Dear Superstar...

                                                                                                                                                                                                               ~ When you first left me I didn't know what to say

                                                                                                                                                                                                           I never been on my own that way, just sat by myself all day ~

                                                                                                                                                                                                                                   Lilly Allen -Smile-
                                                                                                                                                                                                               

                                                                                                                                                                                             
E' stato bello conoscerci, dal nostro primo peluche regalato a natale all'ultimo saluto prima della partenza di quell'avventura che ti ha tolto da me in un soffio.

Ti ricordi la nostra promessa? Piccoli, indifesi ed ingenui...ecco cosa eravamo.

Tu stai bene, hai una carriera, una ragazza, soldi, casa, gente che ti ama, mentre io vivo ancora con i miei, senza lavoro e come se non bastasse ho ancora problemi di salute.

Avevi promesso che mi saresti stato vicino qualunque cosa sarebbe successa, è questo quello che più mi distrugge, ma non importa, vivi la tua vita al meglio, sappi solo che sono fiera di te e di tutto ciò che hai fatto, hai realizzato il tuo sogno, almeno uno di noi due ce l'ha fatta, ricordati solo che io non ti dimenticherò come hai fatto tu.

Un abbraccio...quella di una volta,

Emily.

(*)= FLASHBACK

-Che diavolo stai facendo Leeyum?- il piccolo penzolava da un albero a testa in giù, i capelli nocciola sfioravano l'erba appena tagliata.

-Sto cercando i farti sorridere- la bionda lo guardava stranito.

-E perchè lo fai?-

-Perchè oggi sei triste e...- scese dall'albero rischiando di rimetterci il collo.

-E...?- la bimba si spostò il ciuffo dagli occhi continuando a giocherellare con un filo d'erba.

-Adoro il tuo sorriso- il piccolo arrossendo ne sfoderò uno dei suoi migliori e Emily diventò rossa davanti al complimento dell'amico abbassando gli occhioni in contrasto con il colore dei capelli mossi.

Liam si alzò correndo verso l'entrata della casa.

-Liam, ti senti bene?- strillò la cascata bionda, si alzò scrollando la terra dal suo vestitino azzurro.

Lo trovò intendo a frugare nella cassaforte della sua stanza “stile toy story” sotto il suo sguardo che scrutava ogni suo movimento.

-Se mamma l'ha preso giuro che...trovato!- gridò gesticolando con una scatoletta rossa in mano.

-Trovato cosa?- gli si avvicinò, per avere sette anni era molto più alta dell'amico.

-Dammi la mano- le ordinò, la prese tra la sua ma lei indetreggiò.

-Guarda che al gioco della scossa non ci casco più scemo- lo spintonò amichevoltemente, ma nonostante questo il gracilino si lasciò cadere sul letto.

Emily allungò il braccio per aiutarlo ad alzarsi, lui per la seconda volta gliela bloccò tra le sue.

-Che...che fai?- sembrava impaurita.

-Un giurnento-

-Un giu...che?-

-Un giu...giuramento- balbettò.

-Che cos'è un giuramento?- il suo sguardo era rivolto al moro cercando di capire, come un allievo guarda il suo maestro.

-Qualcosa che si promette e non si deve spezzare, l'ho imparato oggi- continuava a non capire, anche perchè la sua manina era ancora a contatto con le sue.

-Quindi?-

-Quindi...- sciolse la stretta facendo si che la bambina potesse aprima la mano -Ti va di promettere che io e te saremmo fratello e sorella e che ci ameremo per sempre?-

Per due bambini di appena sette anni l'amore poteva rispecchiarsi anche solo con un sorriso sincero, eppure Emily a quella promessa, anche a distanza di troppi anni, ci credeva ancora, dell'essere “fratello e sorella” ovviamente.

(*)

La ragazza che ormai aveva perso il colore chiaro e lucente dei capelli e gli occhi dall'aria spensierata posò la penna guardando quel pezzo di carta bagnarsi di lacrime dal gusto insipido, insipido di qualcuno, e quel qualcuno è proprio lui, quel lui che tu oggi tutti conoscono come Liam James Payne degli One direction, dolce, comprensivo e sensibile, la perfezione.

Ma Emily, si beh lei aveva conosciuto gli altri lati di quel bimbo cresciuto.

Teneva l'anello ancora all'annulare, fissava la scritta “sister”.

-Si sister, la sorella che hai lasciato in compagnia del nulla nonostante tutte queste promesse, grazie per avermi messo nel dimenticatoio Liam- parole che poteva sentire solo lei.

L'ennesima lettera, l'ennesime parole che non leggerai mai, perse tra tutte quelle delle tue fans ignorando il fatto che la prima persona che ti ha adorato sono stata io, quando tu mi chiamavi sognatrice e io idolo, ricordi?

Mi hai insegnato a non arrendermi, a farmi rispettare, ad illuminare i momenti bui con la luce del mio sorriso, che c'è sempre un'altra possiblità, ma finita la lezione te ne sei andato, quando io avevo più bisogno di te.

(*)

-Sicura che non vuoi che ti accompagni?-

-Liam, è solo il primo giorno delle medie, non vado in guerra- quello che prima poteva sembrare una smorfia stampata sul sul viso mentre lo fissava lasciava intravedere i denti perfetti.

-Credimi qui è peggio-

-Ci vediamo a ricreazione Liam, tu vai pure in classe, io cerco l'aula di storia...che vuoi che sia!?-

-Un esempio di spazzatura umana? Ore sei, Stan Mason, quello che mi ha preso di mira in prima media-

-Stan? An ecco ehm...- gli occhi della ragazza biondo cenere si abbassarono iniziando a fissare le mattonelle opache del pavimento che tutto d'un tratto diventò interessante.

-Amy sai che a me puoi dire tutto-

-L'ho conosciuto questa estate, so tutto il male che ti ha fatto e ti giuro che sto cercando di cambiarlo, ehm...io e Stan stiamo insieme- sputò quelle parole così velocemente che a Liam parve di essersi perso qualche passaggio-

-Ma come cazzo hai...- le parole gli si spezzarono in gola quando scorse da dietro l'armadietto quello sguardo.

-Ecco la mia ragazza dalle curve mozzafiato e il suo amichetto frocetto, sai Payne se fossi in te toglierei quei baffi, non ti fanno sembrare più adulto ma solo ridicolo, e cerca di vestirti decentemente, la mia ragazza non deve rovinarsi la reputazione- conosceva fin troppo bene la sua situazione economica, la sua sensiblità, ma nonostante ciò continuava a premere su quel tasto.

-Stan non permetterti più di mancargli di rispetto in quel modo, lui non è gay, è un ragazzo stupendo sia dentro che fuori, non lo conosci, e si vede che nonostante siamo insieme da mesi non conosci nemmeno me, sai quanto io tenga a lui- l'espressione di Liam era un misto tra la voglia nel sputare in un occhio a quel inglesino che di dolce aveva solo la marca della cintura e la gratitudine per ciò che aveva detto poco prima l'amica.

-Giuro caro Payne che, per quanto tu possa essere sfigato, cerchi di provarci con quello splendore che ti sta tenendo la mano ti toglierò quel sorriso da coglione a suon di pugni, capito baby?-

Emily gli si parò davanti come se gli insulti fossero rivolti a lei -Senti brutto stronzo, potrò anche essere la tua ragazza ma lui non lo tocchi neanche con un dito, mi hai capito?-

Liam teneva i pugni chiusi con forza -lascia fare a me Amy, se vuole picchiarmi che faccia pure, forse è giusto che qualcuno si faccia avanti e gli insegni che il mondo non gira intorno a lui- si avvicinava lentamente al nemico -che carino Payne, cerca di fare il duro e sentirsi figo davanti alla sua Amy che non gliela darà mai- Liam non aprì bocca, gli rispose scagliandosi contro il biondo che subito contraccambiò il pugno in faccia mentre un filo di sangue colava dal labbro inferiore di Liam.

-Ragazzi piantatela!- frase invana della ragazzina sull'orlo di piangere.

-Non me la strapperai via velocemente capito zero totale?- Stan era sdraiato sul petto del ragazzo strngendogli il collo con una mano.

-Tu la farai solo soffrire, non sei capace di amare- riuscì a sciogliersi dalla stretta mollandogli un pugno pieno di rabbia in pieno stomaco lasciandolo contorcersi sul pavimento.

-Liam lascialo li, finirete per ammazzarvi-

-Indovinato!- non rendendosene conto il moro si ritrovò nuovamente a terra sbattendo la schiena con un tonfo che rimbombò per il corridoio che ormai era pieno di gente.

Dei ragazzi avevano formato un semicerchio intorno alla situazione pronti a fare milioni di visualizzazioni su you tube. Due di loro vedendo che la situazione stava degenerando corsero a bloccare Stan pronto a sferrare l'ennesimo pugno.

Emily si accasciò piangendo vicino al corpo sanguinante e tremande dell'amico-fratello steso a terra con sicuramente qualche osso rotto mentre arrivava il preside e i professori chiedendo spiegazioni.

-Amore viene con me, dobbiamo parlare- Stan era più morto che vivo e a stento si reggeva in piedi.

-Amore? Con quale coraggio mi chiami ancora così? Hai quasi mandato in coma il mio migliore amico- gli gridava con uno sguardo di odio mentre stringeva la mano gelida di Liam.

-E' quello che si è meritato!-

-No, è quello che ti meriti tu, di stare solo, con il tuo egoismo e il tuo egocentrismo, torna dai tuoi soldi Stan-

James riuscì ad aprire gli occhi al suono delle sue parole ed a regalarle un sorriso.

(*)

Dov'è finito il ragazzo sempre pronto a proteggermi ed aiutarmi? Che mi accettava per ciò che ero?

Tutto quello che mi avevi detto per me ha ancora valore sai!? Ora ci saranno ragazze più belle, senza problemi e ricche di me ma ti chiedo di non dimenticarti di tutto quello che abbiamo passato insieme, solo questo.

Per la sedicesima volta,

quella che pensava essere tua sorella,

Emily.

-Liam che stai facendo? L'intervista è tra un'ora e tu sei ancora mezzo nudo a leggere le lettere delle fans,aspetta...stai piangendo James?-

-Zayn sono uno stronzo, un'egoista- alzò lo sguardo e il ragazzo dalla pelle ambrata potè vedere il suo viso coperto di lacrime e gli occhi rossi e lucidi.

-Liam...- spinto da un'istinto lo racchiuse tra la sua pelle ancora umida lasciandolo sfogare prima di chiedere cos'era successo, era la prima volta in due anni che lo vedeva piangere in quel modo, quel ragazzo poteva anche sembrare freddo,chiuso e senza cuore, ma quando si trattatava di amici e consigli era il migliore -no che non lo sei- Zayn riuscì ad intravedere la carta che teneva in mano l'amico.

-Chi è...Emily?- restarono per qualche secondo in silenzio mentre Liam si staccava dal calore delle sue braccia riprendendosi con un respiro.

-Una delle persone a cui tenevo di più e la persona che ho fatto più soffrire, ho fatto star male una persona che amo- nel frattempo Zayn leggeva qualche frase dell'ultima lettera della ragazza.

-Dobbiamo trovarla...- concluse.

-Zayn cosa stai dicendo? L'ultima lettera è del 23 ottobre non mi vorrà più vedere, e ha tutte le ragioni per...-

-Liam...ti fidi del tuo migliore amico?-

-Ehm...- era perpresso -tenendo conto che l'ultima volta sono uscito con una fan che TU- sottolineò- mi hai presentato, che solo in quel momento ho scoperto avere trent'otto anni, trent'otto! Nemmeno Harry si è spinto così tanto!-

-Piccolo errore di calcolo- gli occhi sensibili di Zayn si abbassarono con un'espressione da finta offesa.

-Piccolo!?- sorrise il moro dai denti perfetti.

-Mi farò perdonare...- risero all'unisono ma Liam si bloccò nelle parole dell'amica perduta.

Hey Leeyum, ormai non sono più l'unica che ti chiama così, vero?

Eravamo noi due contro il mondo ed ora sembra che il mondo sia contro di me.

Papà ha perso il lavoro quindi quello che rimane è la speranza di ogni giorno per non ritrovarci senza tetto.

Ellen è scappata, o meglio, per i miei è così, io so dove è ma è voluta scappare e la rispetto...chi non vorrebbe scappare da una situazione del genere.

Scrivo a te perchè non mi rimane più nessuno, nessuno che mi piaccia almeno.

Una persona lontana 200 km, ricca, famosa, felice, forte e smemorata.

Mi buttavo giù e tu mi rialzavi.

Piangevo e tu avevi la spalla pronta.

Avevo tutti contro e tu eri il mio muro.

Volevo mollare tutto e tu non so come riuscivi a farmi ricredere.

Volevo porre fine a tutto e tu sei stato il mio nuovo inizio.

Almeno uno di noi ce l'ha fatta.

Ti lascio a ciò che ti sei meritato.

La stupida che ancora ti aspetta,

Emily.

P.S. Dimenticavo...sono ricoverata.

*

-Apro?-

-Guarda prima tu-

-Ne sei sicura?-

Stavano seduti ad un tavolino da tè, in mezzo all'erba incolta, alle foglie ingiallite che rumoreggiavano al passare della gente, tra il vento autunnale che soffiava tra i capelli dei due quindicenni seduti uno accanto all'altra, chiunque fosse passato avrebbe indovinato il loro stato d'animo.

-Lo sai che qualunque sia la risposta io ci sarò sempre, vero?-

Emily restò per un momento a fissare il moro incantata ma la voglia di sapere prevalse.

-Farò veloce, come un cerotto- lei annuì e intrecciò le mani.

Non lesse ad alta voce, muoveva gli occhi tra una riga e l'altra.

-Allora?- fremeva.

Rilesse tre o quattro volte per esserne sicuro.

Trovò da qualche parte il coraggio e con un filo di voce lesse:

-dal controllo si certifica che il test risulta positivo-

Voleva piangere, urlare, spalmarsi sotto il primo camion, portare Liam con lei, lasciarsi andare in un sonno senza fine, pregare Dio di cambiare la scritta su quel maledetto foglio di carta, non si meritava questo, chi le stava intorno non si meritava questo, l'aria mancava, la vista pure, il cuore accellerava, no...non era la paura, lei non ne aveva mai avuta, erano le braccia che cingevano il suo esile corpo, corpo che in pochi mesi si sarebbe fatto sempre più fragile.

-Sarò anoressica, bianca e senza capelli...mi vorrai comunque?-

-Sorridi!- le ordinò, la ragazza perplessa si staccò dal profumo che la circondava per affondare un sorriso nel collo della futura star.

Liam sfilò dal polso tremante della ragazzina un elastico, prese i capelli lisci e fini tra le dita e raccolse la massa bionda in una coda, come gli avevano insegnato Ruth e Nicola.

Le mani del moro dagli occhi nocciola arrivarono alla borsa in pelle di Emily e ne estrasse delle salviette struccanti, conosceva fin troppo bene la mania dell'amica nell'essere sempre perfetta, e strofidandole sul suo viso dalla pelle morbida tolse delicatamente lo strato di fondo tinta, il mascara e lo strato di eyeliner che colorava le palpebre, lasciandola completamente struccata e pallida.

-Ora sorridi di più- Emily fece come ordinato e aprì i lati della bocca in un grande sorriso che assaporava il salato delle lacrime che scendevano senza fermarsi.

-Questa fottuta malattia non te lo dovrà mai togliere, ce la farai, ce la faremo insieme-.

Ne era sempre stata sicura.

*