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Autore: edsguitar_    08/12/2012    2 recensioni
Una malattia che la costringe ad essere quello di cui ormai si è stancata, non può raggiungere la persona che ormai osserva da anni e questa persona si è accorda della sua presenza e non la disdegna di sicuro.
Una ragazza, un ragazzo, la malattia, un arrivo, problemi, e una storia che spero vi emozioni.
Buona lettura.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Shewolf.

 ~Harry
I lupi avevano iniziato ad ululare. 
Un ululato però si distingueva dagli altri, più disperato e sofferente. 
Andai alla finestra, l'apri e mi affacciai, per sentire meglio quella musica naturale, soave, disperata, terrificante ma attraente al tempo stesso. 
L'incontro con il lupo di mesi prima me lo ricordavo ancora troppo bene, come se fossero passate solo poche ore, e mi aveva lasciato un pò scosso. 
Inizialmente avevo visto la morte in faccia quando mi aveva assalito, piantando i le zampe fredde nel petto e le zanne a un centimetro dalla mia gola, 
poi quegli occhi gialli con striature arancioni, mai visti così vividi e accesi. Erano come uno schermo che dovesse incutere timore per nascondere qualcosa. 
Dopo non so quanto tempo che stavo alla finestra, affacciato al freddo, quella musica si affievolì fino a sparire e solo allora mi accorsi che mia madre era alla porta che mi stava chiamando.
«Harry chiudi quella finestra, siamo ancora a marzo, ti prenderai un malanno.» brontolò. «Si, mi era sembrato di vedere una cosa.» bofonchiai. 
«Va a dormire che domani hai la scuola» disse ancora. «Vado, notte mamma» risposi, più per accontentar la ch e per altro dato che ero sicuro che non sarei riuscito a chiudere occhio nemmeno volendo lo finché 
avevo in mente l'immagine di quegli occhi.
«Notte Harry» rispose lei per poi chiudersi la porta alle spalle. 
Sospirai, mi cambiai e mi inglobai sotto le coperte, al caldo e al sicuro. La luce della luna entrava obliqua, impedendomi ancor di più di chiudere gli occhi quella notte. 


~Blue
La mattina fui svegliata da qualcuno che mi punzecchiava il muso, in sottofondo dei lamenti. 
Quando aprì gli occhi mi ritrovai davanti il mutaforma bruno, he mi guardava con occhi supplicanti. Con il muso mi indicò un qualcosa alle sue spalle. L'altro mutaforma nero. Era riverso a terra e degli 
spasmi gli percuotevano il corpo, e dei lamenti gli fuoriuscivano dalla bocca spalancata. Mi alzai di scatto, andando verso di lui. Si stava per trasformare, maledetto, proprio ora doveva farlo?!
Lo afferrai per la collotta per farlo rialzare e ci riuscì, gli diedi un colpo con il muso e questo iniziò a camminare. L'altro mutaforma andò sul fianco opposto e lo spingeva come faceva io. 
Lo spronammo a correre e questo per fortuna ci riuscì, emanando ancora spasmi.
 Correvamo senza preoccuparci di far rumore, ogni tanto il nero cadeva in preda di spasmi più forti e si accasciava a terra ma per fortuna riuscimmo a farlo camminare in modo sostenuto. 
Dovevamo portarlo nei pressi della casa in mezzo al bosco che noi mutaforma usavamo come rifugio in casi come questi, gli altri sapevano che noi non eravamo totalmente animali ma ci accettavano comunque, 
tutt'altro conto era far comparire un umano davanti ai loro occhi, l'avrebbero ucciso subito. 
Per questo quando ci dovevano trasformare lo facevano lontano da loro e il più vicino possibile alla casa, in modo da essere al sicuro dagli altri lupi e dal freddo. 
Proprio quando la casa iniziava a comparire in lontananza il nero si accasciò a terra in preda a spasmi fortissimi, le zampe iniziavano a contrarsi e a rilassarsi in modo innaturale. 
Lo afferrai per la collotta e inizia a trascinarlo nella neve con l'altro mutaforma che mi aiutava.
A una decina di metri dalla casa lo lasciai e andai a nascondermi dietro dei cespugli, mentre l'altro tornò indietro.
Il lupo continuava a contrarsi in modo terribile, poi i peli iniziarono a diradarsi restando solo sul capo. Le zampe si ingrossarono fino a diventare braccia e gambe e mani e piedi, il muso si accorciò e diventò un volto umano. 
Steso a terra, nudo, infreddolito, ora c'era un ragazzo non più un lupo nero. Si alzò a sedere poi si guardò intorno fino a fissare nella mia direzione, sorrise, si alzò e corse verso la porta della casa sempre aperta. 
Tirai un sospiro che si trasformò in una nuvoletta di condensa davanti al muso, lui adesso era al sicuro nel suo corpo umano, al caldo, mentre io ero ancora intrappolata nel mio animale e per riavere quello umano 
avrei dovuto aspettare un altro mese per poter mantenere quella forma abbastanza a lungo.
Mi voltai e mi riavviai verso la radura dove il branco aveva trascorso la notte, ritrovando tutti quanti svegli. Mandai il lupo bruno e la lupa a fare una ronda per i confini 
del nostro territorio, mentre noialtri tornammo verso la tana.
Lasciai gli altri tre animali a metà strada, lasciandomeli alle spalle, volevo tentare di vederlo ancora, di ritrovare la sicurezza e il calore umano che mandavano quegli occhi verdi. 
Con una leggera corsa ero arrivata al limitare del bosco sul lato sinistro della villetta, sfuggendo al freddo e sfilando tra gli alberi infreddoliti. Era mattino presto, la luce del sole non aveva ancora preso pieno possesso del cielo 
e io pregai con tutta me stessa che non fosse già uscito per andare a scuola. Mi spostai più avanti in modo da controllare l'ingresso, e allora lo vidi.
Giacca a vento marrone, jeans scuri, lo zaino in spalla mentre si richiudeva la porta alle spalle. Si fermò sulla soglia di casa, inspirò profondamente ed espirò, per poi incamminarsi verso la fermata dell'autobus. 
Scrutai la zona in cerca di un riparo da cui poterlo spiare senza farmi vedere e fortunatamente lo trovai, neanche troppo lontano dalla fermata: un tronco di un grosso albero caduto, riverso quasi sulla strada, perfetto. 
Mi lanciai subito verso il tronco, correndo ma cercando di fare meno rumore possibile.
Arrivai dietro il tronco con il fiatone, ma ne era valsa la pena, la posizione di quel tronco era anche migliore di quello che avevo pensato. 
Lui era ancora a qualche metro dalla fermata dell'autobus, stava di spalle, le mani sprofondate nelle tasche dei jeans scuri. Era affascinante stare a guardarlo mentre il vento scostava i riccioli castani e baciava il suo viso, 
facendogli tremolare le spalle a causa del freddo. Mi spostai sulla destra e un ramoscello scricchiò sotto il mio peso al che io mi acquattai a terra con le orecchie appiccicate al cranio mentre lui si voltava nella mia direzione. 
Guardò un po' intorno poi un sorriso infantile compari sul suo viso dando la nascita alle due fossette ai lati delle labbra, e in quel momento sorrise anche il mio cuore. 
Restò così un'istante poi si girò nel momento esatto in cui quell'autobus malmenato dal tempo, fece la sua comparsa. Vi salì, salutò i due ragazzi che erano a bordo per poi sedersi in fondo.
Uscì dal mio nascondiglio e andai in strada guardando scomparire quel veicolo con dentro quella meraviglia, un uggiolio basso mi provenne dal petto per poi sparire insieme alla nuvoletta di condensa che mi 
si era formata davanti il muso. 
Mi voltai e rientrai nel fitto bosco che per me equivaleva ad una casa. 


BUONCCIORNO per la seconda volta!
Eggià, mi sento ispirata e ho deciso di pubblicarvi questo capitolo :3
Spero vi piaccia anche se siamo ancora nella fase 'capitoli ponte' (?)
Spero in qualche recensione c:
Adieu :D
-C.
Twittah: @SamKRoth_ :)
   
 
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