šŸLeave
to me Ÿš
Chap
n.Œ
wTook a right to the end of the line
Where no one ever goes.
Ended up on a broken train with nobody I know. w
wPreso proprio alla fine del limite
dove nessuno va mai
finito su un treno rotto con nessuno che conoscow
wRelax,
take it easy!
For
there is nothing that we can do.
Rilassati, prendila come
viene!
Perchè non
c’è niente, che possiamo fare.w
rMika_Relax (take it easy)r
Una musica leggera
inonda la stanza, colorandola d’allegria; Claudio e Silvia, tacciono nel
loro silenzio, entrambi presi dalla routine di valige da sistemare e una serata
ancora da costruire.
L’una
balla divertita intorno alle sue cose, con il ritmo giusto, muovendo i fianchi.
L’altro
battendo leggero un piede sul pavimento, quasi ad esorcizzare la
concentrazione, catturandola e facendola sua, senza permetterle di scappare
via.
“Ehi! Sei tutta in
tiro, dove si và?!”
Claudio fa un
po’ di pausa, sporgendosi sull’uscio della stanza.
Non l’ha
sentita canticchiare o anche solo parlottare e si è preoccupato; sono
giorni che la sua voce, riempie il mondo intorno. E’ forte, anche
perchè ha sempre qualcosa da dire.
Lei non si
accorge della sua presenza, continua a dimenarsi, giocando con i capelli a
tempo di musica; fa le facce buffe nello specchio, atteggiandosi a modella,
ogni tanto prova questo o quello, sempre splendida. Sempre bella. Come
è. E lo è davvero.
Perché
è semplice Silvia, in tanti anni che la conosco non l’ho mai vista
senza un filo di trucco, ma se ti avvicini a lei giureresti che il suo viso sia fresco e pulito come una pesca.
Ma questa..
è tutta un’altra storia…
Claudio le va
dietro piano, non vuole spaventarla; le sfiora le spalle, poggiandoci
delicatamente le labbra.
Lei, si gira
lenta, eccitata; le è sobbalzato il cuore nel petto, come quando al buio
ti prendono alle spalle. Ma passa in fretta e si mette a ridere divertita.
“Stasera
c’è una seratona al
Baia. Noi, non possiamo di certo mancare!”
Claudio
l’ascolta curioso. Si guarda un po’ intorno, accarezzandosi il
mento.
“Si va a ballare
quindi.”
“Obbligato
mister…”
Gli piace
quella espressione. Lo diverte, e con il sorriso torna alla sua stanza, senza
prima ricordarsi il motivo per cui era passato di là.
“Camicia, o tengo
la giacca?!”
“Via la giacca
seria e corri ad infilarti un paio di jeans!”
“Obbligato
mister…”
Le fa il
verso, Silvia si lascia andare in un sorriso timido.
Odia
vergognarsi delle sue stranezze.
“Claudio?!”
“Sì?!”
La voce di Claudio arriva strozzata dal corridoio che li separa.
“Sicuro di stare
bene?!”
“No, mi hai detto
di cambiarmi infatti…” E riesce a sfotterla come desiderava da
tanto tempo fare. Con quel suo modo originale e bizzarro. Ride soddisfatto,
d’esserci riuscito.
“Non mi fai ridere
sai?!”
“Ah no?! E quel sorrisetto di prima?!”
“L’ho fatto
per farti contento cosa credi!”
Alza le spalle
Claudio, arreso da tanta sfacciataggine; con un espressione
perplessa, torna poi alle sue cose.
E di nuovo, la
musica si perde fra le stanze.
awaawa
Qualche ora
dopo. Qualche valigia dopo, Silvia è sul corridoio. Immobile. Curiosa.
“No, non ci posso
credere. Sei il primo uomo sulla terra, a cui vedo
fare questo genere di cose…”
E’
appoggiata allo stipite, sorride dolcemente. Adesso sembra una donna.
Claudio
è nella stanza, che riordina le sue cose. Ordinato e preciso.
Affascinante,
nella routine dei suoi gesti puliti, perfetti.
Silvia tace e
ride. E’ in questi momenti che nota la netta differenza tra uomo e
ragazzino.
Un po’
le batte il cuore. Dalla paura perché no, di aver confuso il suo mondo
con un mondo che mai le è appartenuto.
“Sai silvia…
un uomo sconvolge il corso della propria vita se lo vuole, ma le abitudini, sai
le abitudini restano…”
Non gli
risponde, sorride serena, prima di avvicinarlo.
“Ma
scusa…” Parla
piano, sensuale “Non
è più bello così…” E di getto, afferra alcuni vestiti
piegati da mani meticolose, gettandoli alla rinfusa, nell’aria.
“Libertà
Claudio. Sai cosa significa?! Sai che sono proprio i
nostri difetti a limitarci?! Siamo i peggiori
inibitori di noi stessi.. non lo sai Claudio?!”
E torna bambina,
mimandolo alla perfezione.
E su nel
cielo, altri vestiti. Non contenta.
Ridendo, di
quel piccolo, sciocco gioco.
“Liberi…
così?!”
Claudio
afferra della biancheria nelle sue vicinanze, lanciandosela alle spalle.
“Sì, proprio
così!”
E allora
Claudio si fa prendere da un raptus di pazzia e gioia, afferrando tutto quello
che può per lanciarlo su al cielo.
E Silvia ride
aiutandolo, e non si sa com’è si ritrovano a correre per tutta la
stanza, con un arcobaleno di calzini e maglie che svolazzando in aria li
accompagnano.
Poi, arriva il
momento delle cucinate. Quelle a cuor leggero, quelle che solo i bambini
continuano a fare, quelle che in un solo attimo, anche solo per un attimo, ti
fanno afferrare il vero senso di libertà.
“Tu sei pazzo!
Pazzo! Pazzo!”
Lei dolce, cucciola, gli salta al collo
fra il delirio di piume bianche che annegano l’aria, portandoselo
giù, alla deriva, su quel letto morbido, grande, cimitero di abiti ora
dimessi, coperte arrotolate e confusione, come quella dei loro cuori, che
dispersi si toccano, si guardano.
Che suonano
quella melodia lontana.
Quella che
ora, Silvia, riesce ad udire di nuovo nel suo cuore.
Che bello
farsi portare.
Che bello
lasciarsi andare.
Che bello
lasciare fare agli altri ciò che vogliono della tua anima.
Che bello
correre nella nebbia, denudati delle proprie catene, degli alibi che troppe
volte ci costringono, solo per il gusto di scoprire se sarà la corsa a
terminare o semplicemente la nebbia.
wIt's as if I'm scared.
It's as if I'm terrified.
It's as if I scared.
It's as if I'm playing with fire.
Scared.
It's as if I'm terrified.
Are you scared?
Are we playing with fire?
Relax
Relaxw
wè come se fossi
spaventato
è come se fossi terrificato
è come se fossi spaventato
è come se stessi giocando col fuoco
spaventato. E'come se fossi terrificato
sei spaventato? stiamo giocando col fuoco?
rilassati, rilassatiw
(Mika
Relax_”Take it easy”)