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Autore: Prue786    26/06/2007    1 recensioni
E se ad un tratto qualcosa cambiasse? E se il mondo in cui vi trovate non fosse più lo stesso? E se l'unica cosa di cui foste sicuri fosse la vostra esistenza? E se perfino la vostra identità fosse messa in discussione? Se non riusciste più a distinguere il sogno dalla realtà? Cosa accadrebbe se, quelli che fino a pochi istanti prima credevate dei fotogrammi, improvvisamente diventassero le uniche persone su cui poter contare?
Genere: Generale, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Sorpresa, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4

CAPITOLO 4

Con un botto micidiale mi ritrovo a terra, seduta sul freddo pavimento.

“Accidenti! Che dolore! Cos’è, questa volta l’atterraggio non ha funzionato?” domando guardandomi intorno.  Però evito di protestare oltre perché mi accorgo di non essere nella mia camera, né tanto meno nella mia casa! Il luogo in cui mi trovo ha un arredamento decisamente retrò. Non so perché, ma mi viene in mente il film Via col vento.

Storco il naso a quel pensiero e comincio a camminare in cerca di una qualche uscita.

Esco dalla camera in cui sono e mi ritrovo davanti un quadretto familiare. Osservo le quattro persone sedute su di un divano porpora (una donna e un uomo di un certa età e due ragazzi) e con disappunto noto i loro strani vestiti: sembrano usciti da un ballo in maschera stile ‘800.

Sussulto quando la donna si volta e si accorge della mia presenza. Resto immobile anche se ho tanta voglia di scappare mentre lei attira l’attenzione di quello che sembra suo marito e dei suoi figli sulla sottoscritta. L’uomo si alza e mi viene incontro con aria minacciosa anche se prende a parlare pacatamente.

“Chi siete? Che ci fate in casa nostra?”                                                                   

Prendo a guardarlo in preda al panico e, cercando di non far tremare la voce, rispondo come posso: “Io... non... non era mia intenzione entrare in casa vostra, anzi, a dire la verità, stavo cercando l’uscita!” accenno un sorriso mentre l’uomo mi squadra dalla testa ai piedi

Perché siete vestita in quel modo?” mi chiede ancora non mostrando la minima fretta di mandarmi via. Noto, nella sua voce, un debole accento tedesco e mi stupisco un po’ dal momento che, ormai, sembra che parlino tutti la mia lingua!

“Io... nel mio Paese vestono tutti così!”

Il signore si gira indietro, guardando i familiari

“Deve essere molto lontano il suo Paese, vero?” chiede la donna avvicinandosi

“Beh...” 

(Come faccio a sapere quanto è lontano se non so dove mi trovo?) prendo a fissarmi le scarpe nell’imbarazzo più completo

“Ha bisogno d’aiuto?” chiede ancora la donna.

Alzo lo sguardo su di lei e noto che la sua espressione si è fatta dolce. Questo mi da coraggio e, dopo un bel respiro, chiedo “Dove siamo?”

“Stati Uniti d’America!” risponde gentilmente la signora ma, evidentemente, devo aver fatto un’espressione strana a quelle parole perché il suo viso si fa preoccupato

“Sta... Stati Uniti!” sussurro incredula “Accidenti... sto girando il mondo!”

Comincio a ridacchiare istericamente 

“Si sente bene, signorina?”

Alzo la testa e guarda l’uomo con aria confusa

“Ehm… non lo so…devo ancora decidere…!”

Un rumore improvviso mi fa sobbalzare. Ci guardiamo tutti intorno ma non riusciamo a trovare la fonte. Abbasso lo sguardo e vedo che la tasca dei miei jeans è illuminata

“Oh, cavoli! Il cellulare!”

Prendo l’oggetto in mano mentre i presenti mi guardano sconvolti, e rispondo

“Si?”

“Dove sei?”

Patty? Perché mi hai chiamata?”

“Volevo essere certa che stessi bene!”

“Grazie del pensiero ma hai scelto decisamente un brutto momento!”

Perché? Ho interrotto qualcosa?” La sua voce trasuda ironia da tutti i pori

“Affatto, è solo che in questo momento sono negli Stati Uniti e… e non sono affatto sicura di essere nel XXI secolo!”

Cosa vuol dire che non sei sicura?”

Lancio una rapida occhiata alle quattro persone che non hanno più osato parlare… vengo invasa da una strana sensazione… come se…

“Caspita…sembra assurdo ma è come se…come se fosse un deja vu!” penso senza riuscire a capire cosa stia succedendo…

“Ehi! Sei ancora lì?” La voce della giovane Gatsby mi riscuote

“Ehm… si, si, sono ancora qui! Ascolta! Non ho idea di dove sono finita precisamente e non so se è meglio andar via o restare!”

“Andar via o restare dove, precisamente?... Oh, senti, secondo me è meglio se rimani lì dove sei… aspetta lo scorrere degli eventi!”

Dall’altro capo del telefono si sente una risatina soffocata

“Cos’è, mi stai prendendo in giro?”

“Chi? Io? Assolutamente! Ma tu hai un’idea migliore?”

Ok, mi hai… persuasa… addio!”

Interrompo bruscamente la chiamata e guardandomi intorno, con un sorriso poco convinto domando “Ehm... sarebbe troppo chiedervi ospitalità per... diciamo uno o due giorni?”

I coniugi si fissano…non sono ancora del tutto sicura che abbiano capito cosa sia successo nei minuti precedenti… poi la donna chiede, sospettosa “Ma non voleva andar via?”

“Beh, si, però non avevo valutato le cose a fondo... molto a fondo… non vi darò fastidio, chiedo solo ospitalità per 24 ore, niente di più. Nel frattempo me ne starò buona in un angolo senza arrecare disturbo!” La donna lancia un’occhiata poco convinta al marito ma esclama

Se è così, va bene… qui non neghiamo l’aiuto a nessuno…!” Ringrazio con un cenno del capo non riuscendo ancora a credere alla fortuna sfacciata che sto avendo da un po’… sembra che finalmente la mia buona stella abbia deciso di farsi viva per darmi una mano!

Mi presento evitando particolari superflui e riesco a rilassarmi sono quando il gruppo distoglie l’attenzione dalla mia figura e si dedica alle attività giornaliere; in questo modo, sono libera di guardarmi intorno e gironzolare un po’ per il vasto salone osservando i bizzarri oggetti sparsi sui mobili e i bei quadri appesi alle pareti…

“Caspita, dove accidenti sono finita?!

Scuoto il capo con aria rassegnata

E poi non capisco come sia possibile che il cellulare funzioni? È assurdo! Che situazione!”

“ Da dove arrivate?” chiede una voce all’improvviso, facendomi voltare.

Uno dei due ragazzi mi si avvicina e guarda con mal celato interesse, le scarpe da ginnastica che indosso (modestamente sono molto belle!)

Perché indossate dei vestiti così… buffi? Portate i pantaloni anche se siete una ragazza?”

Sorrido e scuoto la testa

“Vedi, è difficile da spiegare, ma, da dove vengo io è una cosa normale! Tutti indossano jeans e le ragazze preferiscono i pantaloni alle gonne….sono decisamente più comodi!”

Dev’essere strano il posto da cui arrivate?”

Rifletto un po’ sulla risposta da dare

“Hm…si, diciamo che ci sono parecchie cose strane lì!” faccio spallucce e continuo a guardarmi intorno

E, se posso chiederlo, cos’è quell’oggetto che avete usato prima?”

“Ecco… è… è un oggetto per parlare con le persone lontane!” esclamo d’un  colpo, irrigidendomi, in attesa della reazione del ragazzo

“Potrei vederlo?”

Guardo con sorpresa il biondino e, senza dire nulla gli porgo il telefono cellulare.

Il giovane prende a girarselo fra le mani, curioso.

Cosa fai, Teddy, non dare fastidio!”

La voce fa girare entrambi verso l’altro ragazzo che, in quel momento sta entrando nella stanza zoppicando leggermente.

“Stavo solo guardando questo strano oggetto!”

“Tranquillo, non mi sta affatto dando fastidio!”

“Qualcuno sa perché la zia mi ha fatto venire qui?”

L’arrivo di una ragazza attira l’attenzione di tutti i presenti.

“Penso sia per quello che è accaduto quando lei e il babbo non erano a casa!”

La giovane apre la bocca ma non dice nulla, annuendo solamente… di nuovo la sensazione di deja vu… scuoto il capo,come per cercare di allontanarla

“Ehm… scusa…” comincio poggiando leggermente la mano sul braccio del biondino che si gira e sorride leggermente.

Ted, il mio nome è Ted!”

Inarco le sopracciglia leggermente turbata ma cerco di non darlo a vedere…

“Ehm…che ne dici di mostrarmi i dintorni?”

“Certo, con piacere!”

 

“Ah, che bello!” esclamo stiracchiando le braccia e respirando profondamente

“Tutto questo verde mette allegria! Deve essere fantastico vivere qui!”

Il giovane annuisce mentre continuiamo a camminare lungo il prato che circonda  

“Per quale motivo siete voluta uscire?” domanda improvvisamente Ted fissando l’orizzonte.

Aspetto qualche secondo prima di rispondere.

“Ecco, non lo so, ho solo pensato che, forse ero di troppo!”

L’altro scoppia a ridere “Scusatemi ma… forse non avete compreso la situazione!”

Alzo le spalle

“Poco importa…è decisamente più bello qui fuori!”

La giornata trascorre piacevolmente e quando giunge la sera, mi sembra quasi tutto normale… anche il fatto che tutti mi si rivolgono dandomi del Lei.

Verso una certa ora, la signora mi accompagna al piano di sopra, in una stanze da letto e, dopo aver augurato la buonanotte, va via in silenzio. Resto assorta nei miei pensieri per un po’.

“Certo che è proprio tutto strano!”

Mi infilo sotto le coperte restando a fissare il soffitto della stanza per un tempo indeterminato addormentandomi senza accorgermene.

 

L’indomani il tutto procede tranquillamente, anzi, a dirla tutta, mi annoio anche un po’ perché non c’è granché da fare. Inoltre dalla mattina piove insistentemente e non posso curiosare fuori.

“Uffa, che noia! Non ne posso più!” penso tra me, mentre uno sbadiglio mi fa chiudere gli occhi

“Non esiste una radio, non esiste una tv…non si può fere nulla! E poi dove sono spariti tutti?”

Prendo a gironzolare per la casa e scorgo la padrona di casa impegnata a scrivere.

“Posso entrare o disturbo?”

La donna alza gli occhi dal foglio “Prego, entri! Ha bisogno di qualcosa?”

“No, niente, grazie! È solo che …beh, non sono abituata a tutta questo silenzio!”

“Le manca la sua casa?”

“Hm, più che altro il mondo in cu vivo…!”

“Capisco, però non ho ancora compreso perché non può farvi ritorno!”

Sospiro sconsolata “La situazione è complessa, ma spero che si risolvi tutto al più presto!”

La donna annuisce e ritorna a scrivere.

“Ehi, venite qui!” le urla di Ted arrivano alle nostre orecchie e ci fanno precipitare nel salone.

Cosa c’è?” chiede preoccupata la signora.

“Guardate dalla finestra!”

“Oh, caspita!” esclamo mettendo le mani nei capelli

“Sa cos’è?” mi chiede il ragazzo con aria speranzosa

“Credo proprio di si: il mio mezzo per il ritorno! Avevo detto che sarei andata via nel giro di un giorno! “ Fisso la macchia luminosa che pulsa in lontananza e mi avvio verso il portone d’ingresso.

“Non vorrà uscire con questo tempo!” esclama la donna “ È l’unico modo per tornare a casa! Grazie per l’ospitalità, addio!”

Esco fuori mentre una raffica di vento mi lancia addosso una quantità esagerata d’acqua.

“Porca miseria!” impreco mentre comincio a correre sul terreno bagnato infangandomi le scarpe e parti dei jeans.

In poco mi ritrovo completamente fradicia mentre la luce è ancora lontana.

“Sembra che il servizio di trasporto stia peggiorando! Prima mi schianto a terra, ora sono costretta a correre sotto la pioggia… una vera fregatura!”

Durante la corsa avverto una leggero tonfo a terra ma non si faccio caso.

Giungo a destinazione ansimando e deglutendo a fatica ma non appena infilo la mano nel bagliore, il paesaggio intorno a me scompare mentre tutto diventa color oro.

 

   
 
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