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Autore: cleomery    09/12/2012    4 recensioni
Avevo comprato una sciarpa al ragazzo di cui ero innamorata, un ragazzo che stava combattendo una guerra chissà dove, illudendomi che lui potesse venire a Hogwarts per Natale, per farmi una sorpresa.
I pensieri di Ginny durante la guerra, nel suo primo Natale lontana da casa, lontana da Harry.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Ginny Weasley, Luna Lovegood | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Baby please come home
- Nick EFP: cleomery
- Titolo: Christmas (Baby, please come home)
- Pacchetto scelto e personaggio: Maedhros; Ginny Weasley
- Fan Art: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=1896367948779&set=oa.216872711708569&type=1&theater
- Avvertimenti: Missing Moment
- Genere: Introspettivo, Malinconico
- Rating: Verde
- Introduzione: Avevo comprato una sciarpa al ragazzo di cui ero innamorata, un ragazzo che stava combattendo una guerra chissà dove, illudendomi che lui potesse venire a Hogwarts per Natale, per farmi una sorpresa.
- Eventuali NdA: Premetto che la storia non mi piace, ma non avevo tempo di riscriverla e non volevo ritirarmi. Nella mia superficialità non ho ricontrollato, ma credo che nell'ultimo libro Ginny, Luna e Neville passassero il Natale a Hogwarts e non a casa, mentre Harry e Hermione, in quel periodo, sono da soli perché Ron li ha già lasciati.
Ginny risulterà un po' OOC forse, ma è così che la vedo io, per quanto forte lei possa mostrarsi in genere. In fondo ogni ragazza è insicura e credo che chiunque, nei suoi panni, non sarebbe riuscita a impedire il paragone con Hermione, che affianca Harry in ogni situazione e che lo conosce meglio di chiunque altro.
Detto questo, buona lettura.




Storia scritta per il Christmas in Pov Auror - Contest organizzato dal gruppo "Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione]
Ne approfitto per augurare un buon Natale a tutti, specialmente alle ragazze del gruppo. Grazie davvero, per stimolarmi a riprendere a scrivere, per tenermi compagnia e per essere sempre così fantastiche!








Christmas (Baby, please come home)

If there was a way I'd hold back this tears,

but it's Christmas day so please, please
come home, baby.
Michael Bublè - Christmas (Baby please come home)

L'aria era frizzante quella Vigilia di Natale.
Le mani mi pizzicavano per il freddo e in alcuni punti le nocche iniziavano a screpolarsi, lasciando sottili strati di pelle rossa e ruvida  ancora più esposti.
Da ore me ne stavo lì, a guardare la neve e le guglie bianche delle torri di Hogwarts. 
Dovevo avere un'aria davvero buffa: era il ventiquattro dicembre e io ero seduta in un giardino che di verde non aveva più nulla, con un orribile cappello blu in testa e il naso arrossato.
Stringevo in mano un pacchetto incartato male e aspettavo.
Da sola.
Era il primo Natale che passavo a Scuola, lontana dalla mia famiglia, e iniziavo a sentire la mancanza di casa.
Non so da quanto tempo quel posto venisse chiamato "Tana", ma in quel momento realizzai che non c'era nome più adatto.
Provai a immaginare cosa stessero facendo, riuscivo perfino a vedere mia madre davanti al fuoco, con i ferri in mano, mentre confezionava qualche stravagante maglione da regalarci, l'albero addobbato in un angolo che scintillava per il riverbero delle fiamme e una delle canzoni delle Sorelle Stravagarie in sottofondo.
Dio, quanto mi mancava quel posto.
Chissà se papà era riuscito a far stare buoni i nani da giardino. Sorrisi al pensiero di Fred e George che, di nascosto, lanciavano incantesimi sulle statue per farle correre ovunque.
Non ci avevo dato il permesso di tornare a casa quell'anno, ci avevano detto che sarebbe stato più sicuro rimanere al Castello, evitare gli spostamenti, ci raccomandavano persino di muoverci in gruppi per andare da un'aula all'altra.
Odiavo quella guerra.
Odiavo il fatto di non poter riabbracciare mia madre, di non poter addobbare l'albero della Tana insieme agli altri, di non poter vedere mio padre alle prese con qualche oggetto Babbano che aveva comprato da Mundungus.
Hogwarts era bella durante le feste, ma non c'era il calore di casa, non senza tutti i miei amici lì; Neville e Luna sembravano non accorgersi di quanto fosse diverso quel Natale, o almeno cercavano di non pensarci.
Io non ci riuscivo, era un pensiero costante, volevo che le cose tornassero al loro posto.
Iniziai a piangere senza nemmeno accorgermene e strinsi il pacchetto che avevo tra le mani con forza.
La carta dorata si era strappata in un angolo e il fiocco era storto, nonostante avessi provato a rifarlo più volte. 
Avevo comprato quel regalo un mese prima, quando ancora ci permettevano di andare a Hogsmade; l'avevo fatto senza nemmeno pensarci troppo, senza pensare che probabilmente non avrei potuto consegnarlo.
Pensai di tornare dentro, mi tremavano le gambe e la testa iniziava a farmi male per il freddo, ma alla fine rimasi lì. La neve scendeva lenta dal cielo bianco, fissavo i fiocchi cadere e posarsi a terra su altra neve; era tutto ovattato, sembrava che per un attimo tutto potesse fermarsi.
Guardai ancora il regalo che avevo tra le mani e mi sentii una sciocca: avevo comprato una sciarpa al ragazzo di cui ero innamorata, un ragazzo che stava combattendo una guerra chissà dove, illudendomi che lui potesse venire a Hogwarts per Natale, per farmi una sorpresa.
Gli avevo comprato una sciarpa.
Di solito non sceglievo i regali da sola, riuscivo sempre a strappare Hermione dai suoi libri per un pomeriggio e mi facevo aiutare da lei.
Hermione sì che avrebbe saputo scegliere un regalo per Harry.
Magari era riuscita a comprargliene uno anche quell'anno, un regalo vero, non una sciarpa, sicuramente una cosa che a lui sarebbe piaciuta moltissimo, probabilmente sarebbe stata anche utile.
Io ero capace solo di fare regali banali, di quelli che ti portano a sorridere in modo forzato, quei regali che si lasciano sulle mensole a prendere polvere e che poi si buttano in qualche scatolone che andrà perso in un trasloco.
Chissà dov'erano Harry e Hermione.
Avrebbero passato il Natale da soli, in una tenda, con la consapevolezza di essere in guerra. 
Immagino che quasi tutti si sentano un po' malinconici a Natale: pensare agli avvenimenti dell'anno alle nostre spalle ci rende sempre consapevoli degli errori, dei bei momenti che ci siamo lasciati indietro, di tutti quei particolari insignificanti che ci hanno resi felici. Io, invece, quell'anno non ero solo malinconicq, mi sentivo maledettamente triste e non facevo nulla per nasconderlo.
Personalmente credevo che sarebbe stato la nostra ultima Vigilia e in quell'istante, forse, anche Harry e Hermione si sentivano allo stesso modo.
Sentii il cuore battere più forte.
Avrei tanto voluto stringere Harry tra le braccia, sussurrargli che sarebbe andato tutto per il verso giusto, ma la verità era che volevo soltanto che lui lo facesse con me.
Alzai lo sguardo sul sentiero che conduceva all'ingresso del Castello e sperai di nuovo di vederlo camminare lì, verso di me.
In fondo era pur sempre Natale, nessuno si sarebbe accorto della sua presenza a Hogwarts il giorno di Natale.
Continuavo a ripetermi quelle parole, come se potessi crederci davvero, come se potesse venire anche solo a salutarmi, a dirmi "Non sei sola oggi, ci sono io con te".
Lui aveva Hermione, invece, e forse in quel momento lei lo stava abbracciando, appoggiando il mento sulla sua spalla senza dire una parola, facendolo sentire comunque al sicuro, senza nemmeno bisogno di dirglielo. Forse lo stava portando fuori, sotto la neve, forse lui le stava cingendo la vita mentre guardavano il paesaggio innevato, con i palmi delle mani rivolti al cielo per catturare qualche fiocco gelato.
Forse ero solo una stupida a pensare quelle cose, ma non riuscivo a smettere.
Le dita delle mani iniziavano ad assumere un colorito bluastro e ad ogni respiro mi si appannava la vista a causa della condensa.
- Non verrà, Ginny.
Mi voltai, spaventata, e vidi Luna alle mie spalle, con un cappello di lana fucsia e un cappottino verde mela con delle strane frange.
Guardai ancora una volta il sentiero che conduceva all'ingresso del Castello e sperai di vederci Harry, di nuovo.
- Lo so. Vorrei solo che tornasse qui, almeno oggi. Non so nemmeno se sta bene, Luna.
- Sta bene, ne sono sicura. E so che se non viene qui, oggi, è per tenerti al sicuro: Harry è così, lo sai.
Luna era di una dolcezza disarmante, come sempre, e io ringraziai il cielo per avere ancora lei al mio fianco, ad aprirmi gli occhi.
Per la prima volta nell'arco della giornata realizzai quanto fossi stata ingenua. 
Mi strinse le mani fra le sue e mi aiutò ad alzarmi, intrecciando le dita con le mie.
- Andiamo, Neville sta ancora fissando il camino, credo che sia infestato di Nargilli, anche se non capisco come siano arrivati dal vischio a lì. 















   
 
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