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Autore: Columbrina    08/12/2012    1 recensioni
Ecco come sono Daisuke e Miyako sotto Natale.
“Ho un problema” esordì lui, trafelato.
Miyako non parve minimamente intenerita dall’espressione stralunata di Daisuke, che continuava ad agitare i muscoli del viso – gli unici muscoli di cui disponeva, a detta di Miyako – e le mani come peso da un attacco epilettico; queste periodiche convulsioni non la stupivano più di tanto, anzi pensava al modo migliore di addentare il suo spuntino pomeridiano senza farlo sbriciolare sul tavolo.
“Fammi indovinare…” fece lei, dopo un sardonico silenzio “Il dottore ti ha diagnosticato una malattia allo stato terminale e non sai se farti asportare anche l’emisfero destro del cervello, dato che il sinistro è completamente andato, con il rischio massimo di morte? Io non lo chiamo problema, bensì liberazione…”
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daisuke Motomiya/Davis, Miyako Inoue/Yolei
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sotto Natale si è tutti più buoni
 

 
Il biscotto sbocconcellato ai lati rimase a mezz’aria nella mano di Miyako, che sbuffò non appena Daisuke alzò un tonfo sconsiderato solo per compiere un gesto così quotidiano ed ermeticamente semplice come quello del sedersi, imbrigliando la pazienza nel mezzo della tranquillità pomeridiana.
“Ho un problema” esordì lui, trafelato.
Miyako non parve minimamente intenerita dall’espressione stralunata di Daisuke, che continuava ad agitare i muscoli del viso – gli unici muscoli di cui disponeva, a detta di Miyako – e le mani come preso da un attacco epilettico; queste periodiche convulsioni non la stupivano più di tanto, anzi pensava al modo migliore di addentare il suo spuntino pomeridiano senza farlo sbriciolare sul tavolo.
“Fammi indovinare…” fece lei, dopo un sardonico silenzio “Il dottore ti ha diagnosticato una malattia allo stato terminale e non sai se farti asportare anche l’emisfero destro del cervello, dato che il sinistro è completamente andato, con il rischio massimo di morte? Io non lo chiamo problema, bensì liberazione…”
Miyako elargì un sorriso soddisfatto e tornò a sbocconcellare il suo biscotto, allietata dalle intermittenze delle luci soffuse che imbrigliavano la casa.
Daisuke emise un grugno, mentre i suoi istinti basilari vacillavano in una lotta senza esclusione di colpi, indecisi se attaccare con una risposta condiscendente oppure farla fuori.
“Non ho tempo per stare dietro alle tue cavolate. Ho bisogno che tu mi dica cosa diamine mi sta succedendo?”
Masticò giudiziosamente la friabilità del biscotto insapore, meditando con disdegno sul volto supplichevole di Daisuke: aveva sognato da tempo una situazione del genere, eppure la realtà e il suo tutto avevano un gusto diverso da quello che c’era nei sogni.
“Illuminami”
“Perfetto… Mi sono svegliato tardi e mi sono precipitato in salotto per supplicare Jun di aspettarmi. L’ho trovata a trafficare con un grande abete e le luci di Natale e la casa aveva un profumo di buono; si piazza davanti a me e io, terrorizzato, aspetto che molli una delle sue sberle da pugile e invece…”
“Ti ha infilato le luci di Natale per il culo?”
“Questa non è da te…”
“Scusami, cercavo di imitarti…”
“Ad ogni modo, non fa nulla di nulla. Mi sorride e mi da un bacio. Allora a quel punto corro in bagno a sciacquarmi la faccia, mi vesto in fretta e mi preparo per uscire. Jun, naturalmente, non mi ha aspettato e quindi mi vedo a farmela a piedi. Appena esco mi sento penetrato da tanti dardi di ghiaccio e inizio a starnutire ripetutamente…”
“Che gran genio. Con cinque gradi te ne vai in giro con la maglietta estiva” fu l’accorta osservazione di Miyako, che prese a pescare altri spuntini nella biscottiera.
“Non è questo il punto. Corro come un forsennato e vado a sbattere contro un tizio. Inizio a imprecare senza ragione, dicendone di tutti i colori e senza rendermi conto che era Taichi. Immagina la mia faccia… Ero riuscito a ingraziarmi un potenziale cognato ed ecco che il mio castello viene smantellato dalla mia bocca del cazz…” soffocò la parola in un borbottio tossito “Comunque, sai Taichi com’è. Mi sarei aspettato un rimprovero o, nel caso più estremo, una sberla e invece sai che fa?”
“Chiede a una vecchietta di picchiarti con la borsetta? Taichi non è il tipo che si sporca le mani…”
“Idiota con un cervello d’ameba…”
“Potrei dirti la stessa cosa, Daistronzo
“Ad ogni modo, mi aiuta a rialzarmi, sorride, mi da una pacca sulla spalla e se ne va”
Miyako non parve minimamente scalfita, mentre Daisuke dava il meglio di sé in un’imitazione poco convinta di un esorcismo scadente.
“Tutto qui?” disse lei, con leggerezza.
“Tutto qui? Se fossi così profonda da comprendere le sottili sfumature dell’ermetica personalità di Taichi non diresti mai Tutto qui!
“A me è parso solo gentile. E furbo, poiché ha evitato una figuraccia davanti all’intero isolato”
“Non sarei così agitato se non fosse l’unica stranezza…”
Miyako sbuffò sonoramente, piccata dal fatto che i biscotti erano finiti quindi doveva inevitabilmente sorbirsi la sconclusionata epopea di disavventure.
“E va bene continua”
“Arrivo al negozio tutto trafelato e in un ritardo mostruoso. I rifornimenti erano temporanei e quel videogioco doveva essere assolutamente mio. Ultimate Fantasy edizione limitata per i venticinque anni di produzione e questo comprende i remastered di tutti e tredici i capitoli, degli spin – off e un set di card gold per i collezionisti che valgono come, tipo, millecinquecento guil ai negozi d’armatura e pozioni. E c’è anche il ciondolo di Griever!”
“Fa finta che abbia capito e vai avanti” disse lei, soffocando uno sbadiglio.
“Comunque, solo chi si sarebbe presentato entro le dodici spaccate avrebbe potuto avere tra le mani questo cimelio inestimabile. Erano le dodici e cinque minuti. I rifornimenti erano terminati e stavo per tornare a casa scoraggiato quando all’improvviso entra Koushiro, con un sorriso sornione e un paio di banconote; probabilmente era lì per Ultimate Fantasy e gli dico che non ci sono più copie. Lui sorride, va al bancone e gli consegnano l’ultima, profumosa copia nelle mani”
“Che smacco, ragazzi”
“Puoi dirlo forte, Miyako… E sai cosa fa? Viene vicino a me e me lo porge tra le mani, dicendomi semplicemente So quanto ti piaccia, così lo do a te. Rimango imbambolato come un ebete per un’ora buona”
“A me pare un gesto molto carino”
“Sì, ma hai idea che rarità è per i videogiocatori accaniti come me o Koushiro. Credevo fosse uno scherzo e che sarebbe venuto a riprenderlo… Invece si è allontanato, l’ho visto con i miei occhi”
“Qualche altra stranezza?”
“Naturalmente! Nel pomeriggio, sono stato a pranzo da Ken e mi ha concesso l’ultima fetta del suo amatissimo dolce fatto in casa”
“Nessuna stranezza, direi”
“Ho rovesciato il caffè bollente sul vestito nuovo di Mimi e non ha fatto una piega…”
“Questo è strano”
“Ho detto a Sora che il suo nuovo taglio di capelli non mi fa impazzire e non mi ha ridotto il poltiglia”
“OK…”
“Ho visto Yamato e Takeru raccogliere fondi per beneficenza vestiti con due giubbe rosse e la barba bianca”
“E che altro?”
“Tu mi stai ascoltando senza battere ciglio! Il mondo è impazzito!”
L’orologio scoccò le cinque del pomeriggio e subito in casa si librò il ticchettio natalizio delle decorazioni che facevano da esaltazione alle follie edili di Miyako, mentre fuori nembi grigiastri coprivano la città come una coperta, nell’aria casalinga si respirava un viziato aroma di cioccolata calda e Daisuke iniziò a canticchiare I wish you a Merry Christmas.
Miyako sorrise, pronta a dare l’ardua sentenza.
“Beh, caro Daisuke… Il Natale sta arrivando” fece lei, soddisfatta.
“Oh certo… E quindi si comportano così perché a Natale si è tutti più buoni!”
“No, perchè a Natale si è tutti più fessi”
 
 
   
 
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