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Autore: Luna_R    26/06/2007    1 recensioni
Silvia. Silvia è pazzesca. Silvia fa ridere, è dolce, ha la freschezza della sua età.
Silvia vive da sola, è giovane, ha un lavoro, ma è insoddisfatta. Più che insoddisfatta, non crede più. Nell’amore.
Claudio è maturo. Troppo. Claudio veste bene, vive nella Roma bene, ha amici per bene.
Claudio è quadrato. Ed ha un figlio di diciassette anni.
Quando le cose non succedono mai per caso, quando a volte si ricomincia a sperare e a credere in qualcosa, ecco mondi che si fondono, punti di vista che si abbracciano, dapprima scogli insormontabili ma poi, naturalezza infinita.
Quando si dice, il passato è passato.
Quando si dice, vivi come se dovessi morire domani. Lascia indietro il superfluo.
“Perché abbandonarsi agli altri è la sfida più difficile.”
“La tua sfida, l’hai vinta in partenza.”
Quando si dice, “Leave to me.”
*Dopo sei anni riprendo in mano le redini di questa storia.
Che ho amato tanto e non ho mai concluso.
Spero piaccia anche a voi.
Lunadreamy.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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šŸLeave to me Ÿš

šŸLeave to me Ÿš

 

 

 

Chap n.Œ

 

 

 

wTook a right to the end of the line
Where no one ever goes.
Ended up on a broken train with nobody I know
. w

 

wPreso proprio alla fine del limite
dove nessuno va mai
finito su un treno rotto con nessuno che conosco
w

 

wRelax, take it easy!

For there is nothing that we can do.

Rilassati, prendila come viene!

Perchè non c’è niente, che possiamo fare.w

rMika_Relax (take it easy)r

 

 

 

Una musica leggera inonda la stanza, colorandola d’allegria; Claudio e Silvia, tacciono nel loro silenzio, entrambi presi dalla routine di valige da sistemare e una serata ancora da costruire.

L’una balla divertita intorno alle sue cose, con il ritmo giusto, muovendo i fianchi.

L’altro battendo leggero un piede sul pavimento, quasi ad esorcizzare la concentrazione, catturandola e facendola sua, senza permetterle di scappare via.

 

“Ehi! Sei tutta in tiro, dove si và?!

 

Claudio fa un po’ di pausa, sporgendosi sull’uscio della stanza.

Non l’ha sentita canticchiare o anche solo parlottare e si è preoccupato; sono giorni che la sua voce, riempie il mondo intorno. E’ forte, anche perchè ha sempre qualcosa da dire.

Lei non si accorge della sua presenza, continua a dimenarsi, giocando con i capelli a tempo di musica; fa le facce buffe nello specchio, atteggiandosi a modella, ogni tanto prova questo o quello, sempre splendida. Sempre bella. Come è. E lo è davvero.

Perché è semplice Silvia, in tanti anni che la conosco non l’ho mai vista senza un filo di trucco, ma se ti avvicini a lei giureresti che il suo viso sia fresco e pulito come una pesca.

Ma questa.. è tutta un’altra storia…

Claudio le va dietro piano, non vuole spaventarla; le sfiora le spalle, poggiandoci delicatamente le labbra.

Lei, si gira lenta, eccitata; le è sobbalzato il cuore nel petto, come quando al buio ti prendono alle spalle. Ma passa in fretta e si mette a ridere divertita.

 

“Stasera c’è una seratona al Baia. Noi, non possiamo di certo mancare!”

 

Claudio l’ascolta curioso. Si guarda un po’ intorno, accarezzandosi il mento.

 

“Si va a ballare quindi.”

“Obbligato mister…”

 

Gli piace quella espressione. Lo diverte, e con il sorriso torna alla sua stanza, senza prima ricordarsi il motivo per  cui era passato di là.

 

“Camicia, o tengo la giacca?!

“Via la giacca seria e corri ad infilarti un paio di jeans!”

“Obbligato mister…”

 

Le fa il verso, Silvia si lascia andare in un sorriso timido.

Odia vergognarsi delle sue stranezze.

 

“Claudio?!”

“Sì?! La voce di Claudio arriva strozzata dal corridoio che li separa.

“Sicuro di stare bene?!

“No, mi hai detto di cambiarmi infatti…” E riesce a sfotterla come desiderava da tanto tempo fare. Con quel suo modo originale e bizzarro. Ride soddisfatto, d’esserci riuscito.

“Non mi fai ridere sai?!

“Ah no?! E quel sorrisetto di prima?!

“L’ho fatto per farti contento cosa credi!”

 

Alza le spalle Claudio, arreso da tanta sfacciataggine; con un espressione perplessa, torna poi alle sue cose.

 

E di nuovo, la musica si perde fra le stanze.

 

awaawa

 

Qualche ora dopo. Qualche valigia dopo, Silvia è sul corridoio. Immobile. Curiosa.

 

“No, non ci posso credere. Sei il primo uomo sulla terra, a cui vedo fare questo genere di cose…”

 

E’ appoggiata allo stipite, sorride dolcemente. Adesso sembra una donna.

Claudio è nella stanza, che riordina le sue cose. Ordinato e preciso.

Affascinante, nella routine dei suoi gesti puliti, perfetti.

Silvia tace e ride. E’ in questi momenti che nota la netta differenza tra uomo e ragazzino.

Un po’ le batte il cuore. Dalla paura perché no, di aver confuso il suo mondo con un mondo che mai le è appartenuto.

 

“Sai silvia… un uomo sconvolge il corso della propria vita se lo vuole, ma le abitudini, sai le abitudini restano…”

 

Non gli risponde, sorride serena, prima di avvicinarlo.

 

“Ma scusa…” Parla piano, sensuale “Non è più bello così…” E di getto, afferra alcuni vestiti piegati da mani meticolose, gettandoli alla rinfusa, nell’aria.

 

“Libertà Claudio. Sai cosa significa?! Sai che sono proprio i nostri difetti a limitarci?! Siamo i peggiori inibitori di noi stessi.. non lo sai Claudio?!”

 

E torna bambina, mimandolo alla perfezione.

E su nel cielo, altri vestiti. Non contenta.

Ridendo, di quel piccolo, sciocco gioco.

 

“Liberi… così?!

 

Claudio afferra della biancheria nelle sue vicinanze, lanciandosela alle spalle.

 

“Sì, proprio così!”

 

E allora Claudio si fa prendere da un raptus di pazzia e gioia, afferrando tutto quello che può per lanciarlo su al cielo.

E Silvia ride aiutandolo, e non si sa com’è si ritrovano a correre per tutta la stanza, con un arcobaleno di calzini e maglie che svolazzando in aria li accompagnano.

Poi, arriva il momento delle cucinate. Quelle a cuor leggero, quelle che solo i bambini continuano a fare, quelle che in un solo attimo, anche solo per un attimo, ti fanno afferrare il vero senso di libertà.

 

“Tu sei pazzo! Pazzo! Pazzo!”

 

 Lei dolce, cucciola, gli salta al collo fra il delirio di piume bianche che annegano l’aria, portandoselo giù, alla deriva, su quel letto morbido, grande, cimitero di abiti ora dimessi, coperte arrotolate e confusione, come quella dei loro cuori, che dispersi si toccano, si guardano.

Che suonano quella melodia lontana.

Quella che ora, Silvia, riesce ad udire di nuovo nel suo cuore.

 

Che bello farsi portare.

Che bello lasciarsi andare.

Che bello lasciare fare agli altri ciò che vogliono della tua anima.

Che bello correre nella nebbia, denudati delle proprie catene, degli alibi che troppe volte ci costringono, solo per il gusto di scoprire se sarà la corsa a terminare o semplicemente la nebbia.

 

 

wIt's as if I'm scared.
It's as if I'm terrified.
It's as if I scared.
It's as if I'm playing with fire.
Scared.
It's as if I'm terrified.
Are you scared?
Are we playing with fire?
Relax

Relaxw

wè come se fossi spaventato
è come se fossi terrificato
è come se fossi spaventato
è come se stessi giocando col fuoco
spaventato. E'come se fossi terrificato
sei spaventato? stiamo giocando col fuoco?


rilassati, rilassati
w

 

(Mika Relax_”Take it easy”)

  
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