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Autore: REAwhereverIgo    08/12/2012    6 recensioni
è passato un anno dall'addio definitivo di Layton a Claire, dalla partenza di Luke e dall'ultimo caso del professore... A un certo punto Lisa, giovane neolaureata, diventa la sua nuova assistente.
Il suo comportamento fin da subito suscita curiosità in Layton... Che cosa nasconde davvero? Hershel avrà il coraggio di lasciar andare il passato per darsi un'altra opportunità?
Per chi ama la coppia laytonxclaire (come me! quanto ho pianto alla fine del gioco!) mi odierà, ma ero così triste nel pensare che quella fosse la fine per Hershel, che mai più nella vita avrebbe trovato l'amore, che ho deciso di dargli un'altra possibilità! Probabilmente sono stata un po' OOC, vi chiedo scusa... spero che la storia vi piaccia!
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7

“Tu sai benissimo chi è, l’hai già conosciuto. Te ne ricordi? È venuto a trovarvi anni fa”

“Non mi ricordo, lo giuro!”

“Non importa, te lo ricorderai a tempo debito. Sappi solo che lui è il tuo prossimo obbiettivo. Sa molte cose riguardo alla spilla e sono certo che, se spronato debitamente, sarà pronto a dire tutto alla sua assistente. Basta saper creare il momento giusto”

“Di che stai parlando?”

“Lo capirai, non preoccuparti. Adesso vai, devi inserirti in quella scuola come studentessa, prima di poter lavorare con lui e per lui”

 

Lisa fissava nostalgica fuori dalla finestra. Erano passati ben quattordici anni da quando aveva conosciuto per la prima volta il professore, alla fine se ne era ricordata. Era appena un’adolescente quando era andato da loro, ma sembrava una bambina, per quello lui non aveva collegato le due cose. Era sempre stata molto piccola, minuta e con i tratti del viso un po’ infantili. Per altro, fin quando non aveva visto una sua vecchia foto, nemmeno lei l’aveva riconosciuto: dato che all’epoca non portava ancora la tuba e la giacca marrone, non era riuscita a collegare il giovane studente della Gressenheller col docente famosissimo di archeologia che era diventato. Sembravano due persone completamente diverse ma, nonostante questo, provava affetto e stima per entrambe le sue versioni.

Il telefono squillò e lei alzò la testa sconsolata.

“Pronto?” rispose.

“Allora? Che novità ci sono?” le chiese lui. Avrebbe potuto mentire e dire che non ce ne erano, che non aveva trovato indizi e che non sapeva nulla; avrebbe potuto attaccare e ignorarlo, chiedere aiuto a Layton e uscire finalmente da quel vortice di bugie in cui era entrata. Avrebbe potuto farlo, certo, ma non lo fece. Il pensiero di Logan la bloccò.

“La spilla è in Italia. Il professore si è ricordato di noi, anche se non mi ha ricollegata alla bambina che ha conosciuto anni e anni fa, e ha deciso di venire in Italia a cercarci” spiegò. Rise amaramente.

“Che situazione comica, no?” disse poi.

“Sapevo che questa storia lo avrebbe portato qua. O, almeno, ci speravo. Tu verrai con loro, vero?”

“Certo”

“Perfetto, mi servirai per farlo cadere in trappola. Ti faccio i miei complimenti per il tuo splendido lavoro, sapevo che saresti stata un’ottima complice” si congratulò. Lisa strinse i denti.

“Io non sono tua complice, sono stata chiara?” ringhiò nella cornetta.

“Tu mi stai ricattando, tieni mio fratello prigioniero, mi costringi a fare cose che non vorrei fare… non sono tua complice, io sono tua prigioniera!” dall’altro lato del telefono risuonò una risata gelida, che la fece rabbrividire.

“Dì come vuoi, a me sta bene. Arrivederci, piccola Lisa” la salutò, riattaccando.

Lei sbatté la cornetta sulla base, infuriata.

“Maledetto! Maledetto tu e tutti quelli che stanno con te!” gridò esasperata.

 

“Non puoi rapire due persone innocenti solo per i tuoi comodi!”

“Vorresti impedirmelo tu? Ma non farmi ridere! Sei solo una stupida ragazzi buona a nulla!”

“A che scopo mettere a rischio due uomini che non c’entrano niente? Dimmelo!”

“Ma è logico, no? Il piccolo assistente di Layton si metterà di gran lena, cercando di risalire ai colpevoli, e casualmente troverà un uomo che lo indirizzerà verso la Spilla di Venere. Quando si accorgerà che non può farcela da solo, chiamerà il suo mentore, il quale inizierà a indagare” le spiegò. Rimase paralizzata, incapace di aprire bocca.

“Sei una persona orribile” sussurrò. Lui le alzò il mento e sorrise.

“Grazie, troppo gentile”

 

Il suono del campanello la fece sobbalzare: non aspettava nessuno.

“Chi è?” domandò.

“Lisa? Siamo Flora e Luke!” risposero, all’unisono, i due ragazzi. Lei sorrise e aprì la porta.

“Buonasera!” la salutarono.

“Buonasera. Cosa ci fate qua?” chiese facendoli entrare.

“Io sono qui per aiutarti a fare le valigie. Tra donne dobbiamo darci una mano” spiegò Flora, sorridendo complice.

“Il professore mi ha mandato qui per fare da scorta a lei. Un gentiluomo non lascia mai che una fanciulla vada in giro da sola di notte” recitò a memoria Luke. Lei rise e li fece sedere sul divano.

“Non ti disturbiamo, vero?” si preoccupò la ragazza.

“Ma no, figurati. Ero qui che pensavo e non facevo niente di particolare, mi fa piacere che siate venuti” li tranquillizzò.

“Volete del tè?” offrì.

“Sì, grazie”

Andò a preparare le tazze e il bollitore mentre gli altri due guardavano divertiti la sua casa.

“Qui è tutto così grazioso!” esclamò Flora.

“E tutto molto ordinato. Ho capito come mai sei stata scelta per fare da assistente al professore!” commentò Luke, ridendo. Lei si affacciò dalla cucina e lo guardò incuriosita.

“In che senso?” domandò.

“Beh, non so se te ne sei accorta, ma lo studio del professore è piuttosto confusionale. Non è mai stato un tipo molto preciso, né ha mai cercato di esserlo, quindi è un bene che ci sia tu a dargli una mano a trovare le sue cose. Pensa che l’altro giorno, cercando un appunto importante sul caso che stiamo seguendo, si è reso conto di averlo perso!” raccontò. Lisa si sentì morire: non l’aveva perso, ce l’aveva lei!

Tornò ad occuparsi del tè con le mani tremanti. Allora se n’era accorto, aveva solo fatto finta di niente. Cosa sarebbe successo se avesse capito che era stata lei a toglierlo dal suo ufficio? L’avrebbe odiata per sempre, non avrebbe più voluto vederla e…

“AH!” gridò, spostando la mano. Si era versata il tè su palmo e la pelle stava diventando rossissima.

“Che succede?” domandò Luke, arrivando di corsa.

Con le lacrime agli occhi, la ragazza si chinò a terra a raccogliere i frammenti della teiera che aveva appena rotto.

“N-niente, non ti preoccupare” rispose. Appena tese la mano bruciata, però, mugolò dal dolore.

“Ti sei ferita” constatò Flora, inginocchiandosi vicina a lei.

“No, non è… non è niente…” provò a ribattere, ma il rossore era ormai evidente e non riusciva nemmeno a piegare le dita, altrimenti la pelle bruciava.

“Luke, chiama il professore” ordinò la ragazza, mettendosi a togliere i frammenti di ceramica da terra. Lisa scosse la testa.

“No, sul serio non è niente, non preoccupatevi” assicurò. L’occhiataccia che le spedì Flora fu abbastanza per zittirla.

“Luke, vai! Lui saprà come fare” ripeté, buttando nel cestino i pezzi di teiera.

“Ah, sì!” rispose lui, riscuotendosi. Uscì dalla stanza e si diresse verso il telefono, lasciandole sole.

“Ti fa tanto male?” si preoccupò la ragazza, prendendole la mano.

“Ti ho detto che sto bene!” s’infuriò Lisa.

“Ma se hai tutto il palmo bruciato! Deve fare male rovesciarsi il tè bollente sulla pelle, non vorrei essere al tuo posto” commentò senza pensare. Poi arrossì.

“Scusami, sono troppo invadente? Il professore me lo dice sempre che dovrei essere più calma, ma proprio non ci riesco. Perdonami” disse, sorridendo imbarazzata.

“Figurati” rispose l’altra, distogliendo lo sguardo.

“Davvero, mi dispiace. Se non vuoi che Luke chiami il professore, forse facciamo in tempo a fermarlo”

“N-no, va bene… va bene così” assicurò lei, sentendo che non riusciva più a trattenere il pianto. Le lacrime iniziarono a scorrerle sulle guance senza che se ne rendesse conto e Flora si spaventò.

“Oddio, ti fa così male? Vieni, mettiamolo sotto l’acqua ghiaccia” disse, facendola alzare di terra.

Lisa la seguì senza parlare, ubbidendole docile come un cagnolino. Spiegarle come mai stava piangendo sarebbe stato peggio che farle credere che fosse la bruciatura a farle male.

 

Layton arrivò qualche minuto dopo, di corsa.

“Cos’è successo?” chiese preoccupato.

“Luke mi ha detto che Lisa si è ferita, cosa si è fatta?” domandò. Aveva il cuore a mille dall’ansia. Flora sorrise.

“Niente di grave. Il tè è uscito dalla teiera e Lisa si è bruciata il palmo della mano” spiegò, indicando la fasciatura della ragazza. Il professore sospirò di sollievo.

“Mi ero immaginato il peggio. Fatemi vedere” disse, avvicinandosi. Prese tra le sue dita, con dolcezza e cura, la sua mano, togliendole con gentilezza le bende.

“Dimmi se ti faccio male” si raccomandò, cercando di essere più lieve possibile con i tocchi. Lei annuì, continuando a piangere ininterrottamente.

Grazie all’acqua fredda, il rossore era diminuito, ma la bruciatura era evidente: la pelle era tirata e lievemente rialzata, tipico delle ferite causate dalle alte temperature.

“Dovrai metterci una pomata. Se aspetti qualche minuto, io e Luke andiamo a prendertela” le disse sorridendo. Lasciò andare la sua mano e Lisa sentì quella mancanza in maniera evidente e dolorosa.

L’uomo, seguito dal suo apprendista, scomparve oltre la porta, lasciando sole le due ragazze.

“Senti, posso farti una domanda piuttosto indiscreta?” chiese Flora, che l’aveva studiata per tutto il tempo in cui Layton era rimasto con loro.

“Mh? Certo” rispose, tornando con i piedi per terra.

“Ti sei innamorata del professore?” domandò. La ragazza s’immobilizzò, senza sapere che rispondere.

 

 

  
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