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Autore: grofflicious    09/12/2012    4 recensioni
"Rachel guardò quella fotografia, ancora incorniciata. Jesse le stava dando un bacio sulla guancia, mentre lei guardava l'obiettivo e sorrideva raggiante. Amore. Era tutto ciò che vedeva all'interno di quella foto. Amore puro, rosso, intenso."
Raccolta di Oneshoot St.Berry, completamente ispirate alle canzoni di " Red " il nuovo album di Taylor Swift.
Genere: Fluff, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessie St. James, Rachel Berry | Coppie: Jessie/Rachel
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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THE LAST TIME.

 

Found my self at your door
Just like all those times before 
I'm not sure how I got there
All roads they lead me here.

 

Avevano litigato. Ancora una volta. Ultimamente succedeva molto spesso. All'inizio avevano cominciato con litigi che scaturivano per stupide ragioni, e si esaurivano presto; per esempio, litigavano per decidere dove andare a cena, per scegliere quale musical vedere insieme mentre mangiavano della pizza, per andare o no a pattinare al Rockfeller Center. 
Ma poi erano iniziati i litigi seri, quelli che fanno male. Quelli che non si concludevano con un " va bene amore, andiamo a cena dove vuoi tu, ma non litighiamo per una cosa così, ti amo." 
No. Questi litigi erano più pesanti, duravano più a lungo di qualche ora. Duravano giorni. Giorni che sembravano settimane, quasi mesi. Giorni in cui le lacrime che venivano versate erano talmente tante. Giorni in cui la paura di perdersi era paralizzante, e il dolore al petto estenuante. 
Quello a cui Jesse voleva porre fine, era uno di quei litigi. 
Come tutte le volte precedenti, il ragazzo era andato a casa sua. Non sapeva come, ma aveva camminato, vagato a piedi per tutta la città, ed era come se tutte le strade lo avessero condotto direttamente lì. Lui amava definirlo destino, quando si sentiva romantico. Altre volte, diceva semplicemente che la vera spiegazione era che prima di uscire di casa il suo subconscio sapeva già che lo avrebbe portato a casa di Rachel. 
Ancora una volta di fronte a quella porta. L'ironia voleva che sul legno di mogano della porta d'ingresso di casa Berry ci fosse un otto color oro. Otto che rovesciato si trasforma nel simbolo dell'infinito. Buffo, no? Loro che si promettevano di stare insieme per sempre si ritrovavano puntualmente a litigare sulla soglia di una porta contrassegnata dall'infinito. 
Ma Jesse, in quel momento, non stava sorridendo. Neanche un po'.

 

I imagine you at home
In your room, all alone,
And you open your eyes into mine
And everything feels better.

 

Rachel era a casa da sola, quel giorno. Nella sua stanza, sedeva silenziosa su una poltrona comoda e stringeva fra le mani un libro. Non ascoltava musica, le ricordava Jesse. Le ricordava la sua voce maledettamente perfetta. I loro sogni di gloria a Broadway, i loro duetti, le serate al karaoke, le mille cose che avevano in comune. La musica erano loro. Loro erano nelle note romantiche, per tutti i momenti d'amore che avevano trascorso insieme. Loro erano nelle strofe che parlano di cuori spezzati, per tutte le volte in cui avevano litigato. Loro erano ovunque, nella musica. Per questo, quando era triste, Rachel paradossalmente, non l'ascoltava. 
Cercava di concentrarsi sulle pagine di quel libro, ma non ci riusciva. La sua mente volava lontano, ricordando i momenti in cui non stava così male. Respirò profondamente, cercando di risentire il profumo del mazzo di fiori che Jesse le aveva regalato il giorno del loro primo appuntamento. Ma quel profumo esisteva ormai solo nei suoi ricordi, era inutile che ci provasse, non l'avrebbe risentito. 
Fu interrotta dal suono del campanello, e svogliatamente, chiuse il libro, alzandosi dalla poltrona e poggiandolo al suo posto. Credeva che fossero i suoi genitori. Aveva rinunciato a pensare che fosse Jesse, visto che era ormai una settimana e mezzo che non si faceva più sentire. Non una chiamata, non un sms, non un'e-mail. Niente di niente.
E invece era lui.
E quando aprì la porta, e lo guardò negli occhi, perdendosi in quell'oceano blu colmo di tristezza e scuse e voglia di essere perdonato... Rachel si sentì meglio. 
Si gettò fra le sue braccia, stringendosi a lui e piangendo, bagnando il suo cappotto.
" credevo non saresti venuto questa volta." gli disse, fra i singhiozzi. 
" ma sono qui, adesso." sussurrò Jesse, stringendola a se, accarezzandole dolcemente i capelli.
" Oh, Jesse, ho avuto così tanta paura..." 
" Mi dispiace..." 
" Ti odio." mormorò Rachel.
" lo so."
" ma ti amo."
" so anche questo." le disse, mentre la scostava delicatamente da sé per poterla guardare di nuovo negli occhi gonfi di lacrime. 
La baciò delicatamente sulle labbra, e la guarì da tutte le ferite che lui stesso le aveva inferto. 
" ti amo anch'io." le sussurrò poi, risanandola del tutto.

 

 You find your self at my door
Just like all those times before
You wear your best apologizes 
But I was there to watch you leave.

 

Il litigio successivo non tardò ad arrivare. Ormai diventavano sempre più frequenti. E se prima le ragioni erano serie, ora essi erano scatenati dalle cose più minime. Il fatto era che sia Jesse che Rachel erano esausti. Stanchi di litigare e di soffrire.
Litigare.
Soffrire.
Due verbi che ormai facevano parte della loro quotidianità. 
Rachel trovò Jesse alla sua porta, per l'ennesima volta, come tutte le volte. Quella volta però, non gli andò incontro, non corse fra le sue braccia. Nessun abbraccio, nessun bacio. Entrambi sapevano che questa volta....era l'ultima volta.
Jesse indossava le sue migliori scuse. Disse a Rachel che era consapevole di aver sbagliato, consapevole che fosse colpa sua. Le disse che era dispiaciuto, che non avrebbe mai voluto ferirla ancora, ma che le circostanze lo avevano condotto a farlo. Disse anche qualcosa di poetico, a proposito del loro amore e del fatto che sulla sua porta ci fosse il simbolo dell'infinito. 
Ma quella volta Rachel non cedette. No, quella volta lei era sulla soglia della porta solo per guardarlo andare via.

 

This is the last time 
I won't hurt you anymore.

 

Jesse sospirò, guardandola. Le sue scuse non avevano funzionato e fu mentre la guardava stare immobile sulla soglia dell'infinito che capì che l'unico modo per rimettere a posto le cose era essere sincero, ma soprattutto lasciarla andare.
" Sembra che io e te abbiamo fatto un casino, Rachel." disse, guardandola. Scosse poi la testa, facendole un sorriso che sapeva di malinconia. 
" ma ti ricordi com'eravamo all'inizio?" le chiese. " com'eravamo spensierati e innamorati! Ricordo come mi guardavi... oh, se me lo ricordo. Era bello, confortante, uno sguardo così pieno d'amore, così diverso da quello con cui mi guardi ora. 
Io e te avevamo tanti buoni propositi, Rachel, te lo ricordi? Broadway insieme. Re e Regina dei musical, vincitori di chissà quanti Tony Awards. Io e te che diventavamo delle leggende, sempre insieme, sempre uniti. Oh, sarebbe stato così bello..." 
Le lacrime sul viso di Rachel lo costrinsero a fermarsi. Dio, quanto odiava vederla in quello stato. E lei lo sapeva bene, per questo si affrettò ad asciugarsele con la manica del maglione, permettendogli di continuare il suo discorso.
" Sai, io ci credo ancora. Credo ancora che io e te potremmo un giorno diventare Re e Regina di Broadway e vincere dei Tony Awards. Perché siamo bravi, avanti! questo è innegabile, ce li meritiamo. Ma non insieme... No. Ci speravo. Speravamo che l'infinito della nostra storia non fosse solo quello affisso sulla tua porta ma quello scritto sulle nostre anime. Ma a quanto pare, non è il nostro destino. Guarda come siamo ridotti, Rachel. " disse Jesse. 
Calò il silenzio. 
Ecco com'erano ridotti. Al silenzio. Non avevano più nulla da dirsi, nulla da condividere. I litigi, le grida, le promesse infrante, li avevano logorati interiormente.
Jesse si avvicinò a lei, prendendole il viso fra le mani, dandole un leggero bacio sulla fronte. 
" Non voglio più farti del male, Rachel." le sussurrò, mentre lei piangeva perché sapeva. Sapeva cosa avrebbe detto dopo. Era un addio.
" La cosa più giusta che io possa fare in questo momento è lasciarti andare. Una parte di me ti amerà per sempre, ed è proprio per questo motivo che ora devo dirti addio. Ti sto consumando. Ci stiamo consumando a vicenda, e non è giusto. Ti amo, e so che tu meriti un amore diverso dal nostro... così tormentato e sofferto." 
" m-mi...dispiace..." singhiozzò Rachel. " m-mi..."
" non c'è bisogno che tu dica niente, piccola." disse Jesse, asciugandole le lacrime con le dita. " io e te non abbiamo mai avuto bisogno di tante parole per capirci. So che anche tu pensi che sia la cosa giusta, così come tu sai che anche a me dispiace."
Rachel strinse gli occhi chiusi e poi li riaprì, guardandolo. Anche lui stava piangendo mentre pronunciava quelle ultime parole.
" non dimenticarmi, perché io non lo farò."
E dopo un ultimo casto bacio sulle labbra, Jesse andò via e Rachel chiuse la porta, lasciando che l'infinito li dividesse. 
Perché entrambi sapevano che se non potevano amarsi fra di loro, non avrebbero comunque mai potuto amare nessun altro.


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 ♚ Fra's corner.
Ogni tanto cambio simboletto qui nelle note, giusto per sperimentare LOL
Okay, one shoot davvero, davvero triste. Penso che sia la più triste che io abbia scritto per questa raccolta. Partendo dal presupposto che amo The Last Time come canzone, non potevo non inserirla fra queste mie OS. Non so a voi, ma anche se è tristissima, penso che sia bello il fatto che Rachel e Jesse siano consapevoli che il loro amore, anche se finito, sia speciale. 
Spero di non avervi fatte piangere troppo, mie care!
Vi mando un bacione a tutte,
Francesca.

P.s questa è la penultima OS, a presto con l'ultima : Begin Again.  

   
 
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