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Autore: Keyra    24/06/2007    4 recensioni
A volte capita che un ragazzo si innamori davvero.
A volte capita che un ragazzo si innamori davvero di una ragazza.
A volte capita che un ragazzo si innamori davvero di una ragazza malata.
(ULTIMO CAPITOLO)
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E va bene, ricapitoliamo: grazie a tutte! Sentirmi dire che è una delle storie più belle che avete mai letto.. dio mio,è qualcosa di infinitamente stupendo! Questo dovrebbe essere il secondultimo capitolo :P baci, Keyra

****************

 

 

Circa un mese dopo, Rebecca mi telefonò. Mi stupì sentire la sua voce, era da parecchio tempo che non ci chiamavamo.

Era debole e sottile, bassa, stanca. Sembrava come appena uscita da un incubo. E forse lo era, per davvero.

 

-         Gabo? –

 

Rispondeva sempre così al telefono, quando mi chiamava lei. Gabo?

 

-         Ciao! –

-         Ciao.. Gabo.. –

 

Percepii qualcosa come un sorriso, dall’altra parte.

 

-         Rebbi.. come stai? –

-         Potrebbe andare meglio –

-         ...

-         ...

-         Ti ho telefonato perché... be’, pensavo fosse giusto dirtelo, insomma. Ieri mattina mi hanno ricoverata. D’urgenza.

-         ...

-         ...

-         Perché?

-         Sono svenuta, a scuola. In mezzo al cortile. Durante l’intervallo. Tutti mi guardavano, sentivo come un vortice attorno a me... Un sacco di colori, di voci, di maglie, di facce mai viste...

-         ...

-         ...

-         ...

-         Sono scesa a quarantadue chili. Il mio corpo non ce la fa più.

 

Aveva continuato a suonare la sua musica, quella musica.

Ma ora era arrivato il momento di stonare. Aveva fatto fiasco, al suo concerto.

 

-         Reb...

-         ...

-         Reb, sei una sciocca.

 

La sentii piangere.

Era un pianto diverso, disperato, non come quando mi diceva che le mancavo. Quello era un pianto di nostalgia, mentre quelle di adesso erano lacrime di sfinimento.

Era come se tutti i nervi le fossero crollati addosso all’improvviso.

Come se pensieri custoditi dentro di sé per mesi fossero esplosi in getti fortissimi, violenti, colpendola all’impazzata.

 

-         Lo so - disse tra i singhiozzi che le invadevano tutto il corpo, la mente e l’anima.

-         Fermati, Reb. Il tuo concerto deve finire.

-         Lo so.

-         Vuoi finirla?

-         Sì.

-         Promettimelo, Reb. Ti prego. Promettimelo. E’ già difficile che sei lontana, ma pensare che lo sei infelicemente, che stai soffrendo. Dio, quanto odio questa situazione.

-         Anch’io..

-         Promettimi di finirla con queste stronzate.

-         Te lo prometto...

-         Lo vuoi davvero? Sii sincera.

-         Sì, lo voglio davvero. Ti giuro. Mi sento.. un’ameba, un vegetale. Mi faccio schifo, Gabo. Mi guardo allo specchio e... sono uno scheletro, dio santo, uno scheletro.

-         Fino a quando ti ricoverano?

-         Non lo so... Dipende tutto da me.

-         Stai mangiando, ora?

-         Abbastanza, ma è difficile. Non tanto perché non voglio, è il mio corpo che rifiuta tutto. Lo rigetta indietro, vomito.

-         Porca della miseria, in che cazzo di casini ti vai a cacciare?

-         Lo so.

-         Ti ricordi quando mi dissi che era bello, essere lontani ma sotto lo stesso cielo? Guardarlo contemporaneamente ed essere così, in qualche modo, vicini? Uniti?

-         Sì.

-         Io non ce la farei se tu non fossi più lì a guardarlo, questo cielo.

-         ...

-         Perciò vedi di guarire Reb. Io non voglio rimanere da solo in questo mondo di merda.

-         ...

-         Ti prego, Reb.

-         ...

-         Ti prego.

-         ... Sì.

-         ?

-         Guarirò, te lo giuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’estate dopo Rebecca arrivò come una ventata primaverile. Era fresca e nuova e bella.

Bella per davvero.

Continuammo così per tanto, tanto tempo. Ogni estate ci amavamo alla follia, ma lei, più diventavamo grandi, meno veniva in vacanza in quel paesino sperduto.

Poco a poco ci perdemmo, e di lei mi rimasero solo alcuni messaggi sul cellulare, qualche e-mail scritta al volo tra gli orari di scuola e il gruppo, e alcune telefonate lunghe come la notte.

Poi, niente di più.

 

  
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