Libri > Il diario del vampiro
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Autore: Little Redbird    08/12/2012    14 recensioni
Essendo questa una storia scritta parecchio tempo fa, non è una delle mie migliori - soprattutto nella grammatica -, non la revisiono perché ho in corso la sua versione Originale - I ricordi restano - che trovate nel mio profilo :)
Damon la guardò allontanarsi in tutta fretta. Gli aveva lanciato una sfida, lui l’aveva accettata volentieri. Quella ragazza di fuoco -era quello che gli era sembrata, con i capelli di fiamma, le guance rosse per la corsa e l’imbarazzo, e le labbra color fragola- credeva davvero che non l’avrebbe riconosciuta solo perché sarebbe stata mascherata? Se non l’avesse riconosciuta per i lunghi capelli rossi, l’avrebbe sicuramente riconosciuta per il suo profumo di frutti di bosco. I canini premettero contro le gengive per venire fuori, avrebbe avuto il suo sangue. Quella notte stessa, si ripromise.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore, Elena Gilbert/Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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24. Anche i dannati amano. 
 
 
E' necessario che una donna lasci un segno di sè, 
della propria anima ad un uomo 
perchè a fare l'amore siam brave tutte.
 [ Alda Merini ]
 
 
<< Quanto tempo pensate di metterci? >> domandò Damon alle ragazze che riempivano la vasca nel bagno della sua camera.
Le tre sussultarono sentendo la sua voce. Si era tolto la giacca ma indossava ancora la camicia candida, sebbene l’avesse tirata fuori dai pantaloni.
<< Venti minuti ci basteranno >> gli rispose Elena.
Damon annuì. << Va bene, aspetterò di sotto. Prendi questo >>, disse poi a Bonnie porgendole una boccetta contenente del liquido rosso.
Bonnie allungò incerta la mano ed il vampiro chiuse le dita di lei intorno all’oggetto. << Il professore mi ha detto che te ne serviva un po’ per il bagno >>
Bonnie annuì. Non riusciva a parlare, credeva di aver perso la voce o di aver addirittura dimenticato come si faceva.
Damon uscì dalla stanza e lei poté finalmente lasciar andare il respiro che non si era accorta di trattenere.
<< Dai a me, lo metto nell’acqua >> le disse Meredith accennando alla fialetta con il sangue di Damon. Bonnie la lasciò riluttante e si sedette sulla sedia davanti allo specchio, come le aveva detto di fare Elena.
<< Ti ho preso una camicia da notte >> la informò la bionda.
<< Non dovevi >> le rispose.
Elena si posò una mano su un fianco e la guardò attraverso il riflesso. << E come pensavi di presentarti, con il tuo pigiama con i gatti? >> le chiese alzando un sopracciglio.
Meredith sghignazzò.
<< Sono dei panda >> la corresse Bonnie. << E poi cos’hanno che non va? >>
<< Bonnie >> la richiamò Meredith controllando la temperatura dell’acqua con le dita. << Stai per passare la notte con Damon, non con tua nipote >>
Bonnie arrossì violentemente. << Io… non sembrerò per niente sexy >> mormorò.
<< E chi l’ha detto? >> s’infervorò Elena.
<< Lo specchio >> rispose tristemente.
<< Beh, a meno che tu non abbia lo specchio della regina di Biancaneve, questo è impossibile >>
<< Sarai perfetta >> concordò Meredith.
<< Ma io non sono come voi! >> si lamentò. << Non sono alta, slanciata e bellissima >>
<< Bonnie. Damon ha sposato te, non una di noi. Un motivo ci sarà >> le fece presente Elena.
Bonnie la guardò con un’espressione a metà tra il triste e l’amareggiato. << Mi dispiace essermi messa in mezzo >> disse.
Elena la guardò con un sorriso. << Non era questo che intendevo >> le disse. << Senti. Non ve ne ho ancora parlato perché l’ho capito da poco, ma ho capito. Ho capito di amare Stefan e nessun altro >> sussurrò.
Bonnie sospirò fingendo un sorriso. << Non devi mentirmi per farmi star bene >>
<< Non sto mentendo, Bonnie! >> esclamò l’altra. << Dio, ero così cieca! Non riuscivo a vedere quanto tu amassi Damon, fino ad oggi. E tu mi hai aperto gli occhi. Ho finalmente capito che non riuscivo a lasciarlo andare perché avevo paura che restasse solo, che tornasse il Damon che era un tempo, ma ora mi sento bene, perché so che vi proteggerete a vicenda >> disse commossa.
Meredith e Bonnie la guardarono sconcertate, non si sarebbero mai aspettate tanta sincerità da parte della bionda. << Grazie >> le disse Bonnie.
Elena le sorrise. << Dai, lascia che tolga tutte le forcine che ti abbiamo messo in testa >>
Con l’aiuto di Meredith, Elena tolse dai capelli di Bonnie ben cinquantatre forcine, dopo di che, la strega fu pronta per immergersi nella vasca.
Era strano fare il bagno con le ragazze a pettinarla e distrarla, ma era un modo abbastanza efficace per non pensare a quello che doveva fare.
<< Forse dovremmo farle una treccia >> suggerì Meredith. << Così i capelli non le andranno sulla faccia appena inizierà a muoversi >>
Come non detto. Ora sì che ci stava pensando. Sentiva l’ansia attanagliarle il petto, stringerle il cuore in una morsa d’acciaio. Non sapeva come sarebbe andata esattamente, né se avrebbe dovuto fare qualcosa di specifico o se avrebbe dovuto limitarsi a stare ferma. Si sentiva così stupida a pensare certe cose! Damon aveva un’esperienza secolare in quella materia, mentre lei stava lì a chiedersi se avrebbe fatto male o meno. Ed imbranata com’era, avrebbe di sicuro fatto qualche figuraccia.
<< Io e Stefan l’abbiamo fatto ieri sera >> sussurrò Elena.
Bonnie quasi affogò nella vasca mentre Meredith non si era accorta di stare esagerando con il bagnoschiuma, troppo occupata a guardare la bionda a bocca aperta.
<< E com’è stato? >> chiese rinsavendo e posando la bottiglia di sapone ai frutti di bosco.
<< Meredith! >> la rimproverò Bonnie. << Ti sembrano cose da chiedere? >> disse imbarazzatissima.
Elena però era corsa a chiudere a chiave la porta del bagno.
<< Non fare la santarellina, domani toccherà a te raccontare >> le disse Meredith guardandola con occhi che a Bonnie sembravano assatanati.
Bonnie ammutolì.
Elena tornò al suo posto, vicino a Meredith e cominciò ad intrecciare le ciocche rosse della neo sposa. << Beh, si può dire che sia stata io ad istigarlo >> iniziò a raccontare. << Volevo dimostrargli che davvero avevo scelto lui, e volevo farlo dandogli l’unica cosa che non avrebbe avuto nessun altro >>
<< Oh, mio Dio >> la interruppe Bonnie. << Era questo che intendeva quando ha detto che sai essere molto persuasiva! >>
Meredith la guardò in imbarazzo. << Ti sembrava il caso di dirlo? >>
Bonnie chiuse di scatto la bocca. << Mi dispiace, non volevo offenderti >> disse ad Elena.
<< Non preoccuparti, hai detto solo la verità >>
<< E allora? Com’è stato? >> la incitò ancora Meredith.
<< Non si può descrivere >> rispose l’altra con un sorriso sognante. Si prese tutto il tempo di legare i capelli di Bonnie prima di dire << è stato epico >>.
Le sue amiche sorrisero. << Siete perfetti insieme >> le disse Bonnie.
<< Anche noi l’abbiamo fatto >> buttò fuori velocemente Meredith.
Le altre due la guardarono scioccate. 
<< Che c’è? >> chiese la mora. << Eravamo in confidenza e mi sono confidata >> spiegò imbarazzata.
<< Ma quando? >> volle sapere Bonnie.
<< Ieri sera >>
Bonnie pensò che, probabilmente, la sera precedente era stata un disastro solo per lei.
<< E allora? >> chiese ammiccando Elena.
<< Mhm, beh, il mio Rick non sarà un vampiro ma ci sa fare >> disse sorridendo maliziosa.
<< Non ci posso credere! >> disse Elena ridendo.
<< Siete tremende! >> gli fece notare Bonnie.
Le due la guardarono come una bambina che aveva appena fatto una domanda stupida. << Tra poco capirai >> le disse Elena.
<< È come una droga: dopo la prima dose ne vuoi sempre di più >> affermò Meredith.
<< Smettetela! >> ordinò Bonnie. Ormai l’intero suo corpo era rosso di vergogna, e l’acqua le sembrava bollente. Si alzò ed afferrò l’asciugamani più vicino, asciugando in fretta l’acqua dal suo corpo, e poi si infilò la camicia da notte bianca - era davvero corta, notò, ed il pizzo sul seno lasciava ben poco all‘immaginazione. Non poteva più ascoltare quei discorsi, il suo stomaco si stava contorcendo in posizioni impossibili e ringraziò il cielo che a pranzo avesse avuto il tempo di mangiare solo un panino. Si accorse di non riuscire a trovare l’intimo ed espose questo dubbio alle sue amiche.
<< È inutile indossarlo >> le disse Elena.
<< Tanto dovrai toglierlo >> finì Meredith.
Bonnie arrossì di nuovo. << Volete smetterla? O volete che muoia di imbarazzo? >>
Le due risero e le porsero una  vestaglia bianca come la camicia da notte, di pochi centimetri più lunga. Bonnie si strinse l’indumento addosso e si sentì un po’ meglio.
 
 
 
Mutt lo stava ancora fissando in cagnesco. Non aveva smesso neanche un attimo da quando era tornato di sotto, e cominciava ad irritarlo.
<< Anche se continui a provarci, non riuscirai a farmi sparire guardandomi >> lo informò.
<< Tu torcile un solo capello… >> lo minacciò il biondo.
<< Che cosa farai, cicciobello? Mi guarderai di nuovo con questi tuoi occhioni blu? >>
Matt diventò livido di rabbia.
<< Damon >> lo richiamò Stefan. << Non fare stupidaggini >>
Damon lo guardò con gli occhi ridotti a due fessure. Sapeva che non si riferiva solo a Mutt, gli stava ricordando di comportarsi bene con Bonnie. Lui non si era mai comportato male con l’uccellino, non ne era capace. Eppure tutti continuavano a guardarlo preoccupati.
<< Se Bonnie volesse una tisana… >> iniziò la signora Flowers. 
Damon la interruppe. << Sappiamo dove trovare le erbe >> le ricordò.
La donna abbassò lo sguardo preoccupata. << Bonnie starà bene >> la confortò Alaric.
La strega guardò di nuovo Damon. << Andrà tutto bene >> la rassicurò lui.
La signora Flowers sembrò credergli.
Damon però non era più tanto sicuro. Non era sicuro di niente in quel momento. Soprattutto non era sicuro del perché sentisse lo stomaco sottosopra.
Non vedeva l’ora di fare suo l’uccellino ma contemporaneamente si sentiva stranamente ansioso, come se avesse dovuto fare una cosa completamente nuova in cui non era sicuro di riuscire.
Quante sciocchezze! Aveva fatto sesso un milione di volte, era il maestro del sesso. Conosceva più giochi erotici lui che tutte le pornostar del mondo messe assieme. Alcune mosse del kamasutra le aveva inventate lui stesso.
Ma di certo con Bonnie non avrebbe fatto nulla di perverso. Non quella sera almeno.
Le ragazze avevano finalmente aperto la porta del bagno e lui si precipitò di sopra.
 
Rimase sconcertato nel vedere Bonnie con addosso la sottile vestaglia bianca. Non si sarebbe mai aspettato che gli sembrasse così familiare.
L’indumento le arrivava appena sopra il ginocchio e quasi si confondeva con la sua pelle perlacea; non avrebbe mai pensato che le sue gambe potessero sembrare così sexy e si concesse alcuni secondi per ammirarle, giù, fino ai piedini scalzi.
Meredith si schiarì la gola mentre Elena nascondeva una risata con un colpo di tosse. << Noi andiamo >> disse la mora rivolta a Bonnie.
<< Gli altri stanno salendo in macchina >> le avvisò Damon.
<< In macchina? >> chiese Bonnie. << Dove andate? >>
Elena le sorrise. << Sai, il super udito di Stefan… >> le disse ammiccando.
Bonnie non capì all’istante - come suo solito - ma quando comprese divenne più rossa dei suoi capelli. << Oh. OH. Va bene >>
La bionda le fece l’occhiolino e si avviò verso la porta, trascinandosi dietro una Meredith che era occupata a fulminare il vampiro con lo sguardo. 
La cacciatrice faceva decisamente più paura di Mutt, pensò Damon.
Scosse la testa ed aspettò di sentire il rumore della porta d’ingresso che si chiudeva prima rivolgersi a Bonnie. A sua moglie, lo corresse automaticamente la sua testa.
<< Allora… >> le disse squadrandola da capo a piedi.
Era un tutt’uno con i suoi capelli che erano legati in una lunga treccia posata disordinatamente sulla spalla. Le mani erano intrecciate davanti allo stomaco e non smettevano di muoversi nervose. Aveva lo sguardo basso ed il suo cuore sembrava voler uscire dal piccolo petto. Era l’immagine perfetta della purezza.
Si rese conto di non sapere cosa dire e, se Damon Salvatore si ritrovava senza parole, la situazione era seria.
Che cosa avrebbe dovuto dirle? ‘Spogliati‘? Decisamente no. Bonnie non era il tipo da prendere con la forza, con rudezza, era il tipo da preliminari, da baci e carezze. Il problema era che lui non lo era; lui non baciava quando faceva sesso, non ne vedeva l‘utilità.
Si trovava davvero in una brutta situazione.
Fece un passo verso la ragazza e la vide irrigidirsi di colpo, allora si fermò, incerto sul da farsi.
Restarono così ancora per alcuni secondi. Lui fissava Bonnie e Bonnie fissava il pavimento.
Forse avrebbe dovuto iniziare a spogliarsi lui stesso, magari il pettirosso avrebbe seguito il suo esempio.
Ma non ebbe il tempo di mettere in atto il suo piano che la ragazza fece un passo verso di lui.
Questo non se lo sarebbe mai aspettato.
La strega però continuava a fissare il pavimento. << Bonnie? >> la chiamò dolcemente.
<< Non essere codarda >> la sentì mormorare un attimo prima che alzasse gli occhi e gli buttasse le braccia al collo, baciandolo con urgenza.
Damon staccò le proprie labbra da quelle di lei e le sorrise compiaciuto. << Con calma >> le disse accarezzandole un fianco morbido.
Posò di nuovo le labbra sulle sue, ma con dolcezza, senza fretta. Non avevano nessuno che gli correva dietro - beh, a parte un vampiro pazzo che li voleva morti, ma quella notte dovevano far finta di avere tutto il tempo del mondo.
Poco dopo il bacio si intensificò, lasciandoli per un attimo senza fiato. Damon scese a baciare il candido incavo del collo di Bonnie, per lasciarle il tempo di respirare, e la ragazza tremò di piacere al contatto della bocca fredda ed esperta di lui contro la sua pelle morbida. Senza nemmeno pensarci lo attirò di più verso di sé, in una muta richiesta a non fermarsi.
Damon, però, iniziava a sentire una cera urgenza e si staccò per sciogliere la cintura della vestaglia. Infilò le mani sotto di essa, intorno alla vita sottile di Bonnie e sospirò di piacere, attirandola di nuovo verso di sé.
Le loro labbra si trovarono automaticamente, come se fossero nate solo per unirsi, come se lo facessero da sempre.
Damon amava il sapore delle labbra del suo uccellino, in realtà, si accorse, amava il sapore di tutto il suo corpo. Quel suo profumo di fragole e frutti di bosco lo confondeva, lo inebriava al punto di scoprirsi ad annusare l’aria in cerca di quella fragranza afrodisiaca.
Scostò la vestaglia dalle spalle magre di Bonnie e si fiondò con le labbra a baciare la nuova pelle scoperta. Era ubriaco dell’essenza di Bonnie.
Lasciò andare la stoffa leggera della vestaglia e quella cadde silenziosa ai piedi della rossa che tornò improvvisamente rigida.
Damon la guardò in viso; aveva gli occhi lucidi e respirava a fatica. << Hey. Andrà tutto bene >> le disse con la voce arrochita dal desiderio.
Bonnie annuì ma non sembrava tanto sicura.
<< Non ti farò male. Te lo giuro >> le disse carezzandole la testa.
La rossa fece un respiro tremolante ed annuì di nuovo.
Damon scese con la mano lungo la treccia e tolse l’elastico che teneva uniti i capelli. Era bella ma la preferiva con la chioma spettinata, gli sembrava che fosse più selvaggia; da gattina si trasformava in tigre. Le passò la mano tra i capelli, spettinandoli e liberando le ciocche ramate, poi le accarezzò una guancia, sorridendole intenerito.
Si sentiva stranamente calmo. Poteva quasi definirsi rilassato. Mentre Bonnie sembrava nel panico più assoluto.
<< Puoi spegnere la luce? >> gli chiese con la voce arrochita dal desiderio e dal silenzio prolungato.
Damon la guardò accigliato. << Perché? >> 
Bonnie non rispose ed abbassò la testa, imbarazzata.
Il vampiro le mise un dito sotto il mento e la costrinse a guardarlo. << Rilassati, ok? Va tutto bene. Vuoi che spenga la luce? Va bene >>
Un attimo dopo la stanza era buia, vagamente illuminata dai raggi della luna. Damon non le ricordò che lui vedeva perfettamente anche in quelle condizioni.
Il moro si avvicinò nuovamente a lei e la prese per i fianchi. Posò di nuovo la bocca sulla sua e con la punta della lingua chiese il permesso di approfondire il bacio. La bocca di Bonnie si aprì per lui, era calda ed accogliente e si ritrovò ed esplorarla per intero, incrociandola con quella di lei che sfiorava timida la sua. Non si aspettava tutta quell’urgenza di avere sempre di più, a frenarlo era solo la dolcezza infinita dei movimenti intimiditi di Bonnie.
Le afferrò una coscia con un po’ troppo impeto e la ragazza si staccò dalle sue labbra per riprendere fiato. << Ti ho fatto male? >> le mormorò contro il collo.
<< Per niente >> sospirò lei.
Damon sorrise e le passò l’altra mano dietro la schiena, schiacciando il suo piccolo corpo contro il proprio, facendole sentire quanto la desiderasse.
Bonnie si aggrappò a lui con tutte le sue forze e Damon le tirò su anche l’altra gamba, prendendola praticamente in braccio, ma senza staccare mai le labbra dal suo corpo, e lei lo circondò con le gambe magre.
Bonnie si lasciò sfuggire un gemito quando si sentì afferrare per le natiche e Damon rise compiaciuto.
La poggiò sul letto e si posizionò sopra di lei che non staccava le gambe dai suoi fianchi. Alzò l’orlo della sua camicia da notte ma lei lo fermò a metà strada. << Damon… >> cominciò.
<< Lo so, uccellino. È la prima volta anche per me >> le disse baciandole la punta del naso.
<< Non prendermi in giro >> lo rimproverò lei.
<< Non ti sto prendendo in giro. Dopo aver fatto così tanto sesso, mi sa che è la prima volta che faccio l’amore >>
Bonnie sentì il cuore allargarsi nel petto, quasi come se volesse esplodere di gioia. Afferrò Damon per la nuca e lo baciò come prima aveva fatto lui.
Il vampiro interpretò quel gesto come una silenziosa richiesta a continuare quello che aveva iniziato. Abbassò la sottile spallina destra della camicia da notte di Bonnie e la  sentì fremere sotto il tocco stranamente delicato delle sue dita. La guardò: aveva gli occhi serrati e stringeva con forza le lenzuola nere sotto di lei. La baciò sulle labbra e rimase molto più scioccato di lei da quel gesto dolce, smaliziato. L’aveva fatto per richiamare la sua attenzione, ed infatti lei aveva aperto gli occhi e in quel momento lo guardava con i suoi occhioni da cerbiatta a pochi millimetri dai suoi. La baciò di nuovo e lei lo ricambiò con foga, tenendogli il viso tra le mani.
<< Sei bellissima >> le sussurrò. Ed era dannatamente vero. I suoi capelli rossi erano sparsi in lunghe onde sui cuscini foderati di nero, il suo viso pallido e perfetto era di un tenue rosa sugli zigomi, ed il suo corpo candido era lì per lui.
Abbassò ancora la camicia da notte e scoprì i seni piccoli ma pieni di Bonnie. Si concesse qualche attimo per ammirare quello spettacolo prima di guardarla in viso, per poi fiondarsi con le labbra sui capezzoli rosati, pronto ad infliggerle una dolce agonia.
 
Bonnie non riuscì a trattenere un gemito, e si lasciò andare completamente a quella straziante e meravigliosa tortura. Non era sicura che i suoi piccoli seni potessero resistere ancora a lungo a tutto quello che la bocca e le mani di Damon stavano facendo loro, ma non riusciva a trovare la forza di dirgli di smettere, non voleva che smettesse, anzi, voleva che continuasse all’infinito; e voleva che facesse di più, anche se non sapeva bene cosa.
Soffocò un altro grido. La mano di Damon stringeva salda un suo seno che sembrava essere della misura perfetta per la sua mano, mentre la bocca era impegnata con l’altro, quasi come se si stesse aggrappando a lei per non perdere del tutto il controllo.
La stava facendo impazzire di piacere e Bonnie avrebbe voluto che anche lui sentisse tutte quelle magnifiche sensazioni, così sciolse le dita dai suoi capelli corvini e posò le mani sul suo petto, spingendolo ad alzare il viso. Damon la guardò interdetto, non aveva affatto gradito quell’interruzione, ma cambiò idea in pochi istanti, giusto il tempo che le dita tremanti d’imbarazzo di Bonnie sbottonassero il primo bottone della camicia. Le facilitò il compito sbottonando il resto dei bottoncini. Bonnie ammirò il panorama per qualche secondo prima di allungare insicura una mano per sfiorare con le dita tutto il ben di Dio che Damon offriva alla sua vista; sotto il tocco delicato dei suoi polpastrelli, i muscoli del vampiro guizzarono. Con un po’ - molto, moltissimo - di coraggio si mise in ginocchio di fronte a lui e fece scivolare la camicia lungo le sue braccia forti. Damon la stava guardando con una passione che sconcertava entrambi, ed ogni singolo gesto della strega non faceva che accrescerla.
Bonnie spostò le sue dita sul bottone dei pantaloni scuri di Damon ed il moro non riuscì a trattenere un ringhio che di umano aveva ben poco.
Lui le accarezzò il viso e la rossa strofinò la guancia contro il palmo ruvido della sua mano, ma non smise di spogliarlo. Con una calma innaturale abbassò i pantaloni di suo marito e sbirciò i suoi boxer neri. Ovviamente a lui non sfuggì questo particolare, e sorrise, compiaciuto dall’improvvisa audacia del suo pettirosso.
Si scostò da lei per sfilarsi completamente l’indumento e le scarpe e la sfidò ad abbassare pure l’ultimo pezzo di stoffa che lo copriva. Bonnie arrossì di colpo, quasi come se fosse tornata in sé all’improvviso, ma allungò una mano, incuriosita dal gonfiore che vedeva e che stendeva la stoffa aderente dell’indumento. Toccò l’elastico dei boxer ma spostò lo sguardo negli occhi di tenebra di lui, non era sicura di voler vedere quello che si celava lì sotto. Continuando a tenere lo sguardo in quello del vampiro - che la guardava tra lo stupito e l’eccitato - abbassò il fatidico pezzo di stoffa che la proteggeva da quel mondo inesplorato.
Il respiro di Damon si fece più veloce ed i suoi pettorali iniziarono ad alzarsi più frequentemente. Bonnie non resistette alla tentazione di guardare e diede una sbirciata a quello che Damon sembrava fiero di mostrarle. Senza accorgersene spalancò la bocca e guardò scioccata prima il vampiro e poi il suo… “ pene ”, le suggerì il suo cervello. Puoi dirlo, Bonnie, o almeno puoi pensarlo, non è una parolaccia.
Beh, lei non se ne intendeva ma pensava che fosse davvero un bell’esempio di pene.
Damon rise, probabilmente aveva seguito il filo dei suoi pensieri ma non le importava, quella notte sarebbe stata se stessa. Si rese conto che la risata di Damon era durata per alcuni secondi e lo guardò in viso - distogliendo a fatica lo sguardo da quella meraviglia - non riuscendo a nascondere un sorriso. << Scusa >> mormorò imbarazzata. << Ti sembro una stupida >>
Damon sorrise, ma non di uno di quei sorrisi che non si era mai sicuri di aver visto, no. Sorrise di un sorriso abbagliante, vero. << Sei bellissima >> le disse attirandola verso di sé.
La baciò ancora, e ancora, e ancora, fino a che lei quasi svenne tra le sue braccia.
Di nuovo la fece distendere sotto di sé e scese a baciarle i seni e l’addome piatto e liscio, fino all’ombelico, dove incontrò la camicia ancora arrotolata; la sfilò lentamente dalle gambe, accarezzando ogni centimetro di pelle. Continuò a baciarla, pure dove lei non avrebbe nemmeno mai immaginato che un uomo potesse baciare una donna, dove non avrebbe mai immaginato di essere così sensibile al contatto delle sue labbra gelide.
<< Damon >> mormorò.
La risposta del vampiro fu un grugnito.
<< Damon, fa qualcosa. Qualsiasi cosa, ma fa qualcosa! >> esclamò sul punto di morire dal piacere.
Damon risalì il suo corpo con la lingua, fino a sfiorarle l’orecchio. << Sai di fragole anche lì >> le sussurrò con voce roca, quasi come se le avesse appena rivelato il segreto più importante del mondo. 
Bonnie avvampò dalla testa ai piedi e affondò le dita nella sua schiena.
<< Sentirai un po’ di dolore >> la avvisò, << ma passerà subito. Lascia che faccia tutto io >>
Bonnie annuì sicura. Si fidava di Damon, e se lui le diceva che avrebbe fatto tutto lui, si sarebbe rilassata e avrebbe assaporato ogni attimo.
Sentì il ragazzo accompagnare con una mano il suo membro dentro la sua femminilità e sussultò quando si accorse che era inaspettatamente caldo.
Damon appoggiò il corpo su quello di Bonnie e la fronte contro la sua, dopo di che si spinse piano dentro di lei. Bonnie risucchiò l’aria, quasi soffocandosi con il suo stesso respiro e aspettò il dolore. Il vampiro si era fermato contro la barriera della verginità di Bonnie e aspettava che la rossa si calmasse, in modo da coglierla di sorpresa e non farle patire troppo dolore. Quando la vide finalmente rilassarsi, entrò in lei con un’unica poderosa spinta che la colse del tutto impreparata. Damon soffocò l’urlo di Bonnie con un bacio e si fermò dentro di lei, per lasciare che si abituasse alla sua presenza. 
Ancora con le fronti unite, la chiamò. << Guardami, Bonnie >>. La ragazza aprì gli occhi e si perse in quelli di lui. << Va tutto bene. Ora viene il meglio >> le disse sorridendo maliziosamente. << Stai bene? >>
<< Mai stata meglio >> gli rispose lei con occhi sognanti.
Per la seconda volta, quella sera, Damon rise di gusto.
Dopo quel breve scambio di battute, le conversazioni cessarono, sebbene i sospiri ed i nomi mormorati a mezza voce spezzassero la quiete di quella sera di mezza estate.
Bonnie si limitò a stringere suo marito quanto più potesse per permettergli di affondare più profondamente in lei; Damon percepiva ogni spinta come un pugno al suo cuore di pietra, e quella pietra cedeva pericolosamente in fretta.
Quella notte Bonnie non avrebbe pensato a quello che doveva o non doveva fare, avrebbe pensato solo a quello che era giusto; ed era giusto che loro due fossero lì a far l’amore, era così maledettamente giusto, e probabilmente era giusto pure che lei sentisse di amare ancor di più sui marito.
E quella notte Damon non avrebbe pensato ai pericoli che correva lasciando uscire il vero sé, avrebbe pensato solo a quanto fosse bello sentirsi a casa dentro di Bonnie.
Quando alla fine il moro cadde sfinito sul corpo della rossa, lei non si scostò ma lo strinse ancora di più, accarezzandogli il viso e baciandogli i capelli. Entrambi si sentivano pieni e soddisfatti, la strega, però, aveva un enorme peso sullo stomaco di cui doveva liberarsi.
<< Ti amo, Damon >> gli disse attorcigliando una liscia ciocca nera tra le dita.
Il vampiro si alzò sugli avambracci e la osservò interessato.
<< Non rispondere, ti prego >> gli disse lei, già con le lacrime pronte.
Damon la baciò e si distese vicino a lei, stringendola contro il suo petto.
Anche lui l’amava. In un modo tutto suo, e sicuramente inferiore a lei, ma l’amava, lo sapeva. Nessuno amava come Bonnie, con così tanta purezza e sincerità, e lui non credeva davvero di meritarselo ma scoprire che anche lui l’amava, in un certo senso, lo rendeva almeno un po’ più degno. Bonnie era sua moglie e lui l’amava: poteva ritenersi soddisfatto. La baciò ancora sulle labbra e pensò che aveva dato più baci a lei quella notte che in tutta la sua vita.
Bonnie si accoccolò contro di lui, posando la testa nell’incavo del suo collo stranamente caldo. Le gambe le tremavano e la testa le girava ma si sentiva la donna più felice della Terra. << Profumi di cioccolato >> lo informò.
<< E tu hai fame >> le rispose divertito lui.
<< No, non sto scherzando: tu profumi di cioccolato >>
Damon sospirò. << E tu profumi di fragole. E sappiamo quanto siano buone le fragole al cioccolato >>
Bonnie sghignazzò divertita. << Ora mi scriverai una poesia? >>
<< No, ora devo bere il tuo sangue, prima che l’odore di quello che hai perso mi faccia impazzire >> le disse scorbutico.
Bonnie gli pizzicò un capezzolo ed il vampiro si tirò indietro indignato. 
Non aveva mai avuto tutta quella confidenza con lui ma aveva intenzione di godersela quanto più possibile. << Anche il sangue saprà di fragole? >> gli chiese tirandosi a sedere e coprendosi con il lenzuolo nero.
<< Spero proprio di sì >> le rispose l’altro. La guardò sistemarsi la seta scura intorno al corpo a mo’ di vestito e la fermò. << Ho già visto tutto quello che c’era da vedere, e non me ne sono stancato, quindi, se non ti dispiace, voglio che resti nuda >> 
Bonnie spalancò gli occhi ma non obiettò quando la mano di Damon scostò il lenzuolo e rivelò il suo corpo ancora fremente di desiderio. Il moro annuì soddisfatto e si allungò verso il comodino per prendere un coltello dal manico d’avorio che brillava sotto la tenue luce lunare; si incise un taglio - abbastanza profondo per un essere umano - sul collo e la invitò ad avvicinare le labbra al liquido rosso che sgorgava dalla ferita. Bonnie avvicinò il viso a quello di lui e posò le sue manine sulle spalle larghe del vampiro, poi assaggiò qualche goccia di sangue. Aveva già bevuto il sangue di Damon, quando lui l’aveva salvata dal veleno che le avevano iniettato gli alberi durante il periodo di dominazione dei Kitsune a Fell’s Church ma non ne ricordava il sapore poiché l’aveva bevuto da incosciente. Quando la prima goccia di sangue raggiunse la sua lingua si sentì come se fosse tornata a casa dopo un lungo periodo di lontananza. Il sapore non era quello del cioccolato ma avrebbe potuto dire che fosse addirittura meglio, quello che non si sarebbe aspettata erano le immagini che iniziò a vedere. Sembravano essere i ricordi di Damon, non solo quelli che riguardavano lei ed i suoi amici ma anche stralci di vite che aveva vissuto nel buio più totale, tra uccisioni e sregolatezze. Si lasciò trasportare così tanto che non sentì nemmeno i canini del suo vampiro che laceravano la carne del suo candido collo.
 
Damon spostò la massa di riccioli che intralciava la strada ai suoi denti allungati e saggiò la pelle pallida del collo di Bonnie, prima con le labbra e poi con la lingua, infine affondò i canini nella sua carne tenera ed iniziò a succhiare quel dolce nettare rosso che celava. Il sangue di Bonnie non somigliava a nessuno di quelli che aveva assaggiato e questo lo sconcertava. Il sapore del sangue cambiava a seconda dell’età del “ donatore ”, del sesso e perfino a seconda del fatto che fosse vergine oppure no, ma tutti avevano un vago sapore dolciastro… simile al sapore di una torta di mele. Quello della sua Bonnie, invece, era qualcosa di straordinariamente unico; non aveva il sapore di fragole che si aspettava, e nonostante l’avesse appena fatta sua, sapeva ancora di vergine.
Le immagini che seguirono al sapore lo sconvolsero non poco. Erano… i ricordi di Bonnie? 
Si beò nel rivedere tutte le cose che riguardavano lui, tutte le occhiate che gli aveva lanciato di nascosto e tutti i pensieri poco casti che gli aveva rivolto; lo colpirono le immagini di lei che piangeva in camera mentre nella mente visualizzava il suo volto: l’aveva fatta piangere senza saperlo, e non solo una volta. Questa scoperta lo ferì più del lecito ma venne presto distratto da quelli che sembravano i ricordi della loro vita precedente e si meravigliò della persona che era e di tutte le cose che Bonnie gli aveva taciuto. Tutte quelle emozioni lo sconvolsero, ma mai quanto il vedere la scena della vasca. Bonnie sull’orlo della morte, lui che le faceva bere il suo sangue, la paura di perderla, la gioia di vederla svegliarsi e l’orgoglio di averla salvata; ma, soprattutto, c’era qualcosa di nuovo e meraviglioso dentro di lui, una libertà imprigionata nel suo cuore. All’improvviso anche lui ricordava quell’episodio, come se lo avesse vissuto attraverso una nebbia ma riusciva comunque a sentire il vero sé venire fuori, anche in quel momento.
Damon continuò a rivivere la vita di Bonnie attraverso i suoi ricordi e lei continuò a fare lo stesso, fino a che entrambi svennero, vittime delle troppe emozioni.
 
 
Sei incontaminato. Non sei mica come loro. 
Hai ancora qualcosa che si muove, tu, dentro. 
Loro sono induriti, perduti. 
Ti sarai perso, ma indurito però no.
Ti occorre solo di venir trovato.
— C. Bukowski.
 
 
Damon si destò all’improvviso, mettendosi a sedere di scatto.
La luna era ancora alta nel cielo e la stanza era ancora immersa nel buio; accese la lampada sul suo comodino.
Sul cuscino di fianco al suo era posata la testa rossa di Bonnie che sembrava ancora svenuta. Cercò di fare mente locale e di schiarirsi le idee per tentare di capire cosa gli era successo. Ricordava di stare bevendo il dolcissimo sangue della sua streghetta, rivivendo la miriade di ricordi ed emozioni che aveva vissuto, e poi niente, il buio più totale. Si chiese se fosse a causa del passaggio dell’anima di Bonnie a lui, eppure non si sentiva così diverso; sentiva solo una strana sensazione all’altezza del petto. Forse quello che aveva scoperto quella mattina non era vero; forse i suoi poteri non sarebbero cresciuti completando il rituale. Ma almeno aveva scoperto di amare il suo pettirosso.
Guardò la ragazza nuda nel suo letto e pensò che era la prima volta che non voleva scappare dalla finestra dopo una notte insieme ad una donna. Ma quella non era una donna qualunque, quella era la sua Bonnie. Sua. 
Le accarezzò i capelli e fece per svegliarla quando si rese conto che probabilmente anche lei aveva visto i suoi ricordi. Aveva visto di sicuro il periodo in cui era stato con Katherine, e la successiva vita da squartatore che aveva vissuto. Ed aveva di certo visto tutti i suoi ricordi riguardanti Elena. Probabilmente l’avrebbe odiato per tutto il dolore che aveva causato alle persone e per quello che aveva fatto con la sua amica quando lei invece già l’amava. 
Sospirò. Probabilmente non sarebbero mai riusciti ad essere felici.
<< Bonnie >> la chiamò preparandosi a leggere il disgusto nei suoi occhi.
La rossa sussultò senza aprire gli occhi. << Bonnie >> la chiamò di nuovo. << Hey, streghetta, stai bene? >>
Bonnie si tirò su all’improvviso, spaventata, e si tenne la testa che girava a causa del movimento affrettato e della perdita di sangue. << Cos’è successo? >> chiese stordita. << Sono svenuta? >>
<< Sì. Siamo svenuti entrambi >>
Bonnie si accigliò. << Ed è una cosa normale? >>
<< Non lo so >> le disse facendo spallucce. << Sai, non mi avevano mai dato un pezzo di anima prima d’ora >> le disse ironico.
Bonnie gli posò le mani sulle spalle. << Stai bene? Ti senti diverso? Provi qualcosa? >>
<< Piano, uccellino >> le disse ridendo. << Sto bene. Mi sento come prima, credo >>
<< Bene >>
<< E tu? Tu stai bene? >> le chiese preoccupato.
Bonnie arrossì. << Credo che mi facciano male gli inguini, ma sto bene >>
Damon le sorrise malizioso. << Mhm >> fece avvicinandosi. << Per farti passare il dolore in quel punto devi fare pratica >>
Bonnie si leccò le labbra secche. << Adesso? >> chiese intimidita.
Damon rise allontanandosi. << Per quanto mi piacerebbe, non credo che reggeresti un altro round >>
La rossa abbassò lo sguardo. << Già >> disse arrossendo. << Senti, Damon, io ho visto… >>
<< Mi dispiace >> la interruppe lui. << Non sapevo che sarebbe potuta succedere una cosa del genere >>
<< No, no >> fece lei avvicinandosi. << Non dispiacerti. Per quanto fossero brutti quei ricordi, fanno parte di un periodo che non dovrai più vivere, se vorrai >>
<< Non voglio >> le disse con convinzione.
<< Allora non devi. Starai bene, Damon. Tu non sei più quella persona >>
Il vampiro annuì. 
Bonnie lo baciò sulle labbra. << Non sapevi di cioccolato >> lo informò.
<< Nemmeno tu di fragole >> le rispose.
Bonnie scrollò le spalle, incurante.
Damon la guardò lasciarsi andare sul cuscino, soddisfatta. Com’era possibile che si fosse innamorato di lei in una sola notte? Il dubbio che fosse a causa del rituale si insinuò nella sua mente. Bonnie l’aveva sempre amato, anche prima di scoprire del loro legame, quindi il suo poteva considerarsi vero amore. Ma si sarebbe accontentata dei sentimenti di uno che l’amava solo perché aveva metà della sua anima?
Si sentì dannatamente in colpa al pensiero di farla soffrire ancora. Non avrebbe sopportato di vederla piangere di nuovo a causa sua.
<< Damon? >> lo chiamò lei con voce tremante.
Si voltò nella sua direzione e finse un sorriso. << Sì, uccellino? >>
Bonnie gli sorrise con un sorriso più falso del suo. << Perché all’improvviso hai voluto fare il rituale? >>
Damon sentì il cuore spezzarsi sentendo la sua voce insicura. Se avere un’anima significava provare amplificate tutte le emozioni che prima sentiva vagamente, beh, allora non gli piaceva per niente. << Ho scoperto alcune cose >> le disse sincero.
Bonnie annuì come se si fosse aspettata quella risposta. << Posso chiederti cosa? >>
Il vampiro si leccò il labbro inferiore. << I miei Poteri dovrebbero aumentare >> le disse.
<< Tutto qui? >> chiese lei.
<< Dovrebbero aumentare a dismisura >>
<< Oh >> fu tutto quel che disse.
Il silenzio fece da padrone per alcuni secondi, mentre Damon annegava nei sensi di colpa e Bonnie cercava di non annegare nelle proprie lacrime.
 La strega si tirò di nuovo su. << Non fa nulla. Ti capisco >> gli disse.
<< Come? >> 
<< Capisco che tu l’abbia fatto solo per accrescere i tuoi poteri. Non sono stupida, mi sembrava strano che all’improvviso volessi portare a termine un rituale che ti eri ostinato a rifiutare sin dall’inizio. So che non ti importa di me >>. Ormai le lacrime cadevano una dietro l’altra, libere di bagnare le lenzuola color notte.
Damon si chiese se quella sensazione che sentiva era quella che veniva definita con ‘cuore spezzato’. << No, Bonnie, no. Certo che mi importa di te >>. Le posò una mano sulla guancia. << Non piangere, ti prego. Io… io… >> respirò profondamente. << Io provo qualcosa per te, uccellino >> le disse sottovoce.
Bonnie scosse la testa. << No, non farlo. Non illudermi >>
<< Lasciami finire, ok? Credo che insieme alla tua anima tu mi abbia passato la goffaggine >>
Bonnie sorrise tra le lacrime.
<< Non so cosa sia quello che provo. Non posso dirti di amarti perché non so cosa sia l’amore in realtà. Quello che sento… io non l’ho mai sentito prima. Non è come il bene che voglio a Stefan, o quello che sentivo per Elena, né quello che sentivo per Katherine. È qualcosa che sento per la prima volta, e credo che mi faccia un po’ paura >> le disse con un sorriso sghembo.
<< Damon Salvatore che ha paura di qualcosa >> lo schernì lei.
<< Ho paura di molte cose in questo momento >> le confessò. << Soprattutto, ho paura di perderti ora che mi sembra di averti trovata >>
Bonnie inspirò forte.
<< Forse ti amo >> le disse, e sentì il cuore del suo pettirosso partire all’improvviso in una corsa frenetica. << Forse ti amo in un modo contorto e completamente sbagliato >>
<< L’amore non è mai sbagliato >> gli sussurrò. << Ma posso capirti. Non ti chiedo nulla, Damon. Non pretendo che tu mi ami da un giorno all’altro. Posso amare io, per entrambi >>
Damon la baciò. Aveva avuto paura che lei non l’amasse a causa del suo passato, e invece sembrava che lo amasse di più. E allora come poteva non ricambiarla come meritava? 
Appena avrebbe avuto quel bastardo di Elijah tra le mani, giurò a se stesso, l’avrebbe fatto a pezzi senza pietà.
<< Hai fame? >> le chiese cambiando discorso.
<< Un po’ >> ammise Bonnie.
<< Vai a farti una doccia, se vuoi, io vado a preparare qualcosa >> le disse baciandole la fronte.
Bonnie annuì e si infilò la camicia bianca del suo vampiro. Damon la seguiva con lo sguardo mentre prendeva dei vestiti puliti - neri - dal suo armadio. Aveva sempre voluto mettere una camicia da uomo, nei film lo facevano sembrare sexy. Si guardò nel lungo specchio appoggiato alla parete. Non era per niente sensuale con i capelli arruffati ed il collo sporco di sangue secco. Nella camicia potevano entrarci perfettamente almeno tre Bonnie McCullough e le maniche erano lunghe più delle sue gambe. Con un gesto stizzito fece uscire le sue manine dalle braccia della camicia e cercò di sistemarla ma lo sguardo le cadde sulla fede e l’ansia si fece sentire.
Si era sposata. Senza la sua famiglia, senza una cerimonia decente, e con un abito prestato. L’unica cosa positiva era che aveva sposato Damon. Sbirciò il suo anulare sinistro e notò che anche lui portava ancora l’anello. Sorrise felice.
In fondo poteva ricordare quel giorno come il più bello della sua vita, anche se non l’aveva trascorso nel modo che aveva sempre immaginato.
Si guardò di nuovo allo specchio e questa volta fu il riflesso della lampada a catturare la sua attenzione. La luce era troppo luminosa per essere artificiale, e cominciava a sentirsi strana, si sentiva come quando doveva svenire…
<< Damon >> sussurrò impaurita.
Il vampiro la raggiunse appena in tempo per prenderla al volo, prima che battesse la testa sul pavimento di legno.
<< Bonnie? >> la chiamò spaventato. La ragazza non diede segni di vita per alcuni interminabili istanti, poi spalancò di colpo gli occhi, come nel peggior film horror in circolazione.
<< Ci aspetta domani >> mormorò una voce che sembrava vagamente la sua.
<< Chi? >> le chiese Damon.
<< Colui che ci uccide ogni volta >> sussurrò cupa, poi chiuse di nuovo gli occhi, lasciando il marito nel panico più totale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Bene. Spero di non essere andata troppo oltre il rating arancione, ma è stato maledettamente difficile trattenermi.
So di aver reso Damon un po’ OOC in questo capitolo ma era necessario per la mia salute mentale che lui fosse dolce almeno in questo momento.
 
Che altro dirvi?  Fatemi sapere se vi è piaciuto.
 
PS: buona Immacolata a tutti voi che continuate a seguirmi! 
 
A presto,
Little Redbird
   
 
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