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Autore: strawberryfield_A    08/12/2012    1 recensioni
Questa è la mia primissima FF c: Ho cambiato titolo e intestazioni almeno un milione di volte, ma adesso spero di aver trovato quelli adatti x) Ah, dimenticavo: non ho preso il titolo da Hunger Games, ma dalla canzone di Alicia Keys (anche se comunque ammetto che AMO alla follia Hunger Games u.u)
Dal testo:
Avevo due anni quando è bruciata la casa, quando mia madre mi spinse tra le fessure di una finestrella della cantina per salvarmi da quell’inferno.
Ho solo un vago ricordo di lei: una figura scura circondata da alte fiamme. Poi col tempo, e grazie alle descrizioni dei miei cugini, sono riuscita a figurarmela meglio: i capelli biondi e infuocati, mentre mi implorava di scappare, con quegli occhi azzurri e fradici di lacrime. L’ho sognata spesso.
"She's just a girl and she's on fire."
(Girl on Fire, Alicia Keys)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando Derek mi regalò l’anello di Laura, inizialmente lo rifiutai. Era di mia cugina, prezioso quanto il suo ricordo, non avrei mai potuto sottrarglielo. Ma lui insistette e non potei dirgli di no. Me l’ha dato il giorno dopo il nostro arrivo a Beacon Hills, il giorno dopo aver avuto la notizia della sua morte. È un piccolo diamante, che farebbe invidia a tutti i gioielli di Lydia Martin. Non è solo molto pregiato,c’è anche il valore affettivo: questo piccolo oggettino apparteneva a Laura, la mia quasi seconda madre, e adesso che è mio lo terrò sempre con me.
È per questo che, quando lo vedo sui gradini del portico della scuola, nonostante sia consapevole che fuori mi aspetta l’Alpha, esco di corsa a prenderlo.
Scott cerca di fermarmi, ma io sono già fuori.
Il mostro esce dal suo nascondiglio e mi vede. Raccolgo l’anello e ritorno dentro la scuola, proprio mentre lui mi sta correndo incontro.
-Sei impazzita?- mi sbraita addosso Scott.
Io fisso l’anello e me lo infilo al dito. –Non potevo lasciarlo lì.- Parlo come se fosse una cosa viva, come se si trattasse di Laura in persona.
Ci allontaniamo dalla porta, tenuta chiusa da un aggeggio di Stiles. Con il cuore in gola, raggiungiamo un’aula e ci chiudiamo dentro.
-Le finestre non si aprono.- osserva Stiles, mentre Scott fa comunque un tentativo.
-Troviamo un modo per romperle.- dice il ragazzo.
-E poi?- mi intrometto, notando che ci sono un bel paio di metri che ci distanziano dalle auto.
-Corriamo.- continua Scott, con un tono meno convinto. –Ehi!- fa all’improvviso. –Che cos’ha il cofano della jeep?
Tutti e tre fissiamo in quella direzione e in effetti il cofano non sembra essere messo tanto bene. Prima che qualcuno parli, qualcosa spacca una finestra e cade poco distante da noi. È la batteria della macchina.
-Vuole intrappolarci.- dico, con un groppo alla gola. Gli altri due sembrano condividere la mia tesi, ma non hanno il coraggio di pronunciare un’altra parola. –Dobbiamo andarcene da qui.- proseguo, facendo per andare, ma Scott mi blocca.
-E se è lì fuori?
-Lui è lì fuori!- ribatte Stiles.
-Fatemi dare un’occhiata.- Detto questo sbircia fuori dalla finestra, ma a quanto pare non vede niente, perché possiamo continuare.
In corridoio l’atmosfera non fa che peggiorare.
-Dobbiamo andare in un posto con poche finestre.- riprende Stiles.
-Gli spogliatoi.- ipotizzo. Quelli annuiscono.
Il silenzio tombale non rende le cose più piacevoli, quindi inizio il discorso. –È il tuo capo.- mi rivolgo a Scott. –L’Alpha è il veterinario!
-No, non è possibile.- ribatte lui.
-Come lo spieghi il fatto che è sparito proprio prima della comparsa di quel mostro?!- continuo.
Il ragazzo non sa cosa rispondere, quindi scuote la testa.
-Ammettilo, Scott.- si aggiunge Stiles. –È lui. Lui ha ucciso Derek e tutte quelle persone.
-Derek non è morto!- lo interrompo.
-Martha, lo so che la cosa ti ha sconvolto, ma…
-Derek non è morto!- Questa volta urlo e scoppio in lacrime, ricordandomi della scena di mio cugino quando il lupo l’ha sorpreso dal dietro.
Entrambi si guardano attorno preoccupati, perché probabilmente con il mio urlo ho appena richiamato l’attenzione dell’Alpha.
Subito ci mettiamo a correre e raggiungiamo gli spogliatoi.
-Chiama tuo padre, Stiles!- dice Scott, che sta iniziando ad andare seriamente nel panico. –Digli che c’è stato una fuga di gas, qualcosa! Se quello vede le macchine della polizia magari se ne andrà.
-E se non lo facesse? E se uccidesse tutti i poliziotti, compreso mio padre?
Né io né Scott avevamo pensato a questo. Forse Stiles ha ragione: potrebbe ucciderli tutti.
Allora mi viene in mente che potrei chiamare John, ma appena metto la mano sulla tasca mi accorgo di non avere il cellulare. Come posso aver fatto a perderlo?
Poi mi viene in mente cos’è successo nella foresta, il giorno in cui sono arrivata a Beacon Hills, e quella volta quando i genitori di John dovevano venire a prendermi per andare a vedere la partita di lacrosse: l’Alpha non mi aveva attaccata. Ma io non sapevo neanche che esistesse un veterinario in questa città, quindi lui perché mi avrebbe risparmiata? Forse Scott ha ragione: non è il suo capo.
Proprio mentre rifletto su queste cose, sentiamo un rumore provenire dal corridoio e qualcuno fa irruzione improvvisamente. Tirando un sospiro di sollievo, ci accorgiamo che è il bidello. Subito ci spinge fuori, senza volere sentire spiegazioni. Ma non appena usciamo, lui viene tirato all’indietro da una forza invisibile e la porta si chiude. Sentiamo le sue grida e lo vediamo sbattere contro la porta chiedendo aiuto.
È solo grazie a Stiles che io e Scott riusciamo a correre via. Tutti e due avremmo cercato di aiutarlo, anche essendo consapevoli che fosse una pazzia.
-Ma che diavolo vuole?- sbotta Stiles, mentre proseguiamo.
-Scott.- rispondo, ancora scossa.
-Io qui non ci muoio!- riprende il ragazzo.
Mi fermo di colpo, perché mi sembra di vedere una sagoma sul tetto. Anche Scott la nota. –Correte!- urla.
Non abbiamo percorso neanche cinque passi, che il mostro si scaglia contro una finestra e inizia rincorrerci.
Riusciamo a seminarlo, o comunque lo perdiamo di vista, e ci ritroviamo nei sotteranei della scuola. Ma sentiamo il suo ringhio troppo vicino. Poco dopo si allontana e noi riusciamo a rinchiuderlo in una stanzetta. Purtroppo però stiamo parlando di un lupo mannaro, anche abbastanza esperto, e in men che non si dica sfonda il soffitto e torna in libertà.
-Andiamocene!- propongo e subito ci allontaniamo di fretta da quel posto.
Stiamo ancora girando senza meta, quando Scott sente qualcosa.
-Che c’è?- gli chiede l’amico
-Un telefono ha squillato. È quello di Allison, riconosco la suoneria.
-Cosa ci fa qui Allison?- chiedo, ma lui non sa cosa rispondere, semplicemente sfila dalla tasca di Stiles il suo cellulare e compone il numero.
-Allison, dove sei?- chiede. –Vai verso l’entrata!
-Se non volevi spaventarla, hai fallito in pieno.- gli dico.
Ricominciamo a camminare svelti e poco dopo incontriamo la ragazza. Ci spiega che ha ricevuto un messaggio da Scott con scritto di raggiungerlo qui a scuola, ma lui aveva lasciato il cellulare sulla jeep di Stiles.
Facendoci prendere un colpo al cuore, anche Jackson e Lydia ci raggiungono.
-Anche voi?- esclama Stiles.
-Che succede? Chi ha mandato il messaggio?- riprende Allison, ma io la zittisco con un “shh!” Qualcosa si sta muovendo sopra di noi.
-Via!- urlo.
Appena in tempo, perché l’Alpha distrugge il soffitto e comincia a rincorrerci nuovamente. Nessuno si guarda indietro, tranne me. È lo stesso della foresta, gli stessi occhi rossi.
Velocemente riusciamo a rinchiuderci dentro la mensa, ma ci accorgiamo solo dopo aver trascinato tavoli e sedie contro la porta che c’è un’intera parete di finestre dalle quali potrebbe entrare.
I ragazzi sembrano tutti decisi a voler sapere cosa diavolo sta succedendo, e come dargli torto?
-Qualcuno ha ucciso il bidello.- si è finalmente deciso Stiles di dire, dopo che Scott non è riuscito a pronunciare una parola.
-No, il leone di montagna…- comincia Lydia, ma Jackson la interrompe. –Non era un leone di montagna! Chi era?
A questo punto nessuno di noi tre sa più cosa dire.
-Derek… Derek Hale.- dice Scott, sconvolgendomi.
-Che cosa?!- esclamo. Stiles cerca di fermarmi con lo sguardo, ma non posso permettergli una cosa del genere. –Non è vero! Derek non farebbe mai… No!
-Sì, l’ho visto io.- ribatte Scott. Non posso rispondergli e quindi mi limito a scuotere la testa. So che lo fa perché crede che Derek sia morto e che comunque non procurerebbe problemi. Ma Derek non è morto, non può esserlo. Purtroppo però tutto questo mi sta facendo seriamente venire dei dubbi, e se è morto davvero? Cosa potrò fare? Prima Laura, poi lui…!
Intanto Lydia ha provato a chiamare la polizia, ma le hanno riattaccato: erano stati avvertiti che ci sarebbero stati degli scherzi notturni di ragazzi che fingevano di essere a scuola.
-È Derek che ha mandato il messaggio e che ha avvisato la polizia?- continua Allison. Scott annuisce e io non posso fare altro che stare in silenzio e sperare con tutto il cuore che lui sia ancora vivo.
Uno schianto contro la porta ci fa sobbalzare. Non sappiamo più cosa fare, sembra la fine, e sinceramente dopo tutto quello che è successo non mi dispiacerebbe neanche, ma Stiles è pronto a risolvere la situazione. –Le scale!
-Ma salgono soltanto.- ribatto.
-Sempre meglio che qui.
Riusciamo a raggiungere le scale e l’aula di chimica, sempre però sentendo il suo fiato sul collo.
Che notte da incubo.
Rinchiusi in questa stanzetta vediamo la sua sagoma passare davanti alla porta e andare avanti.
-E adesso?- fa Jackson. Ci guardiamo intorno: le finestre sono da escludere, ma c’è un’altra porta che conduce alle scale antincendio.
-Serve la chiave.- osserva Stiles. –E ce l’ha il bidello.
-Vado io a prenderla.- si offre Scott. –Posso fiutare il suo sangue.
-No, non pensarci nemmeno.- lo interrompo. –È te che vuole.- aggiungo poi a bassa voce. –Andrò io.
-Martha non…
-Fidati.- gli dico.
Il ragazzo non sembra rassegnarsi del tutto. -Ma io vengo con te.
Gli leggo la determinazione negli occhi e annuisco.
-No, non potete andare! Vi ucciderà!- si aggiunge Allison. –Non avete neanche un’arma!
-Possiamo creargliene una.- si intromette Lydia, ammiccando all’armadietto con strane sostanze e liquidi all’interno. –Una bomba. Una…- e a questo punto dice il nome di non so quale stregoneria chimica. Detto fatto, Lydia comincia a creare la sua pozioncina e con un sorriso mi viene in mente Isaac, il mio compagno di chimica che finge di essere Harry Potter.
La ragazza non ci mette molto a preparare la sua “bomba”, ma è un altro l’ostacolo: Allison. Cerca di convincere Scott a rimanere e io provo anche a stare dalla sua parte, ma lei comunque non vuol far uscire neanche me. Così Scott è costretto a darle un bacio rapido e uscire dopo di me dal nostro rifugio mica tanto sicuro.
Il ragazzo non ci impiega tanto per captare l’odore del sangue del bidello e seguiamo la scia.
-Perché sei voluta venire? È pericoloso.- mi dice a un tratto.
-L’ho già incontrato faccia a faccia e non mi ha fatto niente.- rispondo.
-E come fai a sapere che anche questa volta avrà pietà?
-Non lo so.
Il ragazzo è agitato quanto me.
In poco tempo, che però sembra un’eternità, raggiungiamo la palestra e Scott mi indica gli spalti. –È lì.- dice, e cominciamo a cercare il cadavere nel retro delle tribune.
Lo troviamo in fretta, appeso a pancia in giù, con il sangue che gli cola lungo il viso e per terra. La visione è raccapricciante, ma dobbiamo farci forza. Scott si arrampica e è sul punto di prendere le chiavi, quando gli spalti cominciano a chiudersi. Per fortuna il ragazzo prende rapido il mazzo e riusciamo a uscire da lì sotto prima dell’inevitabile. Ma ciò che ci aspetta fuori è forse peggiore.
L’Alpha è proprio davanti a noi e ci viene incontro velocemente. Scott gli lancia la bomba di Lydia, ma non succede niente.
-Merda…- borbotto.
Quello ricomincia a correre, ma non sembra neanche accorgersi di me: la sua attenzione è puntata sul ragazzo. Lo prende e lo scaraventa dall’altra parte della palestra, cerco di andargli incontro ma il lupo mi ringhia addosso e non arrischio a fare un altro passo. D’altronde Scott fa parte del suo branco, non vorrà fargli del male, almeno spero.
L’Alpha si avvia verso il ragazzo, sdraiato per terra, e lancia un ringhio spaventoso.
Dopo di che torna verso di me, che intanto mi sono schiacciata contro la parete, senza avere il coraggio di abbandonare il mio amico. È a qualche passo da me, quando sento Scott urlare e lo vedo contorcersi sul pavimento.
-Cosa gli hai fatto?- urlo, riscossa dalla rabbia.
Il mostro sembra sogghignare, ma non ne sarei sicura. Poi parla, con una voce roca e profonda: -Non devi avere paura di me, Martha.
Io sgrano gli occhi, allibita. Come conosce il mio nome? E perché cerca di rassicurarmi?
-Non dovrei?- riprendo. –Sei un assassino, io credo proprio che ho tutto il diritto di aver paura di te!- Nonostante sia spaventata a morte, sono contenta che la voce non mi tremi.
-Non ti farò del male.- continua quello, mentre dietro di lui Scott si rialza, trasformato, ed esce dalla palestra. Ho un bruttissimo presentimento.
-Cosa gli hai fatto?- richiedo, ma lui non risponde. Mi guarda con quegli occhi terribili. –Perché fai così? Perché non mi uccidi come hai fatto con mia cugina?- sbotto all’improvviso, senza riuscire più a trattenere tutta quella tensione.
Questa mia frase sembra infastidirlo. –Non ti farò del male.- ripete. Detto questo si allontana e se ne va.
Solo dopo Scott mi racconta della sua trasformazione, della sua voglia di uccidere Allison, Jackson, Lydia e Stiles, della sua perdita di controllo. Solo dopo la polizia mi trova in palestra, con gli occhi persi nel vuoto. Solo dopo i genitori di John e il mio amico in persona mi vengo a prendere per riportarmi a casa. Solo dopo vedo che l’auto di Derek non c’è più e solo dopo sono felice che sia ancora vivo e mi domando come diavolo ho fatto a dubitarne.
Ma per ora sono ancora qui, in palestra, da sola, pensando a Laura e giocherellando con il suo anello.
  
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