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Autore: Subutai Khan    09/12/2012    1 recensioni
Piccola raccolta senza pretese su pensieri, parole, opere e omissioni di quindici ragazzini trovatisi invischiati in un gioco un pelino più grande e pesante di loro.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Morire o scopare, è questo il dilemma.
Personaggi: Yōko Machi, Jun Ushiro.
Generi: romantico.
Traccia: Forget prior engagements/cancel your plans/let's do something amazing/while we still can/I'm floating above you/high on your kiss/we're splashed like paint on the pavement/a beautiful waste (Vanilla - British India), orfana. Scritta per la quinta sfida della Staffetta in Piscina della Piscina di Prompt.


“Ushiro, tu mi piaci davvero molto”.
“Grazie”.
Grazie? Di cosa mi ringrazi, scemo che non sei altro? Del piacere che ti faccio?
Mi piaci. Non ti ho aiutato a fare i compiti di matematica, non ti ho prestato dei soldi, non sono stata una brava spalla amica che ti ha sopportato per ore mentre ti sfogavi sull’ennesimo due di picche ricevuto dalla ragazza più carina della classe... anche perché non sono il tipo che lo farebbe. Da brava egoista ti avrei sbattuto il telefono in faccia.
Sono arrossita. Parecchio. Cerco di distrarmi, e di distrarlo, muovendomi in maniera scoordinata e facendo finta di stirare le braccia.
Neanche mi guarda in faccia. Che sia... imbarazzato? Sarebbe una novità.
“È una bella sensazione averlo buttato fuori, ero così nervosa. D’altronde è la prima volta che confesso una cotta. Potrebbe essere stato ancora più snervante di quando ho firmato il contratto”.
Faccio una pausa volontaria per studiare la sua reazione. E il maledetto continua a evitarmi, tenendo la testa fissa sul pavimento del parco giochi.
Grrrr.
Alziamo la posta.
“Già che ci siamo facciamo un’altra cosa: dormiamo assieme, stanotte”.
Oh, era anche ora. Si volta dalla parte opposta ma, nonostante la rapidità, ho colto chiaramente le guance colme di vergogna.
Proseguo nell’attacco: “Che ti succede, Ushiro? Sei troppo timoroso per dividere il tuo letto con una ragazza? Ma non eri tu quello che si era fatto una cultura sui porno di Kanji?”.
Si alza e fa per allontanarsi ma non glielo permetto, afferrandolo per un braccio e riportandolo verso di me. Per un istante i nostri corpi si sfiorano, spalla contro spalla, e io mi sento come se mi fosse venuta la febbre a quaranta.
Yōko, fai attenzione. Sei così eccitabile che basta il minimo contatto per farti salire la pressione oltre la soglia di guardia.
“Non scappare. Non vuoi neanche concedere l’ultimo desiderio a un tuo simile, a una compagna condannata a morte come te? Evitatelo, per favore. E comunque, a prescindere dalla tua risposta, non ritratto la dichiarazione. Mi piaci. Davvero”.
Gli afferro la testa e lo costringo a guardarmi in faccia. È viola.
Affronta questa cosa invece di fuggire, senzapalle.
“Mi hai capito? Tu. Mi. Piaci. E voglio passare questa notte accanto a te”.
Se questo fosse un manga romantico ora comincerebbe a uscirgli il fumo dalle orecchie e si sentirebbe come un fischio di locomotiva del secolo scorso che sta annunciando la partenza.
“Machi... cosa ti... salta in testa...”.
“Sto agendo d’impulso e lascio che sia il mio cuore a parlare. Capisco che per te sia un concetto difficile, ma a noi essere umani ogni tanto capita”. Vediamo se la battuta aiuta a smorzare un po’, come spero.
“Ma... ma... ma... tuo fratello...”.
Uh, che noia. Ti stai arrampicando sugli specchi con le dita dei piedi, caro.
“Lascia perdere Shirō. Gli farò vedere che la sua sorellina non è disposta a fare il cagnolino ubbidiente sempre e comunque. Ho una mia indipendenza, diavolo”.
Alza una mano tremante verso il mio volto e tocca la cicatrice che mi è rimasta sotto l’occhio sinistro dopo la battaglia di Anko, indugiando particolarmente sui contorni. Non lo facevo feticista di cose orride.
“Cosa stai facendo?”.
“N-Niente. Ero solo curioso di sentire al tatto com’è la pelle bruciata”.
“Sei strano, te l’ha mai detto nessuno?”.
“Un sacco di gente. Immagino sia per quello che ti piaccio”.
“Anche”.
Sto per chiedergli una risposta quando arrivano rumori molesti da un’altra parte del parchetto. Ci giriamo e vediamo un... boh, non si capisce bene da qui. Un ragazzo? Qualcuno con in mano un affare bislacco, di forma più o meno cubica, placcato da uno degli uomini che il signor Sasami ha assegnato alla nostra sicurezza.
Non ho tempo per i matti. C’è una questione da risolvere, qui, ed è una questione molto importante per me.
“Allora Jun, cosa mi dici?”. Da che lo conosco è la prima volta che qualcuno si rivolge a lui con il suo nome di battesimo. Coglierà il motivo per cui l’ho fatto, non è stupido.
Sospira, poi sbuffa. Sembra... rassegnato.
“Sai cosa, Machi?”.
“Sono tutta orecchi”.
“A ‘fanculo tutto, ci sto. Siamo due morti che camminano, non vedo perché non dovremmo divertirci un po’ prima della fine. Non possiamo cancellare ciò che ci attende ma possiamo rendere l’attesa più piacevole facendo una follia”.
“Terra chiama Ushiro, Terra chiama Ushiro. C’è qualche problema? Non ti riceviamo bene”.
“Divertente. Ho deciso di seguire la tua onda di passionalità prima di tirare le cuoia. Non farmi pentire della scelta”.
“No no no no no no no, non ci penso nemmeno. Vogliamo andare, allora? Dobbiamo trovare un posto adatto dove passare la notte”.
   
 
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