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Autore: fedenow    24/06/2007    12 recensioni
Il mio personale spoiler su come potrebbero svolgersi (a grandissime linee) le nozze fra Bill e Fleur, ovviamente con attenzione puntata sulla good ship! Pairing Ron/Hermione, UN PO' TUTTI.
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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uno sguardo al futuro - festa Mi scuso per l’attesa un po’ lunghetta per questo secondo ed ultimo capitolo:P
Vi ricordate? Abbiamo lasciato Ron e Hermione immobili per qualcosa, l'uno mentre saliva le scale, l'altra mentre le scendeva. Cosa sarà successo?
Buona lettura!


CAPITOLO SECONDO
FESTA



Ripensandoci, Ron fu contento di non essersi visto, in quel momento.
Alla vista di Hermione fasciata in quello splendido abito, era rimasto completamente basito, occhi sgranati e bocca semi-aperta, mentre la ragazza lo osservava impacciata.

Purtroppo o per fortuna, Lupin era uscito da una stanza al primo piano pochi secondi dopo il loro incontro, trasportando un tavolino piuttosto ingombrante.

Ron colse l’occasione al volo per porre fine a quella situazione imbarazzante e si precipitò ad aiutarlo.
“Aspetta Remus, ti do una mano!”, e prese sulle sue braccia parte del peso del tavolino, trasportandolo con foga verso il piano inferiore.

“Grazie Ron! N-no…però aspetta che-”. Cercò di frenare l’incontrollabile fretta, o meglio fuga, del ragazzo.

“Lascia, lascia! Faccio io!”, disse Ron continuando il suo tentativo di evasione rapida.

“Ron!”. Lupin si bloccò, cosicché Ron fu costretto a fare altrettanto.

“Sì?”

“Questo tavolino va portato di sopra, non di sotto!”

Ron, per la seconda volta in pochi minuti, rimpianse i momenti di punizione ad Hogwarts.
“Ahhh…”, disse fissando un punto indefinito del pavimento.

Lupin, percependo l’imbarazzo dei due ragazzi –Ron per la figuraccia fatta e Hermione per la consapevolezza di essere l’oggetto del suo imbarazzo-, decise di dare loro un po’ di tempo per chiarire.
“Senti…io vado a prendere degli altri scatoloni qui dentro….torno subito, ok?”, disse rivolto a Ron.

 “S-sì…”.

E Lupin si dileguò sollevato.

Ron si voltò a guardare Hermione, che continuava a fissarlo, ma quella distolse lo sguardo immediatamente, appena i loro occhi si incontrarono.

“Senti…mamma dice se puoi andare a sistemare i fiori sulle panche in giardino…Sai, gli accostamenti di colore…quelle cose lì…”, disse il ragazzo.

Hermione annuì, contenta che si fosse concluso il momento imbarazzante.
“Sì, certo certo…vado subito…”, e scese la scala fino al pianerottolo su cui si trovava Ron.

L’aveva ormai sorpassato, quando sentì il ragazzo dire:”Stai…ehm ehm…” finse di avere qualcosa in gola, mentre Hermione si voltava per guardarlo.
“Stai bene così…eh…il vestito…”, disse al vestito della ragazza, poiché non riuscì a guardare quella negli occhi.

Hermione si preoccupò.
“Il vestito…cosa?”

Ron finalmente ebbe il coraggio di alzare lo sguardo.
“N-no…dico…ti sta bene…”

“Oh! Grazie!” E si voltò, scendendo le scale di corsa.

Ron rimase a fissare il punto in cui Hermione era scomparsa con un sorriso ebete stampato in faccia, ma presto Lupin tornò e lo distrasse dai suoi dolci pensieri.
“Pausa finita! Forza, riprendi il tavolino, giovane Weasley innamorato!”

“Anche tu, Remus?!?”

Lupin rise rumorosamente, e anche a Ron scappò un mezzo sorriso, ovviamente abilmente mascherato.


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Giorno del matrimonio di Bill e Fleur – ore 12.30 - La Tana

La cerimonia era ormai giunta alla sua conclusione.
Nonostante lo scarsissimo anticipo con cui tutto era stato organizzato, ogni cosa si svolse alla perfezione.

Durante la celebrazione, i due sposi erano sempre stati visibilmente emozionati e tesi, e avevano accolto con grande gioia la dichiarazione conclusiva del celebrante.

Ron prese posto accanto alla sua famiglia, a cui ovviamente era stata riservata la prima fila, mentre Harry e Hermione si sedettero sulla panca retrostante.

Dopo essere diventati ufficialmente marito e moglie, Bill e Fleur sfilarono fra le panche ringraziando e salutando tutti coloro che erano intervenuti alle nozze.

Fleur era raggiante, mano nella mano con Bill, anch’egli felice e sorridente, per quanto glielo concedessero le orrende cicatrici che gli deturpavano il volto.

I due sposi si diressero verso gli enormi tavoli che li avrebbero ospitati per il pranzo nuziale, anch’essi posti nel giardino della Tana.

La felicità era generale, fatta eccezione per Harry, che aveva un’espressione nervosa e spazientita.
Ginny, con un sorriso stampato sul volto, gli si accostò.
“Ciao!”

“Ciao.”, rispose Harry brusco.

Ginny alzò un sopracciglio.
“Qualcosa non va?”

“No, figurati! Tutto a meraviglia, no? Mi sembra ovvio…”, rispose sgarbatamente.

Ginny si innervosì ad una risposta del genere.
“Harry, si può sapere che cos’hai?”

“Cos’ho? Cos’ho? Ma non saprei, guarda! Forse che Voldemort è tornato e sta uccidendo maghi e babbani mentre noi siamo qui a festeggiare?”

Ginny assunse il famoso gipiglio alla Molly Weasley.
“E sentiamo: cosa dovremmo fare? Mandare tutto all’aria e andare a combattere Voldemort?”

Harry sbuffò arrabbiato. “Non dico questo…Solo potreste essere più…non so…”

“Più cosa?”, lo interruppe Ginny, “Più tristi? Dobbiamo smettere di provare gioia e amore per colpa di un assassino, come stai facendo tu?”, gli urlò contro.

“Io non sto facendo questo! Sembra che sono l’unico responsabile, qui dentro!”

Ginny rise sarcasticamente.
 “Tu? E ti sembra responsabile non divertirti più, troncare con me, tenere il muso e pensare a Tu-Sai-Chi il giorno del matrimonio di un tuo amico?”

Gli si avvicinò, gli occhi stranamente lucidi.
 “Apri gli occhi, Harry! Stai facendo esattamente quello che Tu-Sai-Chi vuole: diventare un essere senza sentimenti ed emozioni, accecato dalla vendetta. Proprio come lui. E se tu continui a fare così, bè…lui a vinto in partenza.”

E ciò detto se ne andò verso la sua famiglia in festa, cercando di sorridere e di impedire alle lacrime di farsi strada sulle sue guance.


Harry si guardò nervosamente in giro, consapevole del fatto che Ginny avesse pienamente ragione, per quanto gli risultasse difficile ammetterlo.

Molti posti erano ancora liberi, poiché parecchi invitati, fra cui anche Hermione, si affollavano ancora intorno agli sposi. Ron invece aveva già preso posto al tavolo centrale.
Harry prese nervosamente un’oliva dal buffet e si sedette di fianco a lui, che rigirava fra le mani una tartina, mentre fissava Hermione con un’espressione indecifrabile.

“Ciao…”, disse al rosso, senza però ottenere risposta.

“Ron? Ci sei?”

Quello si riscosse subito.
“Ah, ciao, Harry! Scusa, non ti avevo visto…Stavo…sì insomma…” Indicò vagamente l’area in cui c’era Hermione.

Harry sorrise malizioso “Fissando Hermione?”

“No! Cioè no…sì…perché…”
Era visibilmente in imbarazzo, così Harry decise di non infierire ulteriormente.

Ron iniziò a fissare il suo piatto, mentre molti dei presenti occupavano le sedie libere di fianco a loro.
“Harry?”

“Sì?”

“Tu come ci vedi insieme?”, chiese Ron, continuando a fissarsi il piatto.

"Intendi dire tu e…”

“Sì…Io e Hermione…Tu…tu pensi che io le piaccia?”, chiese Ron assumendo una colorazione bordeaux.

“Sinceramente? Sì”
Fece una pausa.
 “Però penso anche che finché non vai a dirglielo non serve a niente stare a pensarci.”

Ron si accigliò.
“Secondo questo criterio, tu dovresti andare da Ginny e dirgli che ti sei comportato da Troll e sei pentito per averla scaricata, giusto?”

Harry non riuscì a trattenere un sorriso.
 “Forse. Ma dubito che mi ascolterebbe dopo quello che ho detto prima. E comunque…”

“Cos’è successo prima?”

“Oh…niente di importante…E comunque sarebbe la cosa giusta da fare. A meno che tu non voglia che Hermione si rifugi da Vicky…”

“No!”, rispose Ron con aria disgustata.

“Bene. Quindi prendi coraggio e vai, amico”

“Giusto!”, affermò deciso, e fece per alzarsi, ma quando incontrò lo sguardo sorridente di Hermione tutto il suo coraggio venne meno improvvisamente.
“Però pensandoci bene, è meglio se aspetto il brindisi finale. Così se mi prende a schiaffi potrò dare la colpa alla Burrobirra!”, disse mentre si rideseva frettolosamente.

Harry scosse la testa sconcertato, ma evitò ulteriori commenti.


Poco dopo i due ragazzi furono raggiunti da Hermione e Ginny.
La riccia, sorridente, prese a dire: “Ragazzi, ho conosciuto la cugina di Fleur. Anche lei sta per sposarsi. Ma non è bellissimo? Ron, perché mi fissi?”, chiese sospettosa.

“Non ti stavo fissando!”, rispose automaticamente.

“No invece! Tu mi stavi fissando!”, rispose categorica la ragazza.

Il rosso fu colto alla sprovvista.
“ N-no…solo…pensavo…dicevo…sono d’accordo. Sono una bella cosa tutti questi matrimoni. Una sorta di rivolta pacifica contro Voi-Sapete-Chi, no? Hai…ragione.”

Hermione alzò un sopracciglio.
“E da quando in qua mi dai ragione, Ronald?”

 “Io non ti do mai contro per principio! Comunque è un bene, no? Preferisci litigare?”

Harry e Ginny si sentirono degli intrusi in quella discussione.

“No!”, disse Hermione, consapevole di aver messo troppa apprensione in quella sillaba.

Tutti e quattro i ragazzi furono sollevati dall’arrivo di altri invitati, poiché l’atmosfera divenne più leggera e piacevole.


Il pranzo continuò serenamente, intervallato regolarmente dai coretti bacio!bacio!, a cui Bill e Fleur obbedirono con piacere.

Molti parenti presero la parola durante il brindisi finale, compresa Molly, che però non riuscì a concludere il suo discorso, poiché per l’emozione scoppiò a piangere.

La band iniziò a suonare, e una strega dall’abbigliamento in stile anni Ottanta cominciò a cantare una dolce melodia.

Tutti bevvero Burrobirra in abbondanza, in particolare Ron, che ne scolò quattro boccali sotto gli occhi esterrefatti dei vicini.

“Ron, non penso che papà sarebbe molto contento di sapere che ti stai ubriacando!”, interloquì Ginny mentre il fratello afferrava il quinto boccale.

“Infatti l’idea è che papà non lo sappia, vero sorellina?”, e sottolineò pesantemente le ultime parole.

Ginny fece spallucce e si voltò a guardare le molte coppie che già avevano occupato la pista.

“Vuoi?”

Ginny di voltò di scatto. Era stato Harry a parlare.

“Come?”, chiese, non avendo colto il senso della domanda.

“Vuoi…ballare? Con me?”

Ginny sorrise e annuì.
Mentre Harry la precedeva, la rossa si voltò solare verso Hermione, che sorridendo la incoraggiò a seguire il suo cavaliere sulla pista.


Poco dopo non c’era più quasi nessuno seduto ai tavoli, tranne, ovviamente Hermione, che giocherellava con il tovagliolo invidiando le coppiette danzanti, e Ron, terrorizzato da quello che doveva –e voleva- fare.
Fingendosi disinteressato, disse: “Ormai quasi tutti stanno ballando…”

Hermione lo guardò decisa. “Mi stai invitando a ballare?”

“No!”, rispose Ron maledicendosi.

Hermione scosse la testa innervosita.

Dopo pochi secondi Ron prese coraggio.
 “Ti va?”, chiese, aspettandosi gli insulti della sua compagna.

Ma Hermione lo stupì ancora una volta.

Si girò verso di lui e sorrise, appena prima di scoppiare in una risata decisamente contagiosa, considerando che si ritrovarono tutt’e due a ridere come due bambini, mentre avanzavano verso la pista mano nella mano.

Trovato un posto non eccessivamente affollato, si fermarono.
Ron si guardò intorno.
“Allora…tu sai come si balla?”, chiese divertito.

Altre risate.

“Io sì, ma anche tu dovresti, visto che per il Ballo del Ceppo hai fatto pratica con la McGrannitt!”

Di nuovo risate.

“Hermione, ma perché stiamo ridendo come due cretini?”

“Non lo so! Però è meglio così, no? In fondo fra pochi giorni staremo…faremo…”
Gli occhi le diventarono improvvisamente lucidi.

Ron la strinse dolcemente.
 “Ehi…dai…non ci pensare…andrà tutto bene…”

Era difficile convincerla, quando lui era il primo a non credere in quello che diceva.

Hermione iniziò a piangere silenziosamente.
 “Sai che fra una settimana potremmo essere tutti morti? Io, te, Harry…”

“No.”, rispose categorico.

“Sì invece. Però non è giusto, Ron! Abbiamo solo 17 anni! Non è…”.
Sempre più lacrime le rigavano le gote.

“Vieni via”, disse spingendola lontana dalla ressa, avvolgendole un braccio intorno alle spalle.

Hermione non oppose resistenza, cercando di trattenersi dal piangere per quanto possibile.

Non appena svoltarono l’angolo della casa, scoppiò in un pianto dirotto, gettandosi fra le braccia di Ron.
Il ragazzo la strinse più forte che potè.
“Sshh…va tutto bene…”

Hermione si aggrappò letteralmente a lui.

“Va tutto bene, davvero….”, ripetè il ragazzo.

Stettero abbracciati finché Hermione parve essersi in parte tranquillizzata.
“Come va?”, chiese Ron mentre la ragazza cercava di ricomporsi con l’aiuto di un fazzoletto.

“Meglio, meglio, adesso.” Alzò gli occhi ancora arrossati e lo guardò.
“Ron…grazie…”

“Ma di cosa?”, chiese sfiorandole le spalle e le braccia.

“No, davvero. Io…grazie”.

Sorrisero entrambi, e si accorsero solo allora dei pochi centimetri che li separavano.

Ciò che successe dopo venne naturale.

Si scambiarono un bacio leggero a fior di labbra, subito dopo uno più profondo e lungo.


Si separarono dopo molto tempo, malvolentieri.

Hermione sorrise, il viso ancora arrossato per il pianto.
“In fondo ci abbiamo messo solo sette anni!”

“Sì, ma alla fine ce l’abbiamo fatta!”

Riuscì a strapparle una risata.
“Ron?”, chiese senza staccarsi da lui.

“Mm?”

“Come fai a non avere paura?”

Il ragazzo sorrise mestamente.
“Io ho paura. Da morire. Paura che succeda qualcosa alla mia famiglia, a me, a Harry”. Le accarezzò una guancia. “A te.”

La ragazza sorrise e lo abbracciò.
“Io non voglio morire, Ron.”

“Questo non succederà mai, te lo giuro. Fosse l’ultima cosa che faccio. Tu non morirai, è una promessa solenne.”

Lo strinse più forte che poté.
“Ti voglio bene…”

Ron si staccò di colpo, fingendosi offeso.
“Solo?”

Hermione rise.
“Ok, forse qualcosa di più…giusto un pochino!!”, disse divertita.

Ron la tirò a sé e la baciò.
 “Ancora solo un pochino?”

La ragazza assunse un’espressione maliziosa.
“Un po’…”

Un altro bacio.

 “Adesso?”, chiese il rosso.

“Ti adoro!”, rispose Hermione con una risata.

“Così va meglio, signorina Granger! E ora siamo pronti per tornare di là!”

Le prese la mano e iniziarono ad incamminarsi verso il cuore della festa.

Dopo poco Ron si bloccò di colpo, e si voltò a guardarla negli occhi.
“Sei bellissima”.

Hermione sorrise e gli diede un bacio veloce.
“Grazie”

Svoltarono l’angolo sereni mano nella mano, cosa che evidentemente non passò inosservata, dato che poco dopo furono assaliti da Fred e George.

“E bravo Ron, fratellino mio!”, intervenne il primo.

“Già! Ora puoi togliere la foto di zia Muriel da sotto il cuscino!”

Risero tutti, compreso Ron, anche se li apostrofò come “beceri babbei”.


Subito furono raggiunti da Ginny e Harry, anche loro mano nella mano.

“Uhhhh!! Ma stasera allora è proprio la serata delle coppiette!!”, disse George.

“Eh…cosa ci vuoi fare, fratello: l’amore impera, questa sera!”, aggiunse il gemello con fare filosofico.

“Ridi, ridi, Fred. Intanto attualmente tu e George siete gli unici senza accompagnatrici, o sbaglio?”, disse Ron compiaciuto con sé stesso per questa sua affermazione.

“Eh…ma che ci vuoi fare, Ronron: avevamo così tante richieste da parte di così tante graziose signorine, che alla fine abbiamo dovuto declinarle tutte, altrimenti sarebbero scoppiate lotte furibonde fra le escluse e le invitate!!”

“Bhè…intanto voi siete soli! Questo è un dato di fatto!”, si intromise Ginny ridacchiando.

“Già…non vi resta che chiedere a Ronron la foto di zia Muriel, sempre che voglia darvela!”, disse Hermione cingendo la vita di Ron e guardandolo negli occhi sorridendo.

Risero tutti, compreso Ron, che finse di essere serio quel tanto che bastava per dire: “Anche tu, Hermione? Traditrice!”

Di nuovo risate.
Risate a crepapelle.
Risate prima di tuffarsi nell’ignoto di una guerra assurda, che pure andava combattuta.
Risate che dimostravano che forse non tutto era perduto.

Ridendo, forse Voldemort non avrebbe vinto.



Ecco, vi ho raccontato la mia storia. O meglio, l’inizio della mia storia.
La fine non potrò mai scriverla, né voglio farlo.


Sono passati pochi giorni da quella magica serata: ho ancora paura.
Una paura terribile, paralizzante.
Piango ancora, forse più di prima. Da sola, in compagnia: piango sempre.
In fondo è meglio così, in qualche modo devo sfogarmi.

E ovviamente, da quando sto con Ron ho ancora più paura.
Paura di perderlo.

Eppure, non si deve trascurare l’altra faccia della medaglia: è per Ron che vado avanti, che non mollo.
È per Ron e per tutte le persone come lui, innamorate, che il male non trionferà.

L’amore vince tutto!-Quante volte mi hanno detto questa frase.
Solo che ora ho imparato a crederci.

Non so se sopravvivremo. Non so quanto vivremo. Non lo so.

So solo una cosa: sono Hermione Granger,  e sono felice.


Con me, Voldemort ha perso.


_______________________________

Ringrazio Belovedranger per una delle idee chiave di questa storia: la piccola ribellione, che fra l’altro è il titolo di una sua bella fan fiction.
Ringrazio Roswell per la frase finale:)
Ringrazio tutti coloro che hanno letto, recensito o apprezzato il primo capitolo di questa storia.

La scritta è lì, il mouse ce l’avete: cliccate ancora!!
   
 
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