CAPITOLO 2
“Che-che ci fate voi qui? Il sogno
è finito, mi sono svegliata!”
Continuo
a fissare davanti a me senza riuscire neanche più a pensare
“Non ci
credo! Questo è un incubo!” esclama
Patty stringendosi la testa
fra le mani
“Ehi,
ed io cosa dovrei dire? Mi apparite all’improvviso in camera senza un perché! E se entra mia madre?”
“Le dici che è colpa di una pazza se
siamo qui!”
Aggrotto
le sopracciglia all’evidente presa in giro
ma non faccio in tempo a rispondere perchè mi sento chiamare da
mio padre. Avverto i suoi passi; sta salendo!
Guardo
i quattro in preda al panico
“Sul
balcone, presto!”
Faccio
appena in tempo a scaraventarli fuori che la porta si apre. Giro le spalle alla
finestra chiusa sorridendo come un’ebete e domando:
“Cosa c’è?”
Mio
padre mi fissa per qualche secondo
“Ti ho
portato il libro di fisica!”
“Ah,
bene, grazie!”
Continuo a sorridere finché non esce.
Sento i
suoi passi sulle scale e tiro un sospiro di
sollievo
“Accidenti,
alla faccia del sogno! Ora sta diventando stressante!... ok,
potete rientrare!”
I
quattro tornano in camera…
“Cosa significa questa faccenda?”
Chiede
bruscamente Benji con aria
poco amichevole
“Senti,non usare quel tono con me, ok? Non so cosa stai succedendo!
All’inizio ero convinta che fosse un sogno, ma ora è tutto troppo reale!”
“Veramente
il tutto era molto reale anche quando ti ho mollato il calcio!” esclama
Patty
“Va
bene, come vuoi, mi sono sbagliata, ma ho tutte le scusanti di questo mondo!”
“Ehi,
ma tu sei la ragazza che mi ha fermato durante la partita!”
Fisso Holly come se venisse da un altro
pianeta
“Ah!
Giusto, tu ancora non mi conosci!” Porto una mano sulla fronte e sospiro
“Comincio
a non capirci più nulla!”
“Mi fa
piacere! Io non ho capito nulla
dall’inizio!” esclama Price
“Benji ha ragione, cos’è tutta questa storia? Come abbiamo fatto ad arrivare a casa tua?” domanda subito Baker
“Se
sapessi la risposta l’avrei
già resa pubblica! Sta di fatto che questo non mi sembra più un sogno ma ciò non toglie che voi non
siete reali, quindi, o questo è un incubo troppo realistico, o sono uscita
completamente fuori ed ho le visioni!”
“Io opto per la seconda!” esclama Patty
“Come
sarebbe a dire che non siamo
reali?” chiede Tom confuso.
Sospiro
afflitta
“Vi
conviene sedervi... a terra! Però,
prima, promettetemi che non alzerete la voce più del dovuto o i miei
arriveranno in un lampo! Dunque,
voi siete delle immagini animate, meglio definite con il nome di cartoons, anime, cartoni animati,
insomma!”
“Ma cosa stai dicendo?”
Holly inclina
la testa molto ma molto scettico
“Di nuovo questa storia, inventane
una più credibile!”
Sbuffo
innervosita
“Ascoltate,
che mi crediate o no, voi
siete il frutto della mente di un signore chiamato Yoichi Takahashi
che fa il mangaka di
professione! Il suo manga è stato trasformato, successivamente in un anime!”
I
quattro si guardano fra loro ma
nessuno riesce a dire nulla perché qualcuno, dal piano di sotto urla “A
tavola!!!”
“Oh,
no! La cena è pronta! Ed ora
che faccio?” mi chiedo mordendomi il labbro inferiore
“Non
posso lasciarvi qui!”
“E perché? Non siamo bambini! Puoi tranquillamente scendere, tanto non possiamo
andare da nessuna parte!”
Patty fa
spallucce ed io annuisco, anche se ancora un po’titubante
“Ok, torno subito!”
Mi
sbrigo in poco più di un quarto d’ora e, fingendo un eccessivo sonno, me la
svigno.
Al mio
ritorno in camera, trovo i presenti accigliati
“Cos’è successo?”
“Chi
sei?” chiede la ragazza con aria seria
“Chi sono?” chiedo di rimando, alquanto
confusa
“Si,
chi sei, che vuoi da noi, come fai a sapere chi siamo?” domanda nervoso Price.
Sospiro
sconsolata
“Se avrete la pazienza di aspettare
che la mia famiglia vada a letto, cercherò di spiegarvelo!”
Mi
avvicino all’armadio di legno che occupa gran parte della parete opposta alla
porta e ne tiro fuori un mucchio di videocassette anonime. Poi è la volta della
libreria: prendo diversi giornaletti e ritagli e li porto al gruppo che è rimasto in silenzio. Chiudo la
porta a chiave e mi siedo a terra. “Allora, alle videocassette penseremo dopo,
ora voglio farvi vedere queste immagini: vi ricordano qualcuno?” dico alzando
dei fogli con dei disegni sopra
“Ma... siamo noi!” esclama Tom
“Infatti,
e secondo voi che ci fanno
queste immagini in Italia se adesso cominciate ad essere famosi in patria?... Oliver Hutton, n°
10 e capitano della New Team, ama il calcio più di se stesso, il suo migliore
amico è il pallone, sogna di andare un giorno a giocare in Brasile... sarebbe
già dovuto esserci andato se Roberto Sediño
non fosse partito senza di lui!”
“E tu che ne sai?” chiede il ragazzo
in questione.
Sorrido
leggermente
“Attualmente vive a Fujisawa con la madre Maggie
mentre, il padre Micheal è
spesso lontano a causa del suo lavoro che lo porta a viaggiare per i mari! Beh,
penso possa bastare!” esclamo, mentre nessuno osa parlare.
“Tom Baker! Ha giocato per un campionato nella squadra della New Team con il n°11 ma poi è
stato costretto a trasferirsi con il padre pittore. I genitori sono separati e
la madre si è risposata ed ora ha una bambina! Attualmente, almeno finché non è arrivata la
sottoscritta a sconvolgere tutto, vive in Francia dove gioca a calcio, aiutando
le squadre che glielo chiedono! Anche
per lui il pallone è un amico e con Hutton
vi è un’intesa perfetta! Insieme formano
la coppia d’oro della New Team! Ed
in fine Benjamin Price!”
“Ehi,
so perfettamente chi sono e dove abito!” esclama acido il giovane
“Già,
lo so, ma voglio convincervi del fatto che, siccome siete dei personaggi
inventati, so molte più cose di quante voi crediate!
Dunque, ora risiede in
Germania e milita nelle file dell’Amburgo dov’è il portiere titolare! In
Giappone abita in una grande
villa, ed ha un cane bianco di cui però non ricordo il nome!”
Il
ragazzo si lascia sfuggire un
ghigno che ignoro
“In
compenso, so che con il sole o con la neve, ha sempre dietro il suo cappello... non chiedetemi il
perché... sarà una mania!”
Sorrido
soddisfatta mentre Benji inarca le sopracciglia.
“Anche
lui ha fatto parte della New Team
ma, inizialmente, odiava letteralmente Holly...
beh, a dire il vero non sopportava nessuno nella Niuppy... ha avuto un allenatore personale, Freddy Marshall, ed ora gioca in squadra con il biondo Karl!”
“Chi è Karl?” chiede Patty, sospettosa.
“Schneider è uno dei più forti giocatori a livelli giovanile
in Germania!” risponde subito Benji
“Beh, allora, che ve ne pare?”
“Si,
sai molte cose su di noi, ma questo non conferma la tua teoria!”
Baker scuote
il capo, incrociando le braccia
“Vuol dire che mi servirà la prova tv!”
È
Una
volta nel salone, faccio accomodare i giovani sul divano e prendo ad armeggiare
con il videoregistratore per poi andarmi a sedere e pigiare, sul telecomando,
il tasto play. Un’allegra
canzone si spande nell’aria e l’episodio di un anime cominciata tra la sorpresa collettiva. Va
avanti così per un’ora e più e mentre comincio a sbadigliare sempre più.
“Sentite,
io solo le puntate a memoria, non per niente è il mio anime preferito quindi, se non vi dispiace, io
schiaccio un pisolino! Domani ho compito di tedesco e non vorrei saltarlo! Ah, per favore, verso le sei e
mezza, svegliatemi o saremo tutti ne
guai, ma... mi state ascoltando?”
Mi
volto verso i quattro che fissano la tv come rapiti e scuoto la testa
“Va
bene, lasciamo perdere,
notte!”
Mi
sdraio sull’altro divano e non faccio neanche in tempo a chiudere gli occhi che
crollo.
“Ehi,
sveglia, sono quasi le sette!”
Sollevo
lentamente le palpebre ma
l’oscurità mi impedisce di vedere poi, però, noto una figura accanto a me
“Hmmm... Patty, sei tu?”chiedo con
voce flebile e piena di sonno.
“Si,
sono io! Su, svegliati!”
Mi
metto a sedere con molta fatica e mi stropiccio gli occhi.
“Mamma
mia che sonno!”
Cerco
di mettere a fuoco la stanza e inforco i miei occhiali (alla Clark Kent!...
ma che?!!! I suoi sono orrendi, i miei sono belli e delicati come la
padrona....ok, sorvoliamo
su quello che ho detto!). D’un
tratto ricordo la situazione in cui sono; vedo una miriade di VHS a terra e con
un balzo, mi alzo dal divano e accendo la luce.
“Caspita,
è tardi, fra poco tutta la famiglia sarà sveglia!... accidenti che facce avete!” esclamo notando i
tre ragazzi con un aspetto orrendo; si vede lontano un chilometro che hanno
passato la notte in bianco.
Comincio
a raccattare quante più videocassette possibili e mi avvio di sopra seguita da Patty “Accidenti, sono stanchissima, voglio vedere
che razza di compito ne uscirà, oggi!”
Sospiro
ed afferro lo zaino da terra, chiudendolo.
“Ora
che si fa?” chiede Patty
“Beh,
qui non potete restare! Dovrò portarvi a scuola con me, in un paese vicino...
lì c’è un piccolo parco dove
potrete stare senza che nessuno vi disturbi e, se volete, potrete schiacciare
anche un pisolino!” sorrido ed esco nuovamente dalla stanza.
Sono le
“Senti,
che classe frequenti?” domanda la giovane Gatsby con aria amichevole.
Rimango
un po’ sorpresa da quel cambiamento
“Io
sono in terza liceo!”
La
ragazza strabuzza gli occhi
“Allora
hai già 18 anni!”
“No! Ne
ho ancora 15... in Italia il liceo dura
cinque anni!”
“Ah,
davvero?!!!Bene, allora sei
più piccola!”
Un sorrido soddisfatto compare sul
volto di Patty
“Ehi,
adesso non sentirti superiore solo perché hai due anni in più!”
“Chi?
Io? Ma ti pare!” esclama
l’altra con un ghigno.
La
nostra fermata non tarda ad arrivare…
“Allora,
io sarò a scuola fino alle due, voi fare i turisti, anche se non c’è molto da
vedere, qui! Se volete stare tranquilli andate in quel parco lì!” dico indicando il luogo con la mano
“Tutto
chiaro?”
La
ragazza risponde affermativamente mentre
i tre calciatori sembrano essere in un altro mondo. Faccio spallucce e prendo
la via dell’edificio scolastico.
Sono
sei ore di noia mortale (come sempre!) durante le quali, al problema
“interrogazioni” e “compito in classe” si aggiunge anche l’ansia per il destino
dei quattro stranieri, lasciati da soli, in balia di un mondo ostile (accidenti
e come sono melodrammatica! Già! Staranno sicuramente meglio di me!).
Finita
anche l’ennesima giornata scolastica, mi precipito, come una furia, in strada.
Percorro di corsa i metri che mi separano dal parco sperando di trovare tutti
e, per mia fortuna (e per fortuna
dei miei nervi!) sono tutti all’appello, molto più svegli e pimpanti di come li
avevo lasciati.
“Ciao,
sei arrivata, alla fine! Com’è andata la giornata?”
“Ehm...
Patty,
sei sicura di sentirti bene?” chiedo, spaventata da tutto quell’interessamento
“Si,
certo, sto benissimo, vero, ragazzi?”
I tre
annuiscono con stampato in faccia un sorriso a trentadue denti. Inarco la sopracciglia ma non dico nulla.
Prendiamo
il pullman per il ritorno e, con una serie di mosse strategiche degne della
sottoscritta (distrazione ad oltranza
dei presenti!) il quartetto riesce a raggiungere la mia stanza senza alcun
problema.
“Allora,
volete dirmi che sta
succedendo? Mi avete preso per una rincretinita
ma vi assicuro che non lo sono quindi, ora, spiegatemi il motivo
di questo comportamento!”
I
giovani si guardano in faccia
“Quale
comportamento?”
“Ma dai, è così evidente!
All’improvviso siete diventati tutti stucchevolmente amichevoli! Perfino Benji non ha parlato più da ieri sera... a me non sembra una
cosa normale!”
“Andiamo,
facciamola finita con questa farsa, non ci
è cascata!” esclama Price
“Va
bene, ma ora che si fa?” chiede di rimando Hutton
“Forse sarebbe meglio raccontare la verità... di solito
funziona!”
Baker alza
le spalle e guarda i compagni
“Come vuoi, ma non dite che è stata colpa
mia! Allora...” Benji respira profondamente “... hai
raggiunto il tuo scopo! Dopo quello
che abbiamo visto questa notte, ci siamo... persuasi! Pensiamo che quello che
hai detto potrebbe avere un fondo di verità
ma, ora, la cosa che più ci preme, è tornare a casa! Se sei in grado di darci una mano,
sei pregata di farlo! Ecco tutto!”
Annuisco
lentamente
“Ok, ora è tutto chiaro! Purtroppo
non so come aiutarvi, e non credete che a me questa situazione piaccia! Non
penso, però, che possa essere risolto tutto con un volo... è poco probabile!
Certo, si potrebbe provare ma...
a proposito, cos’è successo poco prima di arrivare qui?”
“Ora
che mi ci fai pensare...” comincia
Patty con aria assorta “...
è avvenuta una cosa strana! C’è stato un bagliore e tutto è diventato color
oro! E poi ci siamo ritrovati
qui!”
“Si,
però prima abbiamo... beh, si, galleggiato, o qualcosa del genere!” aggiunge Holly
“Come pensavo! La stessa cosa è successa a me prima di arrivare
allo stadio... !”
Mi
siedo pesantemente sul letto cercando una possibile soluzione ma non mi viene in mente nulla di buono
“Ho
paura che dovrete restare qua fin quando
non arriverà di nuovo questa.... cosa... questa luce e vi riporti nuovamente a casa! Nel frattempo... cercate di
stare tranquilli! Penserò a tutto io... nel limite del possibile, ovviamente!”
Guardo la quattro persone di fronte a me
non senza una leggera preoccupazione
“Alla
faccia del bel sogno... una cosa del genere non me la sarei mai e poi mai
immaginata! È un bel pasticcio ma
con il mio grande genio riuscirò a risolvere tutto!”
Ridacchio
soddisfatta mentre Patty prende a guardarmi stranita
“Cos’hai da ridere? Siamo in un mare di
guai!”
“Si, lo so, ma sta tranquilla,
riusciremo ad uscirne!”
La
giornata trascorre tranquillamente, senza grandi avvenimenti mentre cerco di non far annoiare a morte
gli attivissimi calciatori, costretti a rimanere chiusi fra quattro mura senza
neppure un pallone con cui palleggiare a tempo perso... per vivacizzare un po’
la situazione mi atteggio ad oracolo di Delfi, cercando di soddisfare le
curiosità dei giovani per quanto riguarda il loro futuro; l’
unica che
sembra esser disturbata da quel passatempo, è Patricia, che evita di fare
qualsiasi domanda. Improvvisamente mi viene in mente qualcosa...
“Aspettate
solo un attimo!” esclamo prima di uscire dalla stanza.
Faccio
un giro di perlustrazione nell’intera casa e, con sommo piacere, noto che è
vuota...
“Già,
come immaginavo! Devono esser andati a fare spese!”
Rientro
in camera
“Bene,
che ne dite andarci a vedere una bella partita? Che so, New Team contro Muppett o, meglio ancora, Giappone
contro Germania!”
“Ma noi
non abbiamo ma giocato contro
la Germania!” protesta Holly
“Lo so!
Vedrete in anteprima la partita che vi vede protagonisti! Su, andiamo!”
Pochi
minuti dopo siamo in posizione per assistere allo spettacolo
“Bene,
la cassetta deve essere questa!”
Vado a
sedermi e premo il tasto di avvio...
resto un po’ interdetta alla vista del titolo... -Patty è innamorata-? Ma questa non è... cavoli, ha sbagliato
cassetta!” penso tra me mentre vedo la giovane avvampare all’improvviso
“Cos’hai,
Patty?” chiede ingenuamente
Holly.
Benji
comincia a ridacchiare
“Forse
sarebbe meglio vedere la partita!” esclamo un po’allarmata
“No, è
perché? Questa puntata deve essere
divertente!” esclama il portiere beccandosi un’occhiataccia da Baker.
La
giovane Gatsby, intanto,
non sembra in grado di reagire.
Continuo a
guardarla mentre, l’unico che guarda la tv, senza la minima reazione, è Hutton.
I
minuti passano e nella stanza si sentono solo le voci che provengono dalla tv;
l’episodio va avanti e ogni tanto si sentono le risate soffocate di Price che viene prontamente ammonito dal n° 11. Arriva il tanto temuto
momento in cui Gatsby parla
con la seconda manager della squadra del suo amore nascosto per il capitano della New Team e sinceramente non
so come faccia Patty a
rimanere ancora seduta.
“Patty, ma....”
Oliver Hutton prende a fissare la
ragazza che, dal canto suo, non osa alzare lo sguardo dal pavimento
“Ok, lo spettacolo è finito! Voi
due venite con me!” esclamo
indicando i due giocatori di troppo. Tom
sembra molto sollevato e, senza farselo ripetere due volte scompare fuori dalla stanza ma il portiere
non è dello stesso avviso.
Gli
lancio un’occhiata assassina e il giovane, sbuffando, si alza dal divano ed
esce. Lo seguo immediatamente ed appanno la porta alle mie spalle
“Perché mi hai fatto uscire?” chiede
con un sorriso ironico Price
“Non ti
rispondo proprio!”
Scuoto il capo sconsolata ed apro il portone
d’ingresso, uscendo fuori. Chiudo gli occhi ed assaporo il vento che mi
scompiglia leggermente i capelli.
“Speriamo
che quei due riescano finalmente a chiarirsi! Però, che scoop! Già, Yoichi mi lincerebbe per questo scempio!”
Sghignazzo
e riapro gli occhi, tornando indietro.
“Allora, ancora niente?” domando ai due
calciatori seduti sui gradini della scalinata.
Entrambi
scuotono il capo
“Forse Patty l’ha fatto fuori!?!” esclama Benji sorridendo
“Beh,
sarebbe il minimo!” dico di rimando avvicinandomi alla porta appannata del salone
“Ops!
Credo che dovrete vedervela voi con i piccioncini!”
esclamo vedendo un debole
chiarore che avvolge i due ragazzi
“Ora
finalmente tornerete a casa, contenti?”
“E lo chiedi pure?!” Price comincia a ridacchiare mentre la luce diventa troppo
forte e sono costretta a chiudere gli occhi.
Quando li
riapro, di fronte a me non vi è più nessuno.
“Sono
davvero andati!” inclino la testa “Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo... era solo questione di
tempo! Senza muovere un dito...”
Sospiro
e apro pian piano la porta del salone, come se avessi l’impressione che vi sia
ancora qualcuno ma, come
previsto, la stanza è vuota. Prendo il telecomando e spengo il
videoregistratore e la tv. Improvvisamnette la casa mi sembra estremamente vuota e silenziosa.
“Normale!”
penso tra me.
Raggiungo
la mia stanza ed inizio a studiare. Le ore trascorrono tra una materia e
l’altra e ogni tanto mi fermo
a pensare alla strana esperienza vissuta.
“Se lo raccontassi a qualcuno, mi
ritroverei in un manicomio!”
Mi
sgranchisco un po’ le ossa del collo e riprendo lo studio.
Alle 10
sono sdraiata sul letto, morta di sonno; non riesco più a tenere gli occhi
aperti e, con ancora i vestiti addosso, mi rilasso completamente, mentre la
mente comincia già il suo viaggio verso il mondo dei sogni.
Mi sento leggera, sento che sto per addormentarmi... delle urla pazzesche mi fanno aprire di scatto gli occhi. Vedo il sole splendere nel cielo e un verde prato tutt’intorno. Ho ancora le testa confusa e non capisco bene cosa stia succedendo; un ombra mi fa voltare e mi vedo davanti un ragazzo di spalle: lo vedo muoversi di qua e di la a d’improvviso il tipo si tuffa da un lato; vedo un qualcosa di roteante arrivarmi sempre più vicino... talmente vicino che me lo ritrovo in faccia senza sapere il perché