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Autore: Marie Claire    09/12/2012    3 recensioni
Masaki Kariya. un giocatore della Raimon Eleven, sembra un ragazzo calmo e tranquillo ma ha una personalità un pò maligna. raccolta di capitoli su la vita del nostro simpaticissimo(si fa per dire)difensore alle prese con il club di calcio, gli amici, la scuola e una persona particolare, che magari lo addolcirà un pochino...
è la mia prima fiction, spero di fare un buon lavoro. non siate timidi, ditemi cosa ne pensate!
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: Furry
Capitoli:
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Famiglia
 
 
Dicembre.
È passato un mese dalla sfida con la Tengawara e siamo tornati alla normalità.
–buongiorno!
–buongiorno, Ayu-chan!
Ayu sorride e cammina verso il suo banco, ma inciampa nei suoi piedi e cade stesa a terra.
… sì, tutto è nella norma.
–buona mattinata ragazzi.
Entra in classe l’incubo della Raimon Junior High, l’insegnante di scienze, la signora( anche se vuole che la chiamiamo signorina)Debiru.
Il suo cognome significa “diavolo”, e credetemi, non c’è nome che le si addica di più.
È diabolica.
–ho qui le vostre verifiche della settimana scorsa, e non sono andate per niente bene!
Mugolii di disperazione si levano qua e là.
Passa tra i banchi e ce le ridà.
Ho preso otto.
–quanto hai preso, Ayu-chan?
–nove, e tu Aoi-chan?
–sette e mezzo, non è giusto, mi ero impegnata così tanto!
–Tenma-kun?
–otto e mezzo!
–bravo! Alla faccia, ti sei lamentato per due giorni che ti era andata male!
–me lo sentivo, che ci devo fare?
–e Shinsuke-kun?
–non so, gliela sta ridando adesso!
Shinsuke ha l’aria depressa.
–Shinsuke …?
–male. Quattro.
–ma perché?! Avevi studiato anche di notte!
–non lo so, queste cose non mi entrano in testa!
–la colpa non è mai vostra! O non lo sapevate, o non avete capito … i ragazzi di oggi sono davvero messi male!
L’arpia ovviamente ha origliato e guarda Shinsuke malignamente.
–comunque, per quelli insufficienti, farò una verifica di recupero domani, e ci metterò anche le cose che spiego adesso! Quindi, se avete finito di piagnucolare, vi conviene stare attenti!
Shinsuke tiene gli occhi bassi. Tenma mima “strega” con la bocca e Aoi e Ayu prendono i quaderni dalle borse per non guardare male quel demonio.
All’intervallo, Shinsuke è ancora triste.
–eddai, Shinsuke! Ti rifarai con il recupero!
–giusto! Ora sorridi, non è naturale vederti col muso per un brutto voto!
–lo so, ma vedete … io non riuscirò a recuperare, non ci capisco niente di scienze!
–idea! Perché non ci troviamo a studiare tutti insieme quest’oggi pomeriggio? Io, Tenma-kun, Kariya-kun e Aoi-chan in scienze ce la caviamo, possiamo darti una mano!
–davvero? Grazie! Verrai anche tu Kariya?
–va bene, vengo anch’io.
–dove ci troviamo?
–a casa mia, così Ayu-chan conosce Aki-nee!
–ma non avevi detto che Aki era in viaggio per due giorni in America?
–oh, giusto …
–perché non a casa mia?
–a casa tua, Ayu-chan?
–non disturbiamo?
–figurati!
–va bene, allora oggi alle quattro veniamo da te!
–ok!
 

Siamo arrivati davanti a un condominio vicino al centro.
Saliamo per due piani e bussiamo alla porta 416.
Ayu apre la porta sorridente.
–ciao! Entrate pure! Potete mettere le scarpe sul tappetino di fianco alla porta!
Entriamo e ci guardiamo intorno.
È un appartamento spazioso, molto elegante.
S’intravedono in fondo quattro camere, probabilmente da letto, e  nell’ingresso ci sono un divano dall’aria comoda, un tavolo con sei sedie e un tavolino con sopra un televisore, più una piccola libreria a parete con sopra dei libri.
Ayu si dirige a destra dentro una sala, probabilmente la cucina, e ritorna con un vassoio pieno di biscotti e una teiera fumante.
–andiamo in camera mia, c’è più luce!
Ci fa strada verso una delle camere.
Non è molto grande, ma accogliente.
Le pareti sono bianche, o meglio, si può intuire che lo siano perché sono ricoperte interamente da foto.
La parete è occupata principalmente da una grossa scrivania, mentre sul pavimento è steso un tappeto lilla morbido.
Il letto è accanto a un enorme vetrata che dà sulla stazione.
Sicuramente è la stanza più luminosa dell’abitazione.
Ayu posa il vassoio sulla scrivania.
–ma … Ayu-chan, sei da sola?
–sì, i miei zii sono fuori per lavoro e i miei cugini torneranno per le otto.
Si batte una mano sulla fronte.
–quasi dimenticavo, devo chiamarli adesso! Voi tirate già fuori i libri, io torno subito!
Esce dalla stanza.
Gli altri tirano fuori i libri, mentre io osservo più da vicino le foto.
–Kariya! Non dovresti curiosare!
Ignoro Aoi e mi avvicino alle foto.
Per la gran parte raffigurano Ayu con due ragazzi più grandi di lei di almeno cinque anni, identici, mentre giocano, ridono, la loro cerimonia del diploma del liceo, uno dei due ragazzi davanti a una moto fiammante con aria strafottente,  il primo giorno di scuola di Ayu delle elementari, una foto incorniciata dove una coppia di sposi sorride felice …
Mi fermo davanti a una foto che mi ha colpito.
Ritrae due ragazze di più meno quindici anni , probabilmente l’ultimo giorno di scuola.
Una ha l’aria della classica perfettina: lo sguardo mite, i capelli neri tenuti ordinatamente a caschetto, la divisa ordinata e tirata a lucido, con un diploma in mano.
L’altra è tutto il contrario.
Ha i capelli neri corti scompigliati, la cravatta storta e la camicia stropicciata, uno sguardo deciso e forte, tiene un braccio sulla spalla della ragazza accanto e ammicca al fotografo con fare scanzonato.
Eppure sono identiche: stesso naso, stessi capelli color carbone, stessi occhi neri, stesso viso minuto.
Il mio sguardo è attratto dalla seconda gemella.
Non fosse per l’aria strafottente e per il taglio di capelli, è la copia spiccicata di Ayu.
Sento il respiro degli altri accanto a me.
–wow … avete visto? Sembra Ayu-chan!
–anche se ha l’aria da teppista …
E avevano detto che non andava bene guardarsi intorno.
–in effetti all’epoca mia madre era un po’ una teppista, ne combinava di tutti i colori!
Sobbalziamo e ci giriamo di scatto.
Ayu si è avvicinata a noi e sorride.
–A-A-Ayu-chan! Noi … ecco …
–stavate guardando le foto? Non è un crimine!
–quindi … quella è tua mamma?
–sì.
–ma … in quest’altra foto è completamente diversa!
Shinsuke indica la foto dei due sposi.
Infatti la madre di Ayu è molto più curata e ha uno sguardo più gentile. Un pochino.
–beh, diciamo che incontrare mio padre le ha cambiato il suo modo di vedere.
Ayu ridacchia mentre sposta lo sguardo verso l’uomo della foto, un ventiquattrenne castano con gli occhi grigi.
Nello sguardo dell’uomo riconosco un nonsochè di simile in Ayu. La stessa scintilla gioiosa, ma allo stesso tempo pacata e forte.
–loro … come …?
Aoi guarda Ayu incerta.
Lo sguardo della ragazza si rabbuia leggermente.
–un incidente stradale. un taxista ubriaco li ha investiti.Ma non chiedermi di più, ero molto piccola e non ricordo bene.
– mi dispiace.
Le parole mi escono di getto, non riesco a trattenerle.
Ayu mi guarda e sorride.
–e di che cosa?
Cala un silenzio imbarazzante.
–dico sia meglio metterci sotto con lo studio, così domani gliela farai vedere a quella, vero, Shinsuke-kun?
–eh? Oh, sì!
Ci mettiamo a studiare.
Dopo aver passato tre ore su Darwin, classificazione e altre cose del genere, siamo completamente fusi.
Shinsuke invece è molto allegro.
–domani farò una verifica impeccabile! Grazie a tutti voi, ragazzi!
–figurati, Shinsuke-kun!
–sono già le sette!
–mia madre mi starà aspettando …
–vi accompagno!
Facciamo per uscire, ma sulla soglia c’è qualcuno che ci sbarra la strada.
È un ragazzo sui diciotto anni, con i capelli neri sparati sulla testa, e gli occhi nocciola.
È allampanato e ci squadra divertito.
–ehi Acchan! Amici tuoi?
–sì. Li stavo accompagnando a casa. Com’è andata oggi, Hachiro-san?
–non chiamarmi in quel modo, mi fai sentire vecchio! Comunque benone, ho rimorchiato una moretta niente male!
Fa l’occhiolino a Ayu, che ride.
–sei irrecuperabile .. e Kan-san? Sai quando torna?
–il secchione si è fermato all’università come al solito, ha detto che cenerà con Kiyomi-kun.
–capito. Io ora esco, nel forno trovi l’arrosto e le patate, e in frigo c’è il minestrone, scaldalo sul fuoco per mezz’ora.
Detto questo lo lasciamo alla sua cena e usciamo.
Camminiamo per strada, chiacchierando animatamente su quello che succederà domani.
Io rimango in silenzio.
Come fa una persona ad essere sempre così allegra e disponibile con tutti se porta dentro un dolore del genere?
Come fa a fidarsi delle persone, quando dei pazzi hanno investito i suoi genitori in un incidente?
Io non riesco a fidarvi delle persone, neanche volendo.
Le poche persone ,al di fuori di Hiroto e Midorikawa, a cui ho mostrato il mio vero carattere mi hanno respinto.
Ma Ayu ha saggiato la mia vera natura e continua a sorridermi lo stesso.
Perché?
E soprattutto, perché me lo sto chiedendo?!
Troppo tempo con Ayu mi fa perdere le mie certezze.
–ehi Kariya-kun, facciamo meglio a correre, guarda che nuvoloni.
Alzo gli occhi.
Delle grosse nuvole nere si annidiano sopra di noi.
Mi volto verso di lei.
Per qualche strano scherzo del destino siamo DI NUOVO soli.
Faaantassstico.
Nonostante stiano già per cadere delle gocce di pioggia, enormi, Ayu sembra felice.
–come mai sei così felice?
–mi piace quando piove. È come se in qualche modo Qualcuno cercasse di lavare via la sofferenza. Mi dà serenità.
–per quella servirebbe uno spazzolone gigante, altro che pioggerellina!
Un tuono squarcia l’aria.
lei ride.
–ti ha sentito!
Ormai piove a dirotto.
–forza Kariya-kun! Corri! Dobbiamo trovare un bar dove ripararci!
Ci mettiamo a correre sotto la pioggia.
Guardo Ayu.
Sembra contenta nonostante sia zuppa.
Sorrido anch’io.
Magari davvero qualcuno manda la pioggia per essere più sereni, chi lo sa …
  
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