Capitolo 17- Anime gemelle
Succede spesso;
sapere che c'è la sagoma perfetta che s'incastra a noi,
immersa in un'alchimia che ha quasi del mistico.
Il paradosso?
Non ci siede quasi mai a fianco: è destinata a rimanere aleatoria,
fugace, effimera forma verso la quale rivolgere il nostro anelito
che rimarrà tale
proprio in virtù dell'impossibilità a
compiersi e tradursi in materia vissuta.
-- Mariella Buscemi
Due settimane e mezzo prima ()
Luce e Daniel erano terrorizzati.
Quel giorno avrebbero incontrato il fidanzato di Lilith, Cam. E sinceramente, nessuno dei due sapeva come comportarsi. Insomma, era da pazzi quel che avevano pensato? Che loro avessero già conosciuto Cam e, in più, quel Cam –proprio quello di Lilith- fosse stato loro intimo amico?
Luce guardò di sottecchi Daniel, intento a sistemarsi ossessivamente il cappuccio della felpa. Faceva un freddo pazzesco ma non c’era da stupirsene: nel Connecticut, a dicembre, le persone giravano incappucciate, con la sciarpa che copriva collo, bocca e naso ed il cappello calato fino sopra le sopracciglia, cosicché si vedessero solo gli occhi.
A Luce era piaciuto quello stile ed una volta aveva ripassato il contorno degli occhi nocciola con la matita blu scuro e l’effetto “misterioso” –almeno come lo aveva definito Daniel- aveva avuto gran successo.
Il freddo faceva sembrare la loro pelle ancora più bianca . Come aveva detto Bill? Due angeli. Luce sbuffava sempre se pensava a quelle parole; eppure, guardando Daniel, non poteva non pensare che nel discorso di Bill ci fosse qualcosa di vero. Cioè, guardate Daniel!, pensava Luce, ammirando la lucentezza dei biondi capelli del ragazzo. Come si fa a dire che non è un angelo?
Lui si voltò in quel momento e le sorrise, scoprendo la chiostra di denti bianchissimi e regolari. Denti da spot pubblicitario per dentifricio. :-Questo tizio deve avere qualcosa di speciale per aver conquistato Lilith.- commentò. Luce si morse un labbro.
:-Già.- Voleva intavolare un’altra discussione sulla loro possibile amicizia passata con quel Cam? Bhe, facesse pure: Luce era lì, pronta. Le sarebbe piaciuto che Daniel capisse che lei sarebbe sempre stata al suo fianco. Lilith subito aveva fatto; lei era ancora a zero. Forse il suo mistero le erano serviti a qualcosa, forse lei non si era prostrata ai piedi del suo Cam come Luce aveva fatto per Daniel. Però poi Luce si pentì di aver pensato male dell’amica e scosse la testa.
Quando Daniel ebbe infilato il giubbotto, Luce si permise di lanciare un’ultima occhiata al suo riflesso allo specchio. I suoi occhi spaventati da cerbiatta scattavano qua e là, guardando ora le onde nere che fuoriuscivano dal cappello di lana floscio, ora la stanza in ordine, ora gli occhi viola di Daniel. Luce si ritrasse da quell’immagine di sé.
Non voleva apparire terrorizzata.
Stava solo andando a conoscere il fidanzato della sua amica. Come avrebbe voluto avere affianco Nora! Ma lei non era stata invitata e Luce non poteva prendersi quel diritto.