tono, si avvicinò a lui e sottovoce gli disse
“Ti amo, lo sai vero?” Lui lo sapeva, certo che lo sapeva. Rispose senza usare
la voce. L’abbraccio che seguì, era molto più eloquente delle
parole.
Scesero nella hall ad attendere Connor, ma lui era già
lì. Stava rispondendo al telefono, e Buffy non poté non notare il sorriso, che
in quel momento, illuminava il viso di Angel.
“Senta, ho già detto di no, non sono Angel. Se mi dà
un momento, vado a chiamarlo.. si può sapere in quante siete a parlare, non
riesco a capire.. MA allora non mi state ad ascoltare? IO NON sono Angel, IO
sono suo figlio.. per voi è lo stesso? Ok. Va bene, allora ditemi
tutto..”
Connor stava perdendo la pazienza e Angel si affrettò
a raggiungerlo. Con un sorriso, che Buffy
trovò tenero e buffo, allo stesso tempo, Angel chiese a suo figlio “Chi è?”
Connor rise divertito, “Non ho capito, sono tre pazze che parlano tutte insieme,
non si capisce niente.. cercano te”
“Si, Angel. Oh, salve ragazze. No, non tutte insieme
per favore. Piano.. parlate una per volta..”
Connor pigiò il tasto ‘viva voce’, voleva che Buffy
sentisse. Era troppo divertente vedere Angel in difficoltà ed era divertente
sentire i commenti di Buffy, sapeva che lei avrebbe riso.
“Chi sono queste pazzeeee?” chiese Buffy “..e perché
sembrano conoscerti così bene? ..e che accidenti vuol dire quel ‘Mmm.. Angel’?
faranno meglio a darsi una calmata..”
Angel riagganciò esasperato, lanciando poi un
occhiataccia a Connor. Sorrise a Buffy, ma il suo disagio era evidente “Non
sono.. nessuno, cioè.. erano amiche di Lorne.. Si, tre amiche di.. Le Furie. Ma
non sono nessuno.. dico davvero.. non ho neppure capito cosa
volevano..”
“Volevano te” disse Connor con un sorriso accattivante
e Angel ridacchiò ancora a disagio.
“Connor? non hai da studiare? Perché ora sarebbe
meglio, sai? Meglio studiare con la luce..”
“Si, infatti. Ero giusto sceso a cercare una matita,
però poi ho sentito squillare il telefono..” Connor rovistò dentro il cassetto
“le tue matite sono diverse, sono morbide, dove le compri? ..e questo cos’è?”
chiese, indicando uno strano oggetto, che stava sul fondo del cassetto.
Angel guardò Connor con stupore, realizzando solo in
quel momento, di aver dimenticato lì quell’oggetto. “Quello è..” Buffy si
avvicinò a guardare meglio “sembra un cristallo..” Angel annuì “..si, esatto”
Poi rivolgendosi ancora a suo figlio, disse..
“Ricordi
che mi chiedesti cosa facessi in questi quattro anni, oltre a cacciare e a
cacciarmi nei guai? Ti risposi che spesso non ero qui a Los Angeles, ti dissi
che mi spostavo di continuo..”
Connor annuì interrompendolo. “Si, e quando chiesi
dove andavi, tu.. non rispondesti”
Angel sospirò “Quell’oggetto è un cristallo. Fu un
regalo di Illyria. Poco prima che morisse, mi donò questo.. per.. poter
viaggiare attraverso lo spazio più velocemente ..e inoltre mi permise di non
essere visibile.. insomma, il cristallo funzionava anche come magia di
occultamento”
Vedendo lo stupore sui visi di Connor e Buffy, spiegò
meglio. Si rivolse ancora a Connor.
“Ricordi i giorni immediatamente successivi
all’apocalisse? Ero diventato una specie di celebrità qua a L.A. Ovunque andassi
mi riconoscevano, mi fermavano per strada per stringermi la mano o
addirittura..” Rise ripensando ai quei giorni “..o addirittura mi chiedevano
l’autografo ..o volevano acquistare le mie spade ..qualcuno mi offrì anche dei
soldi”
Connor
lo ricordava eccome. “Vendevano gadgets, magliette, cappellini e un sacco di altre
cose con la tua immagine stampata sopra.. su eBay vendevano un sacco di cose su
Angel. L’eroe di L.A. che aveva sconfitto
il drago. Un mio amico aveva anche lo screensaver con la tua
faccia”
“Davvero?” Chiese Angel con un sorriso stupito e allo
stesso tempo compiaciuto.
“Si” Rispose Connor, altrettanto compiaciuto. Non vi
era dubbio che fosse fiero di suo padre.
“Peccato che non potevo dire a nessuno che eri mio
padre, perché morivo dalla voglia di farlo, sai? con le ragazze avrebbe fatto un
certo effetto.. cioè, voglio dire.. essere il figlio di Angel, in quel momento,
mi avrebbe dato un sacco di vantaggi..”
Angel scosse la
testa, lo guardò come se gli fossero spuntate due teste “Connor?” Lui rise
“Stavo scherzando, papà.. ti pare che uso questi mezzucci per avere successo con
le ragazze?”
Non fu il solo a ridere. Buffy adorava le loro
interazioni, e adorava Connor sempre di più.
“Oh, sono sicura che hai molte altre doti. Il nostro ragazzo fa strage di cuori.
Insomma, guardalo lì.. con quel sorriso dolce, un po’ imbronciato.. quello
sguardo da cucciolo indifeso. Le ragazze impazziscono per i tipi misteriosi e
bisognosi di coccole. Tale padre, tale figlio..”
Angel e Connor ridacchiarono un po’ a disagio, ma per
motivi completamente diversi. Buffy però continuò a parlare. Sapeva che Angel
stava per dire qualcosa di importante, e voleva aiutarlo ad alleggerire la
tensione. Angel era tesissimo, lo percepiva dalla muscolatura del viso.
“Comunque.. questa cosa che eri famoso, è vera. Sai
che il giorno che sono arrivata, all’aeroporto mi hanno fermato per via della
tua spada? Dico davvero, stavano per arrestarmi per possesso illegale di armi..
ma poi mi hanno rilasciato subito, perché quell’intelligentone del
commissariato, ha detto che era ovvio che la spada fosse un imitazione. L’ha
scambiata per un souvenir della grande apocalisse.. se fossi rimasta lì un altro
secondo, sarei scoppiata a ridere proprio davanti a loro.. quella era la tua
spada, non una volgare imitazione..”
“Ecco,
appunto.. proprio come dicevo..” continuò Angel serio, ma visibilmente più
rilassato di prima. Sia Buffy che Connor, avevano un enorme potere su lui,
riuscivano a trasmettergli forza e serenità, “dicevo.. che non potevo rischiare
di attirare molto l’attenzione.. dovevo agire sotto radar e dovevo agire subito.
Con questo cristallo, proveniente dal sarcofago di Illyria,
potevo ottenere entrambe le cose. Anonimato e.. velocità..”
“Velocità?”
chiese Buffy, tralasciando volutamente la parte che riguardava l’anonimato.
Negli ultimi mesi, ne avevano parlato sino alla nausea, e non voleva discutere
ancora con Angel. Non stasera e non davanti a Connor. “Si, velocità..” annuì
Angel. “Potevo spostarmi nello spazio, e intendo dire in qualsiasi punto del
pianeta, ad una velocità impressionante. Illyria
spiegò che questo sovvertiva il concetto di Spazio-Tempo, così come lo
conosciamo in questa dimensione”
“Potevi anche viaggiare nel tempo? intendi dire che
potevi andare nel futuro o nel passato?”
“No
Connor, niente di tutto questo. Illyria
avrebbe potuto farlo, ma non io.. però, il fatto di potermi spostare nei luoghi
più disparati, a quella velocità, alterava anche il tempo.. capisci? Se scoprivo
che vi era una colonia di demoni in Camerun, in una frazione di secondo, ero
sulle loro tracce. Questo mi dava innumerevoli vantaggi. Talvolta intercettavo
dei loro discorsi, e potevo batterli sul tempo, arrivando prima di loro nel
luogo in cui decidevano di spostarsi. Vi erano colonie di demoni sparse ovunque.
In Camerun mi sono soffermato parecchio, ma anche a Malta, in Spagna ..e un po’
ovunque vi fosse un clima temperato. Pare che preferissero i luoghi caldi della
nostra dimensione. Illyria
avrebbe potuto viaggiare anche in altre dimensioni,
e riuscire a fermarli prima che arrivassero da noi.. ma fu uccisa e non poté
aiutarmi..”
Abbassò lo sguardo, pareva stanco adesso. Pareva
invecchiato di mille anni. Era evidente che parlare di quegli ultimi quattro
anni, per lui era estremamente doloroso. Le ferite dell’anima erano ancora tutte
lì, e Buffy si chiedeva se mai sarebbero guarite.
“Avresti dovuto chiedere aiuto.. a me potevi dirlo..”
Mormorò Buffy con un fil di voce, ma sapeva che Angel, non voleva sentire quel
discorso. Anche Connor disse qualcosa di simile “Hai fatto tutto questo.. da
solo? Potevo aiutarti.. io me la cavo bene con la spada.. lo
sai..”
“È quello che ho fatto..” disse Angel, rivolgendosi ad
entrambi. “Ogni volta che tornavo a L.A. chiedevo aiuto a voi. Abbiamo già
parlato di questo, ma quella guerra, era la mia
guerra..”
Buffy
comprendeva benissimo cosa volesse dire, ma sapere che aveva affrontato tutto
questo da solo, la terrorizzava. Conosceva bene Angel, sapeva che aveva sempre
una buona ragione, per agire come agiva. Lui era consapevole di aver scatenato
l’inferno sulla terra, e non avrebbe avuto pace, finché non avesse ucciso,
finanche
l’ultimo demone. Era la sua guerra, certo.. ma sebbene capisse le sue
motivazioni, lei avrebbe voluto stare al suo fianco. Era esattamente questo, uno
dei motivi per cui lo amava tanto. Loro erano identici sotto molti aspetti.
Erano complementari. Insieme erano una splendida coppia di guerrieri e si
completavano a vicenda.
“Tornavo sempre da voi” disse ancora Angel. “I primi
tempi, andavo a Londra per.. per vedere se potevo comunicare con te.. per
vedere.. se potevo farti sentire la mia presenza.. poi venivo qua a L.A. e stavo
con Connor per un giorno.. e poi scrivevo.. a te. Era quello l’aiuto che
ricevevo da voi.. senza la vostra presenza, non sarei mai riuscito a portare a
termine il mio compito.. ma era una cosa che dovevo fare da solo.. dovevo
trovare il modo di..”
Si fermò un attimo per trovare le parole giuste, non
voleva che Buffy rimanesse ferita un'altra volta. Avevano parlato moltissimo
della Shanshu e della sua rinuncia, ma lei sosteneva che non poteva concludersi
con una semplice stupida firma, anche se aveva firmato con il suo sangue.
“..io dovevo arrivare ai Soci Anziani.. avevano in
mano il mio destino.. o così loro credevano. La profezia Shanshu, come diceva
Illyria, era ancora in questa dimensione. Se fossi riuscito a recuperarla, avrei
potuto modificare la mia rinuncia. Dovevo essere più veloce di loro, ma non sono
mai riuscito a scovarli.. tutto ciò che incontravo nel mio cammino, erano solo i
loro scagnozzi. Demoni provenienti dalle più disparate dimensioni, che avevano
il solo e unico compito, di seminare morte fra la nostra gente ..e di tenermi
occupato in questa guerra..”
Buffy, ancora una
volta, ingoiò dolore e lacrime, ma avrebbe tanto voluto urlare la sua rabbia.
Non contro Angel, perché lei stessa, in circostanze simili, avrebbe agito
esattamente come lui. Ma contro chi si accaniva con loro. Angel aveva lottato
per tutto questo tempo, per riprendersi ciò che era suo. La possibilità di redenzione. Da quanto
lui diceva, pareva avesse fallito, ma lei continuava a pensare, che non potesse
finire così. Volle aggrapparsi a quella speranza.
Incrociando le
braccia, tentò di calmare la sua rabbia, chiudendosi in un autoabbraccio
protettivo, e andò verso le scale. “Vado a.. prepararmi per la cena.. non ci
metterò molto..”
Angel conosceva
bene il suo linguaggio del corpo. Buffy era triste e, ancora una volta, lui ne
era la causa. Questo pensiero era insopportabile. Le corse dietro e la bloccò
subito.
“Buffy.. aspetta..
andiamo insieme a..” Lei lo fermò con sorriso stanco ..e un cenno della
mano
“È tutto a posto,
Angel. Non ci metto molto.. fai vedere a Connor, dove ho messo le cose per la
sua cena con gli amici.. c’è anche il gelato in freezer. Qualunque cosa succeda,
ora non voglio sentire altro. Noi stasera siamo a cena fuori. Insieme. Tutto il
resto può aspettare, va bene?”
Lui annuì mentre
la guardava salire le scale, poi tornò verso Connor, che non aveva smesso di
guardarli neppure per un istante. Si, fra suo padre e sua madre, c’era qualcosa
che non andava per il verso giusto, e non era solo per via di quella maledetta
profezia.
“Connor? è tutto
ok?”
“Io.. non lo
sapevo questo.. non sapevo che cercavi di modificare la rinuncia alla Shanshu e
mi chiedo se.. se io l’avessi saputo, avrei potuto aiutarti.. o forse no.. ma
avrei almeno tentato” Scosse la testa, quando vide lo sguardo di Angel, era
sempre la solita vecchia canzone. Lui non gli avrebbe mai permesso di correre
dei pericoli, che potevano mettere a rischio la sua vita.
“Papà, vorrei che
tu.. che la smettessi con questa cosa dell’eroe, che combatte la sua guerra da
solo.. se c’è un modo per riportare indietro quella rinuncia, possiamo farlo
insieme.. vorrei tanto che tu ti fidassi un po’ più di me.. come pensi che mi
senta adesso? Lo so che lo fai per proteggermi, sono il tuo unico figlio ..e
bla.. bla.. bla.. però io vorrei che..”
Dovette fermarsi,
perché non riusciva a decifrare bene lo sguardo di suo padre. Pareva stesse
ridendo, ma lui non aveva detto proprio nulla di divertente. Gli sorrise.
“Perché ridi?”
“Rido perché..
Connor.. ok, ascoltami bene. Riuscirai a capire perché agisco così con te, solo
quando anche tu sarai padre. Solo allora comprenderai completamente.. non si può
spiegare a parole, il legame che unisce un padre ad un figlio. È come un filo
invisibile che..”
“Guarda che
funziona anche al contrario, papà. Quel legame io lo conosco invece, ovviamente
dalla parte del figlio.. certo, quando sarò padre capirò meglio.. ma tu riesci a
capire me?”
Angel non rispose,
non poteva. Il nodo in gola gli impediva di parlare, e lui non era stato più
figlio, da troppo tempo ormai. Non poteva fare affidamento neppure sui suoi
ricordi. Ma forse, non aveva mai davvero saputo, quale amore potesse provare un
figlio. Angel non ricordava né suo
padre, né il suo amore. Probabilmente perché, a differenza di Connor, neppure
Liam aveva mai avuto una simile fortuna. Si schiarì la gola con un colpo di
tosse, per mitigare il disagio.
“Potresti
insegnarmelo tu. Voglio dire, forse è vero che non riesco a capirti.. è passato
troppo tempo, da quando sono stato ‘figlio’ ..e i miei ricordi sono al quanto
sbiaditi.. ma tu potresti aiutarmi a capire..” Angel cercava l’alleanza di
Connor, nel tentativo di scacciare dalla mente di suo figlio, il fantasma del ‘non sentirsi compresi’ e lo faceva
chiedendogli aiuto. Non era proprio questo che Connor voleva? Voleva aiutare suo
padre. “Pensi di potermi aiutare?”
Connor comprese.
Non a livello razionale, ma comprese che quello, era un altro regalo di suo
padre. Lo guardò dritto negli occhi, e accennò un sorriso. “D’accordo” Poi
divenne serissimo e disse ancora. “I figli detestano le bugie dei genitori..
detestano essere tenuti all’oscuro dai segreti dei grandi.. perché, beh perché
detestano sentirsi impotenti, si sentono inadeguati, perché hanno una paura
tremenda di perderli, di perdere il loro amore. I figli hanno paura di rimanere
soli.. e farebbero di tutto per salvare i propri genitori.. credimi.. ne so
qualcosa al riguardo. Ho avuto tre padri.. ed è sempre la stessa identica cosa,
la stessa identica paura..”
“Connor..”
“Aspetta.. non ho
finito. Per favore papà, dimmi se questi demoni sono.. insomma c’è qualcuno
ancora in giro? C’è qualcuno che ancora ti dà la caccia? Perché se c’è.. voglio
ucciderlo io..”
“L’hai fatto,
Connor.. tu l’hai già fatto! Quei due Selmunth che hai ucciso, erano gli
ultimi..”
Il sorriso di
Connor si allargò a dismisura e illuminò il suo viso “Wow.. vedi? So cavarmela
benissimo con i demoni.. adesso però.. dimmi se.. dimmi se tu e Buffy andate a
cena fuori, per non sentire il casino della mia musica, perché questo pensiero
mi disturba un po’..facciamo troppo chiasso? Buffy è seccata per questo?
possiamo provare altrove se.. magari da
Tommy”
“NO! Fermati lì,
Connor.. non è affatto così..” Angel ridacchiò e Connor lo seguì
subito.
“Si, si.. Certo,
come no? per questo hai insonorizzato il seminterrato? ..a proposito, grazie..
davvero, però non raccontarmi balle ok? Oz ha fatto lo stesso in camera di
Tommy. Oz è uno che sa.. lui suona la chitarra. Ha detto che agli altri, la
musica a tutto volume, può dar fastidio”
A quel punto Angel
rise apertamente “Musica? Connor, quella non è musica, quello è baccano
infernale.. dovresti ascoltare Mozart qualche volta o Vivaldi, oppure.. Non
ridere, dico davvero”
“Wow.. la mia ex
amava quel genere.. cioè, lei amava la musica trascendentale.. ma siamo
lì..”
“La tua ex? Hai..
tu hai lasciato la tua..”
“No. Mi ha mollato
lei, ma senza drammi.. è tutto ok.. non tutti gli amori, sono grandi
amori..”
Angel lo guardò
bene, lo guardò intensamente. Si, non stava mentendo. Connor era sereno, ma
quello che suo figlio gli disse subito dopo, lo commosse
profondamente.
"Papà, prima.. quando ho parlato dei tre padri, volevo dire che tu,
non sei un padre qualunque. Non c’è paragone con gli altri. TU sei davvero
l’unico padre, che abbia mai veramente
avuto.”
“È
tutto a posto, Connor. Ho capito cosa volevi dire..” Connor scosse la testa e
continuò.
“Mi hai dato quello che mi serviva
per sopravvivere, fino a quando ho
potuto stare in piedi da solo. Questo è ciò
che un padre fa, giusto? Uno in
gamba, comunque. Senza quei falsi ricordi, io sarei
morto, papà. Forse potevi fermarmi in quel centro commerciale, ma io avrei
ritentato ancora, finché non fossi poi riuscito nel mio tentativo. Io volevo
morire davvero, e sai che sono testardo. Non avrei smesso di provarci.. quindi,
tu mi hai salvato.. lo so che l’ho detto un sacco di volte, ma so che ti piace
sentirtelo dire spesso.. non c’è paragone fra te e quegli altri..
Ok?"
“Angel? hai prenotato il tavolo, vero?” L’arrivo di
Buffy salvò Angel dalla tempesta emozionale, in cui rischiava di annegare.
Guardò ancora Connor per un attimo. Lo guardò intensamente. Il suo sorriso lo
convinse che non serviva dire altro. Si limitò ad annuire, sorridendo a sua
volta.
Poi si voltò verso Buffy, la guardò scendere le scale,
e il sorriso di Angel divenne stupore. Lei riusciva sempre a sorprenderlo.
Indossava un semplicissimo abitino rosso, e lui trovò che fosse adorabile. Aveva
i capelli sciolti, che ricadevano liberi sulle spalle e un sorriso dolce,
illuminava il suo viso. Per un attimo, gli parve di vedere la Buffy degli anni
del liceo “Certo, ho prenotato”
Corse in camera, doveva solo prendere la giacca ed era
pronto. Pensò che andare a cena fuori, solo loro due, era stata un idea
grandiosa. Quando tornò giù, non poté non
ridere.
“Guarda che ho capito, Buffy. Si, si..va bene, qua ci
sono le pizze surgelate, qua.. tutto il resto che hai elencato, e qua il gelato
e la frutta e.. Ok, ho capito.. niente disordine e poi ripuliamo tutto.. adesso
vai, papà è arrivato.. rischiate di fare tardi.. verooo
papà?..”
“..e qua una carta di credito, se vi va di ordinare
cinese o qualcos’altro..” disse Buffy,
seria.
Sentì che qualcuno la trascinava via. Era Angel che
tenendola per un braccio, la costringeva ad uscire “Buffy, andiamo.. se la
caverà benissimo anche da solo.. i figli detestano queste cose..”
Poi si voltò verso Connor e urlò “Non combinare guai..
almeno non molti.. e smettila di ridere”
Nel vialetto esterno dell’Hyperion, si fermarono a
baciarsi, ma furono interrotti da una lunga carovana di strani tipi, che sfilava
davanti a loro, senza degnarli di uno sguardo. Erano vestiti in modo vistoso e
tutti avevano degli strumenti in mano. Angel li guardò con sospetto. “Non sono
tutti della band” disse Buffy, come se questo potesse rassicurare Angel. “Nella
band sono solo in sei. Connor, Tommy e altri quattro.. questi invece sono solo..
amici, almeno credo..”
Angel pensò che Buffy conosceva Connor, meglio di
quanto non lo conoscesse lui, e pensò che questo gli piaceva molto. Sorrise a
Tommy quando lo vide arrivare e lui si avvicinò a salutarli. “Cosa hai lì?”
chiese Buffy, indicando ciò che teneva in mano. “Questa? È un tortino di
spinaci. Mia madre è fissata con le cose vegetariane, l’ha fatta lei perché ha
detto.. che sicuramente avremmo mangiato schifezze ..e per schifezze, lei
intende dire, pizze surgelate o cinese..”
Buffy stava per replicare, ma Angel la fermò prima che
combinasse qualche guaio “Connor ti sta aspettando, Tommy ..e ringrazia tua
madre da parte nostra, è stata davvero molto
gentile”
Arrivati alla macchina, Angel aprì la portiera per
Buffy e lei sorrise “Eh si, proprio un cavaliere d’altri tempi.. dolce, galante
e romantico.. ma dovevi per forza lodare quella Nina? Solo perché sa fare
tortini ..e come si permette di dire che io non so cucinare?” Angel rise “Non
l’ha detto”
“La difendi adesso? È ovvio che volesse dire quello,
altro che gentile, voleva offendermi invece. Ma chi crede di essere? Miss
Perfettina? Comunque, Tommy non le somiglia per
niente..”
..e a proposito di
gelosia
“Carino
il vestito, ti piace il rosso, vero? Oh aspetta.. ora che ci penso, indossavi
qualcosa del genere, anche quella volta al Bronze. Quella volta che ballasti con
Xander, se si può chiamare ballare. Ballare era un po’ riduttivo come termine, sembravate
attaccati con la colla”