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Autore: Cioccorana    24/06/2007    13 recensioni
AMO i Tokio Hotel, li adoro: questa è la prima storia che scrivo su di loro. Non so ancora bene come si evolverà la trama, ho un'idea, ma di solito quando scrivo cambio sempre qualcosina. Spero vi piaccia!^_^ Thanks for reading!
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco la versione riveduta e corretta! Grazie a quelli che hanno segnalato il cambio di tempo! Ci starò attenta, ma è probabile che ricapiti perchè sono molto distratta e a volte dalla prima persona passo alla terza senza pensarci (specie quando devo descrivere i sentimenti!); intoltre faccio casino anche quando traspongo un testo in versione HTML, spesso metà pezzi rimangono da una parte e altri se ne vanno in tutt'altra direzione (non chiedetemi come sia possibile...)

Comunque grazie, continuate a segnalare gli errori! Aggiornerò il prima possibile!

Aspettate...ok, dico la verità, SPERO di riuscire ad aggiornare, perchè io ho il "Blocco dell'Aggiornamento" ovvero inizio a scrivere qualcosa, posto i primi capitoli e poi, anche se magari la storia è finita non scrivo più perchè mi dico che è uno schifo e che non vale la pena di pubblicare... Ehi, è la prima volta che lo scrivo così spudoratemente, magari questa è la volta buona che finisco di pubblicare una storia! Ahah! Va bè, non fateci caso, prendiamolo come un gesto scaramantico!^^

Per quelli che non lo sanno Andreas è un grande amico dei Tokio, si occupa della gestione del loro website e di altre piccole cose, ma è principalmente un loro amico (per chi ha i CD in tedesco se leggete i ringraziamente in fondo lo trovate nominato da Bill...Forse anche in quello in inglese, ma sinceramente non me lo ricordo-_-')

Scusate ancora per gli errori, cercherò di essere meno distratta!-_-'

 

 

 

Im Zimmer 483

(Nella Camera 483)

 

La prima volta che sentii mio fratello vomitare stavo sfogliando le pagine dell’ultimo numero di Bravo; non mi è mai piaciuto molto quel giornale, ha sempre scritto un sacco di cazzate, ma è vero che ci ha aiutato molto con tutta la pubblicità che ci ha fatto e che continua a farci. Stavo leggendo un articolo su Samy Deluxe; adoro la sua musica. L’articolo parlava del suo ultimo concerto e dell’uscita del suo nuovo album. Non dimenticherò mai quella foto di Samy, l’unica cosa che ha ricambiato il mio sguardo in quei momenti terrorizzanti, mentre sentivo l’ultimo piatto di pasta che mio fratello aveva mangiato ricadere nel cesso.

Non stava male, di questo ne ero sicuro perché fino a qualche minuto prima stavamo scherzando insieme e lui era tranquillo e sereno. Non stava male, no.

E poi, lo sentivo. Sentivo che quello di mio fratello non era il vomito di una persona che sta male. Mi sembrava di vederlo, lì, nella stanza accanto alla mia, separati solamente da una sottile parete di cartongesso, piegato sulla tazza, gli anelli posati sul lavandino bagnato e due dita occupate a spingere più fondo che possono nella sua gola, gli occhi lacrimanti per lo sforzo. Riuscivo a immaginarlo anche troppo bene. E ogni conato che sentivo meno riuscivo a muovermi; ero immobile sul letto, fissando il giornale, incapace di gridare "Ehi, tutto ok?". Non ce l’ho fatta, sono rimasto in silenzio fino a quando non ho sentito tirare lo sciacquone e aprire l’acqua del lavandino.

Sono rimasto immobile.

Scusami Bill.

***

 

La mattina seguente avevamo le prove per incidere la nuova canzone Spring Nicht. Ero tremendamente assonnato, la gran parte della notte avevo pensato a cosa fare; parlare con Bill? Fare finta di niente? Alla fine avevo deciso di non dire niente, magari stavo esagerando e non era come credevo, magari davvero Bill non stava bene. Sapevo bene di star mentendo a me stesso, ma riuscii ad autoconvincermi che era quella la cosa da fare, ovvero non fare nulla.

"Tom, hai svegliato tu Georg?"

"’Giorno Gustav. No, io non l’ho visto…"

"Ma perché, perché quel ragazzo deve essere sempre in ritardo?!" Gustav odiava i ritardi di Georg, e il fatto che lui fosse il più puntuale del gruppo probabilmente incideva sulla cosa.

"Dai, vado a dire a quelli della reception di fargli suonare il telefono in camera, così si sveglia."

"Grazie Tom. Vorrei solo che fosse un po’ più responsabile con queste cose."

"Ehi, bello, tranquillo, siamo star, ritardare è un nostro diritto!" per fortuna riesco a far ridacchiare Gustav, mentre mi avvio alla reception, dove una ragazza abbastanza carina mi guarda sorridendo cortesemente.

"Buongiorno. E’ possibile chiamare la camera di Georg Listing?"

"Certo." La ragazza compone il numero della camera e mi passa la cornetta.

Dopo ben dieci squilli un Georg ancora mezzo addormentato mi risponde.

"Mmmh…?"

"Georg, sai che dovresti già essere giù nella hall?"gli dico io, non riuscendo a trattenere un sorrisetto.

"Ma…che ore sono?"

"Le otto e mezzo."

"Ah. Sì…Bè…Comunque sono pronto, mi stavo infilando le scarpe…"

"Sì, certo, vallo a dire a Gustav. Muoviti!" Riattacco.

Torno da Gustav, con lui c’è anche Bill ora. Sembra che stia bene.

"’Giorno Tom." Mi sorride; adoro quando sorride, per fortuna lo fa spesso.

"Belli, voi avete già fatto colazione?" domando.

"Io stavo andando a farla."risponde Bill.

"Io l’ho già fatta prima; prendete i cornetti, sono buonissimi."
"Gustav, Gustav, tu dovresti mangiare solo insalata…altrimenti poi le nostre fan diranno che sei un maialino!"ride Bill; gli piace particolarmente provocare Gustav.

"Io alle nostre fan piaccio così! E poi non so se hai visto i miei addominali!"

"Non li ho visti perché sono nascosti sotto la tua bella pancetta!"
"Bill, che palle che fai, sei sempre il solito narciso. Andiamo a fare colazione, scemo"lo trascino via, mentre con la coda dell’occhio vedo che Gustav si solleva furtivamente la maglia, per controllare se ha davvero la pancetta. Finisce sempre col credere a quello che gli dice Bill; una volta lo beccai mentre leggeva un libro che spiegava come perdere 5Kg in una settimana. Lo presi così tanto in giro che penso ne sia rimasto traumatizzato.

La colazione è a buffet. Io odio le colazioni a buffet, anzi diciamo pure che odio qualsiasi cosa sia a buffet. Preferisco scegliere da un menu e ordinare. Non mi piace dover prendere il mio cibo dallo stesso piatto degli altri, mi vengono in mente le cose più schifose, come che qualcuno possa aver preso una pastina appena dopo essersi messo le dita nel naso. Bleah, mi passa la fame.

Bill invece non si fa molti problemi, scorrazza felice davanti ai vassoi e prende due cornetti alla crema dalle dimensioni enormi. Io mi limito a prendere una waffel ben tostato e un po’ di marmellata alla fragola.

Ci sediamo.

Quando Bill addenta il primo cornetto mi viene spontaneo pensare se finirà anche quello in fondo al cesso.

Scaccio immediatamente quel pensiero.

"Stamattina dobbiamo provare Spring Nicht, giusto?"chiedo tanto per avviare un minimo di conversazione.

Bill annuisce, pulendosi la bocca col tovagliolo. "Sì, ma sinceramente non me la sento più di tanto di cantare stamattina…"

"E perché?"

"Boh, non ne ho molta voglia e basta. A te non capita mai di non avere voglia di suonare?"

"Sì, a volte…Ma che ci possiamo fare, è il nostro lavoro!"
Bill sbuffa. "Già, lo so…E’ solo che cantare quella canzone mi mette di malumore, non so perché… Mi fa diventare triste…"

E’ sempre stato così, fin da quando eravamo due piccoli e innocenti gemellini; Bill è sempre stato un sensibilone, si lascia influenzare dalle cose più insignificanti.

"Bè, e tu non pensare alle parole allora."
Bill alza gli occhi al cielo"Oooh, certo, e come faccio a cantare?"

"Non ti viene automatico?"

"In che senso?"
"Nel senso che, non ti basta sentire la musica? Le parole non ti vengono da sole? Io quando suono non penso agli accordi che devo fare, o almeno ci penso, ma solamente le prime volte che suono una canzone. Poi dopo viene automatico. Dai, non ci credo che tu, ad ogni canzone di ogni concerto pensi ad ogni singola parola che canti. Anche perché parecchie volte ti ho sentito scazzare di brutto!"

Bill mi rifila un’occhiataccia. Odia quando le sue capacità di cantante vengono messe in dubbio.

"Il fatto è che ancora non ho…come posso spiegare….diciamo che non ho preso confidenza con la canzone."

Stavolta sono io a sbuffare. "Come sei complicato…"

"Non è vero!" S’imbroncia. "E’ lo stesso discorso che hai fatto tu! Dopo che una canzone l’abbiamo provata e riprovata e dopo che l’ho cantata tante volte mi basta cominciare e poi la voce va da sola!"

Ridacchio; il suo lavoro di cantante è un tasto dolente per Bill; basta sfiorarlo nel modo sbagliato che subito s’infervora e si impegna a spiegarti il suo punto di vista.

"Va bè, dai, allora facciamo che dopo che abbiamo finito le prove di Spring Nicht suoneremo un paio di volte una canzone che ti mette su di morale."
"Ne proviamo una di Nena?"

Faccio una smorfia; Nena non è un granchè da suonare…

"Daaaaaiiiiii….Pleaaaaseeeee….."

"Se anche Gustav e Georg sono d’accordo, altrimenti ne suoniamo un’altra! Ma non ti è ancora passata la fissazione per Nena?"

Bill scuote vigorosamente la testa, sorridendo sornione. "No! E poi dopo che ho doppiato insieme a lei, sono ancora più innamorato!"

Saki sbuca alle spalle di Bill. "Senti, innamorato, ci diamo una mossa con la colazione? Tra mezz’ora dobbiamo essere in studio."

"Buongiorno Saki. Io sono pronto, manca solo Georg all’appello."

"E’ sceso anche lui, è di là nella hall con Gustav, dice che non vuole fare colazione."

"Bè non gli do torto, questa roba non è il massimo. Ti prego, Saki, trovaci un altro albergo! Il cibo che fanno qui è cattivo!"

"Tom, stai diventando proprio viziato, sai?"sorride Saki scuotendo la testa. "Se avete finito andiamo."

Bill si ficca in bocca l’ultimo pezzetto di cornetto, e si pulisce le mani alla mia maglia, cosa che odio ma che fa sempre.

"Bill, ti ucciderò se lo fai di nuovo."

"Non potresti mai uccidere il tuo dolcissimo e bellissimo gemellino adorato. Moriresti di noia dopo. E la band, senza uno bello, carismatico, simpatico, dolce, gentile e capace come me fallirebbe subito."

"Bill?"

"Mh?"
"Stai zitto, ti prego."

" Voi due finirete per sposarvi alla fine!"ride Saki.

"Oh no! Saki mi sono scordato il berretto in camera! Mi aspettate un secondo?"
"Sì, ma sbrigati. Ti aspettiamo nella hall."

Nella hall quasi non sento quello che Gustav e Georg mi dicono; che starà facendo Bill? Starà davvero solo prendendo il berretto?

Per fortuna torna giù subito e sembra a posto. Sono sicuro che i suoi cornetti sono rimasti al loro posto nel minuscolo stomaco di mio fratello. Tiro un sospiro di sollievo.

Raggiungiamo il grande e lussuoso ingresso.

Cazzo.

Sempre la solita storia.

"Siete pronti?"ci chiede Saki, improvvisamente serio.

Noi annuiamo, prendendo un profondo respiro, quasi stessimo per immergerci.

"Andiamo. Lucas ci aspetta fuori dalla porta con altri due bodyguard."

Gustav è il primo ad uscire. Non appena si aprono le porte le urla acute ci perforano gli orecchi: decine di fan sono appostate fuori dall’hotel e cominciano a scalpitare.

Esce anche Georg, poi Bill e infine tocca a me.

La folla di ragazze comincia subito a spingere. Durante i concerti le urla e il casino della folla è tremendamente meraviglioso ed eccitante, ma essere assordato, strattonato e spinto alle otto di mattina non è esattamente eccitante e neppure meraviglioso. Il bodyguard mi sta appiccicato in modo imbarazzante, ma le fans sono particolarmente agitate.

Per fortuna raggiungiamo la macchina.

"Wow, siamo vivi! Pensavo seriamente di morire stamattina!" dice Georg, guardando fuori dal finestrino le ragazze trattenute dai bodyguard, mentre la macchina si allontana.

"Già. Non potrebbero fare a meno di urlare, almeno la mattina? Cavolo, non ci sento più!"Gustav si stura un orecchio con aria sofferente.

"Ragazzi, ci amano, c’è poco da fare."sospira Bill sdraiandosi con un odioso sorrisetto stampato in faccia sul sedile dell’auto, incurante dei nostri sguardi esasperati.

 

***

 

"Bene ragazzi, per oggi è tutto. Direi che ci siamo con questa canzone, basterà riprovarla un altro paio di volte e penso che potremo archiviarla definitivamente."

Dalla mia postazione vedo che Bill tira un sospiro di sollievo. E’ strano, non capisco perché quella canzone gli crei così tanta angoscia, l’ha scritta lui e sembrava esserci particolarmente affezionato. Nonostante siamo gemelli e nonostante io sia la persona che meglio conosce e capisce Bill, a volte ci sono tratti del suo carattere che mi rimangono oscuri. In seguito mi sarei amaramente pentito di non essermi impegnato abbastanza a capire quei lati misteriosi, ma allora pensavo che se c’era qualcosa che non voleva dirmi doveva avere le sue buone ragioni.

Anche se ammetto che la cosa mi scocciava alquanto; speravo almeno che, poiché non parlava con me di ciò che lo rendeva insofferente, almeno non ne parlasse con nessun altro.

La sera siamo stanchi morti, il pomeriggio avevamo avuto tre interviste, ma nonostante ciò decidiamo di uscire tutti e quattro; Andreas ha organizzato un party da sballo a casa dei suoi zii e non ce lo perderemmo per niente al mondo.

Il taxi che ci accompagna alla villa ha i vetri oscurati, per fortuna.

Arriviamo che sono già le undici e quaranta, ma la festa è appena iniziata.

Il grande cancello di ferro si apre lentamente e noi entriamo. A darci il benvenuto è la cameriera, che si offre di prendere i nostri giacchetti.

Come prima cosa cerchiamo Andreas. Lo troviamo che si sta scolando un CubaLibre e sembra già abbastanza alticcio.

"Ehi amico!" lo saluto con una spallata.

"Tom! Bill! Siete arrivati! Ciao Georg! Gustav! Ragazzi, non vi avrei mai trovato in mezzo a tutta questa folla…"

In effetti le grandi stanze della villa sono piene di ragazze e ragazzi, tutte piccole star della televisione o della musica.

"C’è un bel casino…."osserva Gustav guardandosi intorno.

"Già…I miei zii mi uccideranno quando torneranno dalle Bahamas…! Spero che la casa sia tornata in ordine per allora!"

"Non ci confiderei troppo amico!"ride Georg, afferrando una bottiglia di birra dal tavolo più vicino. Lo imito, servendomi e passando una bottiglia anche a Gustav. Bill solitamente non beve, lui non regge l’alcol.

"Bè, io vado a fare un giro, per vedere chi c’è!"Georg decide di abbandonarci subito.

"Vengo anche io con te."Gustav lo segue, sparendo tra la folla. Intanto Andreas barcolla un po’, ridacchiando.

"Andreas, quanto hai bevuto?"gli chiede Bill con uno sguardo non proprio lusinghiero.

"Oh, non molto…Ma sai, cominci e dopo non tieni più il conto!" e scoppia a ridere.

Io intanto mi guardo intorno e subito vedo una ragazza piuttosto carina che mi fissa con fare ammiccante; questo è un record, non è neppure dieci minuti che sono arrivato e già mi trovo una ragazza. Viva me! Tom the best!

"Ok, ragazzi, io vado a divertirmi un pò.."dico maliziosamente, prendendo un lungo sorso di birra e avviandomi verso la ragazza che non smette di fissarmi.

"Ciao" le dico.

"Bel cappello."mi risponde lei.

"Grazie. Sei un’amica di Andreas?"

Lei annuisce, bevendo un sorso dal suo bicchiere. "Sì, mi chiamo Laureen."

"Io sono…"

"Tom Kaulitz" conclude lei per me. Ehi, sono famoso!….cioè, ovvio che lo sono-_-‘

Sorrido. "Mi conosci?"

"Certo, ci avete fatto due palle così con Durch den Monsun!"

Inarco un sopracciglio. Come come?

"Alla radio non facevano altro che passare quella stupida canzone. Dopo la decima volta che la sentivo ho cominciato ad odiarla."

Ok. O questa ragazza è totalmente ubriaca o è una provocatrice nata. Dal sorrisetto e dallo sguardo furbo che ha, opterei per la seconda ipotesi. Decido di stare al gioco.

"Adesso stiamo incidendo un nuovo CD. La radio lo passerà così tante volte che impazzirai! Alla fine l’unica cosa che sarai capace di pensare sarà Tokio Hotel!"

"Oddio, spero di scampare a questa sciagura!"

"Ehi!"esclamo facendo una faccia offesa " non mi dirai che non ti piace il mio gruppo!"

"Il tuo gruppo no, ma tu sì…"

E’ fatta, scacco matto. Adesso apriamo le danze.

"Bè…chissà…magari posso convincerti che oltre ad essere carino faccio anche della buona musica…"Mi avvicino a lei lentamente, per tastare il terreno, ma lei sembra del tutto disponibile, e non si fa pregare quando le passo una mano intorno alla schiena e la bacio.

Ci appoggiamo ad una colonna e…bè…ci lasciamo un po’ andare, così, tanto per "conoscerci" un po’. Poi lei si stacca, mi guarda e mi dice: "Sai, su ci sono delle camere molto comode…"

Raccolgo immediatamente l’invito, afferro altre tre bottiglie di birra e saliamo al piano di sopra.

La casa degli zii di Andreas è davvero lussuosa, tanto che ho quasi soggezione a fare sesso in una di quelle camere. Ma non abbastanza da fermarmi.

Laureen un po’ mi bacia e un po’ mi trascina per le scale, ridendo.

Quando arriviamo al primo piano apriamo la prima porta, che però non rivela nessuna camera, bensì il bagno. Ci abbandono dentro una delle bottiglie di birra che intanto mi sono scolato. Inizia a girarmi la testa. E’ piacevole. Adoro il mix alcol+sesso, è una delle cose migliori del mondo, dopo la musica, naturalmente.

Raggiungiamo sempre più smaniosi la seconda porta, ma non appena la apro, le mie risate si spengono immediatamente, come se avessi ricevuto una secchiata d’acqua in piena faccia.

Quella probabilmente doveva essere la camera di Andreas. Ma non è questo a scioccarmi, no, anche se a colpo d’occhio trovo che l’arredamento sia di gusti discutibili.

Laureen mi è venuta a sbattere addosso quando mi sono bloccata di colpo; istintivamente cerco di bloccarle la visuale, mentre il mio cervello cerca di elaborare ciò che i miei occhi hanno appena visto.

Sul letto, arrotolato tra le coperte c’è Andreas, a petto nudo, e sotto di lui, tra le sue braccia, impegnato in quello che sembra un bacio mozzafiato c’è….Bill.

Si accorgono di noi e immediatamente si bloccano. Andreas mi guarda con un’aria strana, quasi vincente. Bill invece abbassa lo sguardo. E’ troppo, devo uscire.

Faccio retrofront e scendo di corsa le scale abbandonando Laureen, le bottiglie di birra ancora strette tra le mani.

"Ehi Tom, ho trovato una ragazza molto…ehi dove vai?!"Sorpasso Gustav senza degnarlo di uno sguardo ed esco il più velocemente possibile in giardino.

Grazie a Dio trovo un angolo deserto.

Mi siedo e mi bevo tutto d’un fiato la prima bottiglia di birra. Faccio un bel rutto e mi scolo anche la seconda, poi le lancio via. I vetri si fracassano sul sentiero di ghiaia del giardino, facendomi venire immediatamente voglia di spaccare qualcos’altro.

Cazzo, quello era Bill. Con Andreas. Bill. Andreas.

Bill e Andreas.

Insieme.

E di certo non stavano facendo la lotta.

Da quanto tempo va avanti questa storia? Perché mio fratello gemello non me ne ha mai parlato prima?

Ci siamo sempre detti tutto, conosciamo ogni cosa dell’altro, gli ho sempre raccontato ogni mia avventura con ogni ragazza e Bill ha fatto lo stesso… Allora perché mi ha taciuto una cosa così importante?

E…è innamorato di Andreas? Dio, non voglio nemmeno pensarci. Noi non possiamo innamorarci, certo, possiamo scopare e fare quanto sesso ci pare, ma sono solo scappatelle, niente che dura più di una notte. Non possiamo legarci a qualcun altro perché ci apparteniamo a vicenda. Siamo gemelli, per Dio!, ci conosciamo da…da sempre! Siamo stati sempre insieme e sempre lo saremmo rimasti. E adesso Bill infrangeva una delle nostre regole, la più importante di tutte.

Ma in fondo a me cosa interessa? Non devo essere così morboso, Bill ha il diritto di innamorarsi di chi vuole, di legarsi a colei o colui ritenga adatto a se stesso...

Anche se così mi ferirebbe a morte… Ma probabilmente questo lui non lo immagina.

Mi prendo la testa fra le mani, soffocando un gemito.

Sono così confuso, non capisco perché soffro così intensamente. Perché, perché fra tutte le persone che ci sono Bill ha scelto proprio Andreas?! Perché lui?! E' diverso che andare con la prima ragazza disponibile, è qualcosa di più importante, di più…serio. Ed è proprio questo che mi spaventa.

Ho perso la sensazione del tempo, non so da quanto sono seduto qui, ma sono stufo. Chiamo un taxi e mi faccio riportare in albergo.

La porta della camera di Bill è chiusa e da dentro non proviene nessuna luce.

Deve essere ancora alla festa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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