CAPITOLO 5
Sono a pochi
millimetri dalla terra ferma quando la luce,
praticamente, svanisce, mollandomi. Tento di mantenermi in equilibrio sulle
punte ma l’asfalto bagnato non me lo perette e cado a
terra carponi.
“Grazie!” urlo incavolata e cerco di rimettermi in piedi mentre
continua a piovermi in testa.
“E
tu da dove spunti?” domanda una voce maschile poco lontana.
“Lasciamo
perdere!” esclamo a mezza voce
“Ah, ti serve
aiuto, ti sei fatta male?”
“No, non
preoccuparti, è una cosa da niente!”
Alzo lo sguardo
sulla persona che ha parlato e rimango interdetta.
Sbatto le palpebre
come a volermi assicurare che quello che sto vedendo sia la realtà e sbotto “Tu
che ci fai qui?”
Il giovane mi
guarda confuso; ha i capelli corvini, un jeans chiaro
e una camicetta bordò a quadri, in mano stringe un ombrello e al collo porta un
laccio con appeso un sacchettino.
Inclina la testa da
un lato e dice “Io sono venuto a vedere se stavi bene, perché?” Rimango a fissarlo mentre penso: “Vuoi vedere che, invece di portarmi
a casa questa cosa mi ha depositato a Milano? Beh, è lì che gioca Rob Denton e, se me lo trovo davanti
vuol dire che mi trovo in Italia! Già, però non nel MIO mondo! Accidenti, forse
sarebbe il caso di chiamare Patty perché ora credo di
essere un tantino nei guai!” Porto una mano nella tasca dei
jeans ma mi accorgo che è vuota
“No! Cavoli! Non è
possibile!”
“Cos’hai?” chiede
il giovane
“Il cellulare! Dev’essermi caduto dov’ero prima…ovunque fossi! Accidenti!”
“Fortuna che avevo
intenzione di buttarlo!”
Una voce familiare
mi fa voltare.
“Patty!” esclamo con un sorriso
“Dalla tua
espressione sembra quasi che tu sia felice di vedermi!”
La giovane si
avvicina con una mano sui fianchi
“Beh, diciamo di si!”
“Vi conoscete?”
domanda il ragazzo sorpreso.
“Immagino che tu lo
conosca già!” esclama Patty.
A quel punto
l’ipotesi di essere a Milano si rivela falsa ma non
per questo sono più tranquilla.
“Che
ci fai tu qui?” chiedo nuovamente al giovane che mi guarda con sospetto.
“Questa è la mia patria!”
“Lo so che è la tua
patria, ma tu ora non dovresti essere qui… ehm, cioè,
non dovresti conoscere Patty e tutti gli altri…!”
“E perché, scusa, faccio parte della nazionale giovanile gia…”
“Che
diavolo sta succedendo? Perché tutta la trama sta
andando a farsi friggere? Non è logico tutto ciò, non lo è per niente…certo
ultimamente non c’è niente di logico, però…” comincio a camminare in tondo “ A meno che …che il mio arrivo…si, potrebbe essere… dopotutto
Patty ed Holly stanno
insieme e Tom e Benji non
sono più tornati in Europa…”
“Adesso basta!” Patty prorompe all’improvviso afferrandomi per un braccio.
“Penso che per oggi
possa bastare! Ne riparleremo domani! Ci vediamo Rob!” dice trascinandomi via
“Ma…”
“Non far caso a quello che ha detto…è molto stressata
ultimamente!”
Il ragazzo annuisce
e si allontana.
“Ehi, ma dove mi
stai portando?”
“Dove
non potrai nuocere a nessuno!”
“Ah! Ah! Ah! Molto
divertente!”
Sbuffo e continuo a
seguire la ragazza che mi ha mollato il braccio.
“Allora, quante
settimane sono passate da quanto mi sono volatilizzata?”
“Solo due giorni!”
“Beh, almeno il
mondo ha continuato a girare alla stesa velocità… stiamo andando a casa tua?”
chiedo incuriosita
“Già…a proposito,
sei riuscita a capire dove sei finita?”
“Beh, non proprio,
anche se…devo ammettere che mi è sembrato di aver letto da qualche parte…!”
“Ehm, lascia stare,
per oggi evita di sottopormi le tue ipotesi!”
Quando la signora Gatsby apre la porta caccia un urlo.
“Cos’è successo?”
“Ehm…” comincio io
senza riuscire a continuare
“Mamma, questa è…ecco… un… un’amica… ha bisogno di un posto dove poter
trascorrere qualche giorno!”
“Questa è la mia
camera…lascia che ti trovi qualcosa di asciutto!
Intanto prendi questo!”
Mi lancia un
asciugamano e comincia a rovistare nei cassetti.
Durante la cena faccio la conoscenza del signor Gatsby,
ma, nonostante la cordialità di entrambi i coniugi, avverto ugualmente un po’
di imbarazzo. Fortunatamente si fanno in fretta le 23 e seguo Patty al piano superiore.
Nella stanza è già
stato sistemato un secondo letto. Mi ci siedo sopra e comincio ad osservare la
stanza della giovane; sulla scrivania noto un portafotografie di media
grandezza: all’interno un’istantanea dell’intera squadra della
New Team insieme all’allenatore e alla manager.
Mi lascio sfuggire un sorriso per poi esclamare “Sai, un po’ mi dispiace di
averti sconvolto la vita!”
“Beh, non l’hai
fatto solo a me!”
“Giusto…”
“Però, se non fossi
arrivata tu… io ed Holly… beh, hai
capito, no?!”
“Certo… quando
pensate di sposavi?” chiedo con un ghigno
“È ancora molto
presto per questo genere di discorsi!”
“Però
voglio essere invitata al matrimonio!”
“Come vuoi!”
Patty sospira
sconsolata, scuotendo la testa
“E
voglio conoscere il vostro o la vostra erede!”
“Cosa?”
La giovane prende
fuoco.
“Ma…ma
che discorsi fai?” dice tutta agitata.
Mi metto a sedere e
la guardo divertita.
“Perché,
scusa? È una cosa normale… ci si sposa e poi arrivano i bambini…o sbaglio?”
“Ma…ma… ma cosa centra… non sappiamo ancora se durerà!”
“Hm… io dico di si! Inoltre…”
La luce va via,
facendomi fermare.
“Ehm… Patty?”
Non ho nessuna
risposta e chiudo gli occhi mentre comincio a sentirmi
intorpidita… un flash improvviso e poi di nuovo il buio.