- Diserti la festa, mia cara Evans?
La voce dell’amore le stava parlando. Come non risponderle?
- Troppa confusione – disse la ragazza, voltandosi verso il
bel Cercatore appena uscito dal suo dormitorio – e tu?
- La mia intenzione era di andarci con te, ma visto che non
fai che evitarmi…
- Credi davvero che…
Ma la rossa non ebbe il tempo di finire che un secchio di
sabbia la mancò per un soffio.
- Questo è Pix, meglio dileguarci – consigliò Potter e con
una manciata di polvere d’elfo trasportò entrambi in camera sua.
Il Poltergeist insoddisfatto si diresse verso la Sala Comune
dove avrebbe trovato tante possibili vittime per i suoi scherzi.
I due Grifondoro atterrarono sul pavimento e James,
dolorante, si rialzò massaggiandosi un fianco per poi offrire a Lily una mano
per rimettersi in piedi. Lei accettò, ma interruppe immediatamente il contatto.
- Dobbiamo parlare – le riferì il Cercatore, vedendola
dirigersi verso l’uscio. Testarda, visto che non gli dava retta, il ragazzo
chiuse la porta a chiave utilizzando la telecinesi.
Un salto nel passato, il ricordo della sera prima.
La rossa si voltò di scatto terrorizzata, sgranando gli
occhi verdi.
- Cosa vorresti fare? – chiese agitata, con il respiro
affannato.
Stava tremando.
James corrugò le sopracciglia, non capendo tale nervosismo.
- Vuoi rinchiudermi qua dentro per tutta la notte? E magari
divertirti anche! – lo accusò sull’orlo delle lacrime.
- Ma cosa stai dicendo? Sai che non lo farei mai: voglio
solo impedirti di scappare!!
Cos’era successo alla sua dolce Lily? Alla ragazza che tanto
aveva corteggiato e conquistato?
- Scusami.
La rossa si coprì il viso con le mani, cercando di
tranquillizzarsi invano.
Lui non centrava niente, perché doveva fargli questo? Perché
lo aveva aggredito? Non ne combinava una giusta…
- Hai paura di me?
No James, non ho paura di te…avrebbe voluto dirgli, ma il
magone allo stomaco le impedì ogni azione.
- È stato quello lì? Ti ha fatto qualcosa?
Lily ebbe un sussulto e strinse i denti: preferiva non
ricordare, cacciare dalla mente quelle immagini terribili. James, non udendo
risposta, capì e partì in quarta verso l’uscita, ma la rossa lo fermò,
prendendogli la mano.
- Non mi ha fatto niente…- dichiarò la ragazza con fermezza
– stai tranquillo, gliel’ho impedito.
Il Cercatore riuscì a scorgere in quegli occhi verdi tanta
determinazione quanta sincerità. E un pallido sorriso intravide sulle sue
labbra.
Quanta forza, quanta energia aveva la sua Evans…
Nessuno dei due riuscì ad impedire l’abbraccio che ne seguì:
James detestava vederla piangere, non lo sopportava.
- Perdonami. Avrei dovuto esserci.
Basta lacrime, basta rimpianti…
Lily si strinse al ragazzo, a contatto con la sua calda
pelle, con la sua rassicurante presenza.
Rivoglio quella magia d’amor…
Con urgenza, spinti dalla stessa inevitabile passione le
loro bocche si cercarono.
che accendeva gli occhi suoi.
E fu come bruciare e nello stesso tempo rinascere dalle
proprie ceneri: come una fenice.
Ogni giorno che allegria,
Da quanto le loro labbra non si sfioravano, da quanto le loro labbra non si
univano…
scoprire un po' di noi,
Fu come danzare tra le nuvole, a un metro da terra senza riuscire a
toccarla.
che poesia.
Attraversata da un brivido caldo, nuove emozioni…
Mi serve quella magia d'amor,
Percorso da un giovane ardore, un solo desiderio…
un incantesimo così,
Senza regole, senza freni, perché quella sera era la loro, la loro e di
nessun altro.
qualunque cosa io farò
Giovani cuori alla ricerca di un tepore rassicurante,
per riavere ciò che non ho.
animi incostanti alla ricerca di stabilità.
Rivoglio quella magia d'amor…
Le mani del ragazzo scesero sui fianchi della giovane,
un sortilegio per il cuor,
attirando il corpo di lei al suo, per sentirla vicino, su di lui…
quel fuoco che ardeva in me,
Le sue spalle larghe, il suo fisico perfetto ma soprattutto il suo cuore,
il tempo che ero accanto a te.
quello bramava, quello desiderava avere.
Era un miracolo lo so,
James la prese in braccio, continuando a baciarla per poi accomodarla sul
letto,
ma puoi ripetere se vuoi
dove avrebbero rivelato la loro passione celata.
la nostra magia d'amor.
Le mani di lei continuarono ad accarezzare quei capelli
ribelli che tanto amava, fino a quando scese al torace del ragazzo e cominciò a
slacciargli i primi bottoni della camicia.
James inizialmente la lasciò fare, poi notando che
continuava si fermò sorpreso: vide i grandi occhi verdi della ragazza guardarlo
sicuri.
Lo voleva anche lei.
- Non ti dispiace, vero? – chiese la rossa, sfiorandogli i
pettorali scolpiti dopo anni di Quidditch.
Il Cercatore sorrise incredulo, arcuando un sopracciglio.
- Direi di no…
E così riprese a baciarla, a sfiorarle il collo: entrambi
guidati dall’amore che provavano l’uno per l’altra.
Il numero di
respiri che si fanno nella vita è irrilevante… quello che conta sono i momenti
che il respiro lo tolgono…
Verso le due la festicciola in Sala Comune terminò e Sirius,
Remus e Peter salirono le scale per tornare nella propria stanza.
Dovevano finire di preparare i bagagli, ma dopo i
festeggiamenti e i vari impegni personali erano tutti e tre stanchi, tanto che
decisero di comune accordo di pensarci la mattina seguente.
La partenza per Londra era alle nove e i tre Malandrini
avrebbero avuto tutto il tempo necessario. Ora, l’unico pensiero che li
accomunava era distendersi sul letto e farsi una bella dormita.
Sirius si avvicinò alla porta della loro stanza e abbassò la
maniglia.
Niente.
- Ma…è chiusa a chiave!
Nessun “Alohomora” funzionò per loro sfortuna e i tre
Malandrini si guardarono l’un l’altro preoccupati.
- E adesso?
Se il buongiorno si vede dal mattino, sarà una bellissima
giornata con te vicino…
Raggi di sole entrarono dalla finestra avidi e curiosi,
illuminando il letto sul quale giacevano i due innamorati.
Lily Evans, coperta solamente da un bianco lenzuolo, dormiva
con il capo poggiato sul nudo torace di James Potter, il quale con
un’espressione beata stampata in viso stava per svegliarsi. Scorse sul suo
petto una cascata di capelli rossi scarlatti e il ricordo della sera prima non
poté che tornargli alla mente: cominciò ad accarezzarle la schiena che il lindo
lenzuolo lasciava scoperta e a quel tocco la ragazza cominciò a destarsi. Si
stiracchiò, poi aprì gli occhi cercando di fare mente locale.
La camera di James.
La mattina non sono tanti i pensieri che una mente umana
riesce a fare, al massimo dove sono le pantofole, il percorso per il bagno e
mandare a quel paese il vociare di chi è già sveglio.
Lily Evans, dopo una breve occhiata perplessa al ragazzo che
aveva a fianco, si ributtò sul letto affondando il viso nel cuscino.
- Buongiorno amore – le sussurrò all’orecchio il bel
Cercatore, baciandole il collo.
La rossa sorrise imbarazzata, alla ricerca delle labbra di
lui.
- Buongiorno…
Tra un bacio e l’altro si accorse anche dei tre letti vuoti
intorno a loro e così corrugò le sopracciglia.
- E gli altri?
James, dopo un attimo d’incertezza, rifletté e poi scoppiò a
ridere.
- Cosa c’è di estremamente divertente?
- La porta…è chiusa a chiave!
Anche Lily rise, alzando gli occhi al cielo e scotendo la
testa.
- Ma chissà cosa penseranno…- si preoccupò la rossa, mentre
il Grifondoro faceva spallucce – James Potter dica la verità: aveva
architettato tutto!!
- Mah…non direi: chi è che ha cominciato a spogliarmi?
- Io? – fece ingenuamente Lily, dopo essersi guardata
intorno.
- No, è stato il letto!
Mi sembra di vivere in un sogno, ma i sogni finiscono
presto… meglio la realtà che sto vivendo assieme a te…
- Ma sono le otto!! Manca un’ora alla partenza: forza in
piedi! – esclamò la rossa, sgusciando via dal letto e dall’abbraccio del
Cercatore.
- Ancora è presto… - pigolò pigro il ragazzo, restando
sdraiato.
- Vado a farmi una doccia! – comunicò Lily, raccattando i
suoi vestiti sparsi sul pavimento.
- Devo lavarti la schiena, Evans? – propose il giovane,
stuzzicandola.
- No grazie, Potter! Faccio da sola che è meglio…
Altrimenti avrebbero perso il treno…
Lily entrò in bagno, cominciando ad aprire i vari rubinetti
e li lasciò aperti fino a quando la vasca fu piena d’acqua, poi vi entrò.
Quella notte.
La sua prima notte.
E James.
Quasi non riusciva a crederci e solo a pensarci arrossiva
involontariamente.
Ed era l’ultimo giorno che l’avrebbe visto.
Per lo meno a scuola.
Un quarto d’ora dopo, Lily Evans uscì dalla vasca e, vedendo
il vetro appannato, pensò bene di lasciare scritto qualcosa: perché questo sia
per sempre… e per firmarlo, la rossa si sporse fino a baciare il vetro,
lasciando lo stampo delle sue labbra. Poi uscì dal bagno, avvolta in un
asciugamano azzurro trovato lì in giro e con i capelli bagnati raccolti.
- Ti ho preparato l’acqua – lo avvisò lei.
- Grazie mogliettina – esclamò James, passandole accanto e
baciandola sotto l’orecchio.
- Mogliettina?
- Lo sembri. Ti ricordi quando…
“- Potter che vuoi?
- Che accoglienza Evans! Un bel ragazzo si siede vicino a te
e tu lo tratti in questo modo? Accidenti, poveraccio il tuo futuro marito! Che
vita macabra che avrà!
- Allora…in quanto al bel ragazzo – cominciò, squadrandolo
da capo a piedi – ho dei dubbi e poi che ti frega del mio futuro marito? Non
avrai questo problema!
- Certo che no Evans! Non mi sognerai mai di sposarmi con
te, neanche nei peggiori dei miei incubi!
- Idem!”
Sì…certo che ricordava…da quel giorno era cominciato tutto…
Poco prima delle nove, i due Grifondoro si precipitarono
fuori dalla camera e, non appena aperta la porta, trovarono lungo il corridoio
i tre Malandrini rimasti fuori, distesi per terra: Minus abbracciava una
lampada, mentre il respirare di Sirius muoveva i chiari capelli del licantropo.
Un bel terzetto, non c’è che dire.
- Direi che è il caso di svegliarli, altrimenti rimarranno i
soli nel castello – propose saggiamente la ragazza.
- Pensa che forza! Rimaniamo anche noi? – domandò James,
veramente elettrizzato all’idea.
A volte dimenticava l’intrepido carattere del suo ragazzo…
La giovane gli diede una lieve spintarella in segno di
disapprovazione, poi si accovacciò a terra per svegliare i tre barboni
dormienti. Ma il Cercatore trovò un metodo molto più rapido: urlò un bel
“sveglia” che destò anche i più poltroni come Codaliscia.
- Era ora!! – esclamò il primogenito dei Black, una volta
aperti i grigi occhi ed essere tornato in sé – guai a voi se l’avete fatto sul
mio letto!
- Tanto non ci dormirai mai più, Felpato – gli ricordò
Lunastorta, il quale entrò nella stanza seguito a ruota da tutti gli altri,
preparando la valigia con un tocco di bacchetta.
- Cos’è che avete fatto? – chiese ingenuamente il topastro
Minus.
Addio Hogwarts…
Addio mondo meraviglioso, luogo magico del quale è
impossibile non innamorarsi.
Addio fanciullezza…
Addio momenti magici che non potranno più tornare.
Addio…
- Li abbiamo colti con le mani nel sacco!
Dopo ore e ore di viaggio l’argomento dell’allegra
combriccola verteva ancora sulla piccola distrazione dei due innamorati: aver
spiacevolmente lasciato fuori dalla stanza i tre Malandrini. La notizia, oltre
essere stata raccontata a Steffy naturalmente, aveva quasi fatto il giro di
tutto il treno.
Acqua in bocca, mi raccomando Felpato…
Ovviamente il furbastro ci prendeva gusto nel vedere le
trecentosessantacinque gradazioni di rosso della prefetto, che facevano pan-dan
con la tinta dei suoi capelli…
Una piccola vendetta, dite?
Ma no…Sirius non farebbe mai una cosa simile…
- Chi è questa donna? – chiese Steffy ad un tratto,
indicando una foto animata inviata per posta.
Non erano state tante le lettere ricevute dal primogenito
dei Black negli ultimi sette anni…
- La mia cugina preferita, Andromeda – rispose fiero il
ragazzo dagli occhi grigi – è una dei pochi parenti che ogni tanto si fa viva e
chiede mie notizie, oltre a mio zio Alphard.
La foto ritraeva un’allegra famigliola: Ted Tonks, sua
moglie Andromeda e la figlia di quattro anni, Ninfadora.
- Ha i capelli rosa, che forza! – esclamò la bionda,
indicando la bambina.
- Ninfadora. Accidenti a mia cugina e alla sua fissa per i
nomi originali…la figlia è una Metamorfomagus…
Il discorso di Felpato proseguì, mentre Remus John Lupin
osservava quella strampalata bambina correre verso l’obiettivo e inciampare.
Gli strappò un sorriso, poi la sua attenzione fu catturata da altri pensieri.
Era ancora troppo presto.
Il loro momento sarebbe arrivato.
Perché Remus ancora non sapeva che presto o tardi il suo
destino e quello di quella bambina si sarebbero incrociati…
- Salve gente! – salutò la bella Amanda seguita a ruota dal
fidanzato, entrando nello scompartimento dei Malandrini dove già si stava un
po’ stretti – girano certe voci su voi due – affermò, indicando Lily e James –
si dice che avete dato un ampio spettacolo sonoro e che tutto il dormitorio dei
Grifondoro vi ha sentito! Organizzate una cosa del genere e non mi avvertite??
Gli sguardi delle due vittime fulminarono in un istante
quello del colpevole che nel frattempo se la ghignava.
La Cacciatrice allora, non ricevendo risposta, trascinò
fuori la rossa afferrandola per un braccio e quest’ultima fece la stessa cosa
con Steffy.
- Mi sono persa qualcosa, non ditemi proprio sul più bello…
- proferì l’eccentrica Amanda, esaminando le due amiche sperando trasparisse
qualcosa.
- È successo… non ho nient’altro d’aggiungere – rivelò Lily
sottovoce con un roseo colorito intorno alle guance.
- Finalmente!! Era ora – si congratulò la Jones,
abbracciandola – e come è stato? Metodo classico, vero? Lo immaginavo… per la
prossima volta t’insegnerò un paio di trucchetti: legalo a… - ma fortunatamente
le due Grifondoro le tapparono la bocca, impedendole di terminare il discorso,
perché come si sa anche i muri hanno le orecchie.
- Ragazze vi conviene rientrare: tra mezz’ora saremo a
Londra – comunicò loro Alice, uscendo dal suo scompartimento solo con il capo.
Amanda in fretta e furia, dopo aver salutato calorosamente
le due Grifondoro, raccattò Nick Logan per trascinarlo nella toilette del
treno: chissà se le sarebbero bastati trenta miseri minuti…
Lily e Steffy cominciarono ad avviarsi, quando un insolito
barbagianni, entrato da chissà dove, planò sulla spalla della prefetto.
Chi poteva essere?
La rossa afferrò la piccola lettera e ne lesse il contenuto.
A poco a poco il roseo colorito le svanì dal viso e diventò
bianca come un cencio.
Era lui.
Era tornato.
E stava aspettando suo figlio alla stazione.
- Che succede? Chi è? – domandò Steffy, vedendo la sua amica
impallidire improvvisamente.
Non poteva essere.
Non ora, non adesso che si erano riavvicinati.
Per la seconda volta nella vita, il terreno tremò sotto i
suoi piedi.
- Il padre di James – rispose la rossa con voce tremante,
tanto che l’amica riuscì ad udirla appena.
Il signor Potter l’aveva ascoltata. E capito le sue buone
intenzioni.
Era riuscita nel suo intento iniziale, eppure non ne era
soddisfatta.
Aveva paura…
Di perdere tutto ancora una volta.
Come avrebbe reagito James?
Il rosso treno partito per Londra arrivò puntualissimo alla
stazione di King’s Cross, fermandosi al binario nove e tre quarti.
Raccattati i bagagli e scesi dal treno era arrivato il
momento dei saluti.
Quello più doloroso.
- Ragazzi io vi lascio qui. I miei genitori sono là che
stanno aspettando – comunicò loro Steffy e fece un cenno a due persone sui
quarant’anni – l’aereo per la Francia parte tra mezz’ora quindi devo sbrigarmi.
Volevo dirvi solo alcune cose: è stato un anno fantastico, pieno di emozioni e
di nuove amicizie – cominciava a tremarle la voce, ma continuò imperterrita –
vi voglio bene, ragazzi! Mi ero promessa di non piangere e così preferisco non
abbracciarvi, altrimenti non riesco a partire e siccome ho già difficoltà a
parlare, finisco dicendovi solo di non cambiare mai! Buona fortuna per il
vostro futuro lavoro e…ciao a tutti! Un bacio grande grande!
La loro amica aveva lasciato tutti senza parole.
Una Grifondoro, forte e coraggiosa fino alla fine.
Un ultimo sguardo andò a Sirius, che con espressione dura
aveva accettato la singolare decisione della ragazza.
- Ok, però…ora
cammina all’indietro, così so che non stai scappando… - disse Felpato
osservandola e la bionda l’accontentò.
Tre passi all’indietro e poi sparì oltre il muro.
Con l’amaro in bocca e qualche lacrima in viso, ai tre
Malandrini e a Lily non restò che salutarsi, promettendosi di vedersi durante
l’estate visto che il lavoro di Auror accomunava tutti loro: James offrì
comodamente casa propria come luogo di raduno.
Perché il loro non era un addio…
Dopodiché, i due innamorati si appartarono in un angolo
della stazione, attirando gli sguardi di molti curiosi ai quali i due giovani
non fecero molto caso.
- Che fai domani, Evans? – domandò James, con una mano al
muro.
- Non lo so ancora… - rispose distratta la rossa,
preoccupata per altri motivi.
Doveva dirgli la verità, non poteva mentirgli ancora una
volta…
- Che ne dici se vengo a trovarti con la scopa? Aspettami al
balcone…
- Al balcone? Come Romeo e Giulietta?
- Come chi?
- No niente… una storia babbana… - se la sbrigò velocemente
Lily, facendo poi un lungo respiro – devo parlarti…
Il suo tono era dannatamente serio.
- Di che si tratta? – chiese il Cercatore non curandosene
poi tanto, visto che si avvicinò catturandole le labbra. Ma la ragazza non
poteva più aspettare: oltre la spalla di James, oltre il gruppo di Corvonero
esaltate, si ergeva un distinto signore sui sessant’anni, vestito
accuratamente.
Solo, in attesa.
Appollaiato sul bastone da passeggio, il barbagianni
inviatole mezz’ora prima.
- Tuo padre…lui è qui.
James corrugò le sopracciglia, non capendo. Poi piano piano
si voltò, ove lo sguardo della sua fidanzata si perdeva.
Senza parole, senza fiato.
Suo padre.
Non riusciva a crederci, non riusciva a dire una parola.
Un antico nodo allo stomaco cominciò a sciogliersi
all’altezza del suo ventre, riportandogli alla mente vecchi sentimenti, giovani
pensieri, fanciullesche emozioni.
I due si avvicinarono lentamente, diminuendo piano piano la
distanza che li separava l’uno dall’altro: entrambi con la stessa paura di un
rifiuto.
Due anni erano passati.
Due anni che non si vedevano.
Momenti di tensione.
Occhi stanchi, un filo di malinconia.
Occhi sbalorditi, un pizzico di speranza.
A un passo da lui, poi il freddo clima si sciolse in un
benevolo abbraccio.
Da uomo a uomo.
Da padre a figlio.
Si erano ritrovati.
Il giovane, cresciuto negli anni, torreggiava il genitore:
una scena commovente che strappò a Lily una lacrima di gioia.
Si erano ritrovati.
Troppe cose non si erano detti.
Troppe cose avevano taciuto l’uno all’altro.
Era il momento di chiarire ciò che avevano lasciato in
sospeso.
Lily decise di non osservare altro, poiché quel momento era
il suo: con il cuore colmo di gioia cominciò ad avviarsi verso il binario,
trascinando i bagagli.
- È una ragazza d’oro. Non fartela scappare.
Questo il consiglio del padre.
Come dargli torto?
No, non avrebbe mai lasciato la sua Evans.
Lei lo aveva fatto sorridere.
Lei l’aveva accolto fra le sue braccia.
Lei gli era rimasta sempre fedele.
Lei gli aveva offerto una seconda possibilità.
Lei gli aveva ridato suo padre.
James le corse incontro, prima che potesse sparire via oltre
il muro e, prendendola in braccio al volo, la baciò.
- Ti amo – le disse James, rimettendola a terra, con gli
occhi nocciola che brillavano di felicità.
A volte si dice per convenienza, a volte per consuetudine, a volte per riconquistare…
Lily trattenne il fiato, mentre sul suo viso appariva un
sorriso spontaneo.
Con il batticuore a mille, con il fiato mozzato, con il
tremore nelle mani.
- Ti amo anch’io.
Questa volta fu
detto per amore.
Vicini, con lo stesso sentimento nel cuore, le loro labbra
si unirono ancora una volta in un bacio.
Un bacio, insomma, cosa è mai un bacio?
Il desiderio ardente di aspirare una parte dell'essere
amato.
Un giuramento pronunciato da vicino, una promessa
definitiva.
Sarò più preciso: è una confessione che pretende conferma, un
apostrofo rosa tra le parole t’amo; un segreto sussurrato sulla bocca, un
istante d'infinito che ha il fruscio di un'ape tra le foglie, un'unione che ha
il profumo di un fiore, un respiro cuore a cuore, un gustarsi l'anima a fior di
labbra.
(Cyrano de Bergerac - Edmond Rostand)
Era il momento di andare.
Di prendere due strade differenti, ma non per separarsi.
Era un arrivederci il
loro…
- Questa sera resta sul balcone, verrò volando con la mia
scopa.
- Conosci la strada di casa mia? – gli domandò Lily
incredula, sperando con tutto il cuore che in realtà la sapesse.
Perché l’amore non può
aspettare…
- Mi farò guidare dal cuore.
Perché l’amore è
inarrestabile…
- D’accordo, ti aspetterò.
Perché l’amore non conosce barriera…
Perché il loro cuore era andato oltre…
I due giovani si separarono, interrompendo il contatto delle
loro mani.
Passo dopo passo
verso la strada del ritorno.
Giorno dopo giorno verso una nuova vita.
Il signor Potter si avvicinò al figlio, appoggiandogli una
mano sulla spalla, mentre entrambi osservavano la ragazza dai capelli scarlatti
allontanarsi, verso il mondo dei babbani.
Lily si voltò per un’ultima volta, sorridendo ai due uomini
e lanciando un bacio a James, prima di oltrepassare il muro del binario nove e
tre quarti.
Quel passaggio che le aveva aperto la strada per il mondo
magico.
Quel magico mondo che le aveva schiuso la porta del cuore.
Il suo cuore che ora apparteneva a qualcuno.
A James.
Per sempre.
Fino alla fine dei giorni.
Ho imparato che non è grande chi non cade mai, ma
chi cadendo ha la forza di rialzarsi.
Ho imparato che nessuno ti capisce meglio di te stesso, a
volte nemmeno tu ci riesci, ma se qualcuno cerca di farlo è perché ti ama.
Ho imparato che il cuore ha le sue ragioni che la ragione
non conosce.
Ho imparato a sorridere, a sorridere anche di un
sorriso triste perché più triste di un sorriso triste c‘è la
tristezza di non saper sorridere.
Ho imparato che quando la felicità ci viene incontro non è
mai vestita come pensiamo; spesso ci passa accanto silenziosa e non sappiamo
riconoscerla.
Ho imparato che ognuno di noi desidera vivere in cima
alla montagna... ma forse non tutti sanno che la felicità e la crescita
avvengono mentre la scali.
Fine.
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Tutto ebbe inizio una notte di giugno di cui non ricordo
precisamente né il giorno, né l’ora.
Avevo qualcosa dentro di me che dovevo assolutamente buttare
fuori, esternare e così iniziai a scrivere, o meglio a battere al computer.
Non avrei mai potuto immaginare che al primo capitolo ne
sarebbe succeduto un altro e poi un altro ancora, fino a quando i fogli
divennero notevoli.
Era nata una fanfiction.
Quella notte non avevo ancora progettato tutto questo,
quella notte volevo solo scrivere, volevo solo produrre qualcosa di breve.
E piano piano, le idee fioccarono una dietro l’altra fino a
quando tutta la storia cominciò ad avere una struttura definita.
Ora come ora non riesco a credere di essere riuscita a
portare a termine questo scritto: mi pareva tanto distante la fine e invece è
arrivata.
Durante tutta la durata di questa storia, quasi un anno e
mezzo se non erro, ho imparato molto, riflettuto e appreso: spero di essere
migliorata nella scrittura, di aver commesso sempre meno errori ortografici e
grammaticali e spero di avervi allietato alcune parti della giornata.
Forse avrete notato qualche distaccamento dalla trama
originale: inizialmente era comparso il personaggio di Lucius Malfoy, quando
invece non avrebbe mai potuto frequentare Hogwarts perché di età maggiore
rispetto ai Malandrini. È stata solo una distrazione, non essendomi documentata
bene e ho provveduto nei capitoli successivi a non farlo comparire più.
Un’altra cosa che vi ho risparmiato e che ho risparmiato anche a me stessa
visto che non sopporto il suo viscido carattere è stato il professore
Lumacorno. Prima dell’uscita del sesto libro il professore di Pozioni era già
comparso nella mia storia, senza nome, però ho preferito lasciare l’anonimato.
Per quanto riguarda il resto, credo di essere stata
abbastanza fedele alla trama di J.K. Rowling o almeno ci ho provato: forse
alcune sfumature del carattere di Lily e James non erano proprio come magari
alcuni di voi si aspettavano, ma quei due me li immagino proprio così!
Bene, come ultima cosa ringrazio tutte le persone che hanno
commentato, dato un giudizio o espresso un loro parere: questa volta senza fare
nomi, perché la lista dal 2005 fino ad ora sarebbe lunga, ringrazio tutti voi
veramente di cuore!!
Spero vivamente che questo finale sia piaciuto e che non
abbia deluso nessuno, visto che ne decantavo la bellezza! Scusate se
l’aggiornamento è slittato di due giorni ma è accaduto per un imprevisto e
problemi tecnici al computer.
Bene, è arrivato il momento dei saluti, cari lettori:
tranquille, non sparirò dalla circolazione perché adoro scrivere e l’estate è
ancora lunga! Meno male!
Buone vacanze a tutti!
E… ricordate: ognuno di noi nasconde un po’ di magia dentro
di sé. ^_______^
Alla prossima!
Baci baci
Lily-Rose