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Autore: laCollins    07/12/2012    5 recensioni
"ps: domani potremmo finalmente incontrarci se ti va."
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-issa's corner-

Si,è vero, ho cambiato personaggio principale, ma vabè. Horan è Horan.
Parker lo stavo sfruttando un pò per tutto, gli ho concesso un pò di meritato riposo prima di una one-shoot a rating rosso.ewe

In ogni caso, a questo prologo ci tengo particolarmente, perchè il mio Beta è Marco, che so che legge e mi vergogno sempre.uff. ti amo,ssi.

Beh, che dirvi ancora? Non vi consumo la vista già dall' inizio perchè vi serve per leggere adesso, quindi boh, recensite**


(ritorno su questa storia a distanza di un mesetto e credetemi, siccome non ho l'ispirazione per continuare questa storia, credo che la lascerò così, sotto forma di one-shoot, quindi beh, mi scuso con chiunque avesse letto o recensito in passato. Un bacione)






 




Routine, definizione su wikipedia:

è il modo pratico e consueto di procedere nell'attività quotidiana. Può anche avere connotazione negativa, come "monotona" ripetizione.

Non è un paradosso, di per se, la parola routine?

Significa monotonia, ciclo, roba noiosa e chiusa, nonostante derivi dal latino via rupta, cioè “via aperta”, “strada battuta”.

Una parola che ti verrebbe da non usarla tanto che è paradossale, per la miseria.
Eppure suona così bene, ha una musicalità particolare, coinvolgente, suoni leggeri che solo le parole francesi sanno possedere.

Mousse.

Tour Eiffel.

Baguette. Oddio no, Baguette no, suona davvero maluccio. Ma vabbè, è l’eccezione.

In ogni caso, di cosa stavamo parlando? Ah sì.
Routine.

Cose che fai ciclicamente, ti svegli la mattina e sai già che le farai, in quel momento, in quel modo e senza cambi di programma.
Una volta qualcuno disse che il segreto del tuo futuro è nascosto nella routine del tuo presente.

Routine.
Ma conoscere qualcuno da tanto tempo, come si chiama?
Routine, amicizia, amore, abitudine.
Si chiama allo stesso modo per ogni rapporto, esiste un nome che non prescinde dal tipo di legame, oppure occorre differenziare i vari casi?

Routine.
Conoscere qualcuno da un sacco di tempo, conoscerlo abbastanza d poter dire di conoscerlo veramente, conoscerlo abbastanza da poter dire di amarlo, ma senza essersi mai guardati in faccia, come si chiama?
Follia, amore di plastica, amicizia utopistica?
Oppure sono quelle cose per cui un nome vero non esiste, casi particolari che la lingua italiana si è dimenticata di catalogare, e quindi occorre chiamarle con una serie di parole legate tra loro che lascino intuire la situazione paradossale?

Routine.
Una volta lessi una cosa che mi lasciò sconvolta per giorni, la lessi e per un paio di giorni vagai nella consapevolezza che non avevo idea di come si vivesse:

Dalla nascita alla morte, dal lunedì alla domenica, da mattina a sera, tutte le attività sono organizzate e prestabilite. Come potrebbe un uomo prigioniero nella ragnatela della routine ricordarsi che è un uomo, un individuo ben distinto, uno al quale è concessa un’unica occasione di vivere, con speranze e delusioni, dolori e timori, col desiderio di amare e il terrore della solitudine e del nulla?

Fu quella frase a mettermi in guardia dalla routine.

Non ripetersi, non ripetere il comportamento comune, uscire dagli schemi.
Certo, qualcosa di vicino alla routine c’è sempre, nel nostro stare al mondo.
Su questo non si scappa.

In ogni cosa c’è un pizzico di routine,
potresti dipingere ogni giorno un quadro differente con colori differenti, ma dalla routine di prendere ogni giorno in mano il pennello non puoi mica scappare, mica dipingi ogni giorno in maniera differente.

Oggi col pennello, domani con una forchetta e tra tre giorni usi le dita.

Routine.
Iniziare un rapporto con un semplice ciao, per esempio.
Non se ne può proprio scappare, da questo genere di ripetizioni, da questo genere di copia/incolla di vita.

Routine.
Così come non si può scappare dall’accendere il computer, accedere alla propria mail e sperare che ci sia un numero uno tra due parentesi, accanto alla frase posta in arrivo.

Routine.
Io lo faccio ogni mattina, ogni giorno, ogni sempre.
E ogni volta quell’uno tra due parentesi è lì ad aspettarmi.
E quell’uno tra due parentesi si chiama Niall.

Routine.
Si può amare un numero?
Un numero abbracciato da due parentesi, il numero più piccolo che c’è, diverso da zero.
Un uno. Abbracciato. Da due parentesi. Un panino matematico.

Il numero fa il prosciutto e le parentesi giocano ad essere pane.

Però ogni giorno tu vai lì, lo trovi ad aspettarti e senti che lo ami. Può mai essere possibile, una cosa del genere?

Provatelo a chiedere a me, e la mia risposta sarà sì.

Io quel numero lo amo, ogni giorno vado lì a cercarlo e lui mi aspetta, lo trovo lì a far l’amore con quelle due parentesi, nel frattempo che mi aspetta. Però poi lo vedo, sorrido e sento che lo amo.

Io quel numero lo amo, perché ha Niall stampato in fronte.
Ecco perché.

“ Buongiorno K. Possibile che ogni mattina debba sempre svegliarmi prima di te? Non mi dai mai la gioia di svegliarmi e trovare un tuo messaggio! Rispondimi appena ti svegli. <3 “

Anche Niall è piuttosto schiavo della routine.

Ogni mattina mi scrive più o meno lo stesso messaggio, possibile che bla bla, scrivimi quando
ti bla bla, cuore bla.

Routine, insomma.

Oggi però ogni parola su quel testo pesava come fosse fatta di ghisa, ogni parola pesava un giga di ghisa di memoria.

Oggi, in fondo a tutta quella routine, non c’era il solito ripetitivo e adorabile punto. No.

Oggi, in fondo a tutta quella adorabile routine, c’era un P.S.

Di quelle cose che le leggi e i tuoi occhi non ce la fanno, a raccontartele.
Si confondono, vanno in palla, e per sbaglio, invece che dirle al tuo cervello le dicono al tuo cuore.
E allora il tuo cuore si gonfia, perché mica capita ogni giorno che gli occhi leggano qualcosa e vadano a dirla a lui.

Boom, una poltiglia di cuore che ti cola nell’anima, un’esplosione dolce che più dolce c’è solo il miele.
Boom, un cuore dolce come il miele che esplode.

“ P.S. Domani potremmo finalmente incontrarci, se ti va.
  
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