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Autore: Bloody_Rose3    08/12/2012    2 recensioni
E se il sorteggio di Prim non fosse stato un caso? Se a tutto questo ci fosse dietro un piano, cominciato sin dall'inizio? Una sorta di vendetta tardiva da parte di Capitol City. Perché Capitol City non perdona, le colpe e i debiti di una persona pesano perfino sui figli. Verity Ember, Distretto 4, si rifiuta di sottostare alla politica dispotica di Capitol City. Durante una rivolta, viene portata via da Logan, qualcuno che perderà la vita per tante altre, per portare giustizia. E Verity odia sentirsi in debito, ma con Logan ormai morto, come può sdebitarsi? Non resta che provare a sconfiggere il presidente.
Ecco a voi i Giorni Bui.
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passate più di due settimane di camminata quando una novità cambia completamente la nostra pesante routine. Non abbiamo fatto altro che camminare, dormire e mangiare quando dovevamo e, raramente, siamo andati in superficie pochi gruppi alla volta, giusto per cambiare aria. L'ultima volta che l'abbiamo fatto ci è passato sopra un hovercraft, ma pare che non ci abbiano notato, dato che il mezzo andava ad una velocità pazzesca. Ciononostante ci hanno proibito pure di uscire un po'. L'unico svago è quello di giocare in qualche caverna: calcio, rugby, carte, scacchi... Io e Chuck giocavamo sempre a scacchi, un tempo, ma non mi ha più rivolto la parola. Non uno sguardo, né un gesto.

Inizialmente i leader di ogni nucleo – sempre in continuo aumento ad ogni incrocio di gallerie – lo torturavano con le loro domande assillanti, spesso arrivando perfino a picchiarlo di fronte ai miei occhi impotenti; poi, stufi delle sue solite risposte, hanno deciso di portarselo con sé e basta, nella speranza che cambi idea. Chace non fa che stuzzicarmi e chiedermi di fargli da spia: ci ho provato, e mentre con gli altri accenna almeno un movimento del capo, con me si rifiuta persino di guardarmi. Nel frattempo ho trovato buone compagnie: quella che mi aveva ceduto la propria brioche si chiama Tracy ed ha circa trent'anni, Nate e Andrew si sono rivelati degli ottimi ascoltatori verso noi ribelli, ma io non oso confidarmi, con Chace che cerca di utilizzare loro due per sapere qualcosa su me e Chuck; Kara è dolce ma eternamente malinconica, premurosa nei confronti di Donna che ha ritrovato un briciolo di lucidità. È riuscita addirittura a parlare del funerale di Logan senza delirare. Quando arriveremo nel 13, gli dedicherò una lapide e vi pianterò un sacco di tulipani attorno. Triste il fatto che non abbiamo alcun cadavere da seppellire, ma solo l'idea che sia morto.

«Abbiamo bisogno di uscire, non ci laviamo da...» sento Luke lamentarsi dell'odore che emaniamo tutti, di come sia difficile respirare qui sotto con questa puzza. Nick, dal canto suo, lo ignora. Ci hanno già spiegato una volta che la sorgente d'acqua più vicina è il lago Michigan, gli altri laghi circostanti sono stati prosciugati dalla siccità, e a causa di quello sgradito imprevisto stanno pensando di non farci più uscire finché non giungeremo a destinazione. Ora siamo migliaia e facciamo parte di un unico gruppo detto “plotone”, infatti ce ne sono molti altri ma hanno intrapreso percorsi differenti.

«Si esce solo per i cosiddetti bisogni, intesi?» aveva ribadito Chace l'altro giorno.

Penso a quanto sarà grande il nostro esercito di ribelli, a quanto siano vuoti i Distretti in questo momento, al fatto che la gente indifesa - che non è stata scelta per fare parte di questa comunità – cerchi rifugio in casa, in preda al terrore perché certamente Capitol City sta distruggendo l'intera nazione. Non oso chiedere quanto manca al lago Michigan, ma per fortuna quel rompiscatole di Luke ci ha pensato prima di me. «Poco» taglia corto Nick. Quanto poco?! Sibila Luke, ma ancora una volta, viene ignorato.

Ho smesso da tempo di camminare tra gli ultimi; ora sono sempre in prima fila, pronta ad ascoltare le conversazioni di Nate e gli altri. Sembrerebbe interesse verso ciò che sta accadendo là sopra, in realtà è anche per distrarmi, per non pensare a Chuck. Il mattino dopo il suo arrivo lo ritrovammo legato come prima, seduto il più lontano possibile da noi. «Sembri sorpresa, 4» commentò Chace. Devo ammetterlo: lo ero. Ve l'avevo detto che era un genio, soprattutto coi nodi. Nel Distretto 4 non puoi non esserne capace, ma c'è chi è più bravo di altri.

«Affatto» sbottai acida, e li precedetti. Ovviamente, i quattro non sospettarono nulla. Chuck procede silenzioso: ha promesso di tacere, e continua a farlo. A malapena risponde quando è interpellato. La novità giunge quando finalmente arriviamo ad un altro incrocio di gallerie, stavolta ad aspettarci sono un gruppo ristretto di persone dall'aria distrutta. Sono sicuramente meno di cento. Se ne stanno attorno ad una lanterna, stretti l'un l'altro mentre la maggior parte di loro è scossa dai singhiozzi. Ci fermiamo improvvisamente di fronte a quella scena inaspettata e ci scambiamo occhiate confuse: ci aspettavamo molti altri ribelli, di certo non un insieme di persone...

«In lutto» termina Chace al posto mio, «sembrano in lutto!»

«Ehi» esclama Nate, attirando la loro attenzione. «Cos'è successo?» il primo a venirci incontro è un uomo di mezza età, alto, magro ma dall'aspetto risoluto e forte. È uno dei pochi a sembrare abbastanza stabile.

«Venite, accomodatevi. Ora vi spieghiamo». Alcuni di noi si siedono a terra, altri trovano dei massi su cui appoggiarsi. Io, invece, mi ci siedo sopra e mi appoggio alla parete fredda. Accantoniamo l'idea di abbuffarci e preferiamo prima ascoltare cosa hanno da dirci o, perlomeno, per me è così.

«Ci hanno scoperti» Hank, così l'uomo si chiama, sospira. Sento il mio sangue raggelarsi e, come se ciò possa rimuovere la pelle d'oca, mi porto una mano sull'avambraccio. «Cioè, sanno solo che siamo in fuga, ma non ci vuole molto per fare due più due e capire dove siamo diretti. Quel che non sanno è come ci andiamo, nel 13». Sotto la luce fioca delle torce lontane, scruto i visi corrugati, incazzati, dei miei compagni, di come tutti quei chilometri fatti sino a qui siano stati vanificati d'un colpo. Io rimango immobile, ma l'emozione è tanta che anche il mio respiro trema.

«Come fanno a saperlo se hanno distrutto loro stessi il 13?» domanda Chace, stranamente calmo. Temo che lui sia uno di quelle persone solite a gridare, ma che una volta davvero arrabbiati trattengono tutto dentro e appaiono estremamente sereni.

«Semplice» esordisce Chuck, infrangendo la sua promessa, «hanno stipulato un accordo segreto» ormai gli hanno tolto la sua divisa per non terrorizzare i nuovi gruppi in arrivo e, ammettiamolo, perché siamo stanchi di dare sempre le stesse spiegazioni, ma ora ci tocca darle di nuovo. Deglutisco rumorosamente e mi ritrovo di nuovo in preda a due domande diverse: credergli o non credergli? Un tempo l'ho fatto, com'è possibile che mi sia così difficile, adesso?

«Mi pare logico, ma tu come...» comincia Hank.

«Sono diventato Pacificatore per scoprire tutti i loro piani.»

«Perché non ce l'hai detto subito?!» ringhia Nick, scattando in piedi, i pugni serrati lungo i fianchi. Mi protendo in avanti, pronta a interpormi tra loro se serve.

«Ve l'ho detto» ribatte Chuck, ed è vero, lo si legge negli occhi di chiunque l'abbia torturato pur di farlo parlare, «ma non mi avete mai creduto. MAI!» nemmeno tu pare dirmi, quando mi rivolge uno sguardo ferito, pari a quello di un cucciolo abbandonato. Sono sempre più convinta che lui abbia ragione, non sono io quella che è stata abbandonata, tradita... Chuck, sussurro a fil di voce. Mi è impossibile parlare, con questa fitta al cuore che mi inibisce.

«Cos'altro sai?» domanda Andrew, pacato come sempre.

«A parte questo patto, so che hanno creato degli ibridi. Quando sono scappato stavano terminando questa nuova specie. Si chiama Ghiandaia Chiacchierona. È così che devono avervi scoperti» pendiamo tutti dalle sue labbra. Io, in una posizione scomoda, rimango immobile come se ogni mio minimo movimento possa impedirgli di continuare.

«Non capisco» mormora Hank, ma nonostante tutto la sua voce riecheggia nell'enorme grotta.

«Queste Ghiandaie Chiacchierone sono in grado di ripetere ore e ore di discorsi umani. Se siete andati in superficie e avete detto qualcosa di troppo in loro presenza... allora sono andate a riferire tutto: che cioè non siete dei semplici turisti nel Michigan, ma dei ribelli in fuga. Chiaro?»

«Gli ibridi devono aver indicato dove vi trovavate e sono arrivati dei Pacificatori, poi, poi...» osserva un Chace sempre più inebetito.

«E poi li hanno uccisi» termina Chuck con voce piatta e fredda, un volto inespressivo come quello di un giocatore di poker. Mi rintano in un angolino ai piedi del macigno su cui sedevo e affondo la testa tra le ginocchia. Potremmo morire tutti, sono certa che abbiano già capito qualcosa. Posso vederli lassù mentre setacciano tutto il territorio e capiscono che non è sopra dove devono cercare...

E ora siamo come pesci in un barile.
 

Saaalveeee!
Volevo darvi un'idea di come io mi immagino i personaggi. Cosa cosa? Verity somiglia a Katniss?! Ah be'.. è la sua antenata ;)
LOL. Quant'è figa la Lawrence?




Infine, io e Queen_B sbaviamo particolarmente per Chuck, il quale io immagino così:

 

 


   
 
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