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Autore: Polina Raduga    09/12/2012    5 recensioni
‘Cause a heart that hurts, is a heart that works. A heart that hurts, is a heart that… works.
La mente riporta al periodo in cui fingevo di stare bene. Avevo così tanto da dire sul mio folle modo di vivere. Ora che ho fissato il vuoto devo trovare una via di mezzo, un modo migliore di vivere.
Nessuno può portarlo via da me, e nessuno può farlo a pezzi.
Perché un cuore che si ferisce, è un cuore che funziona.
Nella vita di ciascuna persone ci sono dei minuti quando per lui in qualche modo crolla il mondo. Questa si chiama disperazione. L'anima in quel momento, è piena di stelle che cadono giù dal cielo...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sydney, 25 maggio
Ore 05:30
 
 Quella mattina mi svegliai sulla spiaggia. Avevo passato la notte qua, da sola..
Il rumore del mare mi ha calmata molto. Avrei desiderato avere una casa qui, così avrei potuto trascorrere tutta la mia vita in tranquillità, e ora più che mai avevo bisogno di calma.
Non è la prima volta che vengo in questo posto.

La prima volta è stata molto tempo fa e da allora era cambiato tutto.Uno sguardo mi aveva cambiata quel giorno, aveva ridato in qualche modo vita alla mia esistenza, aveva acceso una fiamma..
Una fiamma che ora era stata spenta, forse parzialmente o forse totalmente ma ora non avevo bisogno di lei. Questo è almeno quello che credo. Mi ricordo ancora quei tempi tristi che passavo qua, venivo di prima mattina per poter cogliere la luce più bella del giorno, l'alba. La nascita del nuovo giorno. Quel giorno portai con me l'abum da disegno dove disegnavo di tutto. Avevo portato anche le tempere, cercavo di immortalare il tutto con più colori possibili. Quei colori che mancavano nella mia vita. C'è sempre qualcosa che manca nella vita. Avevo iniziato a disegnare gli scogli, quelle pietre irregolari che si univano al mare con quel tonfo, creando un qualcosa di magnifico. E quel magnifico avveniva su uno sfondo arancione, rosa, azzurro per poi passare al blu scuro che pian piano si trasformava in bianco candido.

-Mi piace il tuo cielo.- Aveva detto qualcuno alle mie spalle.
Inizialmente non feci molto caso e continuai a disegnare fissando ancora più attentamente il mio disegno. Stava dietro di me immobile, probabilmente mi osservava perché sentivo il suo sguardo su di me. C'era qualcosa che mi spingeva a girarmi ma non lo feci. La figura si sedette accanto a me. Stava fissando il mare, avrei detto che cercava calma anche costui. Posai il mio pennello e mi girai per guardare meglio chi fosse. Non vidi molto, a parte la sagoma del suo corpo e due occhi luccicanti che fissavano l'orizzonte. 
-Cosa ci fai qui a quest'ora?- Mi chiese.
Io non risposti, no anzì, risposi con il silenzio. Non mi andava di parlare con uno sconosciuto. 
-Va bene...ho capito che non mi vuoi rispondere. Questo vorrà dire che condivideremo il silenzio insieme..- 
Osservai meglio il suo volto...aveva deglio occhi stupendi. Direi che fossero delle perle, avevano un colore azzuro-verde molto intenso. Rimasi li a fissarli, non riuscivo a togliere lo sguardo e probabilmente lui se ne accorse perché si girò verso di me. Ci ritrovammo a fissarci gli occhi, gli specchi dell'anima. Forse i miei non erano così belli. No direi di no, decisamente di no. I suoi erano...perfetti. Sarei stata lì per l'eternità, mi stavo perdendo dentro di loro. Poi l'urlo di un gabbiano mi aveva fatto ritornare sulla terra. Distolsi lo sguardo e ripresi a dipingere, anche se avrei voluto immergermi di nuovo in quel azzurro, quel azzurro che mi attraeva come un magnete. Non sapevo cosa ci faceva lui qua, da solo .. come me del resto.
-Perché sei sola?-Mi chiese. Eh bella domanda,. Perché? Non lo sapevo nemmeno io. -Non lo so neppure io.- Risposi dopo un po'. -Hmm strano. Di solito non trovo mai nessuno qui a quest'ora. Mi pare di non averti mai visto. Come ti chiami?-  Mi chiede. Diciamo che non avrei voluto rivelare nulla di me, mi pareva troppo azzardato in quel momendo, ma i suoi occhi ritornarono a fissare i miei e io non feci altro che dire quello che voleva: - Mi chiamo Alyssa.. e non da molto tempo vengo qua per dipingere..
-Io sono Jake...- Mi porse la sua mano e io la strinsi immediatamente, come se fosse stato un impulso elettrico. Rimase un po' stranito da sta cosa e non solo lui. -Piacere...- dissi. Sentivo il calore che mi trasmetteva la sua mano. Il gelo mi stava abbandonando. Ritornai nel mondo reale ben presto perché lui ritirò la sua mano e la nascose nella tasca della sua giacca ritornando a fissare l'orizzonte. Poi si sdraio di colpo sulla sabbia fissando il cielo ancora abbastanza scuro.
-Disegni molto bene sai, anche se non so come riesci a disegnare con questa poca luce..-
-In effetti è ancora abbastanza presto, ma volevo cogliere il momento e poi ci vedo abbastanza per fare qualche schizzo adesso..-
-Eh si..è proprio bello avere la possibilità di esprimerti, vero?- Rimasi un po' perplessa da questa domanda.
-Ehm si, direi di si.- Non capivo cosa volesse insinuare.
-Come ho già detto, mi piace il tuo cielo. Tutti quei colori... e gli scogli fatti a matita....sono belli.-
-Grazie ancora.. - Non tutti avevano notato la mia passione per il disegno. E mi piace che qualcuno aprezzava quello che facevo, anche se il mio lavoro non era ancora finito e anzì era appena iniziato ero molto lusingata.
-Beh ora io dovrei scappare, altrimenti mi prenderò una bella sgridata da mia madre. E' stato un piacere conoscerti, Alyssa.- Mi porse di nuovo la sua calda mano, che io accettai con un grande piacere sorridendo a quei occhi che mi fissavano ancora. 
-Ehm ciao..- Si allontanò di qualche metro ma poi si fermò di colpo e girandosi mi disse: -Continua a seguire la tua strada, fai quello che il tuo cuore ti dice e non pensare alle conseguenze. Cogli la tua vita e non lasciare scappare l'occasione di essere felice,.- Perché mi stava dicendo quelle cose? -Non fare come me.....- aveva detto piano quasi sussurrando, ma l'avevo sentito.
-Come? Cosa vuoi dire? .. Ma lui ormai se ne andò. 
Mi lasciò così, di nuovo sola su quella spiaggia deserta, immersa nei miei pensieri.
Pensieri che riguardavano le sue parole. Perché me le ha dette? 
Mi ritrovai a fissare il mare, e ricordai di nuovo i suoi azzurri occhi. Quei occhi che mi avevano attirato, quello sguardo che non dimenticherò mai. Decisi di immortalare anche questo ricordo, il ricordo dei quelle perle e di quelle mani che mi avevano riscaldato con un solo tocco. Disegnai molto velocemente tutto quello che mi ricordavo di lui. Jake, così si chiamava.
Cercai di ricoradare le parole che mi aveva detto e le scrissi tutte, avevo deciso di seguire il suo consiglio. Deve aver pur avuto una ragione per dirmele, così ripensai a tutto quello che aveva detto. Si, lui aveva ragione. Io dovevo essere felice, non dovevo lasciare scappare l'occasione della mia vita, dovevo cercare la velicità, dovevo seguire i miei sogni. Avevo deciso che ci sarei riuscita. Non per lui ma per me stessa. Perché ogni persona ha il diritto di essere felice, e nessuno me lo poteva impedire. Roccolsi le mie poche cose e me ne andai. 

E ora sono di nuovo qua, in questo posto.
Sono di nuovo in questa spiaggia, ed è di nuovo l'alba. Avevo questa speranza di riincotrarlo. Ma ormai era passato troppo tempo. Forse non era nemmeno qua, magari si è trasferito o qualcos'altro.  Sta di fatto che ora avevo perso la mia felicità. Avevo perso quel pezzo importante della mia vita che era riuscito a sconvolgermela, a cambiarla, avevo iniziato ad amare come non avevo mai fatto. E ora non c'era più. L'avevo perso. Una lacrima mi era scesa sulla guancia. Forse una delle poche che mi sono rimaste. Non ho più la forza di piangere. Non ho più voglia di fare niente.
Avrei voluto incontrare Jake per dirgli che aveva sbagliato. La felicità è solo un illusione. L'amore che porta alla felicità non esiste! Non per me almeno. Il mio cuore si era spezzato e ripararlo non sarà facile o forse non riuscirò nemmeno a ritrovare me stessa. Sto vivendo per un dolce niente. 
  
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